ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/08323

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 603 del 06/04/2016
Firmatari
Primo firmatario: MONCHIERO GIOVANNI
Gruppo: SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Data firma: 06/04/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 06/04/2016
VEZZALI MARIA VALENTINA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 06/04/2016
D'AGOSTINO ANGELO ANTONIO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 06/04/2016
SOTTANELLI GIULIO CESARE SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 06/04/2016
GIGLI GIAN LUIGI DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO 06/04/2016
FAUTTILLI FEDERICO DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO 06/04/2016
MOLEA BRUNO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 06/04/2016
MATARRESE SALVATORE SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 06/04/2016
VARGIU PIERPAOLO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 06/04/2016
BARADELLO MAURIZIO DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO 06/04/2016
SBERNA MARIO DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO 06/04/2016


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 06/04/2016
Stato iter:
07/04/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 07/04/2016
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
 
RISPOSTA GOVERNO 07/04/2016
Resoconto DE FILIPPO VITO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 07/04/2016
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 07/04/2016

SVOLTO IL 07/04/2016

CONCLUSO IL 07/04/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-08323
presentato da
MONCHIERO Giovanni
testo di
Mercoledì 6 aprile 2016, seduta n. 603

   MONCHIERO, GALGANO, VEZZALI, D'AGOSTINO, SOTTANELLI, GIGLI, FAUTTILLI, MOLEA, MATARRESE, VARGIU, BARADELLO e SBERNA. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   destano orrore e sgomento gli episodi, sempre più frequenti in questi ultimi tempi, di maltrattamenti di disabili e anziani, malati psichici o persone affette da Alzheimer umiliati da insulti, schiaffi, calci e minacce negli istituti di accoglienza che avrebbero dovuto proteggerli e donare loro conforto;

   nello specifico è sconcertante quello che, secondo i carabinieri, è accaduto nella casa protetta Villa Matilde di Bazzano, in provincia di Parma. Molti gli episodi documentati, dal video choc mostrato dai militari, che hanno registrato almeno un centinaio di condotte offensive nel giro di quattro mesi ai danni degli ospiti. Sette assistenti della struttura (uomini e donne tra i 28 e i 57 anni) sono finiti ai domiciliari per concorso in maltrattamenti aggravati;
   nei video si vedono ospiti lasciati a terra per diverso tempo dopo una caduta, anziani derisi da operatori che agivano, spiegano gli investigatori, «emulandone i gemiti o le andature barcollanti, mortificati costringendoli a spogliarsi e cambiarsi alla presenza di altre persone»;
   il secondo piano della struttura dov'era situato il reparto dedicato ai malati di Alzheimer e con problemi psichiatrici, erano secondo gli interroganti come un lager: gli operatori socio sanitari che dovevano assistere gli ospiti li sottoponevano sistematicamente a violenze fisiche e psichiche;
   gli episodi documentati di violenze e abusi sono almeno un centinaio. Fatti gravi, che hanno richiesto un intervento dei carabinieri anche per la sicurezza degli anziani ospiti. La direzione della struttura non è coinvolta e Villa Matilde continua ad operare: nel reparto psichiatrico sono stati sostituiti tutti gli operatori arrestati;
   gli abusi sono stati fermati venerdì 18 marzo 2016 da un blitz della compagnia dei carabinieri di Parma, che ha eseguito sette ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di altrettanti dipendenti di Villa Matilde, due uomini e cinque donne;
   la Procura ha documentato anche episodi singoli di violenze, compiuti da operatori che erano stati trasferiti temporaneamente da altri reparti. In due casi è stata chiesta l'interdittiva dalla professione per il reato di violenza privata, ad esempio quando un'operatrice ha costretto un anziano a inginocchiarsi e tenendolo per il collo gli ha fatto mangiare la pasta caduta sul pavimento;
   la casa protetta è gestita dalla cooperativa bergamasca Kcs Caregiver ed è convenzionata con il settore pubblico. Da anni presente sul territorio, anche con una sede a Felino, essa aveva un'ottima fama come servizio di accoglienza per anziani. Proprio per questo, denunciano gli inquirenti, non è stato facile squarciare il velo di omertà che ha permesso che nel reparto degli ospiti più fragili le persone venissero trattate come bestie;
   non è il primo caso nel parmense: risale al mese scorso l'arresto di tre operatrici di una casa famiglia a San Pancrazio, Villa Alba, accusate di picchiare e insultare gli ospiti. La struttura è stata chiusa dopo lo scandalo;
   si tratta di una vicenda drammatica di maltrattamenti contro le persone più vulnerabili, che non mancherà certo di sollevare polemiche e interrogativi sui controlli dell'Ausl e dei comuni sulle strutture per anziani, in questo caso anche accreditate dal sistema sanitario nazionale;
   altri i casi documentati come quello nell'agro nocerino-sarnese, dove sette dipendenti della casa di cura «Villa dei Fiori», in via Poggio San Pantaleone, a Nocera Inferiore (Salerno), sono stati arrestati perché ritenuti responsabili, in concorso tra loro, di maltrattamenti. L'indagine, avviata nell'ottobre 2014, ha documentato maltrattamenti fisici e psicologici nei confronti di alcuni ospiti semiresidenziali della casa di cura, portatori di handicap fisici e mentali gravi;
   da un articolo pubblicato sul sito quotidiano.net (www.quotidiano.net/roma) dell'8 febbraio 2016 si evincono altri tragici episodi: «Blitz dei Nas, insieme ai militari del Gruppo Carabinieri di Frascati, fin dalle prime ore del mattino, per eseguire 10 ordinanze di custodia cautelare emesse dalla Procura della Repubblica di Velletri riguardo a maltrattamenti a disabili. Percosse, insulti e intimidazioni, un vero e proprio clima di terrore instaurato in centro di riabilitazione neuropsichiatrico a Grottaferrata, vicino a Roma»;
   un altro caso choc si legge su « Avvenire» del 16 febbraio 2016, con il titolo «Violenze sui disabili: botte e abusi a Cagliari: 16 indagati»: «Calci, pugni, minacce, insulti, umiliazioni ai disabili in una casa di cura da parte di infermieri e operatori sanitari»;
   la Stampa del 20 febbraio 2016, titola: «Presi a schiaffi e calci. Strattonati per i capelli. Picchiati con manici di scopa e chiavi. Feriti, umiliati. Sono un orrore le immagini girate dalla polizia, di nascosto, nella residenza per anziani e malati psichici di Borgo d'Ale, nel Vercellese»;
   si tratta di numerosi e inconfutabili esempi di danni psico-fisici causati a persone deboli, incapaci di autodifendersi, ed è evidente l'intensificarsi dei casi di maltrattamenti nelle strutture di ricovero, ai danni della fascia più debole e indifesa della popolazione che viene trattata come un peso economico-sociale –:
   quali urgenti iniziative di competenza intenda porre in essere per impedire il ripetersi di situazioni quali quelle descritte in premessa e se non ritenga opportuno assumere iniziative normative per introdurre specifiche misure di controllo e di vigilanza. (5-08323)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 7 aprile 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-08323

  In merito alla grave problematica segnalata nell'atto ispettivo in esame, in via preliminare, segnalo che la Prefettura di Parma ha comunicato che il 18 marzo 2016, a seguito di una lunga ed intensa attività di indagine condotta dai Carabinieri della Compagnia di Parma, in esecuzione dell'ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Parma, sono state eseguite misure di privazione della libertà nei confronti di sette persone, tutti operatori, della «casa protetta» Villa Matilde ubicata in Neviano degli Arduini, in località Bazzano.
  L'indagine è stata condotta anche mediante intercettazioni audio e video, ed è scaturita da dichiarazioni rese da parte di un'operatrice tirocinante presso detta struttura che, venuta a conoscenza che una sua collega aveva costretto un degente a raccogliere e ingerire della pasta dal pavimento per punirlo di aver fatto cadere il cibo, si era rivolta ai Carabinieri della Stazione di Neviano degli Arduini.
  Le attività investigative hanno consentito di accertare come gli arrestati, tra l'ottobre del 2015 ed il febbraio del 2016, unitamente ad altre quattro persone a cui sono stati notificati avvisi di garanzia, abbiano sottoposto alcuni anziani degenti ad una azione di maltrattamento, mediante percosse, vessazioni e mancati interventi di soccorso sanitario.
  In particolare, si sono registrati sistematici episodi di violenza fisica, minacce verbali e materiali, condotte omissive, condotte denigratorie ed umilianti. Anche il direttore della struttura è stato indagato, e gli è stato notificato un avviso di garanzia per aver omesso di denunciare all'Autorità Giudiziaria gli episodi di violenza di cui era venuto a conoscenza.
  A seguito dei gravissimi eventi, l'AUSL di Parma ha provveduto a sospendere la convenzione in atto con detta struttura per i pazienti psicogeriatrici; è stato inoltre adottato il provvedimento temporaneo di sospensione dell'accreditamento.
  Una adeguata ed efficace azione di contrasto agli accadimenti in esame, richiede una forte attività di vigilanza e controllo da parte delle strutture assistenziali stesse e delle ASL, nonché da parte delle regioni che, nell'esercizio delle proprie competenze istituzionali, devono intervenire nella definitiva risoluzione delle problematiche evidenziate.
  Infatti, l'accreditamento istituzionale rappresenta il riconoscimento che l'Ente Regione, ossia l'Organismo accreditante, concede alle Aziende/strutture sanitarie, già autorizzate a svolgere attività sanitarie, quali potenziali erogatori di prestazioni nell'ambito e per conto del Servizio Sanitario Nazionale.
  La normativa regionale, in accordo con quella nazionale, detta indicazioni precise sui requisiti che tutte le strutture sanitarie, socio-sanitarie e sociali devono possedere per poter operare nel territorio regionale.
  Con le verifiche, ordinariamente condotte dagli organismi regionali preposti, si assicura che l'assistenza sia di elevato livello tecnico-professionale e scientifico, nonché di equità e pari accessibilità a tutti i cittadini, e che sia appropriata rispetto ai reali bisogni di salute, psicologici e relazionali della persona.
  Le attività di programmazione nazionale richiamano, con forza, il dovere di porre particolare riguardo agli aspetti di umanizzazione e, in linea con l'Intesa tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome, nel documento recante Disciplinare per la revisione della normativa dell'accreditamento, del 20 dicembre 2012, tra i requisiti per l'autorizzazione e l'accreditamento sono compresi quelli che riguardano l'umanizzazione e personalizzazione dell'assistenza: tali requisiti sono volti a orientare le attività assistenziali ed organizzative all'accoglienza dei pazienti, considerando le diverse esigenze relative all'età, al genere e a particolari condizioni di salute e di fragilità fisica e psicologica.
  Inoltre, nell'ambito delle attività volte alla gestione del rischio clinico e alla promozione della qualità e sicurezza delle cure, il Ministero della salute monitora un pannello di eventi sentinella, tra i quali l'evento «violenza su paziente»; ciò nell'intento di richiamare l'attenzione di regioni, aziende e singoli operatori sanitari sulla necessità di vigilare sul verificarsi di tali eventi, nonché sulle condizioni che li determinano e sulle azioni da mettere in atto per prevenire il loro accadimento.
  In relazione alla violenza di genere le regioni sono state, inoltre, incoraggiate ad attivare percorsi di sensibilizzazione degli operatori di Pronto Soccorso, di Medicina Generale, di Pediatria di libera scelta e di Continuità assistenziale, e ad elaborare specifici progetti inerenti alla prevenzione della violenza secondo le buone pratiche già adottate da alcune regioni, all'individuazione di segni e sintomi ascrivibili alla violenza sessuale, fisica e psicologica, anche mediante schede di rilevazione per valutare l'entità e l'impatto della violenza subita.
  Gli altri indirizzi ai quali le regioni fanno riferimento, nell'elaborazione dei progetti, sono: l'utilizzo nella pratica clinica di protocolli condivisi ed uniformi, in particolare per la definizione di maltrattamento domestico e/o intrafamiliare, l'attivazione di percorsi per l'accoglienza e l'assistenza all'interno delle strutture sanitarie delle vittime di violenza, l'attivazione o l'implementazione di percorsi sanitari e socio sanitari per la presa in carico e la continuità assistenziale alle vittime di violenza e l'attivazione di programmi per il trattamento degli uomini autori di violenze di genere e domestiche e/o intrafamiliari.
  I progetti presentati dalle regioni nel 2012 sono stati 23, e 11 di essi promuovono azioni volte a tutelare le vittime della violenza di genere.
  Si aggiunga che il Ministero della salute per il tramite dei Carabinieri dei Nuclei Antisofisticazioni e Sanità, svolge una attività di alta vigilanza per rilevare e deferire, agli Organi competenti, inadempienze, comportamenti impropri ed abusi.
  Da ultimo, con particolare riferimento agli accadimenti occorsi presso una struttura di Grottaferrata, accreditata con il Servizio Sanitario Regionale, si rappresenta che, in data 11 marzo 2016, il Ministero della salute ha inviato alla regione Lazio una richiesta di informazioni, per sapere se la stessa sia dotata «di uno specifico sistema di monitoraggio e verifica dell'attività che si svolge nelle molteplici strutture private accreditate che operano nel settore, al fine di scongiurare il possibile ripetersi di casi analoghi».
  Da ultimo ricordo che nel ddl di iniziativa del Ministro della salute, AS 1324, recante disposizioni in materia sanitaria – il cui iter è in fase di conclusione in 12 Commissione Senato – all'articolo 6 è prevista una specifica disposizione, volta ad inasprire le sanzioni per i reati contro la persona, commessi in danno di persone ricoverate presso strutture sanitarie o presso strutture sociosanitarie residenziali o semi residenziali.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

delitto contro la persona

disabile

istituto ospedaliero