ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08302

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 600 del 01/04/2016
Firmatari
Primo firmatario: LABRIOLA VINCENZA
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 01/04/2016


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 01/04/2016
Stato iter:
05/05/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 05/05/2016
Resoconto CASSANO MASSIMO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 05/05/2016
Resoconto LABRIOLA VINCENZA MISTO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 01/04/2016

DISCUSSIONE IL 05/05/2016

SVOLTO IL 05/05/2016

CONCLUSO IL 05/05/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-08302
presentato da
LABRIOLA Vincenza
testo di
Venerdì 1 aprile 2016, seduta n. 600

   LABRIOLA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   l'Ilva è una società per azioni, attualmente in amministrazione straordinaria, che si occupa prevalentemente della produzione e trasformazione dell'acciaio, nata dalla dismessa Italsider con il nome della originaria azienda fondata nel 1905, derivante dal nome latino dell'isola d'Elba, dalla quale era estratto il minerale di ferro che alimentava i primi altiforni costruiti in Italia a fine Ottocento;
   le numerose problematiche legate allo stabilimento di Taranto sono state affrontate dall'interrogante in diversi atti di sindacato ispettivo nel corso della corrente legislatura e numerosi sono stati gli interventi legislativi volti a sanare gli effetti devastanti da esse derivanti;
   negli ultimi giorni si è tornati a parlare di Ilva a seguito di due ulteriori incidenti avvenuti la notte del 30 marzo 2016: secondo quanto pubblicato dalla testata on line «tarantobuonasera» si sarebbe verificato un incidente nei pressi dell'altoforno 1, ove un operaio (caposquadra) di 42 anni sarebbe rimasto ustionato ad un piede mentre utilizzava la fiamma ossidrica, ed un secondo incidente nel reparto Cava, dove un meccanico avrebbe riportato fratture sospette alle dita di una mano;
   inoltre, dall'articolo si appende che l'Usb avrebbe chiesto di fare chiarezza su una serie di incidenti di minore entità avvenuti negli ultimi tempi e le cui notizie sarebbero state fornite esclusivamente dalla stampa;
   da un articolo, pubblicato il 28 marzo 2016 dal quotidiano on line repubblica.it, si apprende che il giorno di pasquetta si sia verificato un incendio all'interno dello stabilimento nei pressi di una torretta di un nastro trasportatore, nella zona agglomerato, nell'impianto di omogeneizzazione;
   secondo quanto riportato dall'articolo l'incendio si sarebbe verificato in una parte dell'impianto vicino alla strada provinciale per Statte e al quartiere Tamburri e a dare l'allarme sarebbero stati proprio gli abitanti del quartiere e gli automobilisti in transito sulla strada;
   l'incendio avrebbe sprigionato una fitta coltre nera, contribuendo ad aumentare l'inquinamento dell'atmosfera e l'ambiente circostante già fortemente penalizzato; non si conosce l'entità del danno, soprattutto in considerazione delle ultime dichiarazioni rilasciate nel mese di febbraio 2016 da un operaio dell'Ilva che ha denunciato l'esistenza di materiale altamente inquinante di diversa natura riversato nel terreno situato sotto l'impianto;
   nel mese di novembre 2015 si è verificato un altro incedente mortale all'interno dello stabilimento. La vittima, come riporta il quotidiano on line «IlFattoquotidiano.it» in un articolo del 17 novembre, è Cosimo Martucci, 49enne di Massafra (Taranto), operaio della ditta d'appalto Pitrelli. L'incidente sarebbe avvenuto nel reparto agglomerato a seguito di lavori di smontaggio di una canna fumaria;
   inoltre, il sito www.inchiostroverde.it ha pubblicato il 18 novembre 2015 un articolo in cui si segnala che dopo l'incidente del giorno prima, presso l'Ilva di Taranto, nel reparto Cco1 (colata continua) si sia verificato un ulteriore incidente, durante la fase di colaggio, consistente in un'esplosione con fuoriuscita di un certo quantitativo di acciaio fuso;
   i reparti di colata continua del complesso siderurgico non sono nuovi ad incidenti, infatti, l'8 giugno 2015, presso l'altoforno 2, aveva perso la vita, quattro giorni dopo l'accaduto, l'operaio Alessandro Morricella che, a seguito di una fiammata mentre era intento a misurare la temperatura della ghisa, lo aveva ustionato gravemente;
   come si legge da un articolo de «il Sole 24 Ore», pubblicato il 16 giugno, la procura della Repubblica di Taranto avrebbe avviato un'inchiesta per omicidio colposo a carico di ben 10 responsabili d'area, di reparto e tecnici;
   la procura avrebbe aperto una doppia inchiesta, una riguardante l'altoforno 2, una per cercare di capire cosa abbia determinato l'incidente, e l'altra relativa all'accertamento delle caratteristiche e dell'idoneità degli indumenti di protezione usati dal personale Ilva addetto ai piani di colata degli altiforni;
   inoltre, si evidenzia che commissari dell'Ilva, Piero Gnudi, Corrado Carrubba ed Enrico Laghi, hanno diffuso dati relativi alla gestione dell'azienda nel periodo che va dal 21 gennaio 2015 al 30 aprile scorso: per gli infortuni invalidanti l'indice degli infortuni sarebbe passato da 34 del 2014 a 28 del 2015, mentre l'indice sarebbe stato di 39 nel 2013 e di 42 nel 2012; per gli infortuni indennizzati l'indice del 2015 sarebbe di 24 contro il 27 del 2014, il 30 del 2013 ed il 33 del 2012. Infine, l'indice di gravità, secondo i dati forniti, risulterebbe dello 0,8 per cento nel 2015 contro l'1 per cento del 2014 e l'1,1 per cento del 2012;
   un ulteriore articolo, pubblicato il 9 luglio 2015 su Repubblica.it, riporta che, presso l'altoforno 1 dell'impianto di Taranto, sia avvenuto un altro incidente, il secondo in un mese dalla morte dell'operaio Morricella, a danno di un operaio della ditta appaltatrice Losa, impegnata per conto della Paul Wurth nelle attività per il rifacimento dell'altoforno. L'operaio avrebbe riportato ustioni di primo e secondo grado al viso causate da un getto di vapore fuoriuscito da un automezzo su cui stava lavorando;
   è opinione dell'interrogante che gli incidenti avvenuti all'interno dell'azienda e riportati dalla stampa mettano in evidenza un notevole problema relativo alla sicurezza e alla salute degli operai dell'intero impianto e che sia fortemente penalizzanti in termine di inquinamento e conseguentemente per la salute dei cittadini di Taranto –:
   se siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e di quali ulteriori dati siano in possesso;
   quali iniziative urgenti di competenza intendano adottare per salvaguardare la salute degli operai dello stabilimento e dei cittadini di Taranto ed in che modo intendano intervenire;
   se non ritengano, anche di concerto con gli enti locali, inviare ispettori per valutare la reale situazione di sicurezza degli impianti e chiarire, per quanto di competenza, eventuali responsabilità.
(5-08302)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 5 maggio 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione XI (Lavoro)
5-08302

  Con riferimento all'atto parlamentare dell'onorevole Labriola – inerente alla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori impiegati presso lo stabilimento Ilva spa di Taranto – passo ad illustrare quanto segue.
  Innanzitutto, e opportuno precisare che – ai sensi dell'articolo 13 del decreto legislativo n. 81 del 2008 – l'attività di vigilanza sull'applicazione della legislazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è svolta principalmente dalla Azienda sanitaria locale (ASL) territorialmente competente, mentre solo per alcuni settori – essenzialmente l'edilizia – la vigilanza può essere esercitata «anche» dal personale ispettivo del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (articolo 13, comma 2, decreto legislativo n. 81 del 2008).
  Inoltre, occorre precisare che, il 12 marzo 2013, la Procura generale di Lecce, le Procure della Repubblica, le ASL, l'INAIL, le Direzioni territoriali del lavoro e i Comandi provinciali dei Vigili del fuoco di Lecce, Brindisi e Taranto hanno sottoscritto un Protocollo.
  Tale Protocollo disciplina, tra l'altro, la trasmissione delle informazioni alle Procure della Repubblica presso i Tribunali stabilendo che gli unici destinatari dei flussi informativi relativi agli infortuni e alle malattie professionali siano i Servizi per la prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (SPESAL) istituiti presso le ASL. Tali servizi devono effettuare, sulla base delle direttive indicate nel medesimo Protocollo, una prima selezione delle notizie secondo la gravità degli infortuni e delle malattie professionali. Il Protocollo, inoltre, demanda allo SPESAL il compito di avviare le indagini e di riferire direttamente alla competente Autorità giudiziaria.
  Allo stato, pertanto, sia l'attività di prevenzione all'interno dello stabilimento siderurgico Ilva spa di Taranto sia le indagini sugli infortuni sul lavoro e le malattie professionali vengono prevalentemente svolte dallo SPESAL.
  Tanto premesso, con riferimento agli infortuni sul lavoro citati dall'interrogante nel presente atto parlamentare, faccio presente quanto segue.
  L'infortunio occorso, il 17 novembre 2015, al signor Cosimo Martucci, dipendente dell'impresa Pitrelli F.sco Montaggi e Nolo Mezzi Industriali S.r.l. di Taranto, si è verificato nel reparto denominato «Agglomerato 2 linea D» dello stabilimento Ilva Spa di Taranto.
  Nello specifico, mentre il signor Martucci, insieme ad alcuni colleghi di lavoro, era intento a scaricare da un camion alcune condotte metalliche, servendosi dell'autogru, una di queste si ribaltava colpendolo mortalmente alla testa.
  A seguito dell'infortunio, sono stati effettuati accertamenti ispettivi da parte dello SPESAL, della Direzione territoriale del lavoro di Taranto e dei Vigili del fuoco i quali, il 18 novembre 2015, hanno trasmesso una prima informativa di reato alla Procura di Taranto.
  L'infortunio del signor Martucci fa seguito a quello occorso al signor Alessandro Morricella, dipendente dell'Ilva spa di Taranto ove prestava la propria attività lavorativa con le mansioni di fonditore. In relazione a tale infortunio, preciso che l'8 giugno 2015, alle ore 18,40 circa, il lavoratore, mentre era intento a rilevare la temperatura della ghisa nel reparto denominato Altoforno 2, è stato investito da un improvviso getto di ghisa allo stato fuso (temperatura pari circa 1.500oC).
  Sul luogo dell'evento sono intervenuti i soccorsi aziendali e l'infortunato è stato trasportato all'ospedale S. Annunziata di Taranto, dove i sanitari hanno diagnosticato «gravi ed estese ustioni di secondo e terzo grado sul 90 per cento della superficie corporea»; da qui è stato trasferito d'urgenza al Policlinico di Bari, ove è deceduto il 12 giugno 2015.
  In relazione a quest'ultimo infortunio mortale sono intervenute la Direzione territoriale del Lavoro e lo SPESAL di Taranto. La Procura di Taranto ha aperto un fascicolo.
  Con riferimento, inoltre, ai successivi infortuni sul lavoro evidenziati dagli interroganti, faccio presente che il 29 marzo 2016, alle ore 23.30 circa, il signor Giovanni Pellecchia, dipendente della Ilva spa di Taranto, ha subito un infortunio sul lavoro mentre effettuava la pulizia del terminale di sgrondo, riportando un'ustione alla caviglia del piede destro.
  Il 30 marzo 2016, alle ore 9.30 circa, il signor Orlando Cataldo – anch'egli dipendente dell'Ilva Spa di Taranto – durante lo smontaggio di una flangia (piastra a forma di anello utilizzata per unire due tubi metallici), subiva lo schiacciamento di due dita della mano sinistra, riportando un trauma da schiacciamento con ematoma subungueale e ferita lacero-contusa del primo raggio mano sinistra, con prognosi di giorni 15.
  Per quanto riguarda, infine, l'infortunio occorso, nel luglio 2015, ad un operaio dell'impresa appaltatrice Losa, faccio presente che – in mancanza delle generalità del lavoratore stesso e nonostante le accurate ricerche negli archivi dell'INAIL – non si è rilevata alcuna evidenza in merito a quanto riportato nell'articolo pubblicato il 9 luglio 2015 su Repubblica.it.
  Ciò posto, occorre precisare che la vigilanza generale sull'osservanza, da parte del datore di lavoro, della normativa in materia di igiene e sicurezza sul lavoro non rientra tra le competenze dell'INAIL. Tuttavia, l'articolo 3, comma 4, del decreto-legge n. 92 del 2015 ha affidato all'Istituto, unitamente alla ASL e ai Vigili del fuoco, un'attività di monitoraggio delle aree di produzione di stabilimenti d'interesse strategico nazionale, oggetto di sequestro per reati inerenti alla sicurezza dei lavoratori (nel caso di specie il citato Altoforno 2 dell'Ilva). Tale attività di monitoraggio si estrinseca anche mediante lo svolgimento di ispezioni dirette a verificare l'attuazione del piano predisposto dall'azienda contenente le misure e le attività aggiuntive per la tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro, riferite all'impianto oggetto del provvedimento di sequestro.
  Alla luce di tale disposizione normativa, la Direzione regionale INAIL competente per territorio ha affiancato la ASL di Taranto e il Comando provinciale dei Vigili del fuoco nel monitoraggio in questione.
  Il 14 settembre 2015, l'INAIL, unitamente ai due predetti enti, ha effettuato presso l'Altoforno 2 un sopralluogo finalizzato a constatare lo stato di attuazione degli interventi previsti nel predetto piano, ai sensi del citato decreto-legge n. 92 del 2015. Ad oggi, sono in corso le attività di monitoraggio volte alla verifica del completamento degli interventi previsti dal piano.
  Per quanto riguarda l'ultimo quesito formulato dall'interrogante occorre segnalare che l'11 novembre 2013 è stato stipulato il Protocollo operativo sugli interventi in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro dell'area industriale di Taranto che rappresenta, nel contesto degli insediamenti industriali della provincia di Taranto (e in particolare dell'Ilva) un salto di qualità in ordine al perseguimento di azioni di prevenzione. Il Protocollo, in particolare, opera secondo due direttrici: l'analisi degli infortuni e dei quasi infortuni e la formazione dei lavoratori sia della Ilva che dell'indotto. In questa ottica, il Protocollo si articola in una azione di responsabilizzazione di tutti gli attori (pubblici e privati) coinvolti nelle problematiche riguardanti la salute e sicurezza sul lavoro, nell'obiettivo di ridurre ed eliminare gli infortuni.
  Al fine di garantire il tempestivo avvio delle azioni previste dal Protocollo, il 29 novembre 2013, e stata convocata – presso la Prefettura di Taranto – una riunione per l'insediamento del Gruppo integrato di valutazione ed intervento (GIVI).
  Successivamente all'insediamento del GIVI, e stato redatto un piano di attività, in parte realizzate, articolato su quattro livelli di azioni, relative:
   a) alla formazione in materia di: apparecchi di sollevamento di materiali e persone; cosiddetta direttiva Macchine 2006/42/CE; attrezzature e impianti a pressione; rischio cancerogeno chimico, rischio chimico, rischio amianto e rischio ambienti confinati;
   b) al monitoraggio e controllo sulle lavorazioni e sulle attività;
   c) al monitoraggio «mancati infortuni» e «quasi incidenti»;
   d) al monitoraggio sull'autorizzazione integrata ambientale (AIA).

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

infortunio sul lavoro

macchinari siderurgici

incendio