ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08289

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 599 del 31/03/2016
Firmatari
Primo firmatario: BASILIO TATIANA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 31/03/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FRUSONE LUCA MOVIMENTO 5 STELLE 31/03/2016
CORDA EMANUELA MOVIMENTO 5 STELLE 31/03/2016
RIZZO GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 31/03/2016
TOFALO ANGELO MOVIMENTO 5 STELLE 31/03/2016
BERNINI PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 31/03/2016


Commissione assegnataria
Commissione: IV COMMISSIONE (DIFESA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 31/03/2016
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 31/03/2016

SOLLECITO IL 07/07/2016

SOLLECITO IL 21/09/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-08289
presentato da
BASILIO Tatiana
testo di
Giovedì 31 marzo 2016, seduta n. 599

   BASILIO, FRUSONE, CORDA, RIZZO, TOFALO e PAOLO BERNINI. — Al Ministro della difesa . — Per sapere – premesso che:
   la procura di Taranto ha chiuso le indagini sul presunto giro di tangenti estorte nella base navale di Chiapparo da alcuni rappresentanti dei vertici della Marina militare agli imprenditori che chiedevano di lavorare in appalto. Undici gli indagati per concussione: un'intera catena di comando di cui facevano parte, secondo l'accusa, alti ufficiali come Fabrizio Germani, ex direttore di Maricommi; gli ex vicedirettori Marco Boccadamo, Giuseppe Coroneo e Riccardo Di Donna; gli ex comandanti del 4o e 5o Reparto della base Roberto La Gioia, Giovanni Cusmano, Alessandro Dore e Giovanni Caso; Attilio Vecchi, l'alto ufficiale che allo Stato maggiore di Roma si occupava di garantire i fondi per le forniture destinate alla flotta di stanza a Taranto; il capo deposito Antonio Summa e un dipendente civile della base, Leandro De Benedectis;
   le indagini del sostituto procuratore Maurizio Carbone, affidate ai carabinieri, secondo quanto riportato dal quotidiano La Repubblica.it («Tangenti in Marina militare, ufficiali come i boss: a Taranto in undici a rischio processo») hanno rivelato, nel giro di pochi mesi, un vero e proprio sistema, definito «del dieci per cento»: una tangente fissa su ogni appalto, un vero e proprio pizzo imposto a imprenditori «in modo rigido e con brutale e talora sfacciata protervia, come fa la malavita organizzata», come scrisse il giudice per le indagini preliminari Pompeo Carriere. Tangenti chieste con la minaccia di escludere le aziende dal giro d'affari o rallentare i pagamenti. Il 13 marzo del 2014 agli arresti è finito il capitano di fregata Roberto La Gioia, comandante del 5o reparto di Maricommi, arrestato in flagranza dai carabinieri nel suo ufficio subito dopo aver intascato una tangente di 2 mila euro da un imprenditore;
   quest'ultimo aveva raccontato di essere stato costretto a pagare negli anni tangenti per circa 150 mila euro pur di mantenere l'appalto per lo smaltimento delle acque di sentina delle navi militari. Tra casa e ufficio dell'ufficiale gli investigatori trovarono circa 44 mila euro, ma soprattutto alcune pen drive su cui era annotata la contabilità occulta e la lista delle imprese che pagavano le tangenti. La Gioia confessò il sistema, decifrò la contabilità in cui erano segnate anche le percentuali per spartire le bustarelle e oliare la macchina. Il «sistema del 10 per cento» funzionava nei reparti che si occupano dell'acquisto di carburanti, beni, servizi, lavori e convenzioni con professionisti esterni;
   sempre secondo La Repubblica.it ci si è trovati davanti ad una sorta di passaggio di consegne fra i comandanti di reparto. «Una prassi», la definì Giovanni Cusmano, uno degli ufficiali arrestati a gennaio 2015, un «contributo natalizio» per il suo collega Dore, finito invece ai domiciliari a ottobre dello stesso anno; l'inchiesta e gli arresti non hanno però fermato il giro di bustarelle, che andava avanti, come racconta uno degli imprenditori, anche dopo l'arresto di La Gioia. L'unico imprenditore ribelle fu messo alla porta e finì fallito nel giro di un anno. Nel corso delle indagini la magistratura ha sequestrato beni per mezzo milione di euro –:
   quali iniziative di competenza siano state assunte, al fine di tutelare il buon nome della Marina militare, nei confronti del personale militare e civile indagato nella inchiesta riportata in premessa; in particolare, se si sia provveduto alla sospensione dal servizio del personale indagato;
   se l'Amministrazione della difesa intenda costituirsi parte civile nei confronti dei militari e del personale civile eventualmente rinviato a giudizio;
   se sia stata avviata, per quanto di competenza, un'indagine interna presso la Marina militare al fine di verificare, qualora i fatti fossero confermati, come sia stato possibile che una simile pratica estorsiva abbia potuto diffondersi e radicarsi in un ramo così delicato dell'Amministrazione della difesa e segnatamente se siano state individuate falle nei controlli che avrebbero dovuto prevenire simili situazioni;
   quali iniziative intenda assumere per garantire la trasparenza degli appalti nell'Amministrazione della difesa ed una più efficace strumentazione dei controlli al fine di evitare in futuro il ripetersi di queste incresciose situazioni. (5-08289)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

marina militare

personale civile

personale militare