ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08120

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 590 del 15/03/2016
Firmatari
Primo firmatario: TIDEI MARIETTA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 15/03/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CARELLA RENZO PARTITO DEMOCRATICO 15/03/2016
FERRO ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 15/03/2016
MINNUCCI EMILIANO PARTITO DEMOCRATICO 15/03/2016
PIAZZONI ILEANA CATHIA PARTITO DEMOCRATICO 15/03/2016


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 15/03/2016
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 15/03/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-08120
presentato da
TIDEI Marietta
testo di
Martedì 15 marzo 2016, seduta n. 590

   TIDEI, CARELLA, FERRO, MINNUCCI e PIAZZONI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
   il 25 novembre rappresenta una data simbolica dallo straordinario significato. È, infatti, la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall'Onu con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999. La matrice della violenza contro le donne può essere rintracciata ancor oggi nella disuguaglianza dei rapporti tra uomini e donne. E la stessa Dichiarazione adottata dall'Assemblea generale dell'Onu parla di violenza contro le donne come di «uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini»;
   nel messaggio in occasione della giornata contro la violenza sulle donne, ai più alti livelli istituzionali è stato sottolineato come il contrasto della violenza sulle donne è un compito essenziale di ogni società che si proponga la piena tutela dei diritti fondamentali della persona, auspicando una seria e incisiva azione di educazione dei giovani al rifiuto della violenza nei rapporti affettivi;
   i dati dell'Onu rivelano che il 35 per cento delle donne nel mondo ha subito una violenza fisica o sessuale, dal proprio partner o da un'altra persona. Il rapporto sottolinea anche che due terzi delle vittime degli omicidi in ambito familiare sono donne. Nel mondo solo 119 Paesi hanno approvato leggi sulla violenza domestica e 125 sul « sexual harassment» (le molestie a sfondo sessuale). Dalla ricerca Onu arriva anche la conferma che prosegue la discriminazione in ambito lavorativo tra uomini e donne. I tassi di disoccupazione rimangono più elevati per le lavoratrici, e le donne occupate a tempo pieno nella maggior parte dei Paesi hanno uno stipendio che va dal 70 per cento al 90 per cento di quello dei colleghi maschi;
   la violenza contro le donne, oltre ad essere praticata sotto molteplici forme e modalità, ha assunto ormai da tempo i connotati di una vera e propria emergenza nazionale, costituendo la prima causa di morte per le donne. Questa problematica, come è noto, attraversa in maniera trasversale ogni strato della nostra società senza distinzione di ceto, etnia, età. La violenza sulle donne è un fenomeno sociale ingiustificabile che attecchisce ancora in troppe realtà, private e collettive, e nessun pretesto è ammesso per giustificarla;
   in Italia, secondo i dati Istat di giugno 2015, 6 milioni e 788 mila donne hanno subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Si tratta del 31,5 per cento delle donne tra i 16 e i 70 anni, quasi una su tre. Ma se negli ultimi 5 anni sono leggermente diminuite le violenze fisiche o sessuali, aumenta invece la percentuale dei figli che vi assistono;
   i centri antiviolenza, attraverso la propria attività di accoglienza e assistenza alle vittime di violenza, le azioni culturali nelle scuole, le campagne di sensibilizzazione nei territori, il lavoro di raccordo tra gli enti istituzionali che contrastano la violenza, svolgono un ruolo prioritario e determinante;
   tra gli scopi fondamentali che i centri antiviolenza perseguono, vi è la possibilità concreta di aiutare le donne ad uscire da una condizione di violenza, sofferenza e pericolo nella quale si trovano, mettendo a disposizione spazi e figure specializzate in grado di sostenerla;
   nel comune di Guidonia Montecelio, nella provincia di Roma, nel 2009, da una associazione temporanea di impresa (ATI), è stato istituito un centro antiviolenza, su richiesta dello stesso ente e con il supporto strategico e finanziario della provincia di Roma (ora città metropolitana di Roma capitale);
   dalla sua apertura il centro ha accolto oltre novecento donne e minori, vittime di ogni forma di violenza, in particolare di violenza domestica, promuovendo al contempo attività di sensibilizzazione. Tali attività hanno contribuito non poco a far maturare la consapevolezza circa la gravità del fenomeno, aiutando a far crescere la comunità locale;
   il centro antiviolenza «Le Lune» risulta inserito nella mappatura regionale dei servizi dedicati alla violenza di genere, da ciò consegue l'erogazione al comune di Guidonia Montecelio di un cofinanziamento da parte della città metropolitana di Roma capitale a copertura dei costi del suddetto centro per gli anni dal 2013 al 2015;
   in data 30 aprile 2015 l'amministrazione comunale ha dichiarato l'indisponibilità delle risorse finanziarie per mantenere aperto il servizio. Tuttavia, a seguito di manifestazioni e proteste il centro ha potuto fornire il servizio grazie ai contributi di solidarietà delle associazioni;
   il sindaco facente funzioni a margine di un incontro, in data 25 novembre 2015, ha annunciato l'intenzione di trasferire il centro antiviolenza presso l’Italian Hospital Group, e successivamente con apposita determina ha predisposto il pagamento delle attività del centro relative ai mesi di ottobre, novembre e dicembre del 2015, lasciando scoperte le attività espletate nei mesi da maggio a settembre dello stesso anno;
   il trasferimento presso l’Italian Hospital Group è avvenuto in data 4 gennaio 2016. Successivamente la presidente dell'associazione capofila dell'Ati, manifestando la propria contrarietà al trasferimento, ha proposto di valutare soluzioni alternative, indicando diverse soluzioni;
   l'amministrazione comunale, non tenendo conto dei rilievi posti dall'Ati ha convocato le associazioni invitandole a riattivare il centro antiviolenza «Le Lune» presso la residenza sanitaria assistenziale dell’Italian Hospital Group;
   il centro antiviolenza ha sollecitato nuovamente, l'ente con l'invio di una lettera formale in cui ha ribadito l'inadeguatezza dei locali indicati dal suddetto ente in quanto «la localizzazione del lavoro del Centro antiviolenza nel contesto di una struttura volta al trattamento di disturbi psichiatrici risulta contrastante con gli standard stabiliti a livello internazionale, nazionale ed europeo, nonché in violazione dei principi sanciti dalla L.R. 19 marzo 2014, n. 4, poiché minaccia la riservatezza e sicurezza delle donne e dei minori che si rivolgono al Centro antiviolenza ed espone loro al rischio di seconda vittimizzazione e discriminazione ulteriore»;
   l'amministrazione comunale di Guidonia Montecelio, rifiutando di confrontarsi sulle motivazioni politiche a base del dissenso espresso dalle associazioni al trasferimento del centro antiviolenza ha estromesso l'Ati dal servizio costringendolo di fatto a rinunciare all'incarico; ha quindi proceduto d'urgenza a sostituire l'Ati con una associazione denominata «Centra il sogno» di Palombara Sabina con DD13/2016 area VI — lavori pubblici ed opportunità lavoro in data 17 febbraio 2016, senza indire ad oggi alcun bando concorsuale per il riaffido del servizio;
   l'Ati, in data 7 marzo 2016, ha contestato e denunciato pubblicamente l'illegittimità del contenuto della DD13/2016 perché «afferma fatti non veritieri e dà false motivazioni (...)» confermando che mai alcuna interruzione del servizio è stata causata né alcuna rinuncia non giustificata è stata fatta dalle associazioni fino a quando è stato loro impedito di continuare con lo sgombero fisico del centro le Lune e il trasferimento di quanto in esso contenuto presso i locali dell’Italian Hospital Group –:
   se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;
   se intenda assumere iniziative, anche normative, in collaborazione con le regioni e gli enti locali, per garantire un migliore funzionamento dei centri antiviolenza evitando che possano verificarsi così come quello sopra richiamato in cui un centro è stato collocato all'interno di una residenza sanitaria assistenziale;
   se non intenda fornire, chiarimenti in merito alla ripartizione delle risorse statali di cui alla legge 15 ottobre 2013, n. 119 con particolare riguardo a quelle destinate alla regione Lazio;
   se non intenda fornire delucidazioni in merito alla mancata attuazione del decreto-legge n. 93 del 2015, convertito dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119 con particolare riferimento alla previsione di cui all'articolo 5, comma 3, del suddetto decreto, laddove si prevede la trasmissione annuale alle Camere, da parte del Ministro delegato per le pari opportunità, della relazione sull'attuazione del piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere. (5-08120)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

violenza sessuale

violenza

mortalita'