ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08089

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 587 del 10/03/2016
Firmatari
Primo firmatario: DI BENEDETTO CHIARA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 10/03/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 10/03/2016
BRESCIA GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 10/03/2016
MARZANA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 10/03/2016
D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 10/03/2016
GALLO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 10/03/2016
VACCA GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 10/03/2016
VALENTE SIMONE MOVIMENTO 5 STELLE 10/03/2016


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO delegato in data 10/03/2016
Stato iter:
27/10/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 27/10/2016
Resoconto BORLETTI DELL'ACQUA ILARIA CARLA ANNA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (BENI, ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO)
 
REPLICA 27/10/2016
Resoconto VACCA GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 10/03/2016

DISCUSSIONE IL 27/10/2016

SVOLTO IL 27/10/2016

CONCLUSO IL 27/10/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-08089
presentato da
DI BENEDETTO Chiara
testo di
Giovedì 10 marzo 2016, seduta n. 587

   DI BENEDETTO, MANNINO, BRESCIA, MARZANA, D'UVA, LUIGI GALLO, VACCA e SIMONE VALENTE. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo . — Per sapere – premesso che:
   la storia di Villa Tolomei genera dubbi circa i concetti di promozione e valorizzazione del patrimonio culturale nel nostro Paese;
   la Villa in questione era un antico rudere abbandonato perciò, nel 2009, l'Agenzia del demanio decise di cederla al privato, perché la valorizzasse e recuperasse;
   fu pubblicato un bando rivolto a investitori privati per la trasformazione del complesso in un albergo con ampio parco annesso; il contratto di aggiudicazione prevedeva una concessione «lunga», della durata di ben 50 anni, per permettere al beneficiario di intraprenderne la manutenzione e valorizzazione oltre che di ammortizzarne i costi di recupero;
   dopo anni, la Villa è tornata a nuovo splendore divenendo un albergo di lusso, in una posizione esclusiva di Firenze, tra le colline e gli olivi;
   non si può, però, gioire dell'operazione compiuta dato che attualmente il bene risulta compreso all'interno del fondo investimenti per la valorizzazione (comparto extra), amministrato dalla società di gestione del risparmio che fa capo a Cassa depositi e prestiti. Tale circostanza di fatto dimostra la chiara intenzione di cessione del bene sul mercato. Non solo. Il privato gestore avrà diritto di prelazione non appena la società deciderà il disinvestimento dell'immobile. Il passaggio dal Demanio a un soggetto con assetto privatistico, come è la società di Cassa depositi e prestiti, cancella di fatto, le premesse in base alle quali è stata strutturata l'operazione di valorizzazione. A leggere la storia di Villa Tolomei si direbbe che si tratti di una svendita vera e propria;
   in tal modo si tradisce la ratio della cosiddetta «concessione lunga»: alla fine dei 50 anni, il bene demaniale, valorizzato e a reddito, dovrebbe tornare nella piena titolarità dello Stato e non essere oggetto di speculazione;
   il caso su citato non è l'unico esempio di valorizzazione non conclusasi perfettamente: in altri casi l'operazione non ha mai avuto inizio. Si pensi a Villa Favorita a Ercolano dove la gara per la concessione del bene è andata deserta, probabilmente per la diffidenza degli operatori circa il raggiungimento di un parere favorevole da parte della sovrintendenza ai propri progetti;
   solo il Faro di Capispartivento, in località Chia (Ca), di proprietà del demanio militare, dismessa nel 2003, oggi è restaurato e aperto al pubblico come luxury guesthouse gestita da un imprenditore sardo, con un contratto di concessione di 6 anni più un rinnovo di altri 19 anni. È attualmente in corso la gara per la concessione finalizzata alla valorizzazione di altri dieci fari abbandonati in tutta Italia;
   l'articolo 9 della Carta fondamentale impone la tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico della Nazione;
   in attuazione dell'articolo 9 su citato, il codice dei beni culturali sancisce che la Repubblica ha il compito di tutelare e valorizzare il patrimonio culturale, in tal modo, preservando la memoria della comunità nazionale e del suo territorio e promuovendo lo sviluppo della cultura;
   in particolare l'articolo 6 del codice definisce cosa si debba intendere per valorizzazione, vale a dire l'esercizio delle funzioni e la disciplina delle attività dirette a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e ad assicurare le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica del patrimonio stesso. La valorizzazione comprende anche la promozione ed il sostegno degli interventi di conservazione del patrimonio culturale e, in riferimento al paesaggio, include la riqualificazione degli immobili e delle aree sottoposte a tutela compromessi o degradati;
   le finalità su enunciate sono in contrasto con la finalità non dichiarata ma, a giudizio degli interroganti, evidente di fare cassa tramite la vendita del patrimonio culturale, nel caso di specie di Villa Tolomei;
   ad avviso degli interroganti è importante chiarire la finalità di un sistema come quello della cosiddetta concessione lunga: se essa nasca per avvantaggiare l'interesse del privato che ammortizza la spesa del recupero del bene nel lungo periodo per poi acquisire al proprio patrimonio lo stesso bene o se essa costituisca un vantaggio per la collettività che di quel bene restaurato e messo a reddito usufruirà –:
   quali siano le motivazioni che giustifichino che un'operazione di valorizzazione di un bene della collettività possa concludersi con la privatizzazione dello stesso bene, per mezzo di una concessione lunga;
   se, per Villa Tolomei, sia stato stabilito il versamento di una quota di utili, ricavati dalla gestione privata, da versare allo Stato;
   con quali modalità e tempistica saranno ripagati i costi di recupero del bene, sopportati dall'operatore privato;
   con quali modalità il bene in questione verrà venduto e per quale importo. (5-08089)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 27 ottobre 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione VII (Cultura)
5-08089

  L'Onorevole Di Benedetto, unitamente ad altri onorevoli colleghi, chiede al Ministro dei beni culturali notizie su Villa Tolomei di Firenze.
  Vorrei premettere che la risposta sarà formulata sotto il profilo della tutela che questa Amministrazione assicura ai beni di interesse culturale, tanto di proprietà pubblica che di proprietà privata.
  Sotto questo profilo infatti l'immobile è stato sottoposto alle disposizioni del Codice dei beni culturali e del paesaggio con un decreto di vincolo, emesso dai competenti Uffici del Ministero, il 6 agosto del 2007 (n. 245/2007) in seguito rettificato con decreto del 13 dicembre 2013 (n. 587/2013).
  Con la Delibera n. 10 del 9 giugno del 2008 la competente Soprintendenza ha autorizzato l'Agenzia del Demanio, ai sensi dell'articolo 57-bis del Codice, a concedere in uso la Villa, nell'ambito delle procedure di dismissione o di valorizzazione e utilizzazione, anche a fini economici, di beni pubblici di interesse culturale previsti dalla normativa in vigore. Normativa che, si rammenta, prevede anche l'alienazione degli immobili stessi.
  Peraltro la Delibera n. 10 (regolarmente trascritta) nell'autorizzare il Demanio a concedere in uso l'immobile, stabilisce il permanere della fruibilità pubblica dei prospetti esterni e delle sale decorate al piano terra, del parco e del giardino di pertinenza della Villa nonché del loggiato del cosiddetto ex Conventino, vietando, contestualmente, ogni uso dell'immobile suscettibile di arrecare pregiudizio alla sua conservazione e fruizione pubblica o comunque non compatibile con il carattere storico artistico del bene stesso.
  Con la Delibera n. 639 del 24 dicembre 2013 la Soprintendenza rilasciava all'Agenzia del Demanio regolare autorizzazione all'alienazione della Villa inserita nel progetto «Valore Paese – Dimore» per la dismissione di immobili di proprietà statale a favore della Cassa Depositi e Prestiti.
  Nel parere rilasciato per l'emissione della delibera n. 639, la Soprintendenza prendeva atto che con l'alienazione del bene si prevedeva la prosecuzione ed il completamento di tutte le opere di restauro, recupero e rifunzionalizzazione già iniziate nel 2008 e riconfermava le prescrizioni dettate nella suddetta concessione in merito all'apertura al pubblico di alcune parti del complesso.
  L'atto di alienazione tra l'Agenzia del Demanio ed il Fondo Investimenti per la Valorizzazione – Comparto Extra, a rogito notaio Castellini del 28 dicembre del 2013, è regolarmente pervenuto agli Uffici del Ministero e non risultano passaggi di proprietà successivi all'atto Castellini.
  Come riferito all'inizio, per quanto di competenza di questa Amministrazione, gli obiettivi di tutela e valorizzazione della Villa che, come noto, era in stato di abbandono e di degrado mentre ora è aperta alla pubblica fruizione, sono stati ampiamente raggiunti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica culturale

patrimonio culturale

concessione di servizi