ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08021

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 583 del 04/03/2016
Firmatari
Primo firmatario: PILI MAURO
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 04/03/2016


Commissione assegnataria
Commissione: I COMMISSIONE (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 04/03/2016
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 04/03/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-08021
presentato da
PILI Mauro
testo di
Venerdì 4 marzo 2016, seduta n. 583

   PILI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   nella relazione annuale della direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, presentata il 2 marzo 2016, sulle attività svolte dal procuratore nazionale e dalla direzione nazionale antimafia e antiterrorismo nonché sulle dinamiche e strategie della criminalità organizzata di tipo mafioso nel periodo 1o luglio 2614 – 30 giugno 2015 è stato ripreso quanto messo in luce nell'atto di sindacato ispettivo che l'interrogante aveva presentato nel mese di febbraio 2015 (interrogazione a risposta scritta, 4/08108);
   a quell'atto di sindacato ispettivo il Governo non ha fornito, alcuna risposta;
   appaiono eloquenti a dimostrazione della grave responsabilità del governo nell'omesso controllo e nella mancata risposta le affermazioni rese nella relazione annuale citata in relazione alla Sardegna: «Terzo indice: fenomeni d'infiltrazioni del crimine organizzato di tipo mafioso sono stati registrati nel settore degli appalti pubblici, soprattutto per quanto concerne l'illecito condizionamento nella fase di aggiudicazione delle gare di appalto, da parte d'imprese provenienti da altre regioni d'Italia a forte densità mafiosa. Ciò sta emergendo nelle indagini relative alla stipula di un “contratto” pluriennale per l'affidamento, mediante project financing, della concessione dei lavori relativi alla ristrutturazione e al completamento dei presidi ospedalieri San Francesco e C. Zonchello di Nuoro, San Camillo di Sorgono e dei presidi sanitari distrettuali di Macomer e Siniscola. Tale vicenda è stata anche oggetto di alcune interrogazioni parlamentari aventi l'obiettivo di sollecitare l'approfondimento della singolare iniziativa contrattuale della A.S.L. 3 di Nuoro, con particolare riferimento ai lavori di espansione e gestione di diversi presidi sanitari affidati, tra le altre, a una società multiservizi, la multinazionale “Derichebourg”, il cui ex amministratore delegato, odierno indagato, Lazzaro LUCE è stato, nel 2013, tratto in arresto poiché considerato referente del cosiddetto “clan dei Casalesi”;
   a questo passaggio se ne aggiunge un altro ugualmente affrontato nella richiamata interrogazione parlamentare relativamente ai «traffici illeciti in materia di rifiuti e altri reati spia del crimine organizzato»;
   su questo la relazione riporta: «Si conferma l'incremento del numero delle indagini relative al delitto di cui all'articolo 260 del decreto-legislativo 3.4.2006 n. 152, sia per quelle di rilievo squisitamente regionale che per quelle caratterizzate da forti legami con soggetti della penisola, in particolare della Campania, con possibili (seppure allo stato non ancora accertati), legami con la criminalità organizzata di stampo camorristico. Diversi filoni d'indagine stanno pervenendo poi a conclusione nel settore dell'investimento nelle energie rinnovabili, attività che richiedono un capitale talmente elevato da escludere, per un verso, l'imprenditoria locale e, per altro verso, da richiamare fonti finanziarie provenienti da circuiti illegali. L'impegno dell'Ufficio distrettuale per il contrasto a tale tipo di criminalità è confermato sia dalle indagini in corso, di cui per ragioni di riservatezza si omette ogni riferimento, sia dai processi incardinati, molte dei quali conclusi o in via di definizione. Sul punto, l'operazione “LIGIRONE” ha disarticolato un complesso meccanismo di frode ai danni del bilancio nazionale connesso alla realizzazione di un impianto industriale di serre fotovoltaiche dichiarato fraudolentemente “strumentale” ad un'attività agricola. L'impianto, realizzato e falsamente qualificato come serre fotovoltaiche al fine di beneficiare illecitamente delle agevolazioni nel settore agricolo, urbanistico e ambientale, è risultato non funzionale ad attività agricola, bensì utilizzato esclusivamente per la produzione industriale di energia elettrica, ottenendo, quindi, la registrazione presso il gestore servizi energetici (G.S.E.). L'attività ha permesso di risalire ai responsabili amministrativi di un'azienda con sede a Milano, ma con impianto realizzato nella provincia di Cagliari, indagati, tra l'altro, per il reato di cui all'articolo 640-bis c.p. (truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche) e per violazione al D. Lgs. n. 231 del 2001 (responsabilità amministrativa degli enti). Su richiesta dell'A.G. inquirente, il G.I.P. presso il Tribunale di Cagliari ha emesso, a carico degli indagati, un decreto di sequestro preventivo dell'intero complesso industriale e di sequestro preventivo per equivalente del profitto illecito, sino ad ora effettivamente percepito, pari ad euro 6.571.287,57. Inoltre in data 19.05.2015, a seguito di attività espletate dal G.I.C.O è stata data esecuzione al decreto di sequestro preventivo, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Cagliari, di beni mobili, immobili, crediti e liquidità di una società avente sede legale a Londra, ma riconducibile a membri sodalizio per un valore pari euro 1.967.242,22, corrispondente al profitto del reato, per il periodo 2011- 2014, originato dal traffico illecito di rifiuti»;
   in Sardegna proliferano centinaia di ettari di serre fotovoltaiche prive di qualsiasi tipo di coltura agraria;
   sono immense le distese che occupano aree in tutta l'isola costituendo di fatto una grave servitù destituita di ogni valenza economica ed occupazionale;
   non esiste nessun effettivo controllo sulla reale consistenza dell'attività agricola fronte del percepimento degli incentivi;
   è indispensabile procedere con urgenza alla ricognizione di tutte queste pseudo attività agricolo-fotovoltaiche;
   occorre provvedere a valutare il percepimento di eventuali incentivi illegittimi e provvedere all'immediata revoca degli stessi, con restituzione di quelli percepiti in assenza di colture agricole documentate ed effettive;
   occorre valutare con urgenza, anche in considerazione delle dichiarazioni del procuratore antimafia, provvedimenti legislativi che possano inserire questo tipo di attività tra quelle da requisire e mettere a disposizione dei giovani, attraverso organizzazioni o singolarmente, per la gestione agricola –:
   se il Governo non intenda assumere iniziative per bloccare qualsiasi nuovo impianto che non sia collegato ad azienda agricola e ne sia un integrazione al reddito e non la fonte principale;
   se non intendano assumere iniziative per destinare gli incentivi fotovoltaici in agricoltura solo ad operatori coltivatori diretti e non a società di natura finanziaria;
   se il Governo non ritenga di dover mettere a punto, per quanto di competenza, un piano di sicurezza per la Sardegna al fine di bloccare qualsiasi nuovo e ulteriore fenomeno di infiltrazione mafiosa o camorristica;
   se il Governo non ritenga di dover isolare alla radice questi fenomeni con azioni decise e urgenti;
   se il Governo non ritenga di dover avviare, nell'ambito delle proprie competenze, verifiche ministeriali nelle realtà sanitarie segnalate nella richiamata interrogazione parlamentare e nella relazione del procuratore nazionale antimafia;
   se il Governo non ritenga di dover immediatamente attivare un piano per verificare gli impianti destinatari di incentivi per serre fotovoltaiche e se gli stessi siano oggetto effettivo di colture agricole;
   se il Governo non ritenga di dover assumere ogni iniziativa di competenza per il recupero di somme illegalmente percepite;
   se il Governo non ritenga di non dover assumere iniziative per sottoporre tali impianti a procedure di acquisizione da parte dello Stato come per i beni confiscati alle mafie per affidarli a giovani o a Onlus per renderli produttivi.
(5-08021)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

mafia

traffico illecito

bilancio dello Stato