ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/07984

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 581 del 02/03/2016
Firmatari
Primo firmatario: GALGANO ADRIANA
Gruppo: SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Data firma: 02/03/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BOMBASSEI ALBERTO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 02/03/2016


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 02/03/2016
Stato iter:
10/03/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 10/03/2016
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
 
RISPOSTA GOVERNO 10/03/2016
Resoconto BELLANOVA TERESA ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
 
REPLICA 10/03/2016
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 10/03/2016

SVOLTO IL 10/03/2016

CONCLUSO IL 10/03/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-07984
presentato da
GALGANO Adriana
testo di
Mercoledì 2 marzo 2016, seduta n. 581

   GALGANO e BOMBASSEI. — Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   l'11 giugno 2013 la Commissione europea ha presentato il piano d'azione per l'industria europea dell'acciaio «EU Steel Action plan», con l'obiettivo di aiutare il settore a fronteggiare le sfide derivanti dalle conseguenze della crisi economica e a porre le basi per riconquistare competitività grazie all'innovazione e agli stimoli a favore della crescita e dell'occupazione;
   la diminuzione della domanda europea di acciaio registrata negli ultimi anni (-27 per cento rispetto ai livelli precedenti la crisi) è uno degli elementi più negativi, assieme all'aumento della disoccupazione in questo settore. L'industria siderurgica europea è colpita dagli effetti simultanei della bassa domanda e della sovrapproduzione dell'acciaio a livello mondiale; allo stesso tempo, essa si confronta con gli alti prezzi dell'energia e la necessità di investimento per adeguarsi alla green economy, che costringe a concepire prodotti innovativi in maniera sostenibile;
   l'Europa è ancora il secondo produttore mondiale di acciaio, e secondo l'Ocse la domanda globale aumenterà a 2,3 miliardi nel 2025, con una richiesta proveniente per la maggior parte dalle economie emergenti. Con una forza lavoro di 360mila persone, ricavi per circa 170 miliardi e una presenza indispensabile per i settori dell'indotto, l'industria siderurgica è un elemento strategico per l'intera produzione europea;
   l'acciaio è strettamente connesso a molti altri settori industriali a valle (veicoli, costruzioni, elettronica, meccanica ed elettromeccanica) ed ha anche una notevole dimensione transfrontaliera: nell'Unione europea, si contano circa 500 siti di produzione, distribuiti in 23 Stati membri. Inoltre, l'acciaio, con la Comunità europea del carbone e dell'acciaio, ha anche dato i natali al progetto europeo;
   il piano d'azione si fonda su sei pilastri essenziali: il miglioramento del quadro normativo, il rilancio della domanda, un migliore accesso a materie prime e mercati, politiche in materia di energia e clima, più innovazione, difesa dell'occupazione e formazione;
   tale piano prevede, infatti, misure mirate a mettere in atto un quadro normativo adeguato, a sostenere l'occupazione nel settore, a facilitare la ristrutturazione per garantire che i lavoratori altamente qualificati vengano trattenuti in Europa, a rilanciare la domanda di acciaio, a migliorare l'accesso ai mercati esteri e garantire condizioni di parità nella concorrenza, a ridurre i costi dell'energia, a promuovere l'innovazione, a garantire efficienza energetica e processi produttivi sostenibili;
   per la prima volta dal piano Davignon del 1977, il piano d'azione sull'acciaio si propone di supportare la domanda sia interna che estera di acciaio prodotto nell'Unione europea, grazie ad interventi che permettano alle imprese siderurgiche europee di avere un giusto accesso ai mercati dei Paesi terzi, senza essere vittime di pratiche commerciali ingiuste;
   i fondi per il piano d'azione verrebbero da tre fonti principali: fondi europei, contributi degli Stati membri e fondi della Banca europea degli investimenti;
   dopo la presentazione del piano, la Commissione europea ha proposto l'istituzione di un gruppo di alto livello per controllare l'attuazione del medesimo e fare il punto dei progressi compiuti nei successivi dodici mesi;
   a dicembre 2014, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione per chiedere il rilancio dell'Unione europea «Steel Action plan» e la prosecuzione del confronto attraverso il gruppo di alto livello;
   le industrie europee operanti nel settore si trovano a fronteggiare la concorrenza mondiale dei Paesi più produttivi, capitanati dalla Cina, da cui arriva il 50 per cento dell'acciaio del pianeta e la cui sovraccapacità sta destando preoccupazione vista la contrazione della domanda;
   il 13 febbraio 2016 la Commissione europea ha annunciato l'apertura di tre nuove indagini anti-dumping nel settore dell'acciaio, sui tubi senza saldatura, le lamiere da treno e l'acciaio piatto laminato a caldo prodotti in Cina. Inoltre, Bruxelles ha anche imposto dazi su prodotti piatti laminati a freddo prodotti in Cina e Russia; che vanno dal 13,8 per cento al 16 per cento per le società cinesi e dal 19,8 per cento al 26,2 per cento per le imprese russe;
   con questi nuovi interventi la Commissione europea è arrivata a 37 misure di difesa anti-dumping in essere contro una serie di prodotti siderurgici, mentre sono nove le indagini in corso in questo campo;
   diversi ministri europei hanno segnalato il rischio imminente di collasso del settore europeo dell'acciaio a fronte del « dumping» da parte della Cina che metterebbe in vendita all'estero l'acciaio a prezzi inferiori a quelli praticati sul mercato interno;
   a lanciare l'allarme, in una lettera comune indirizzata alla Commissione europea e al Consiglio d'Europa, sono stati i Ministri tedesco Sigmar Gabriel, francese Emmanuel Macron, italiano Federica Guidi, polacco Mateusz Morawiecki, britannico Sajid Javid, belga Kris Peeters e lussemburghese Etienne Schneider, che hanno richiamato l'Unione europea ad «utilizzare tutti i mezzi disponibili e agire con forza per rispondere a questa nuova sfida». Fra le misure da adottare, i ministri hanno citato «strumenti di difesa commerciale nel quadro del commercio mondiale (Omc)» e altri strumenti per «modernizzare l'industria siderurgica europea», come ad esempio il sostegno all'innovazione;
   nel frattempo, Cecilia Malmstrom, la commissaria europea del commercio, ha chiesto da diversi giorni al suo omologo cinese l'adozione di misure per ridurre le capacità di produzione del settore;
   la Cina ha risposto auspicando che la Commissione europea rispetti l'organizzazione mondiale del commercio e utilizzi strumenti leciti. «Le esportazioni cinesi di acciaio – ha fatto sapere il Ministero cinese degli esteri – sono aumentate l'anno scorso del 19,9 per cento e hanno salvato moltissime nostre aziende a rischio chiusura a causa del calo della domanda interna. La sovrapproduzione – ha sottolineato la Cina – è un problema globale per l'acciaio e può essere risolto solo con il dialogo e la cooperazione»;
   intanto, il 15 febbraio 2016, a Bruxelles, migliaia di operai metalmeccanici e di imprenditori hanno preso parte alla manifestazione anti-dumping, organizzata da Aegis Europe, lobby industriale europea che riunisce circa 30 associazioni dell'Unione europea di vari settori, e da Eurofer per chiedere alla Commissione europea di introdurre i dazi per proteggere il mercato dalle vendite sottocosto che arrivano dalla Cina e negare alla stessa la concessione dello «status di economia di mercato» (MES), prevista dopo quindici anni di presenza all'interno dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto), di cui Pechino fa parte dal 2001, in quanto porterebbe a un'automatica sospensione delle misure anti-dumping adottate nei confronti del Paese per contrastare la vendita di merci cinesi a prezzi inferiori di quelli di produzione del mercato interno dell'Unione europea –:
   quale sia lo stato di attuazione del piano d'azione per l'industria europea dell'acciaio approvato nel 2014 e quali iniziative il Governo stia adottando o intenda adottare, anche in sede europea, per fare in modo che questo venga effettivamente applicato e portato avanti, considerato il fatto che il settore siderurgico riveste un ruolo strategico per l'economia europea, essendo strettamente connesso a molti altri settori industriali, e visto che, secondo i dati forniti dalla Commissione europea, la chiusura degli impianti nel settore siderurgico ha già causato la perdita di 60mila posti di lavoro dal 2007 a oggi e un calo della produzione passata da 210 a 166 milioni di tonnellate. (5-07984)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 10 marzo 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-07984

  Nonostante la domanda di acciaio abbia dato qualche segnale di crescita in Italia dopo un lungo periodo di decremento e stagnazione la produzione nazionale di acciaio continua a ridursi a causa di una tendenza alla sostituzione della produzione interna con l'importazione dai Paesi extra UE, in particolare dalla Cina.
  La situazione italiana è del tutto simile a quella dei principali paesi europei: la sovracapacità produttiva globale (assieme agli elevati costi dell'energia) sta producendo pressioni al forte ribasso nei prezzi e nei margini operativi, inducendo molte chiusure di impianti, con pesanti ripercussioni occupazionali.
  La crisi dell'acciaio è ormai una vera e propria emergenza.
  In diverse sedi europee abbiamo insistito e concordato su una serie di azioni su cui l'Unione europea deve concentrarsi per costruire una risposta decisa e convincente alla crisi.
  Tra queste ricordo:
   l'esigenza di sfruttare pienamente e tempestivamente l'intera gamma di strumenti di politica commerciale della UE, nel quadro delle regole WTO, per garantire parità di condizioni a livello mondiale, per velocizzare le investigazioni allineandole alle best practice internazionali e per dare attuazione alle misure antidumping, assicurando un commercio tanto libero quanto equo;
   la necessità di azioni concrete per migliorare l'accesso dell'industria siderurgica europea ai mercati terzi, per esempio attraverso gli appalti pubblici e intensificare le negoziazioni bilaterali e multilaterali, a partire dalla prossima riunione in sede di Comitato acciaio dell'OCSE (prevista per metà aprile) a cui parteciperà anche la Cina per trovare soluzioni volte a ridurre l'eccesso di capacità produttiva e i comportamenti contrari ai principi di economia di mercato.

  Circa lo stato di attuazione dello Steel Action Plan ricordo che erano state individuate 6 aree di azione. Su ognuna di esse si sono registrati purtroppo modestissimi risultati concreti.
  A mio giudizio dovrebbe essere migliorata l'investigazione antidumping estendendola anche ad altri casi oltre a quelli citati nell'atto in esame; andrebbe anche eliminata la regola del «dazio inferiore» («Lesser duty rule») (LDR) come è stato chiesto in sede europea all'interno del «pacchetto sulla modernizzazione degli strumenti di difesa commerciale».
  Anche il ripristino del sistema della «sorveglianza delle importazioni» ritengo sia uno strumento operativo che permette agli Stati membri di monitorare direttamente l'andamento dell'import di acciaio ed eventualmente sollecitare la Commissione per intervenire con gli strumenti disponibili.
  Per migliorare invece le prospettive di medio termine occorre favorire gli investimenti di modernizzazione degli impianti europei e garantire che il settore acciaio e più in generale l'industria ad alta intensità energetica non si trovino svantaggiate alla luce di evidenti fenomeni di carbon leakage a causa dell'introduzione della normativa ETS (Emission Trading Scheme) che necessita di alcuni aggiustamenti.
  Sul fronte ETS l'Italia sta lavorando sia sul lato del carbon leakage diretto che su quello dei costi indiretti (aumento del costo dell'energia).
  Sul primo aspetto stiamo mettendo a punto una proposta tesa a ridurre la scarsità di quote e a rivedere gli obiettivi in maniera più aderente ai reali bisogni delle imprese.
  Sul secondo aspetto abbiamo già presentato al gruppo di esperti del Consiglio che sta negoziando la proposta legislativa un'ipotesi di compensazione dei costi indiretti del carbonio che sia assicurata a livello europeo eliminando le distorsioni della concorrenza infra-comunitaria che si sono evidenziate nel passato.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

industria siderurgica

legislazione antidumping

acciaio