ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/07982

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 581 del 02/03/2016
Firmatari
Primo firmatario: COLONNESE VEGA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 02/03/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 02/03/2016
BARONI MASSIMO ENRICO MOVIMENTO 5 STELLE 02/03/2016
GIORDANO SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 02/03/2016
MANTERO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 02/03/2016
LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 02/03/2016
DI VITA GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 02/03/2016
DALL'OSSO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 02/03/2016


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 02/03/2016
Stato iter:
03/03/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 03/03/2016
Resoconto COLONNESE VEGA MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 03/03/2016
Resoconto DE FILIPPO VITO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 03/03/2016
Resoconto COLONNESE VEGA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 03/03/2016

SVOLTO IL 03/03/2016

CONCLUSO IL 03/03/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-07982
presentato da
COLONNESE Vega
testo di
Mercoledì 2 marzo 2016, seduta n. 581

   COLONNESE, GRILLO, BARONI, SILVIA GIORDANO, MANTERO, LOREFICE, DI VITA e DALL'OSSO. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   l'Italia vanta il triste primato di essere il Paese europeo con maggiori parti cesarei: degli oltre 491.00 parti che avvengono ogni anno, più di 154.000 sono portati a termine con il taglio cesareo. Recenti stime dimostrano che questa pratica presenta un fattore di rischio di mortalità della madre da 2 a 4 volte superiore rispetto a quello naturale; ciononostante, i parti effettuati mediante taglio cesareo risultano in costante aumento nel nostro Paese;
   nel 2011 nessuna regione italiana sembra rispettare i parametri dell'Organizzazione mondiale della sanità, che prevede il limite massimo della percentuale dei cesarei rispetto alla totalità dei parti non superiore al 20 per cento. Quando il numero di cesarei supera il 20 per cento significa che, all'interno del sistema sanitario, vi sono dei problemi o delle inefficienze;
   la regione con più alto tasso di parti cesarei è la Campania che nel 2011 registrava una percentuale di cesarei del 62,41, seguita da Sicilia con 50,6 per cento e Puglia 46,12. Si evidenzia che la Campania ha innalzato la sua percentuale di parti cesarei a partire dal 1992, coincidente all'anno vengono introdotti i ROD (raggruppamenti omogenei di diagnosi) con i decreti legislativi 30 dicembre 1992, n. 502 e 7 dicembre 1993, n. 517. Le province che effettuano più parti cesarei sono Napoli (65,16 su 100 parti totali) e Salerno (65,84 su 100 parti totali);
   nel 2013 in Campania il tasso di parti cesarei era di 61,45, in Sicilia di 44,84 per cento e in Puglia 44,59. Non si sono evidenziati rilevanti miglioramenti rispetto alla situazione presente in Italia nel 2011;
   in Lombardia nel 2005, mediante un'educazione al parto molto accurata, una buona assistenza ostetrica e un reparto di patologia neonatale adiacente alla sala parto, si sono ottenuti buoni risultati portando la media dei cesarei alle medie europee. Ciò è stato possibile anche modificando il Diagnosis related group, il tariffario che stabilisce i rimborsi alla struttura sanitaria da parte del sistema sanitario nazionale. La modifica ha concesso di «pagare» il parto cesareo quanto quello spontaneo (mentre normalmente in Italia il primo è assai più oneroso rispetto al secondo);
   nel nostro Paese la percentuale di parti cesarei è più che triplicata da poco più dell'11,2 per cento nel 1980 a circa il 37,57 per cento nel 2011;
   diversi studi hanno evidenziato possibili comportamenti opportunistici da parte delle aziende sanitarie che possono ottenere, a parità di risultato clinico, rimborsi più elevati mediante l'uso di protocolli alternativi;
   si potrebbe, infatti, ipotizzare il reato di truffa nei confronti dello Stato quando una struttura ospedaliera o convenzionata pratica un parto cesareo non necessario, guadagnando 2.457 euro invece dei 1.139 del parto naturale;
   sarebbe opportuno trovare il sistema di diminuire la frequenza dei parti effettuati con taglio cesareo e ridurre le forti differenze regionali attualmente esistenti;
   il Ministero della salute ha fissato le linee guida per l'umanizzazione del parto e per un maggiore impegno verso il parto fisiologico e, nella speranza di contenere in tal modo l'eccessivo ricorso ai parti effettuati medianti taglio cesareo, ha definito il «Taglio cesareo: una scelta appropriata e consapevole»;
   tuttavia, queste raccomandazioni non bastano, è necessario, piuttosto, un riordinamento complessivo del sistema, un approccio integrato in cui le misure di programmazione sanitaria a livello nazionale e regionale sappiano coniugarsi con l'implementazione di iniziative di educazione e di protocolli clinico-organizzativi a livello locale –:
   come intenda realizzare, per quanto di competenza, l'approccio integrato fra misure di programmazione sanitaria a livello nazionale e regionale di cui in premessa, finalizzato a contenere l'eccessivo ricorso ai parti chirurgici limitandoli ai soli casi in cui si riscontri una oggettiva necessità di intervenire per salvaguardare la salute del bambino e/o della madre, assumendo iniziative per equiparare il costo del parto cesareo con quello del parto spontaneo e introdurre misure volte a sanzionare o penalizzare gli istituti sanitari che ricorrono eccessivamente al taglio cesareo. (5-07982)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 3 marzo 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-07982

  Il Ministero della salute è consapevole dell'importanza della promozione di interventi di sanità pubblica finalizzati al contenimento dell'inappropriato ricorso al parto con taglio cesareo, nonché della necessità di pratiche cliniche di comprovata efficacia e appropriatezza.
  Al contempo, si è consapevoli che è necessario adottare un approccio complessivo a tali tematiche, che non riguardi solo l'organizzazione delle cure perinatali, ma anche l'intero percorso nascita, di cui il parto costituisce l'evento culminante.
  In questa prospettiva, dev'essere valorizzato il ruolo dei vari professionisti sanitari nell'assistenza alla gravidanza e al parto, in particolare quello delle ostetriche, anche attraverso l'implementazione di percorsi alternativi per il parto fisiologico ed il parto a rischio.
  Proprio a tali fini, in data 16 dicembre 2010 è stato sottoscritto l'Accordo in Conferenza Stato-Regioni relativo alle «Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo».
  Le 10 linee di azioni delineate in tale documento, tra loro complementari e sinergiche, sono state avviate congiuntamente a livello nazionale, regionale e locale, e vengono qui di seguito elencate:
   1) misure di politica sanitaria e di accreditamento;
   2) carta dei Servizi per il percorso nascita;
   3) integrazione territorio-ospedale;
   4) sviluppo di linee guida sulla gravidanza fisiologica e sul taglio cesareo da parte del Sistema Nazionale per le Linee Guida – Istituto Superiore di Sanità;
   5) programma di implementazione delle linee guida;
   6) elaborazione, diffusione ed implementazione di raccomandazioni e strumenti per la sicurezza del percorso nascita;
   7) procedure di controllo del dolore nel corso del travaglio e del parto;
   8) formazione degli operatori;
   9) monitoraggio e verifica delle attività;
   10) istituzione di una funzione di coordinamento permanente per il percorso nascita.

  Va anche, opportunamente segnalato, che l'eccessivo numero dei tagli cesarei è condizionato anche dal sempre crescente numero di donne che partoriscono in età avanzata, e che vanno incontro a gravidanze ad alto rischio.
  Tuttavia, dalla sottoscrizione dell'Accordo del 2010, nei 5 anni di attività del Comitato Percorso Nascita Nazionale deputato a monitorare e a supportare le Regioni per la piena attuazione di tutte le azioni previste, si è potuto assistere ad una lieve inversione del «trend» nazionale del fenomeno, da un 38 per cento ad un 35 per cento.
  Per dare maggior forza alle attività di monitoraggio che il Comitato Percorso Nascita Nazionale sta conducendo sulle azioni poste in essere dalle Regioni, finalizzate anche alla razionalizzazione degli interventi di taglio cesareo inappropriato, il decreto ministeriale 11 novembre 2015, integrativo del decreto ministeriale 19 dicembre 2014 di rinnovo del Comitato Percorso Nascita Nazionale, prevede l'integrazione tra i componenti del Comitato, della figura professionale dell'ostetrica ed il conferimento allo stesso Comitato, della funzione consultiva sulla richiesta da parte delle Regioni di deroga alla chiusura di punti nascita con volumi di attività inferiori a 500 parti/anno e in condizioni orogeografiche difficili.
  In linea con quanto raccomandato da un recente «statement» dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, il Comitato Percorso Nascita Nazionale ha adottato la classificazione di Robson, con la quale è possibile raggruppare le pazienti sottoposte a taglio cesareo in 10 classi mutuamente esclusive, definite in base alla parità, numero di feti, presentazione fetale, età gestazionale e decorso del travaglio e del parto.
  La classificazione di Robson è uno strumento metodologico che permette di definire, monitorare e confrontare nel tempo i tassi di taglio cesareo nei presidi ospedalieri e in diverse popolazioni di riferimento, e quindi di individuare in maniera più puntuale le sussistenti situazioni di inappropriatezza.
  Sulla base dei dati della fonte informativa «CeDAP» (Certificato di Assistenza al Parto) per gli anni 2013 e 2014, curata da questo Ministero, e in esito alle analisi dei «report» semestrali regionali che riportano lo stato di attuazione delle azioni regionali previste dall'Accordo del 2010, il Comitato Percorso Nascita Nazionale ha elaborato un documento, nel quale viene analizzato quanto realizzato dalle Regioni al 31 dicembre 2014, sono indicati gli ambiti di intervento ancora da realizzare e vengono inserite specifiche «segnalazioni» come punto di attenzione per le Regioni, e in particolare, le percentuali di taglio cesareo per singola «classe di Robson» in ogni punto nascita attivo.
  Del resto, anche che nello stesso Accordo del 2010 vengono consigliate «misure disincentivanti incentrate su rimodulazione tariffaria e abbattimento oltre soglia di appropriatezza (...)» al fine di scoraggiare pratiche di approccio al parto non corrette.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

reato

sistema sanitario

servizio sanitario nazionale