Legislatura: 17Seduta di annuncio: 580 del 01/03/2016
Primo firmatario: VEZZALI MARIA VALENTINA
Gruppo: SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Data firma: 01/03/2016
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
- MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
- MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 01/03/2016
VEZZALI. —
Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare
. — Per sapere – premesso che:
l'Italia ha 4.000 chilometri di spiagge idonee alla balneazione, 900 dei quali occupati da stabilimenti per un totale di 25.000 concessioni demaniali che coprono un'area di circa 18 milioni di metri quadri;
sono 30.000 le imprese coinvolte che, indotto compreso, danno lavoro a circa 600.000 lavoratori;
il fatturato di queste aziende è pari a 2 miliardi di euro; le regioni incassano da queste imprese 105 milioni di euro;
il numero degli stabilimenti balneari è notevolmente cresciuto dal 2001 (5.368) al 2015 (18.000), consentendo agli operatori di diversificare l'offerta turistica e di contenere, grazie alla concorrenza, il costo dei servizi alla clientela;
la «direttiva Bolkestein» 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2006, relativa ai servizi nel mercato interno ritiene incompatibili i due decreti con i quali il Governo italiano ha prorogato le concessioni demaniali in atto, dal 2009 al 2012 e fino al 2020, perché violano i principi di concorrenza e di trattamento fra operatori economici, visto che le concessioni non sono state assegnate a mezzo di gare;
nel 2008 l'Italia per chiudere una procedura di infrazione aveva promesso un riordino del settore;
nel 2012 erano stati presentati diversi ricorsi al TAR da parte di operatori (in Sardegna e in Lombardia) che non si erano visti rinnovare le concessioni, poiché le amministrazioni locali avevano ritenuto di procedere con delle gare;
i tribunali amministrativi avevano sollevato la questione della compatibilità fra norme nazionali e quelle comunitarie;
è difficile conciliare gli interessi dei concessionari che hanno fatto investimenti e che gestiscono queste aree demaniali, in non pochi casi da generazioni, e garantire regole di concorrenza nel mercato come vorrebbe l'Europa, soprattutto perché, in questo settore potenzialmente in espansione, gli interessi in campo sono importanti –:
se non ritengano di assumere iniziative per:
a) negoziare con l'Europa una più lunga fase transitoria nell'applicazione delle direttive che consenta a chi oggi ha in gestione aree demaniali di ammortizzare gli investimenti fatti, visto che la stagione balneare è prossima;
b) studiare con urgenza una soluzione per consentire la sopravvivenza delle imprese che operano nel settore turistico e tutelare i 600.000 posti di lavoro che queste attività assicurano a imprese familiari, stagionali e ai giovani;
c) verificare la possibilità di subordinare il rinnovo delle concessioni a investimenti certi a tutela del territorio, per lo sviluppo di parchi marini e, soprattutto, per fronteggiare l'erosione costiera con progetti in co-finanziamento pubblico-privato. (5-07944)
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):concorrenza
conservazione del posto di lavoro
applicazione del diritto comunitario