ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07929

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 577 del 25/02/2016
Firmatari
Primo firmatario: PILI MAURO
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 25/02/2016


Commissione assegnataria
Commissione: I COMMISSIONE (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 25/02/2016
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 20/04/2016
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 25/02/2016

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 20/04/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07929
presentato da
PILI Mauro
testo di
Giovedì 25 febbraio 2016, seduta n. 577

   PILI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   esistono potenziali e gravi conflitti d'interesse rilevanti che si intersecano tra la politica italiana e quella europea con esponenti che svolgono funzioni politiche dirette in Italia, segretari di partito, nazionali o regionali e nel contempo svolgono anche funzioni di parlamentari europei;
   potenziali conflitti di interesse continuano ad affliggere anche rappresentanti italiani in seno allo stesso Parlamento europeo con incarichi politici di rilievo in Italia e nel contempo, attraverso proprie società o con rilevanti partecipazioni di riferimento, gestiscono appalti miliardari della pubblica amministrazione;
   il rapporto di Friends of the Earth Europe, Corporate Europe Observatory e LobbyControl, dettaglia nove casi di deputati europei che hanno altri posti di lavoro mentre si tiene una carica pubblica e sono a rischio di potenziali conflitti di interesse;
   tutti e nove i deputati detengono posizioni in aziende o associazioni di imprese quella lobby, direttamente o indirettamente responsabili delle decisioni comunitarie in materia di fascicoli legislativi;
   i casi includono parlamentari provenienti da Polonia, Italia, Germania, Belgio, Francia, Regno Unito, Danimarca e Austria – alcune delle quali avevano già dato luogo a problemi nella scorsa legislatura;
   è inaccettabile che deputati europei siano poi titolari nel loro Paese di interessi diretti in settori di pertinenza e soggetti alle pressioni dell'Unione europea;
   tutto questo mina la fiducia del pubblico nel processo legislativo e l'integrità del Parlamento europeo;
   i deputati dovrebbero essere rappresentanti dell'elettorato e non del settore di riferimento della propria industria;
   gli autori del rapporto sottolineano che il codice esistente di condotta per i deputati, introdotto nel 2012, non è sufficientemente applicato e che i casi problematici derivanti continuano;
   Olivier Hoedeman del Corporate Europe Observatory, ha dichiarato: «Gli elettori meritano di meglio di un codice di condotta debole, che ha fatto molto poco per porre fine al problema di influenza indebita e potenziali conflitti di interesse. Il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz dovrebbe agire su questo ora e dimostrare ai cittadini che lui è seriamente affrontare questa minaccia per la democrazia»;
   Nina Katzemich di Lobby Control ha detto: «Tre anni dopo l'adozione del codice di condotta, ci sono ancora molti deputati in potenziale conflitto di interesse e dubbie dichiarazioni di interesse finanziario»;
   risulta indispensabile sviluppare una chiara definizione delle circostanze in cui le attività collaterali di deputati nazionali e conseguentemente anche europei costituiscono un conflitto di interessi;
   questo deve includere un divieto per i parlamentari ai vari livelli per esponenti politici che ricoprono le cariche di segretari nazionali o regionali di partito, che ricoprono anche in società, associazioni di categoria e altri gruppi che stanno cercando di influenzare la legislazione dell'Unione europea;
   tali valutazioni devono essere in capo ad organismi che includano esperti etici indipendenti, affinché possano indagare su qualsiasi potenziale conflitto di interesse in modo indipendente;
   il contenuto del rapporto pubblicato da Corporate Europe Observatory (Ceo), gruppo di ricerca che si occupa di monitorare l'influenza delle lobby sulle istituzioni europee e i possibili conflitti d'interessi di chi nelle istituzioni lavora è un esempio utile a comprendere il grado di trasparenza che deve essere alla base dell'analisi del conflitto d'interessi;
   il dossier europeo è frutto di un'indagine approfondita sui membri del Parlamento europeo e sui loro rapporti con il mondo dell'industria;
   nove sono i deputati che sono stati considerati in una situazione di potenziale conflitto d'interessi, fra questi, unico italiano e unico socialista, Renato Soru, europarlamentare Pd eletto nel maggio 2014, fondatore, presidente e amministratore delegato di Tiscali spa;
   dal report europeo emerge che all'interno del Parlamento europeo l'europarlamentare è membro sostituto della Commissione per l'industria, la ricerca e l'energia, che fra le proprie priorità ha quella di «costruire un vero mercato digitale europeo»;
   questa competenza «si sovrappone con gli interessi di Tiscali», scrive Ceo, specificando che anche l'attività politica di Soru a proposito del mercato unico digitale e dell'amministrazione di internet riguarda «questioni di diretto interesse commerciale della compagnia che presiede»;
   secondo il rapporto europeo l'eurodeputato italiano non aveva esplicitato nella sua «dichiarazione d'interessi finanziari» consegnata al Parlamento di essere membro dell’European internet forum (Eif), «che è stato criticato in quanto considerato uno strumento "invisibile ai radar" usato dalle lobby per promuovere gli interessi dell'industria»;
   il report sostiene che se «anche se non c’è nessuna prova chiara di un'attività lobbistica di Tiscali a livello europeo – continua il dossier – è problematico che tale europarlamentare sia presidente di una compagnia che abbia dei chiari interessi commerciali nel regolamentare aree nelle quali è attivo come eurodeputato;
   è palese che la Commissione europea è intervenuta reiteratamente, e lo stesso ha fatto il Parlamento europeo, sulla dotazione italiana di banda larga;
   il tema della banda larga, sia per la delicatezza del settore, sia per la rilevanza economica degli investimenti avrebbe meritato maggiore trasparenza, a partire dalla generazione di potenziali conflitti d'interessi;
   Tiscali, società dell'eurodeputato del Pd richiamato nel rapporto europeo si è infatti aggiudicata la gara per la fornitura di internet alla pubblica amministrazione con un ribasso dell'89 per cento rispetto alla base d'asta;
   né la Consob né il Ministero dell'economia e delle finanze hanno fornito chiarimenti sulla gara e sul potenziale conflitto d'interessi;
   nessuno ha indagato su un anomalo rialzo del titolo Tiscali, determinato dalle comunicazioni di informazioni price sensitive da parte di Consip;
   la gestione della gara sul sistema pubblico di connettività che va avanti da quasi due anni è il classico esempio di come in Italia non sia possibile portare innovazione nella pubblica amministrazione senza prima definire regole certe per gli operatori e senza intervenire seriamente sul conflitto di interessi che appaiono evidenti come in questo caso;
   l'assenza di regole serie in materia consente, infatti, alla società di un eurodeputato del Pd di aggiudicarsi una commessa pubblica così importante senza che nessuno intervenga quantomeno per verificare l'opportunità di tale aggiudicazione con un ribasso dell'89 per cento;
   Tiscali si era fatti aggiudicata la gara grazie a un'offerta con un ribasso vicino al 90 per cento rispetto alla base d'asta (2,4 miliardi di euro iva esclusa); il bando prevedeva l'affidamento della commessa a più operatori (non più di 4), con un'aggiudicazione al massimo ribasso per un servizio della durata di sette anni –:
   se intenda attivare tutte le iniziative di competenza al fine di valutare ed eventualmente segnalare agli organi competenti l'esistenza di un palese conflitto d'interessi relativamente al caso richiamato e alla materia oggetto dell'appalto stesso;
   se il Governo intenda attivarsi attraverso Ministro dell'economia e delle finanze perché fornisca chiarimenti sull'operato di Consip in relazione al conflitto d'interessi sull'affidamento di un appalto di tale rilevanza;
   se non ritenga di dover segnalare i potenziali conflitti d'interessi anche di parlamentari europei che abbiano interessi diretti in Italia in materie di pertinenza dello stesso Parlamento europeo;
   se non intenda assumere iniziative per prevedere norme in grado di disciplinare, qualora non siano adeguate quelle vigenti, il conflitto d'interesse a cavallo tra istituzioni europee e settori economici nel Paese di elezione. (5-07929)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

Parlamentare europeo

moralita' della vita economica

codice di condotta