ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07928

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 577 del 25/02/2016
Firmatari
Primo firmatario: TRIPIEDI DAVIDE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 25/02/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CARINELLI PAOLA MOVIMENTO 5 STELLE 25/02/2016
PESCO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 25/02/2016
COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE 25/02/2016
CHIMIENTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 25/02/2016
LOMBARDI ROBERTA MOVIMENTO 5 STELLE 25/02/2016
DALL'OSSO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 25/02/2016
CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE 25/02/2016
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 25/02/2016
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 25/02/2016
ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE 25/02/2016


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 25/02/2016
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 14/03/2016
Stato iter:
26/10/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 26/10/2016
Resoconto CASSANO MASSIMO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 26/10/2016
Resoconto DALL'OSSO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 25/02/2016

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 14/03/2016

DISCUSSIONE IL 26/10/2016

SVOLTO IL 26/10/2016

CONCLUSO IL 26/10/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07928
presentato da
TRIPIEDI Davide
testo di
Giovedì 25 febbraio 2016, seduta n. 577

   TRIPIEDI, CARINELLI, PESCO, COMINARDI, CHIMIENTI, LOMBARDI, DALL'OSSO, CIPRINI, BUSTO, DE ROSA e ALBERTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   International Business Machines Corporation (IBM), è un'azienda statunitense tra le maggiori al mondo nel settore di produzione e commercializzazione di hardware e software, infrastrutture informatiche, computer di tutte le dimensioni, servizi informatici, servizi di hosting, servizi di cloud computing e consulenza in settori che spaziano dai mainframe alle nanotecnologie. Opera in 170 Paesi con un organico di oltre 400 mila dipendenti e in Italia, con sede legale a Segrate (MI), è presente dal 1927 con una consolidata tradizione di progetti, iniziative e partnership a supporto della crescita economica e dell'innovazione e conta, ad oggi, circa 6.300 dipendenti distribuiti su varie sedi distribuite sul territorio nazionale;
   negli ultimi 5 anni, IBM ha effettuato numerose acquisizioni di altre società, investimenti finanziari e assunzioni di personale, accompagnate da cessioni di rami di azienda e a procedure di mobilità e accompagnamenti alla pensione del personale. Inoltre, diverse attività di IBM sono state cedute ad altre aziende, spesso costituite appositamente e, insieme a queste attività, sono stati ceduti anche i rapporti di lavoro. Il metodo spesso utilizzato è stato quello della cessione di ramo d'azienda, ma sono state anche effettuate varie forme di pressioni per indurre i lavoratori a dare le proprie dimissioni e ad accettare le successive assunzioni da parte di aziende controllate da IBM medesima;
   nonostante IBM sia una multinazionale in crescita a livello mondiale che distribuisce profitti agli azionisti, in Italia licenzia centinaia di persone ogni anno;
   le associazioni sindacali di categoria, da anni denunciano la mancanza di una strategia aziendale adattata alle caratteristiche del nostro Paese, che se non affrontata in tempi rapidi e in maniera efficace e risolutiva, porterebbe nel prossimo futuro ad altri pesanti tagli in tutti i settori di IBM Italia;
   al termine dell'anno 2012, IBM Italia ha chiuso i bilanci dichiarando un utile pari a 155 milioni di euro ed un fatturato superiore ai 2.300 milioni di euro, riportando i principali indici di bilancio tutti con segno positivo;
   nell'anno 2013, ai sensi dell'articolo 24 della legge 23 luglio 1991, n. 223, IBM Italia ha aperto un procedimento di riduzione del personale che ha interessato 149 lavoratori dipendenti; ha adottato programmi di incentivazione all'esodo con risoluzione incentivata dei rapporti di lavoro per circa 260 lavoratori; ha concordato riduzioni salariali con il personale dirigenziale; ha risolto contratti di lavoro con personale ritenuto sovrabbondante colpendo circa 450 dipendenti; ha operato un trasferimento collettivo accentrando nella sede di Segrate tutte le posizioni amministrative e di supporto esistenti nelle 11 sedi territoriali, portando un gran numero di dipendenti a rimettere il proprio incarico di lavoro;
   nell'anno 2014, in presenza del bilancio 2013 in positivo, IBM Italia ha avviato la procedura di mobilità per 290 addetti, arrivando ad una riduzione del 15 per cento rispetto alla forza lavoro complessiva dell'area di riferimento;
   IBM Italia ha operato diverse ed importanti operazioni riorganizzative e/o riduttive, trasferendo 896 dipendenti dalla sede di Vimercate (MB) a quella di Segrate, continuando con la politica che negli ultimi anni ha portato ad una riduzione del personale dovuta agli incentivi «spontanei» alle dimissioni;
   nell'anno 2014, sarebbero almeno 400 i dipendenti complessivi ritenuti in eccesso da IBM Italia su tutto il territorio nazionale;
   in IBM si registra, ad avviso degli interroganti un utilizzo indiscriminato e ingiustificato di procedure di mobilità, in contemporanea ad acquisizione di società e fusioni strategiche. Nel contempo, la corporate, sta sempre più spostando attività dagli Usa e soprattutto dall'Europa dell'ovest verso l'Europa dell'est e verso il far east, al fine di aumentare i livelli di profittabilità. Tale politica, unitamente ad un calo nel revenue e signing italiano dovuto alle difficoltà del settore dell’information technology italiano, sta determinando da anni una pesante ripercussione negativa sui livelli occupazionali italiani. Dal 2005 ad oggi, infatti, si sono persi più di 3 mila posti di lavoro;
   anche le politiche aziendali di IBM Italia sono quelle di delocalizzazione, guidate dal minor costo del lavoro e quindi maggiori guadagni per l'azienda. La delocalizzazione di'attività amministrative e gestionali fuori dal territorio nazionale, riguardano in parte lo staff ma anche il settore a diretto contatto con il cliente;
   in data 4 dicembre 2015, la Società IBM Italia ha annunciato l'apertura di una procedura di cessione di ramo d'azienda riguardante 245 impiegati, 55 quadri e 6 dirigenti dei circa 6300 totali;
   in data 22 dicembre 2015 una comunicazione inviata a 300 lavoratori, IBM Italia ha dichiarato che, in conformità alla legge 428 del 1990, il rapporto di lavoro è proseguito senza soluzione di continuità dalla società IBM Servizi Tecnologici srl;
   dal 1o gennaio 2016, in virtù di un contratto di cessione d'azienda siglato il giorno precedente e con scadenza nel 2050, tramite rapidi passaggi societari intermedi, 300 impiegati e quadri IBM (settori SDC e sottoramo TSS Support Services) e 6 dirigenti sono stati ceduti alla società Adecco. Ad oggi, formalmente, la società Adecco ha rilasciato unicamente una nota di intenzione di acquisto dei dipendenti IBM;
   a quanto consta agli interroganti, la società IBM Servizi Tecnologici srl, è stata costituita 20 giorni prima del 1o gennaio 2016 da IBM Italia che è l'unica proprietaria della stessa, con capitale sociale versato di 10 mila euro depositato in data 10 dicembre 2015 e iscritta nel registro delle imprese di Milano l'11 dicembre 2015. Dallo statuto della nuova società, non sono noti i nomi né i soci ne dell'amministratore unico o del consiglio di amministrazione;
   come denunciato dai sindacati, con ogni probabilità IBM Servizi Tecnologici srl diverrà, a breve, Modis Italia srl che diverrà di proprietà di Adecco Italia spa, con il presumibile effetto di eliminare ogni responsabilità della casa madre IBM ed ogni rapporto con i lavoratori ceduti, ormai abbandonati a se stessi;
   IBM Servizi Tecnologici srl ha una mission aziendale generica dato che non è stato presentato alle Rappresentanze sindacali unitarie nessun piano industriale definito, come si evince anche dalla visura del 4 gennaio 2016, dove alla voce «stato attività», corrisponde la definizione «impresa inattiva»;
   a marzo 2015, 10 mesi prima della cessione di IBM Servizi Tecnologici srl ad Adecco, viene creato il ramo SDC con molti dei lavoratori inseriti nel ramo, che continuano ad eseguire le medesime attività dei colleghi di altre direzioni. Poco tempo prima della cessione, si è verificato il fatto che molti dei lavoratori ceduti venissero spostati in altri gruppi ad avviso degli interroganti con l'evidente scopo di isolarli e di permettere l'opportuna creazione del ramo SDC che sarebbe poi stato ceduto a breve;
   nel passaggio dalla società al ramo SDC poi ceduto, sono stati coinvolti anche lavoratori della VTS (società del gruppo IBM ed Unicredit) con alte professionalità, che si occupavano di tematiche di sicurezza e che avevano in gestione nel loro portfolio, progetti strategici fino al 2017;
   diversi lavoratori ceduti ad SDC, si occupano di aree strategiche per IBM pur non rispondendo al management dell'azienda, ma a quello di società del gruppo e non corrispondono per competenze ed attività nell'ambito delle risorse cedute ad Adecco;
   in contemporanea alla cessione di ramo d'azienda, risultano alcune posizioni aperte per l'assunzione di personale;
   è proseguita per 288 lavoratori, dal 15 dicembre 2015 al 16 gennaio 2016, la cassa integrazione a zero ore in GBS, azienda di consulenza di IBM;
   nonostante la preoccupazione dei sindacati europei dell'azienda, a fine 2015, IBM Italia ha creato la società CIC, che ad oggi ha assunto 70 neolaureati, con la prospettiva di arrivare a 200 dipendenti entro la fine del 2016;
   i sindacati temono che si procederà a nuove cessioni di rami d'azienda per arrivare ad una riduzione maggiore di lavoratori. Tale ipotesi ha trovato conferma da fonti dirigenziali interne all'azienda;
   né la società cedente né quella acquirente, sembrano porre la giusta attenzione allo stato psicologico dei lavoratori. Preoccupati per il loro futuro, sono stati abbandonati a sé stessi, senza informazioni e senza prospettive. Al momento dei diversi passaggi da un ramo d'azienda all'altro, non sono state fornite loro informazioni sulla nuova sede di lavoro e le utenze utilizzate per leggere la posta aziendale sono state revocate da un giorno all'altro;
   come affermano le diverse sigle sindacali dell'azienda, IBM rappresenta la «testa di ponte» di Confindustria per testare ed attuare operazioni industriali e finanziarie assolutamente azzardate, per le quali ogni volta vengono lesi i diritti dei lavoratori coinvolti –:
   quali iniziative, per quanto di competenza, intendano assumere i Ministri interrogati al fine di impedire l'utilizzo indiscriminato degli strumenti in materia di relazioni industriali e in particolare, delle nuove norme sulla riforma del mercato del lavoro che favoriscono la flessibilità in uscita, al fine di bloccare la perdita di posti di lavoro per i dipendenti IBM Italia;
   quali iniziative urgenti di competenza intendano intraprendere per salvaguardare i livelli occupazionali e le professionalità sia nel sopraindicato ramo italiano interessato dalle procedure di cessione, sia negli altri settori dell'azienda, al fine di evitare che tale riduzione di organici possa protrarsi anche nei prossimi anni;
   se e in quale misura l'alto numero di procedure di mobilità, cessioni di rami d'azienda e delocalizzazioni operate da IBM Italia negli ultimi 5 anni, abbia determinato onere finanziario, ad avviso degli interroganti consistente, a carico dello Stato, e quindi per i contribuenti;
   quali iniziative intendano assumere, per quanto di competenza, al fine di rilanciare con efficacia il settore italiano dell’information technology, che rappresenta ad oggi un'eccellenza ed un volano indispensabile per lo sviluppo sociale, economico e produttivo per l'intero paese. (5-07928)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 26 ottobre 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione XI (Lavoro)
5-07928

  Il 31 dicembre 2015 IBM Italia Spa ha ceduto i rami d'azienda SDC Shared Delivery Center e TSS Support a Modis Italia srl, società specializzata nel settore Information Technology (IT) del Gruppo Adecco; in questa circostanza IBM si è fatta garante della piena occupazione di tutti i dipendenti coinvolti (6 dirigenti e 299 tra impiegati e quadri) con le medesime condizioni economico-normative dei propri dipendenti. Modis Italia srl, infatti, ha garantito alle risorse umane acquisite un trattamento retributivo complessivamente equivalente a quello in vigore presso IBM, l'inquadramento previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro dell'industria metalmeccanica nonché il riconoscimento dell'anzianità di servizio.
  Rappresento che contro tale cessione sono state promosse dai lavoratori interessati circa 285 impugnazioni giudiziali, le cui definizioni sono attese entro la fine del mese di ottobre.
  Successivamente, nel marzo 2016, la società ha avviato una procedura di licenziamento collettivo nei confronti di 290 dipendenti, di cui 190 dirigenti e 100 tra impiegati e quadri. A tale proposito, lo scorso 29 marzo, società e organizzazioni sindacali hanno siglato un accordo con il quale sono stati ridotti gli esuberi dei dirigenti da 190 a 175 - di cui 90 non «pensionabili». Il successivo 27 maggio è stato sottoscritto, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali un ulteriore accordo che prevede il licenziamento di un numero massimo di 100 impiegati/quadri attraverso il solo criterio della non opposizione ed in sostituzione dei criteri di legge. Le parti hanno inoltre concordato sull'utilizzo di misure di incentivo all'esodo il cui importo e le cui modalità di erogazione hanno formato oggetto di separata intesa tra le stesse.
  Rappresento, inoltre, che il 4 ottobre 2016 IBM ha annunciato una campagna di incentivazione all'esodo volontario economicamente assistito secondo uno schema che proporziona il livello economico dell'incentivo all'età anagrafica del dipendente.
  Ad ogni modo, posso assicurare che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali continuerà a monitorare i futuri sviluppi della vicenda mettendo in campo, laddove ne ricorrano i requisiti, tutti gli strumenti previsti dalla normativa vigente a salvaguardia dei livelli occupazionali.
  Tengo comunque a precisare che con il Jobs Act è stato ribadito che il contratto a tempo indeterminato costituisce la forma ordinaria di contratto di lavoro ed è stato ridotto contestualmente il costo di tale contratto rispetto alle altre tipologie contrattuali. La nuova disciplina ha consentito, inoltre, di abbattere le forme più acute di precariato ovverosia le co.co.pro. e le associazioni in partecipazione.
  In conseguenza di queste misure, come attestato anche da Banca d'Italia, l'occupazione dipendente in Italia nel secondo trimestre del 2016 è tornata ai livelli precedenti la grande crisi economica.
  Aggiungo, inoltre, che il Ministero dello sviluppo economico, interessato della questione oggetto della presente interrogazione, ha reso noto di essere disponibile ad aprire un tavolo qualora le parti interessate ne dovessero fare richiesta. Inoltre, con il Piano Industria 4.0 e le prime misure attuative inserite nella legge di bilancio, il Governo intende favorire gli investimenti in innovazione da parte del sistema produttivo nazionale. Il Piano Industria 4.0 agisce in una logica di neutralità sia tecnologica che settoriale, intervenendo sui fattori abilitanti: introducendo agevolazioni fiscali per stimolare l'investimento privato nell'adozione delle tecnologie abilitanti dell'Industria 4.0 e aumentare le spese in ricerca, sviluppo e innovazione; assicurando adeguate infrastrutture di rete; garantendo la sicurezza e la protezione dei dati, collaborando alla definizione di standard di interoperabilità internazionali; creando competenze e stimolando la ricerca mediante percorsi formativi ad hoc.
  In sintesi, sebbene il Piano non preveda misure a sostegno di specifiche attività economiche, l'IT è uno dei settori più direttamente interessati dalla trasformazione del settore manifatturiero in chiave 4.0 e in cui maggiori saranno le ricadute del Piano.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

soppressione di posti di lavoro

politica dell'impresa

delocalizzazione