ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07846

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 573 del 19/02/2016
Abbinamenti
Atto 5/07484 abbinato in data 25/02/2016
Atto 5/07791 abbinato in data 25/02/2016
Atto 5/07797 abbinato in data 25/02/2016
Atto 5/07851 abbinato in data 25/02/2016
Atto 5/07863 abbinato in data 25/02/2016
Firmatari
Primo firmatario: DI STEFANO MANLIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 19/02/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 19/02/2016
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 19/02/2016
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 19/02/2016
SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE 19/02/2016
DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 19/02/2016
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 19/02/2016
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 19/02/2016
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 19/02/2016
SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 19/02/2016
GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE 19/02/2016
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 19/02/2016
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 19/02/2016


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 19/02/2016
Stato iter:
25/02/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 25/02/2016
Resoconto DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
 
REPLICA 25/02/2016
Resoconto DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 19/02/2016

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 25/02/2016

DISCUSSIONE IL 25/02/2016

SVOLTO IL 25/02/2016

CONCLUSO IL 25/02/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07846
presentato da
DI STEFANO Manlio
testo di
Venerdì 19 febbraio 2016, seduta n. 573

   MANLIO DI STEFANO, SIBILIA, L'ABBATE, GALLINELLA, SPADONI, DI BATTISTA, GAGNARLI, BENEDETTI, MASSIMILIANO BERNINI, SCAGLIUSI, GRANDE, LUPO e PARENTELA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   come si apprende da molti articoli apparsi su vari quotidiani, solo in conseguenza del fermo, operato il 13 gennaio 2016 dalla guardia costiera francese, del motopeschereccio sanremese «Mina», che stava calando le reti per la pesca al gambero al traverso del confine terrestre italo-francese, in acque territoriali italiane, si è venuti a conoscenza dell'esistenza di un accordo bilaterale siglato dal Ministro interrogato e dal suo omologo francese Fabius con il quale sono state cedute porzioni di mare alla Francia, aree notoriamente tra le più pescose e battute da imbarcazioni liguri e sarde; tra l'altro, un'operazione simile è scattata negli stessi giorni quando un peschereccio sardo una volta lasciato il porto di Alghero ha raggiunto le tradizionali/aree/di pesca al nord dell'isola e si è sentito intimare dalle autorità francesi lo «stop» immediato;
   una prima demarcazione tra le acque territoriali italiane e quelle francesi risale a un accordo del 1892, successivamente integrato dalla Convenzione relativa alla delimitazione delle frontiere marittime nell'area delle Bocche di Bonifacio dei 1986, la quale, secondo una clausola contenuta nel citato accordo, verrebbe poi abrogata in virtù delle norme e dei principi del diritto internazionale applicabili in materia di delimitazioni marine, quali espressi nella Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 10 dicembre 1982, in particolare il principio di equidistanza nella delimitazione dei mari territoriali e il principio di equità nella delimitazione degli spazi marittimi sotto giurisdizione dei singoli Stati;
   questo nuovo accordo, siglato 21 marzo 2015 all'Abbaye aux Dames de Caen, in Basse-Normandie, con molta riservatezza (anche se poi le foto della firma del trattato e la cartina dei nuovi confini sono stati pubblicati sul sito del Service hydrographique et océanographique de la Marine – Shom), ridefinendo i confini marini in senso palesemente favorevole alla Francia, sembra assegnare alla stessa, sempre a quanto si apprende, visto che non è ancora possibile leggere il testo, la pescosissima fossa del cimitero (in realtà cinque punti di pesca, profondi da 550 a 900 metri, ribattezzati dai pescatori italiani Cimitero, Fuori Sanremo, Ossobuchi, Vapore e il Banco), dove si riproducono e vivono i gamberoni rossi, una specie pregiatissima e molto richiesta;
   il fermo dei pescherecci italiani da parte delle autorità francesi indica che l'Accordo in parola è di fatto pienamente operativo per il Governo francese, nonostante l'Italia non lo abbia ancora ratificato e che pertanto è di tutta evidenza la violazione della disposizione contenuta nell'accordo stesso che subordina l'entrata in vigore al primo giorno del secondo mese successivo alla data dell'ultima notifica di ratifica –:
   quali ragioni abbiano motivato la revisione della delimitazione dei mari territoriali e delle zone sotto giurisdizione italiana e francese;
   per quale ragione il Parlamento non sia stato ancora investito della questione attraverso il deposito del disegno di legge di ratifica e nessuna delle regioni interessate ne sia stata informata;
   come intenda procedere al fine di risolvere l'increscioso accadimento con la Repubblica francese per garantire che la stessa risarcisca i pescatori illegittimamente fermati e non ostacoli, nelle more dell'entrata in vigore dell'accordo, il regolare svolgimento delle attività di pesca da parte dei pescherecci italiani. (5-07846)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 25 febbraio 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-07846

  Ringrazio per quest'ulteriore opportunità che mi viene data per fornire chiarimenti sul tema delle delimitazioni degli spazi marini fra Italia e Francia, tema sul quale credo siano state diffuse notizie parziali e talvolta allarmistiche.
  Vorrei intanto ricordare quanto detto ieri dal Ministro Gentiloni ovvero che l'Accordo di Caen non è in vigore né per l'Italia né per la Francia e che, comunque, non è mai esistito né esiste a questo momento, un accordo internazionale di delimitazione fra Italia e Francia, non potendo assimilarsi ad un trattato internazionale l'intesa di fatto del 1892, relativa peraltro ad una area (Baia di Mentone) assai ristretta, lungo una delimitazione che ha una proiezione in mare di non oltre due miglia marine dalla costa. Vorrei anche stabilire una tantum che non si tratta di un cedimento di tratti di mare pescosi o di cose di questo genere. Questo accordo è il frutto di un negoziato andato avanti dal 2006 al 2012, ha coinvolto diversi Governi e diverse amministrazioni tecniche, come sempre avviene in questi casi: il Ministero dell'ambiente per gli aspetti di protezione ambientale, il Ministero della difesa per gli aspetti di sicurezza, il Ministero dello sviluppo economico per la piattaforma continentale, il Ministero delle politiche agricole per le questioni legate alla pesca, e il Ministero dei beni culturali per gli aspetti di protezione dei beni culturali. Nel corso del negoziato i Dicasteri competenti per materia hanno avuto modo di rappresentare le proprie, autonome valutazioni ed esprimere il proprio assenso.
  Ho già avuto modo di dire, rispondendo a un'interpellanza nell'Aula della Camera, che l'Accordo di Caen risponde alla necessità di stabilire fra l'Italia e la Francia dei confini marittimi certi e univoci. Il regime dei mari sta infatti vivendo mutamenti radicali dovuti, da una parte, alla tendenza di tutti gli Stati ad estendere la propria giurisdizione sull'alto mare, sulla base di quanto previsto dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982, e, dall'altra, all'espansione della normativa europea relativa alla politica comune sulla pesca.
  Ricordo che, in attesa di un accordo di delimitazione dei confini marittimi, i francesi hanno creato la Zona di Protezione Ecologica (2004) e poi la Zona Economica Esclusiva (2012). In tal modo, Parigi ha potuto, in conformità alla Convenzione ONU, legittimamente estendere la propria giurisdizione sull'alto mare. Anche l'Italia ha istituito la propria Zona di Protezione Ecologica (2011). Con tali atti normativi interni, Francia e Italia hanno fissato, in via provvisoria, i limiti esterni delle rispettive aree di giurisdizione, in attesa dell'accordo di delimitazione con il Paese vicino.
  Con riferimento alla Sardegna vorrei chiarire che le linee già tracciate nell'unico accordo bilaterale in vigore, quello sulle Bocche di Bonifacio del 1986, resterebbero, se l'accordo di Caen entrasse in vigore, immutate. Tale accordo non solo non «cede» nulla, ma anzi per la prima volta, fissando in modo chiaro le aree di competenza tra Italia e Francia, potrà dare concreta attuazione all'obiettivo di proteggere i mari italiani anche oltre le 12 miglia dalla costa, che costituisce attualmente il limite del mare territoriale. Anche in tema di risorse, l'accordo tutela gli interessi nazionali, prevedendo la concertazione tra Italia e Francia per lo sfruttamento di giacimenti sui fondali a cavallo della linea di delimitazione.
  Anche per quel che riguarda la Baia di Mentone, nel confine del mare territoriale fra Italia e Francia, nel Mar Ligure, in assenza di un precedente accordo di delimitazione, l'Accordo di Caen segue il principio dell'equidistanza, come previsto dalla Convenzione delle Nazioni Unite del 1982.
  La questione della pesca costiera emersa recentemente con l'incidente del peschereccio Mina, e non nei sei anni di discussione tra vari Governi e varie amministrazioni, sarà affrontata anche alla luce della pertinente legislazione europea in materia. Si stanno ora raccogliendo eventuali ulteriori valutazioni ed elementi tecnici dal Ministero competente al fine di considerare eventuali strumenti integrativi dell'Accordo. Solo allora il Governo potrà procedere e avviare l’iter di ratifica parlamentare.
  Quanto a eventuali fermi di pescherecci italiani da parte delle autorità francesi vorrei confermare che il Governo continuerà ad agire a protezione dei nostri interessi, come ha fatto in occasione del sequestro del peschereccio Mina, quando il «deprecabile errore» è stato riconosciuto per iscritto dai francesi e non solo ha assicurato il dissequestro del peschereccio ma ha anche posto le basi per l'avvio di un'azione risarcitoria, su cui sarà chiamata a pronunciarsi la magistratura francese.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

acque territoriali

accordo bilaterale

bandiera della nave