ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07764

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 567 del 11/02/2016
Firmatari
Primo firmatario: GUIDESI GUIDO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Data firma: 11/02/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BORGHESI STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 25/05/2016


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 11/02/2016
Stato iter:
25/05/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 25/05/2016
Resoconto CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
REPLICA 25/05/2016
Resoconto BORGHESI STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 11/02/2016

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 25/05/2016

DISCUSSIONE IL 25/05/2016

SVOLTO IL 25/05/2016

CONCLUSO IL 25/05/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07764
presentato da
GUIDESI Guido
testo presentato
Giovedì 11 febbraio 2016
modificato
Mercoledì 25 maggio 2016, seduta n. 631

   GUIDESI, BORGHESI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
   il mercato del latte ha perso oltre il 20 per cento nel giro di un anno e mezzo e il prezzo riconosciuto agli allevatori non riesce a coprire neanche i costi per l'alimentazione degli animali;
   la multinazionale del latte francese Lactalis è il principale gruppo lattiero europeo e in Italia è proprietari di marchi come Parmalat, Locatelli, Invernizzi, Galbani e Cademartori. Controlla il 33 per cento del mercato italiano del latte a lunga conservazione (Uht);
   dall'acquisizione da parte della multinazionale francese nel 2011, in Italia hanno chiuso 4.000 stalle, oltre il 10 per cento del totale. Una situazione che si è aggravata nell'ultimo anno con la decisione unilaterale di ridurre del 20 per cento i compensi riconosciuti agli allevatori che sono scesi a 34 centesimi al litro, al di sotto dei costi di produzione, stimanti in un valore medio compreso tra i 38 e i 41 centesimi;
   il 26 novembre 2015 è stata siglata una intesa al tavolo di filiera organizzato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali con le organizzazioni agricole, cooperative, industria e grande distribuzione organizzata, secondo la quale Lactalis pagherà 3 centesimi in più al litro. Di conseguenza, il prezzo del latte arriverà a 37 centesimi fino a dicembre;
   il 28 gennaio 2016 si è svolta la prima riunione del Comitato consultivo previsto dall'accordo di filiera per il sostegno al comparto lattiero caseario siglato al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali il 26 novembre 2015. All'incontro hanno partecipato i rappresentanti delle organizzazioni agricole, dell'industria, delle cooperative e della grande distribuzione;
   durante l'incontro è stato definito il sistema base di indicizzazione del prezzo del latte, attraverso un meccanismo oggettivo che tiene conto dei costi di produzione e dell'andamento dei prezzi del latte e dei formaggi sul mercato interno ed estero. È naturale chiedersi, però, perché indicizzare il costo del latte italiano a quello magari tedesco, dimenticando che i consumatori italiani pagano un prezzo al consumo decisamente superiore a quello tedesco – per il latte fresco di alta qualità si arrivano a pagare oltre 1,50 euro al litro;
   certamente questo accordo è un importante passo avanti per la stabilità e sostenibilità del settore lattiero-caseario anche se le questioni legate al futuro prezzo del latte restano ancora aperte. È necessario, a parere dell'interrogante, arrivare nel più breve tempo possibile alla determinazione di un prezzo giusto da pagare agli allevatori;
   nel frattempo le stalle continuano a chiudere. Risulta all'interrogante, infatti, che recentemente la Galbani, che come ricordato sopra è stata acquisita dalla multinazionale Lactalis, abbia dato disdetta del contratto di somministrazione a circa 90 produttori di latte italiani. Nella lettera viene comunicato che alla scadenza del contratto questo non sarà rinnovato automaticamente nei termini attuali per un ulteriore periodo, facendo in questo modo cessare definitivamente i contratti alla fine del mese di marzo. Nella lettera si legge, inoltre, che la società resta a disposizione per valutare l'ipotesi di un nuovo contratto previa rinegoziazione delle condizioni;
   il rischio che si sta profilando è quello che si vada a creare una selezione naturale delle aziende con le quali collaborare. Visto che i Paesi di tutta Europa stanno aumentato la produzione di latte mentre il nostro Paese è deficitario, questo condurrebbe inevitabilmente a eventuali importazioni di latte estero a prezzi più bassi;
   non si può rimanere inermi davanti a una politica dei prezzi, da parte di una sola multinazionale, che decide il futuro di migliaia di allevatori –:
   quali iniziative intenda adottare per tutelare i produttori del latte affinché questi non continuino a chiudere le loro attività, in considerazione anche del fatto che gli industriali, in particolare Lactalis, come citato in premessa, continuano a disdire i contratti, non rinnovandoli alla scadenza, facendo presupporre che acquisteranno latte proveniente da Paesi esteri che ha costi e qualità decisamente inferiori a quello italiano. (5-07764)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 25 maggio 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione XIII (Agricoltura)
5-07764

  Come è noto, da oltre un anno il settore lattiero-caseario sta attraversando una grave crisi dovuta all'aumento delle produzioni di latte e dei prodotti lattiero-caseari a livello mondiale e alla contemporanea contrazione delle importazioni da parte dei Paesi emergenti.
  A ciò va aggiunto l'embargo sui prodotti agroalimentari decretato dalle Autorità russe come ritorsione alle sanzioni imposte dalla Unione europea ed altri Paesi occidentali verso la Russia stessa.
  Ciò ha portato ad un abbassamento generalizzato dei prezzi all'origine del latte bovino ed ha creato difficoltà a numerose imprese, in tutta Europa, che non riescono più a coprire i costi di produzione.
  In Italia il problema è particolarmente sentito considerati gli elevati costi di produzione del latte.
  Nel tentativo di alleviare la situazione di crisi sono state messe in atto diverse misure sia in ambito comunitario che nazionale.
  Al riguardo si ricorda che con il decreto-legge n. 51/2015, convertito, con modificazioni, con la legge n. 91/2015, è stato previsto, all'articolo 1, che in applicazione dell'articolo 15, paragrafo 1, del Regolamento n. 595/2004 della Commissione, su richiesta dei produttori di latte interessati, il pagamento dell'importo del prelievo supplementare dovuto per il periodo 2014/2015, può essere effettuato in tre rate annuali senza interessi. Ciò al fine di assicurare una maggiore liquidità alle aziende responsabili di eccessi produttivi, in un momento di gravi difficoltà del mercato.
  Peraltro, lo scorso autunno l'Unione europea ha varato un pacchetto di misure di aiuto eccezionale per i settori zootecnici. Tra le diverse misure concordate, per quanto riguarda l'Italia, sono di particolare interesse quelle previste dai Regolamenti delegati n. 1853 e 1852 del 2015, entrambi della Commissione, riguardanti rispettivamente la concessione di aiuti per gli agricoltori dei settori zootecnici e l'istituzione di un regime di aiuto per l'ammasso privato dei formaggi.
  In particolare, con il Regolamento n. 1853/2015 sono stati assegnati all'Italia 25.017.897 euro da destinare agli agricoltori del settore zootecnico, ai quali devono essere versati entro il 30 giugno 2016.
  Con il decreto ministeriale 22 gennaio 2016 sono state definite le modalità di ripartizione delle risorse messe a disposizione con detto Regolamento.
  Il secondo Regolamento ha invece istituito un regime di aiuti per l'ammasso privato di un massimo di 100.000 tonnellate di formaggi. Il massimale è stato ripartito tra gli Stati membri sulla base della produzione di formaggi realizzata nel 2014 e, per l'Italia, è stato previsto un massimale di circa 12.000 tonnellate di formaggio ammassabile. I quantitativi non utilizzati vengano ripartiti tra gli Stati membri che ne abbiano fatto richiesta, sulla base dell'effettivo utilizzo della misura.
  L'Italia, avendo esaurito il proprio contingente, ha presentato richiesta alla Commissione europea per una riassegnazione dei quantitativi non utilizzati dagli altri Stati membri. La Commissione con il Regolamento n. 2016/225 del 17 febbraio 2016, ha quindi assegnato all'Italia un ulteriore contingente di 27.025 tonnellate di formaggio che può usufruire dell'aiuto all'ammasso privato.
  Preciso che, con l'assegnazione di questo ulteriore contingente agli operatori italiani, ci è stato riservato il 40 per cento circa dell'intera misura europea.
  Ricordo inoltre, l'istituzione del «Fondo per gli investimenti nel settore lattiero-caseario» prevista dall'articolo 1, commi 214-217, della legge 23 dicembre 2014, n. 190 (legge di stabilità 2015). Per questa misura è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 5 maggio 2016, il decreto ministeriale del 18 aprile 2016, con il quale sono previste le disposizioni applicative e la ripartizione delle risorse del fondo che ammontano a 3 milioni di euro per il 2015, 15 milioni di euro per il 2016 e 38 milioni di euro per il 2017.
  Segnalo infine che il Consiglio dei ministri dell'agricoltura dell'Unione europea, nel corso della riunione del 14 marzo scorso, ha esortato la Commissione europea ad attivare tutte le misure eccezionali a disposizione, ai sensi del Regolamento n. 1308/2013, ed ha individuato alcuni aspetti delle attuali politiche comunitarie dove poter intervenire al fine di alleviare le attuali difficoltà del mercato lattiero-caseario.
  Tra i possibili interventi è stato individuato l'ampliamento delle misure attualmente previste e un programma di pianificazione della produzione di latte affidato alle Organizzazioni dei produttori ed alle cooperative.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

latte

prezzo

alimentazione animale