ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07701

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 564 del 08/02/2016
Abbinamenti
Atto 5/07688 abbinato in data 09/02/2016
Atto 5/07692 abbinato in data 09/02/2016
Atto 5/07694 abbinato in data 09/02/2016
Atto 5/07695 abbinato in data 09/02/2016
Atto 5/07696 abbinato in data 09/02/2016
Firmatari
Primo firmatario: RABINO MARIANO
Gruppo: SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Data firma: 08/02/2016


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 08/02/2016
Stato iter:
09/02/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 09/02/2016
Resoconto CICCHITTO FABRIZIO AREA POPOLARE (NCD-UDC)
 
RISPOSTA GOVERNO 09/02/2016
Resoconto DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
 
REPLICA 09/02/2016
Resoconto RABINO MARIANO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 08/02/2016

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 09/02/2016

DISCUSSIONE IL 09/02/2016

SVOLTO IL 09/02/2016

CONCLUSO IL 09/02/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07701
presentato da
RABINO Mariano
testo di
Lunedì 8 febbraio 2016, seduta n. 564

   RABINO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
   il nostro Paese è stato scosso dal recente barbaro assassinio di Giulio Regeni, lo studente italiano di 28 anni ritrovato cadavere il 4 febbraio 2016 in un fosso sulla strada che dal Cairo porta ad Alessandria. Dalla ricostruzione emersa dai servizi di sicurezza locali, risulterebbe: «Morte causata da prolungate torture», così come è scritto nei documenti trasmessi a Roma per via diplomatica dopo il primo esame del corpo;
   Giulio scompare nel pomeriggio del 25 gennaio 2016. Per sei giorni la notizia viene tenuta riservata, ma il 31 gennaio, mentre le autorità egiziane negano di sapere che fine possa aver fatto, la Farnesina decide di renderla pubblica con una nota ufficiale;
   la polizia e i servizi segreti al Cairo continuano a negare di avere informazioni. Il 3 febbraio 2016 – di fronte alle insistenze italiane che minacciano la crisi diplomatica – l'ambasciatore Maurizio Massari viene informato del ritrovamento del cadavere. Il referto parla di «numerosi tagli e bruciature», il corpo è martoriato. I medici evidenziano le «prolungate torture» e ciò fa presumere che il giovane sia rimasto diversi giorni nelle mani dei suoi aguzzini;
   l'autopsia stessa ha successivamente rilevato che la morte è avvenuta per un colpo ricevuto al collo. L’équipe di medici legali ha riscontrato segni di un violento pestaggio e numerose abrasioni e lesioni, tuttora oggetto di analisi, così come il colpo al capo che ha provocato il decesso. Non sarebbero invece emersi segni di abusi o di violenze sessuali subiti dal giovane;
   sono diverse le ipotesi fatte sulla tragica morte, tra le quali, quella della tesi per il dottorato di ricerca che Regeni stava svolgendo e che lo avrebbe portato a incontrare numerose persone del sindacato. I carabinieri del Ros e i poliziotti dello Sco, incaricati delle indagini, stanno cercando di ricostruire i suoi ultimi contatti nella convinzione che la polizia locale lo avesse già fatto e per questo avesse cominciato a tenerlo sotto controllo;
   l'arresto potrebbe essere avvenuto nel corso di una «retata», oppure tra gli obiettivi della cattura potrebbe esserci anche quello di impedirgli di continuare a pubblicare articoli, pubblicati sotto pseudonimo sull'agenzia Nena news – specializzata sui temi del Medio Oriente – e in parte ripresi dal quotidiano Il Manifesto, evidentemente ritenuti dannosi per il regime. Tutte ipotesi, ma che non giustificano la morte di un giovane, né la mancanza di immediata trasparenza e verità da parte delle autorità locali sul caso;
   il New York Times ha scritto che probabilmente il caso Regeni potrebbe essere sollevato in incontri tra esponenti Usa e egiziani ed in questi giorni si prevede una visita del Ministro degli esteri egiziano Shoukry a Washington, dove vedrà Kerry, e una missione al Cairo dell'incaricata del Dipartimento di Stato Usa per i diritti umani;
   la stampa nazionale ed internazionale ha evidenziato come la tragica morte del ricercatore italiano rappresenti un altro segnale allarmante di abusi da parte della forze di sicurezza in un Paese dove detenzioni arbitrarie e torture stanno diventando sempre più comuni;
   l'ambasciatore egiziano in Italia, Amr Helmy, assicurando la massima collaborazione con l'Italia, ha dichiarato che: «Le autorità egiziane offrono la massima collaborazione ai funzionari investigativi italiani presenti attualmente in Egitto. Il Governo egiziano sa che la morte della studente Giulio Regeni rappresenta un evento di importanza rilevante per tutta l'Italia, sia per il Governo sia per l'opinione pubblica» –:
   quali urgenti iniziative intenda attuare perché venga fatta chiarezza sulla morte di Giulio Regeni e, in particolare, se non ritenga necessario assumere ogni iniziativa d competenza affinché vengano individuate le responsabilità di questa tragedia che ha colpito, non solo la famiglia di Giulio, ma l'intero Paese, attraverso una cooperazione costruttiva tra autorità italiane ed egiziane, dal momento che è stata messa a repentaglio la presenza dei giovani italiani all'estero. (5-07701)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 9 febbraio 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-07701

  Vorrei cogliere l'occasione della risposta a queste vostre interrogazioni per fare una ricostruzione dettagliata della dolorosa vicenda di Giulio Regeni e dell'azione del Governo e della nostra Ambasciata al Cairo per assicurare che sia fatta giustizia.
  Giulio Regeni era uno studente dottorando all'Università di Cambridge e da settembre si trovava al Cairo come visiting researcher presso l’American University della capitale egiziana. I suoi studi erano economici e riguardavano principalmente il ruolo dei sindacati indipendenti in Egitto. Il ragazzo, che studiava l'arabo, conosceva bene il Paese, in cui si era già recato in passato, e per il quale nutriva un grande interesse.
  Il 25 gennaio – giorno del quinto anniversario della rivoluzione in Egitto – Regeni era atteso per cena da alcuni amici presso un ristorante del capitale, ma non è mai giunto al luogo dell'appuntamento. Tra questi c'era il Signor Gennaro Gervasio, Professore universitario presso la stessa Università e del quale era amico, che non vedendolo arrivare si è allarmato e – tra le 22.30 e le 23.00 della stessa sera – ha avvisato la nostra Ambasciata al Cairo.
  Gervasio gli aveva infatti parlato telefonicamente verso le 19:40. Regeni gli aveva spiegato che sarebbe uscito di casa verso le 20:00 per avviarsi alla vicina stazione della metropolitana, sarebbe sceso alla fermata Mahamed Naguib da dove avrebbe proseguito a piedi fino al ristorante. La fermata indicata da Regeni si trova nei pressi di Piazza Tahrir, luogo simbolo della rivoluzione, che in quei giorni era presidiato dalle Autorità egiziane, preoccupate di possibili questioni di sicurezza legate all'imminente anniversario.
  Gervasio ha riferito all'Ambasciata di avere ripetutamente provato a chiamare Giulio tra le 20:18 e le 20:23, senza ottenere risposta; a partire dalle 20:25, invece, il cellulare del ragazzo risulta spento.
  Dunque, avvisata dal Signor Gervasio, l'Ambasciata si è immediatamente attivata interessando formalmente le Autorità locali, e verificando contemporaneamente tutti i possibili canali di contatto per rintracciare Giulio.
  Nelle ore immediatamente successive alla scomparsa, l'Ambasciatore Maurizio Massari ha sensibilizzato, attraverso il Ministro di Stato per la produzione militare, il Ministro dell'interno egiziano, sottolineando la delicatezza del caso e l'attenzione con cui le ricerche erano seguite dall'Italia. Le Autorità egiziane hanno assicurato che sarebbero stati effettuati tutti gli sforzi necessari per trovare il connazionale. La Polizia e l’intelligence militare hanno escluso che Giulio Regeni fosse stato fermato o arrestato. In quei giorni infatti si è diffusa la notizia del fermo di uno straniero, risultato poi un cittadino americano rilasciato dalle Autorità locali.
  Anche la ricerca presso gli ospedali del Cairo non ha dato alcun esito.
  Su istruzioni del Ministro Gentiloni, l'Ambasciatore ha quindi avuto contatti con il Consigliere per la Sicurezza Nazionale del Presidente al-Sisi, Fayza Aboul Naga, e con il Vice Ministro degli Esteri, Amb. Hossam Zaki. Le ricerche sono proseguite e hanno coinvolto anche il coinquilino di Giulio, Mohamed El Sayed, e la sua collega ricercatrice Nura Medhat, principali punti di riferimento del connazionale in Egitto, insieme al Signor Gervasio. Tutti hanno infatti offerto la massima disponibilità a collaborare alle indagini.
  In questo contesto, la domenica 31 gennaio, lo stesso Ministro Gentiloni ha chiamato personalmente al telefono l'omologo egiziano Sameh Shoukry, al quale ha espresso la forte preoccupazione del Governo italiano per la sorte del connazionale ed ha sollecitato il massimo impegno per ritrovarlo e ottenere informazioni sulle sue condizioni.
  L'Ambasciata è stata da subito sempre in contatto con i genitori, Claudio Regeni e Paola Deffeni. Giunti al Cairo il sabato 30 gennaio, hanno ricevuto dall'Ambasciata ogni possibile assistenza. In quelle ore, rivolgendosi alla stampa, i coniugi Regeni avevano chiesto di mantenere il riserbo sulla vicenda del figlio.
  L'azione della Farnesina è quindi proseguita il martedì 2 febbraio, allorché l'Ambasciatore Massari ha incontrato il Ministro dell'interno egiziano Magdi Adel Ghaffar, al quale ha rappresentato la forte preoccupazione del Governo italiano per la vicenda, sottolineando il crescente interesse dell'opinione pubblica nazionale e dei media e rinnovando l'appello per una rapida e positiva soluzione del caso.
  Il Ministro dell'Interno ha assicurato che le indagini erano in corso e che tutte le informazioni raccolte dai servizi di intelligence egiziani, che hanno una consolidata esperienza nella localizzazione di persone, sarebbero state condivise con l'Ambasciata. Il Ministro Ghaffar ha ribadito a più riprese che Giulio aveva numerosi contatti e relazioni con cittadini egiziani e italiani, attraverso cui si sarebbe potuto localizzarlo e su cui le Autorità inquirenti stavano investigando.
  Mercoledì 3 febbraio la Ministra Guidi, giunta al Cairo alla testa di una missione imprenditoriale programmata da tempo, ha sollevato il caso di Giulio durante un colloquio riservato con il Presidente al-Sisi, chiedendo al Capo dello Stato egiziano il massimo impegno per ritrovare il connazionale.
  Il colloquio con al-Sisi ha rappresentato un ulteriore tassello dell'azione a tutto campo e ai più alti livelli avviata fin dal primo momento dal Governo, anche attraverso l'Ambasciata. Un'azione fatta di innumerevoli contatti e incontri con le Autorità egiziane e che aveva condotto, come ho già detto, il Ministro Gentiloni a chiamare il Ministro Shoukry già la domenica 31 gennaio.
  La stessa sera del mercoledì 3 febbraio, attorno alle 20.00, durante il ricevimento ufficiale organizzato dall'Ambasciata in occasione della visita della delegazione imprenditoriale e della Ministro Guidi, l’Assistant Minister per gli Affari Europei del Ministero degli Affari Esteri, Ambasciatore Zaki, ha ufficiosamente annunciato all'Ambasciatore Massari il ritrovamento di un corpo la cui descrizione corrispondeva a quella di Giulio Regeni.
  L'Ambasciatore Massari e il Ministro Guidi si sono immediatamente recati dai genitori per comunicare personalmente la tragica notizia e portare loro le condoglianze del Governo italiano. Da quel momento, i Signori Regeni sono stati trasferiti presso la Residenza dell'Ambasciatore, che li ha ospitati fino al loro rientro in Italia.
  La Ministra Guidi, di concerto con il Ministro Gentiloni, ha contemporaneamente deciso di cancellare la visita in corso e di fare immediato rientro in Italia.
  Il Ministro Gentiloni, che si trovava a Londra, dopo aver espresso il cordoglio del Governo italiano e suo personale alla famiglia di Giulio, ha chiesto all'Egitto di fare chiarezza su quanto avvenuto attraverso indagini che prevedano la partecipazione anche di esperti italiani.
  La notte tra il 3 e il 4 febbraio, continuando a mancare da parte delle Autorità egiziane la conferma dell'identificazione del cadavere ritrovato come quello di Giulio Regeni, l'Ambasciatore Massari si è recato all'obitorio per prendere visione del corpo ritrovato in un fosso, nella zona di Giza, quartiere del Cairo lontano dal luogo in cui Giulio si sarebbe dovuto recare a cena la sera del 25 gennaio. La conferma ufficiale egiziana è giunta il pomeriggio di giovedì 4 febbraio, anche a seguito delle pressioni dell'Ambasciata.
  Il corpo trovato presenta, secondo quanto è poi emerso dalle risultanze preliminari dell'esame autoptico condotto al Cairo dal medico legale egiziano, ecchimosi, segni di bruciature e di tagli alle spalle e al torace. Si tratterebbe pertanto di una morte violenta ad opera di ignoti, che è stata preceduta da sevizie e le cui circostanze sono adesso oggetto di indagine.
  La mattina di giovedì 4 febbraio, a Londra, a margine della Conferenza internazionale dei donatori della Siria, in un apposito incontro bilaterale, il Ministro Gentiloni ha espresso al suo omologo egiziano Shoukry sconcerto per la sorte del connazionale ed ha chiesto la massima collaborazione dell'Egitto, anche attraverso l'inclusione di esperti italiani nelle indagini.
  In parallelo, su istruzione del Ministro Gentiloni, il Segretario Generale del Ministero degli Esteri ha convocato d'urgenza alla Farnesina l'Ambasciatore egiziano a Roma esprimendo lo sconcerto dell'Italia per la tragica fine del nostro giovane connazionale e ribadendo le attese di una collaborazione totale, efficiente e trasparente. L'Ambasciatore ha espresso a nome del suo Paese profondo cordoglio per la morte di Regeni ed ha assicurato la massima collaborazione dell'Egitto per individuare i responsabili di questo atto criminale.
  Nelle stesse ore, al Cairo, l'Ambasciatore Massari ha consegnato personalmente al Capo di Gabinetto del Ministro degli Affari Esteri egiziano una Nota Verbale consente la richiesta di immediata ufficializzazione della notizia del ritrovamento del corpo di Giulio, nonché lo svolgimento di una inchiesta esaustiva cui possano prendere espressamente parte esperti italiani, nonché, infine, la restituzione della salma del nostro connazionale per il rimpatrio in Italia.
  Sempre il giovedì 4 febbraio, il Presidente al-Sisi ha telefonato al Presidente del Consiglio Renzi, riferendogli di aver ordinato al Ministero dell'interno e alla Procura Generale di perseguire ogni sforzo per togliere ogni ambiguità e svelare tutte le circostanze della morte di Giulio Regeni. Il Presidente Renzi ha quindi ottenuto l'assicurazione di al-Sisi della piena cooperazione delle Autorità egiziane, dando così il suo assenso all'invio di un nucleo di esperti italiani che possano partecipare alle indagini in corso al Cairo.
  Nel frattempo, l'Ambasciatore Massari ha avuto – il pomeriggio del 4 febbraio – un secondo colloquio con il Capo di Gabinetto del Ministro degli Esteri egiziano, durante il quale l'Ambasciatore Din ha assicurato che la salma avrebbe potuto essere rimpatriata in tempi brevissimi, cosa che è poi effettivamente avvenuta sabato 6 febbraio.
  Come noto, il feretro di Giulio Regeni è rientrato in Italia sabato scorso, accompagnato dai genitori, i quali sono stati accolti all'Aeroporto di Roma Fiumicino da Autorità istituzionali italiane e dall'Ambasciatore egiziano a Roma Helmy.
  Sul piano giudiziario, nei giorni scorsi, l'Ambasciata ha trasmesso la segnalazione alla Procura della Repubblica di Roma della scomparsa del connazionale, e successivamente ha inviato anche la notizia del decesso. La Procura della Repubblica ha quindi aperto un'inchiesta.
  Il nucleo di investigatori italiani, inviato da Roma, è giunto al Cairo la sera del 5 febbraio scorso. Da allora, oltre ad aver ascoltato i genitori di Giulio Regeni la sera stessa, ha avuto un lungo incontro il giorno successivo con alti rappresentanti del Ministero degli interni e un ulteriore lungo incontro con livelli più tecnici degli organi di polizia. In ogni caso siamo in una fase ancora molto preliminare ed è quindi prematuro trarre conclusioni; fino a questo momento è stato assicurato, sul piano formale, un sufficiente livello di collaborazione. Le Autorità egiziane hanno preso nota delle richieste di elementi da parte dei nostri inquirenti, che sono ora in attesa di avere i necessari riscontri.
  Desidero ribadire in questa sede che il Governo italiano continuerà a seguire con la massima determinazione gli sviluppi delle indagini in corso al Cairo, premendo sulle Autorità egiziane affinché sia fatta luce sulle circostanze della tragica scomparsa di Giulio Regeni e siano assicurati alla giustizia i responsabili. Il Governo non mancherà di tenere aggiornato il Parlamento sulla base delle risultanze che emergeranno dalle attività inquirenti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti umani

diritto alla giustizia

omicidio