ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07700

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 564 del 08/02/2016
Firmatari
Primo firmatario: PESCO DANIELE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 08/02/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 08/02/2016
ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE 08/02/2016
CANCELLERI AZZURRA PIA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 08/02/2016
DELLA VALLE IVAN MOVIMENTO 5 STELLE 08/02/2016
CASTELLI LAURA MOVIMENTO 5 STELLE 08/02/2016
TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 08/02/2016
COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE 08/02/2016
CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE 08/02/2016
CHIMIENTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 08/02/2016
LIUZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE 08/02/2016
BONAFEDE ALFONSO MOVIMENTO 5 STELLE 08/02/2016
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 08/02/2016
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 08/02/2016


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 08/02/2016
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 08/02/2016
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 16/02/2016
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 08/02/2016

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 16/02/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07700
presentato da
PESCO Daniele
testo di
Lunedì 8 febbraio 2016, seduta n. 564

   PESCO, VILLAROSA, ALBERTI, CANCELLERI, DELLA VALLE, CASTELLI, TRIPIEDI, COMINARDI, CIPRINI, CHIMIENTI, LIUZZI, BONAFEDE, SIBILIA e TERZONI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   si intendono riprese e richiamate le premesse espresse nell'interrogazione n. 4/08511 del 20 marzo 2015, ancora senza una risposta;
   all'interrogazione n. 5-05097 presentata dalla deputata Fabiana Dadone, in particolare al quesito «se il Ministro dell'economia e delle finanze abbia svolto un'istruttoria a seguito della proposta di Banca d'Italia di sciogliere gli organi di Bene Banca e, in caso contrario, quali siano le motivazioni per la mancata istruttoria», il sottosegretario per l'economia e le finanze Pier Paolo Baretta, solo il 29 ottobre 2015 dichiara: «... Al riguardo, la Banca d'Italia ha fatto presente che Bene Banca è stata posta in amministrazione straordinaria con decreto ministeriale del 26 aprile 2013 per gravi irregolarità nell'amministrazione e gravi violazioni normative, ai sensi dell'articolo 70, comma 1, lettera a) del Testo Unico Bancario. Gli accertamenti ispettivi condotti presso l'intermediario dal 28 novembre 2012 al 15 febbraio 2013 avevano posto in luce rilevanti anomalie nella governance, marcate irregolarità nella gestione di importanti relazioni d'affari e gravi carenze nel presidio dei rischi di credito, di non conformità e reputazionali. L'attività condotta dagli Organi Straordinari nel corso della procedura è stata principalmente diretta all'accertamento della situazione aziendale, alla rimozione delle irregolarità riscontrate e all'individuazione della soluzione della crisi. Il 31 maggio 2014, la procedura di amministrazione straordinaria si è conclusa con la restituzione della Bee alla gestione ordinaria.». Riportando le parole di Banca d'Italia ed evitando di rispondere all'esplicito quesito, il Governo, a giudizio degli interroganti, conferma la mancanza dell'istruttoria prevista e d'aver lasciato quindi carta bianca alla discrezionalità degli organi di Banca d'Italia, banca privata al pari della Banca centrale europea. Il Ministero quindi, sulla sola base del provvedimento deliberato da Banca d'Italia, emette un decreto per il commissariamento di Bene Banca in virtù anche di non meglio specificate cause «reputazionali». Appare curioso, preoccupante, che una banca possa essere commissariata non per conflitti di interesse e esplicite violazioni di diritto, ma per problemi «reputazionali» e vaghe «anomalie». Nella stessa risposta, lo stesso sottosegretario, riportando elementi informativi della Banca d'Italia prosegue con: «In ordine alle circostanze richiamate nell'interrogazione parlamentare relativamente al dottor Duso e al professor Ossola, la Banca d'Italia ha precisato che nella selezione dei componenti degli organi per le procedure di gestione delle crisi, oltre a tenere conto della professionalità e dell'indipendenza dei soggetti candidati, considera ulteriori elementi quali: – la ricorrenza di fattispecie rientranti nelle previsioni dei decreti del Ministro del tesoro concernenti i requisiti di onorabilità degli esponenti aziendali; – l'esistenza di sentenze penati di condanna, anche non definitive; – l'irrogazione di sanzioni amministrative nel settore creditizio, finanziario, mobiliare o assicurativo; – lo svolgimento, per almeno due esercizi precedenti l'adozione dei relativi provvedimenti, di funzioni di amministrazione, direzione e controllo in società sottoposte a fallimento o a procedure equiparate. A tal fine, al momento dell'accettazione dell'incarico di vigilanza, gli interessati sono chiamati a riferire su qualsiasi circostanza che possa condurre alle situazioni richiamate, impegnandosi a dare immediata comunicazione della eventuale sopravvenienza delle stesse nel corso dell'espletamento dell'incarico. Quanto al presunto conflitto di interessi in capo al dottor Duso – che all'epoca del commissariamento ricopriva anche la carica di amministratore delegato della Marzotto Sim, partecipata per il 9,8 per cento dalla Banca Popolare di Vicenza – il Commissario, successivamente all'avvio della procedura straordinaria, in considerazione dell'accresciuto rischio di ritiro dei depositi da parte della clientela, ha ritenuto di incrementare le controparti presso cui detenere depositi prontamente monetizzabili e adeguatamente remunerati. Dopo aver esaminato le offerte di diversi istituti di credito per lo sviluppo di partnership commerciali, è stato aperto un c/c di corrispondenza con la Banca Popolare di Vicenza, in considerazione delle favorevoli condizioni economiche accordate dall'intermediario (tasso d'interesse dell'1, 75 per cento, senza vincoli temporali). Per quanto attiene al professor Ossola, a seguito dell'adozione di un provvedimento sanzionatorio a suo carico da parte della Consob avvenuta il 6 dicembre 2013, lo stesso ha proceduto a darne immediata informativa alla Banca d'Italia e in data 25 gennaio 2014 ha rassegnato le proprie dimissioni dalla carica di Presidente del Comitato di sorveglianza di Banca delle Marche, in a. s. Con riguardo, invece, all'incarico nel Comitato di Sorveglianza di Bene Banca, l'istituto ha ritenuto rilevante la circostanza che la procedura si trovasse già in fase conclusiva». Relativamente agli adeguamenti normativi in tema di conflitto d'interesse, la Banca d'Italia ha comunicato che i relativi presidi sono stati di recente ulteriormente rafforzati in occasione del recepimento nell'ordinamento italiano della CRD IV (Capital Requirements Directive). In particolare, l'articolo 53, comma 4 del decreto legislativo 385 del 1993 (TUB) stabilisce che «in ogni caso i soci e gli amministratori, fermi restando gli obblighi previsti dall'articolo 2391, primo comma, del codice civile, si astengono dalle deliberazioni in cui abbiano un interesse in conflitto, per conto proprio o di terzi»;
   secondo Banca d'Italia, e quindi secondo il Governo, è possibile che Banca d'Italia per problemi «reputazionali» possa commissariare una banca (una proprietà privata dei cittadini soci, con i propri progetti, relazioni d'affari, obiettivi di sviluppo territoriali e relativi investimenti), e al contempo ignorare gli stessi nella nomina di ben pagati commissari membri dei comitati di sorveglianza, che restano carica fino all'ultimo incassando lauti stipendi a spese degli enti commissariati (articolo 71, comma 4, del decreto legislativo 385 del 1993). Nel caso specifico poi del dottor Duso, il Governo risponde all'interrogazione Dadone solo pochi giorni dopo il riaccendersi dei riflettori su Bene Banca, a causa di uno scambio di «missive» tra il sindaco di Bene Vagienna e il direttore generale dell'istituto Riccardo Giovanni Massaro, ignorando sembra quanto riportato dalla stampa locale;
   riporta infatti il settimanale Provincia Granda Fossanese, a firma Alberto Prieri, in un articolo del 21 ottobre 2015: «Quanto ai depositi ancora in essere presso la Popolare di Vicenza, la dirigenza di Bene Banca ha chiarito che con quell'istituto i rapporti commerciali sono iniziati nel 2003 e proseguono ancora oggi. Attualmente, presso la popolare vicentina sono investiti 8 milioni di euro a rendimenti tra il 3,25% e il 5% che scadranno tra 2016 e 2018, e altri 2 milioni di obbligazioni a tasso variabile dello 0,27% superiore all'euribor a 3 mesi, con scadenza nel 2017». Stranamente il Governo, nella sua risposta non fa menzione di 10 milioni di euro in obbligazioni, difficilmente «prontamente monetizzabili e adeguatamente remunerate», come non menziona (come riportato dal Il Fatto Quotidiano il 7 marzo 2015 a firma Paolo Fior «...l'esposizione verso Vicenza (cioè la consistenza di quel deposito) superava il limite del 25% del patrimonio prudenziale di Bene Banca che a fine 2013 ammontava a circa 70,5 milioni. Dunque, al minimo, a Vicenza sono stati depositati 17,6 milioni di euro, anche se fonti interne alla banca parlano di una cifra di molto superiore, intorno ai 50 milioni»), la segnalazione dovuta per il superamento del limite prudenziale di esposizione verso una singola controparte, a firma proprio del dottor Duso: segnalazione che informa Banca d'Italia proprio dell'entità dell'avvenuto intrecciarsi degli interessi privati del commissario;
   sulle pagine del sito del comitato « SvegliamociBene», ripreso dall'Osservatorio Politico Internazionale e da targatoCN.it, dall’«Esposto-informativa dell'ex direttore generale a Procura e Banca d'Italia», Silvano Trucco, si apprende che secondo l'ex manager solo in seguito all'arrivo del commissario Duso, avvenuto il 3 maggio 2013, l'istituto cominciò a instaurare rapporti commerciali stabili con la Banca Popolare di Vicenza tramite l'apertura di un conto corrente a fine maggio 2013 dove furono versati subito 5 milioni di euro, e con la società Marzotto Sim di cui lo stesso dottor Duso era appena divenuto amministratore delegato, nonostante l'universo di società di intermediazione mobiliare presenti nel mercato nazionale; precedentemente l'unica connessione tra l'istituto piemontese e la banca vicentina distante 370 chilometri era la presenza in portafoglio di obbligazioni pari a 3.055.000 nominali (750.000 con scadenza giugno 2014, 305.000 scadenza febbraio 2015 e 2.000.000 scadenza maggio 2017, queste ultime acquistate nel luglio 2008 e nell'agosto 2009, quando la banca vicentina godeva ancora di buona reputazione). Tale importo appare evidente rientrare in una diversificazione standard prudenziale di un portafoglio investimenti di una banca territoriale, ed è in linea con gli standard di diversificazione del rischio, raffrontato al totale degli impieghi. Sempre solo dopo l'arrivo del commissario Duso l'esposizione in obbligazioni salì a 10 milioni di euro. Furono acquistate quindi altre obbligazioni per un totale di 8.000.000 di euro (il 26 luglio 2013, il 24 ottobre 2013, il 12 novembre 2014 e il 30 ottobre 2014), dal commissario Duso e dal nuovo direttore generale di Bene Banca Massaro. Quest'ultimo (già consulente incaricato da Banca d'Italia) in una lettera pubblica del 16 ottobre 2015, resasi necessaria dopo la richiesta di informazioni ricevuta dal sindaco di Bene Viagenna sulle voci di possibili fusioni tra 1 Bene Banca e Banca Alpi Marittime, aveva anche asserito «Per quanto riguarda la situazione della Banca Popolare di Vicenza, i rapporti con l'Istituto, iniziati già dal precedente CdA e proseguiti dall'attuale compagine sono di tipo obbligazionale e stanno andando verso la loro naturale scadenza. L'Istituto, come molti altri Crediti Cooperativi ha spuntato con l'istituto vicentino, tassi vantaggiosi e, per evitare minusvalenze, andranno a cessare con la naturale scadenza dei termini contrattuali» (Agata Pagani, TargatoCN.it 21 ottobre 2015). A tale dichiarazione dà eco una nota diffusa da Bene Banca ripresa dal settimanale, Provincia Granda, che scrive «L'investimento serviva a sviluppare partnership commerciali con altri istituti di credito e la banca selezionata proponeva rendimenti mediamente superiori di almeno 1 punto percentuale rispetto ai conti correnti offerti dagli altri istituti – spiega una nota diffusa da Bene Banca –. Il deposito raggiunse la somma di circa 38 milioni di euro, poi ridotti progressivamente a 20 milioni. Ogni operazione è sempre stata condotta nel rispetto dei limiti di vigilanza e con l'unico intento di massimizzare i rendimenti, minimizzando i rischi: Bene Banca, per statuto, non ha scopo di lucro e il risultato utile della gestione è strumento per promuovere il benessere dei soci e del territorio di riferimento». In merito ai depositi e alla loro redditività, lo stesso ex direttore generale Trucco asserisce che ancora ad aprile 2015 (dopo quindi lo scalpore suscitato dai media) ancora persistevano depositi per 10,7 milioni di euro allo 0,375 per cento 10 milioni di euro al 1,75 per cento. Tra depositi e obbligazioni, il commissario Duso arrivò a veicolare su Banca Popolare di Vicenza quasi 50 milioni, in piena campagna « stress test» della Banca centrale europea e in piena campagna «acquisti»: Popolare Vicenza, nonostante le denunce e gli esposti a suo carico, proseguì a operare liberamente con il consenso di Bankitalia tanto da risultare interessata a fusioni con banche di mezza Italia, soprattutto con le banche colpite poi a novembre, 2015 dal cosiddetto decreto «SalvaBanche» (in realtà un esproprio coatto ad avviso degli interroganti illegittimo, indebito e incostituzionale) mentre Bene Banca fu commissariata discrezionalmente con la sostanziale accondiscendenza del Governo, reo di assoluto disinteresse sull'operato della Banca centrale italiana che impedì così all'istituto di Bene Viagenna di approvare il bilancio (positivo) in assemblea dei soci e rinominare il nuovo consiglio d'amministrazione, poi invece sostituito dagli emissari di Palazzo Koch che nominarono, dopo aver finanziato i vicentini, presidente di Bene Banca Pier Vittorio Vietti, stretto congiunto dell'allora membro e vicepresidente del CSM e ex deputato UDC, Michele Vietti, oggi sostenitore del partito della nazione);
   dall'articolo del 7 ottobre 2010 de « Il Mattino di Padova» dal titolo «Giambattista Duso da Antonveneta ai vertici di La Centrale finanziaria» si legge e apprende «Giambattista Duso, 30 anni in Antonveneta di cui è stato direttore commerciale corporate fino a luglio 2009, è stato nominato ieri dal cda de La Centrale finanziaria generale, nuovo amministratore delegato della società romana presieduta da Giancarlo Elia Valori. Sempre ieri l'assemblea ha rinnovato il cda. Accanto al presidente Valori nel board siedono il vice Tarak Ben Ammar (consigliere di Mediobanca) e i consiglieri Sergio Balbinot (Generali), Vittorio Fini (Banca Popolare dell'Emilia e Romagna), Achille D'Avanzo (Solido Holding), Jean-Louis Andreux (Compagnie Générale d'Investissements et de Participations Coginvest); Michelangelo Canova (Allianz), Ercole Galizzi (Return Holding), Nicolò Azzolini (Amenduni e Cattolica Popolare), Beniamino Itri (Partners&Partecipation), Fabio Aparo (Investimenti mobiliari), Antonio Maccanico, Pierluigi Toti, Massimo Faccioli Pintozzi, Io stesso Giambattista Duso, Armando Maffeis e Mauro Ardesi. Il cda ha confermato il collegio sindacale, presieduto da Andrea Monorchio, ex ragioniere generale dello Stato». La Centrale Finanziaria Generale di Giancarlo Elia Valori (Dagospia il 10 dicembre 2013 Molava «Il catto-massone e boiardo Elia Valori è vivo, e lotta insieme a Baldassarre nella truffa Alitalia in sostegno delle magagne del banana», riprendendo un articolo di Affari Italiani): ex direttore commerciale corporate di Antonveneta, diventa amministratore delegato di una holding il cui presidente risulta espulso già dal 1981 dalla P2, vicino ai servizi segreti, con organi di amministrazione condivisi con altre e potenti banche e holding. Non solo, con Andrea Monorchio confermato nel collegio sindacale. Lo stesso Monorchio, ragioniere dello Stato fino al 2002, diventato poi vicepresidente nel 2011 di Banca Popolare di Vicenza, dove Zonin chiamò a se anche Mariano Sommella, ex funzionario di Banca d'Italia, Luigi Amore, ex ispettore di vigilanza divenuto capo dell’audit interna della BPVI, e da settembre 2013 anche Giannandrea Falchi (consigliere per le relazioni istituzionali), ex capo della «Segreteria particolare» dell'allora governatore di Bankitalia Mario Draghi (dicembre 2005 – ottobre 2011), ai tempi in cui vennero depositate le prime denunce ed esposti contro la disinvolta gestione dell'istituto vicentino, poi archiviate –:
   se il Governo fosse a conoscenza di quanto premesso;
   se il Governo intenda assumere iniziative normative al fine di evitare che operazioni come aprire un rapporto di conto corrente reciproco presso un istituto di credito sul quale vengano convogliate svariate decine di milioni di euro, o comprare milioni di euro nominali di obbligazioni di quello stesso istituto, o sottoscrivere un nuovo contratto con una nuova società d'intermediazione, possano avvenire con una semplice autorizzazione del commissario straordinario, che, come nel caso in questione, può risultare egli stesso firmatario della segnalazione a Banca d'Italia in merito a quella che agli interroganti appare una indebita esposizione oltre il 25 per cento del capitale prudenziale, e con interessi che lo coinvolgono personalmente;
   se risultino quali siano gli istituti di credito che tra il 2009 e il 2015 abbiano intrattenuto rapporti di finanziamento con una esposizione superiore al 25 per cento del capitale prudenziale di vigilanza a qualsiasi titolo, nei confronti della Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, con particolare attenzione verso gli istituti commissariati in questi anni dal Governo;
   se il Governo intenda intervenire con urgenza, e con quali iniziative, per rafforzare il sistema di vigilanza, dato quanto previsto dall'articolo 47 della Costituzione italiana. (5-07700)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

banca

banca popolare

holding