ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07681

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 562 del 04/02/2016
Firmatari
Primo firmatario: GIORDANO GIANCARLO
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 04/02/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PARIS VALENTINA PARTITO DEMOCRATICO 04/02/2016
FAMIGLIETTI LUIGI PARTITO DEMOCRATICO 04/02/2016


Commissione assegnataria
Commissione: I COMMISSIONE (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 04/02/2016
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 04/02/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07681
presentato da
GIORDANO Giancarlo
testo di
Giovedì 4 febbraio 2016, seduta n. 562

   GIANCARLO GIORDANO, PARIS e FAMIGLIETTI. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   l'Italia ed in particolare le regioni del Mezzogiorno, sono investite dalla nuova ondata migratoria proveniente soprattutto dai terribili teatri di guerra delle regioni del Medio Oriente, del nord e del centro Africa dove imperversano flagelli dalle proporzioni immani che colpiscono indistintamente milioni di persone;
   per far fronte a questa vera e propria catastrofe umanitaria l'Italia, in un contesto di collaborazione partecipata europea e internazionale, si è impegnata a svolgere responsabilmente il ruolo che gli compete;
   tale impegno è realizzato attraverso l'azione diretta del Ministero dell'interno, attraverso gli uffici territoriali di governo delle prefetture;
   quest'ultime provvedono ai sensi del decreto legislativo n. 163 del 12 aprile 2006 al fine di realizzare un'attività di prima assistenza dei cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale;
   la provincia di Avellino negli ultimi due anni si trova a fronteggiare il delicato fenomeno dell'accoglienza dei rifugiati i quali, al momento, risultano essere circa 1.100 con una previsione di progressivo incremento per i prossimi mesi fino a una quota di 1.300, dislocati in diverse strutture di prima accoglienza in 21 comuni della provincia;
   constatato che la permanenza media in questa prima fase ha raggiunto i 24 mesi, ben al di là del periodo limite delle previsioni ministeriali, si pone, con una certa urgenza, l'esigenza di favorire una migliore accoglienza materiale per una integrazione per i cittadini migranti nel contesto delle comunità locali ospitanti;
   per raggiungere questo importante obiettivo è fondamentale superare i cosiddetti «C.A.S.» per realizzare una rete altamente efficiente e professionalizzata dei soggetti gestori, in primis gli operatori delle cooperative sociali, perché la loro azione non si esaurisca in quella pur importante riservata all'accoglienza materiale perché quanto previsto nel bando e nel capitolato speciale sia compiutamente realizzato;
   senza cedere alla strumentalizzazione e al facile allarmismo, anche da verifiche sul campo effettuate una prima volta nella primavera del 2015 e in un secondo momento nel mese di gennaio 2016 da una delegazione della segreteria provinciale CGIL di Avellino presso diversi centri di accoglienza irpina, è emerso un contesto dove si palesano rilevanti limiti in parte delle strutture di accoglienza che si sono ulteriormente aggravati e che nei giorni scorsi lo stesso sindacato ha evidenziato all'opinione pubblica, inoltrano una comunicazione pubblica al prefetto di Avellino;
   in particolare, la stessa C.G.I.L. di Avellino in data 10 febbraio 2015 presentava alla procura della Repubblica presso il tribunale di Avellino un «atto di esposto e di contestuale denuncia querela» denuncia ripresa pubblicamente dalla segreteria provinciale dello stesso sindacato a cui hanno fatto eco le proteste pubbliche, anche in forme clamorose, dei migranti per evidenziare come diverse strutture risultino insufficienti nell'assicurare l'idoneità dei servizi igienici ponendo dei problemi di incolumità degli ospiti e dei frequentatori esterni;
   stando alle notizie apparse il 3 febbraio 2016, in modo diffuso sulla stampa provinciale, la procura di Avellino avrebbe aperto un fascicolo in merito mentre una decina di centri di accoglienza irpini hanno ricevuto l'ispezione dei nuclei antisofisticazioni e sanità dell'Arma dei carabinieri (N.A.S.);
   diverse strutture, tra cui quelle di Monteforte Irpino, Torelli di Mercogliano e Ospedaletto d'Alpinolo mostrano una evidente inidoneità in particolare per ciò che concerne la salubrità edilizia degli ambienti che presentano infiltrazioni e permanenza diffusa di muffe e aree permeabili all'umidità;
   la quasi totalità degli ospiti lamenta la scarsezza della qualità del cibo, rispetto agli standard minimi di civiltà;
   si registra l'assenza di personale qualificato e di esperienza funzionale alla delicata «mission» necessaria alla formazione;
   se si eccettuano alcuni centri di accoglienza, la maggior parte di essi, non presenta alcun servizio di supporto socio-psicologico di base, sempre previsto dal bando di gara, sia per l'assenza di figure professionali idonee che per l'assenza di mediatori socio-culturali con proprietà di interpretazione linguistica;
   si registra l'assenza di qualsiasi supporto informativo rispetto al loro status e alla conoscenza dei loro diritti-doveri, soprattutto nelle strutture dimensionate previste dal bando, che interessano il delicato ambito legale e amministrativo soprattutto rispetto al particolare stato di richiedenti asilo;
   si riscontra l'assenza in tutte le strutture di percorsi di impegno socialmente utili che faciliterebbero il processo di integrazione locale e l'impegno costruttivo degli immigrati che in tal modo si vedono scandire le giornate solo dalla ridondanza, spesso inadeguata, dei pasti;
   si rileva la ritardata erogazione dei « money pocket» che in alcune situazioni arriva anche a 4 mesi, in particolare per coloro che si trovano nella condizione di lasciare la struttura di accoglienza e che necessitano, pertanto, in modo indifferibile di essi sia per assicurare a costoro un minimo di comunicazione, ove possibile, con le famiglie di origine sia per provvedere alle necessarie spese farmaceutiche di «fascia C», cioè quelle a proprio carico;
   si assiste a un notevole ritardo con cui la commissione territoriale di Caserta procede alla valutazione della richiesta di protezione internazionale;
   l'esperienza dimostra che per evitare il diffondersi di fenomeni di incomprensione e di tensione, nonché di intolleranza o di devianza sociale, è alquanto fuorviante attribuire l'esclusiva responsabilità della creazione di oggettive e comprensibili situazioni di disagio, alla pericolosità o alla non capacità di adattamento degli ospiti migranti;
   i motivi di tali situazioni di difficoltà sono dovuti per lo più alla legittima rivendicazione da parte degli ospiti delle condizioni minime di accoglienza che lo Stato italiano garantisce dietro corrispettivi di finanziamenti destinati alle cooperative sociali responsabili della gestione dei centri: si fa riferimento a non funzionamento degli impianti energetici e di riscaldamento, a una corresponsione non sempre congrua e puntuale del « pocket money», a un'assenza di un tutoraggio quotidiano, soprattutto rispetto all'insegnamento e all'apprendimento della lingua italiana;
   appare opportuna la revisione dei criteri di aggiudicazione dell'appalto di gestione dei servizi che prevedono il criterio del «massimo ribasso», quindi di fatto una riduzione della qualità dei servizi e del materiale offerto, e l'eventualità del ricorso «all'affidamento diretto, anche per estensione convenzionale» supportato dalla tesi della permanenza dello stato di emergenza dovuto al continuo flusso immigratorio;
   si rende necessaria l'individuazione di una struttura istituzionale di controllo, anche territoriale, che verifichi in modo documentato e diretto la corrispondenza tra quanto indicato nella convenzione stipulata dalla prefettura per conto del Ministero dell'interno con il soggetto appaltante e l'attività realmente svolta in termini quantitativi e qualitativi (vestiario, alimentazione, servizi di assistenza, pocket money, necessario igiene personale, tessere telefoniche, insegnamento della lingua italiana, attività culturali, e altro);
   occorre responsabilizzare maggiormente i sindaci nello svolgere la loro funzione istituzionale, in particolare per ciò che concerne l'agibilità e l'idoneità delle strutture nonché la qualità della somministrazione dei pasti, la profilassi igienico-sanitaria degli ambienti e degli ospiti presenti, l'integrazione sociale;
   occorre delineare in modo più specifico la competenza di supporto e di controllo delle ASL e dei comuni anche attraverso la valorizzazione dei piani di zona sociale;
   è necessario formalizzare dei protocolli di intesa con le strutture scolastiche presenti al fine di predisporre un programma integrato per quanto riguarda gli aspetti formativi, educativi e di conoscenza culturale del territorio nonché della conoscenza della lingua italiana –:
   quali iniziative urgenti il Ministro intenda intraprendere, alla luce di quanto innanzi esposto, certamente non limitato alla sola esperienza dei centri di accoglienza allocati nella provincia di Avellino;
   se il Ministro intenda assumere iniziative per superare questa forma di accoglienza straordinaria e passare a una gestione ordinaria, modello «S.P.A.A.R.», modificando l'attuale normativa, e superando, quindi, il decreto legislativo n. 163 del 2006, che ha mostrato ampie lacune nell'applicazione e nell'erogazioni dei servizi ivi previsti. (5-07681)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

aiuto sociale

famiglia

insegnamento delle lingue