ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07666

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 562 del 04/02/2016
Firmatari
Primo firmatario: BERGAMINI DEBORAH
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 04/02/2016


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI 04/02/2016
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 02/08/2016
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 04/02/2016

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 02/08/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07666
presentato da
BERGAMINI Deborah
testo di
Giovedì 4 febbraio 2016, seduta n. 562

   BERGAMINI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   l'amianto è un materiale friabile che, se esposto a fattori di deterioramento, libera spontaneamente fibre, sprigionando sostanze cancerogene nell'aria e mettendo a serio rischio la salute non solo dei lavoratori che operano su tali materiali, ma anche di tutti i cittadini che risiedono o frequentano ambienti in cui è presente amianto sotto diverse forme;
   l'utilizzo dell'amianto ha prodotto, in particolar modo fino alla fine degli anni Ottanta, una grande quantità di patologie e di decessi per quanti sono entrati in contatto con tale materiale;
   com’è noto l'inalazione di amianto, il cui uso è stato vietato in assoluto dalla legge 27 marzo 1992, n. 257, è ritenuta di grande lesività della salute e, in particolar modo, la malattia da inalazione da amianto, ovvero l'asbestosi, inserita nelle malattie professionali dalla legge 12 aprile 1943, n. 455, è ritenuta conseguenza diretta, potenzialmente mortale, e comunque sicuramente produttrice di patologie respiratorie e cardiocircolatorie ad essa correlate;
   la legge 27 marzo 1992, n. 257, riconosciuta, quindi, la pericolosità dell'amianto, ha previsto specifiche norme per la cessazione dell'impiego dell'amianto e per il suo smaltimento controllato, stabilendo il divieto di estrazione, importazione, esportazione, commercializzazione e produzione dello stesso;
   oltre alla normativa nazionale, anche l'Unione europea è intervenuta sulle minacce per la salute sul luogo di lavoro legate all'amianto. In particolare, il Parlamento europeo e il Consiglio con la direttiva 2009/148/CE del 30 novembre 2009 hanno emanato norme più stringenti in merito alla protezione dei lavoratori esposti al rischio amianto, stabilendo di aumentarne la tutela e di porre in essere azioni atte ad evitare discriminazioni nei confronti delle vittime;
   la risoluzione del Parlamento europeo 2012/20165 del 14 marzo 2013 ha successivamente esortato gli Stati membri a cooperare per un'attuazione efficace e incontrastata della normativa europea in materia di amianto e ad intensificare le ispezioni ufficiali, invitando gli Stati membri a portare avanti la progressiva eliminazione dell'amianto nel più breve tempo possibile;
   l'Ufficio internazionale del lavoro ha stimato che, ogni anno, i casi di morte dovuti all'asbesto sono circa 120.000. A livello nazionale, secondo e statistiche prodotte dall'Osservatorio nazionale amianto (Ona), i decessi per patologie asbesto correlate sono circa 5.000, in quanto 1.500 sono dovuti a casi di mesotelioma e circa 3.000 sono dovuti a neoplasie polmonari asbesto correlate;
   il dato più preoccupante, oltre ai dati statistici, è quello che la comunità scientifica nazionale ed internazionale ha rilevato nel periodo che va dal 2020 al 2025. In quell'arco temporale, infatti, si registrerà il picco di patologie asbesto correlate;
   durante la Conferenza governativa sull'amianto e le patologie asbesto correlate, tenutasi a Venezia dal 22 al 24 novembre 2012, è stata rilevata la presenza di oltre 40 mila siti con presenza di amianto in Italia, di cui 400 a rischio molto alto. Sullo stato di attuazione della legge 27 marzo 1992, n. 257, è stato evidenziato che la progressione delle bonifiche dell'amianto presente in Italia ammonta a solo l'1 per cento all'anno e che avanzando con questo ritmo saranno necessari almeno 60 anni di lavoro;
   nel corso della seconda conferenza internazionale dell'Osservatorio nazionale amianto, tenutasi alla Camera il 20 marzo 2014, è emersa la necessità di un piano amianto alternativo a quello governativo, che miri in maniera più decisiva alla prevenzione primaria, alla ricerca scientifica, alla interdizione dei crimini ambientali lesivi della dignità e dell'incolumità della persona e che, attraverso la valorizzazione delle associazioni e delle autonomie locali, possa permettere di affrontare e risolvere tale problematica;
   nonostante le sanzioni per l'inosservanza degli obblighi e dei divieti in merito all'utilizzo dell'amianto previsti all'articolo 15 della legge 27 marzo 1992, n. 257, e dai diversi moniti provenienti dall'Unione europea, ad oggi, vi sono ancora migliaia di tonnellate di fibre di amianto e di cemento-amianto non solo negli edifici privati, ma anche in quelli pubblici;
   il Consiglio nazionale delle ricerche ha stimato che vi sono oltre 32 milioni di tonnellate di cemento-amianto da dover ancora bonificare e 2,5 miliardi di metri quadri di coperture esposte agli agenti atmosferici. Inoltre, il 60 per cento del materiale dismesso viene regolarmente inviato all'estero sostenendo, dunque, costi molto elevati a causa della mancanza di discariche specializzate;
   una delle regioni più colpite dall'utilizzo dell'amianto è la Toscana. In particolare, i dati più recenti contenuti nello studio dell'Ipso del 2011 (Rapporto sulla casistica 1988-2011) hanno rilevato che Livorno e Massa Carrara sono in testa alla classifica per il numero dei morti da cancro alle membrane (malattia attribuibile unicamente all'amianto);
   dalle mappature svolte dall'Arpat (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana) emerge chiaramente come gli edifici in cui è stata segnalata la presenza di amianto siano ancora moltissimi e il dato ancora più preoccupante è che la maggior parte di questi edifici sono pubblici;
   nelle mappature di cui sopra è stata altresì segnalata la presenza di amianto in numerosi uffici postali della regione Toscana;
   da ultimo, nel settembre 2015 il presidente dell'Osservatorio nazionale amianto ha sostenuto che in Toscana si sta registrando un aumento dei casi di mesotelioma, uno dei tanti cancri legati all'amianto tanto che nell'anno corrente c’è stato un aumento del 50 per cento dei casi rispetto agli anni precedenti –:
   se il Governo sia a conoscenza dell'alta presenza di amianto negli uffici postali della regione Toscana e non solo;
   quali iniziative di competenza intenda intraprendere il Governo al fine di salvaguardare la salute dei cittadini e dei lavoratori e di agevolare le necessarie bonifiche degli uffici postali italiani.
(5-07666)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

amianto

sostanza pericolosa

sanita' del lavoro