ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07662

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 561 del 03/02/2016
Firmatari
Primo firmatario: PESCO DANIELE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 03/02/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 03/02/2016
ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE 03/02/2016
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 03/02/2016
CASTELLI LAURA MOVIMENTO 5 STELLE 03/02/2016
TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 03/02/2016
CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE 03/02/2016
COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE 03/02/2016
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 03/02/2016
FERRARESI VITTORIO MOVIMENTO 5 STELLE 03/02/2016
BONAFEDE ALFONSO MOVIMENTO 5 STELLE 03/02/2016
CASO VINCENZO MOVIMENTO 5 STELLE 03/02/2016
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 03/02/2016
GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE 03/02/2016
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 04/02/2016


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 03/02/2016
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 03/02/2016

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 04/02/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07662
presentato da
PESCO Daniele
testo presentato
Mercoledì 3 febbraio 2016
modificato
Giovedì 4 febbraio 2016, seduta n. 562

   PESCO, VILLAROSA, ALBERTI, TERZONI, CASTELLI, TRIPIEDI, CIPRINI, COMINARDI, GALLINELLA, FERRARESI, BONAFEDE, CASO, SIBILIA, GRANDE, GAGNARLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   l'articolo del 28 gennaio 2016, a firma Enrica Cherici su Arezzo Notizie intitolato «Banca Etruria, la memoria di Lacroce: «Crack studiato a tavolino, non poteva fallire ecco perché» si legge di una intervista a Vincenzo Lacroce, presidente dell'Associazione Amici di Banca Etruria dalla quale si apprende che ha preparato una memoria nella quale ha chiesto di poter presentare presso la cancelleria fallimentare, in occasione della discussione del ricorso del commissario Giuseppe Santoni per lo stato di insolvenza di Banca Etruria: «Una memoria da depositare in tribunale ... per spiegare e far mettere agli atti nell'udienza dell'8 febbraio che Banca Etruria non poteva fallire». Dichiara Lacroce: «Considero illegittimo quello che è stato fatto con il decreto del 22 novembre, perché a quella data la Banca aveva un patrimonio positivo di 22,5 milioni. Come si fa a svalutare a tavolino le obbligazioni, le azioni e a mettere in liquidazione coatta amministrativa una banca che ha un patrimonio positivo? ... «Il commissario Santoni ha composto il suo ricorso partendo dalle perdite al 31 dicembre 2014 che si attestavano a 526 milioni di euro, poi ha sommato i 61 milioni di euro che emergono dalla relazione dei commissari al 30 settembre 2015, abbiamo quindi una somma di 587 milioni di euro di perdite che sono però ampiamente coperte dal patrimonio, sia a dicembre 2014 che a settembre 2015. Le ulteriori perdite per 580 milioni derivano dalle svalutazioni effettuate a tavolino dal fondo di risoluzione nazionale presso Bankitalia che porta così al famoso crack di Banca Etruria di 1 miliardo e 167 milioni di euro. Noi vogliamo dimostrare che il crack è stato dichiarato a tavolino dal fondo di risoluzione nazionale». Nel proseguo dell'intervista, si entra nei dettagli delle possibili alternative: «Avevamo preparato una proposta ben chiara da presentare ai commissari ai quali abbiamo chiesto come associazione in maniera firmale e scritta di essere ricevuti per ben 3 volte nell'arco del commissariamento, ma non ci hanno mai ascoltato. La proposta sarebbe stata quella di svalutare le azioni e concedere agli azionisti dei warrant per un nuovo aumento di capitale di 200 milioni, la banca poi avrebbe comunicato la conversione delle obbligazioni subordinate in azioni a valore intero per un totale di 252 milioni. Così avremmo avuto un capitale di 452 milioni di euro, superiore anche a quello della costituita Nuova Banca Etruria ed i titoli dei risparmiatori esisterebbero ancora.». Prosegue poi l'intervista, affrontando il tema delle cessioni dei crediti in sofferenza, già cominciate sotto la guida dei commissari: «...si deve sapere che la vendita di quei 302 milioni di euro di sofferenze al Credito Fondiario effettuata dai commissari ha portato un utile di 3 milioni di euro, hanno reso più del 34 per cento. Con una vendita di ulteriori tranches tutto si sarebbe appianato, grazie soprattutto al recupero fiscale, al credito d'imposta di cui avrebbe beneficiato la banca. Le soluzioni quindi c'erano, invece i soci sono stati espropriati dei propri diritti. La Banca d'Italia avrebbe dovuto quanto meno convocarci in assemblea per la trasformazione in Spa e la convertibilità delle obbligazioni e azioni»;
   da Il Fatto Quotidiano, articolo di Giorgio Meletti del 2 febbraio 2016, arrivano conferme indirette su quanto affermato da Lacroce: «...mediamente le banche italiane stimano di recuperare 43 euro ogni 100 euro di sofferenze (crediti inesigibili), Etruria fino al 22 novembre stimava di recuperarne solo 37. Il 22 novembre Bankitalia ha abbassato la stima di valore a 17,6 euro ogni 100 di sofferenze, provocando la cancellazione di circa 400 milioni dagli attivi patrimoniali»;
   il decreto legislativo 16 novembre 2015, n. 180, in attuazione della direttiva 2014/59/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 maggio 2014, istituisce un quadro di risanamento e risoluzione degli enti creditizi e delle imprese di investimento. Le disposizioni contenute nel Titolo IV, Capo IV, Sezione III del medesimo decreto legislativo sono dedicate all'istituto del bail-in ovverosia alla procedura di compensazione tra le perdite della banca ed azioni e altri strumenti finanziari posseduti da investitori e risparmiatori della stessa banca. La disciplina sul bail-in – ai sensi dell'articolo 106, comma 2, del medesimo decreto legislativo – è entrata in vigore «solo» a decorrere dal 1o gennaio 2016;
   in sede di audizione presso la Commissione finanze della Camera dei deputati del 9 dicembre 2015 il capo del dipartimento vigilanza della Banca d'Italia, dottor Carmelo Barbagallo, ha postulato la necessità di rinviare l'applicazione del bail-in al 2018 al fine di: «..consentire la sostituzione delle obbligazioni ordinarie in circolazione con altre emesse dopo l'entrata in vigore del nuovo quadro di gestione delle crisi e, dunque, collocate e sottoscritte avendo presenti i nuovi scenari di rischio»; non solo: anche il Governatore della Banca d'Italia, al Forex di Torino di sabato 30 gennaio ha asserito «Le regole europee del bail in sui salvataggi bancari sono sbagliate, e vanno cambiate prima del 2018» (Italia Oggi, «Visco (Bankitalia) si autoassolve. Per lui la colpa è di Consob e dei depositati voraci», 2 febbraio 2016). «Non è previsto, e non ci sono piani per farlo”, hanno risposto in tempo reale da Bruxelles. Un botta e risposta mai visto finora, che rimette al centro dell'attenzione il ruolo della Banca d'Italia nella vicenda che ha portato il governo di Matteo Renzi a decretare, il 22 novembre 2015, il fallimento di quattro banche minori...» –:
   se trovino conferma i dati forniti dal signor Lacroce o se possa fornire i dati ufficiali derivanti dal bilancio oggetto della risoluzione, provvedendo in ogni caso a indicare anche i costi diretti e indiretti (pro quota addebitati a Banca Etruria e previsti a carico delle banche in risoluzione dalla normativa) legati all'accesso del fondo di risoluzione e all'anticipazione dei tre istituti di credito; se sia al corrente delle richieste ignorate di audizione presso Banca d'Italia e i suoi commissari, da parte dell'associazione di cui in premessa, che oggi si oppone al decreto per la sempre più presunta e ormai quasi certa illegittimità dello stesso. (5-07662)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

risoluzione

banca

societa' per azioni