ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/07536

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 556 del 27/01/2016
Firmatari
Primo firmatario: GALGANO ADRIANA
Gruppo: SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Data firma: 27/01/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BOMBASSEI ALBERTO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 27/01/2016


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 27/01/2016
Stato iter:
28/01/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 28/01/2016
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
 
RISPOSTA GOVERNO 28/01/2016
Resoconto GIACOMELLI ANTONELLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 28/01/2016
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 28/01/2016

SVOLTO IL 28/01/2016

CONCLUSO IL 28/01/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-07536
presentato da
GALGANO Adriana
testo di
Mercoledì 27 gennaio 2016, seduta n. 556

   GALGANO e BOMBASSEI. — Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   nonostante il crollo del costo del petrolio registrato negli ultimi tempi, i prezzi della benzina in Italia non sono diminuiti in proporzione, in quanto a gravare in maniera decisiva sui prezzi alla pompa sono soprattutto le imposte;
   considerate le quotazioni attuali del greggio, il cui costo è sceso del 19 per cento rispetto al 2008, il prezzo del carburante alla pompa non dovrebbe superare i 44 centesimi, se si escludessero le imposte che gravano sul costo totale;
   negli ultimi anni il peso fiscale sui carburanti è cresciuto in modo vertiginoso ed inarrestabile, fino ad arrivare alla situazione attuale in cui le imposte (accise ed Iva) rappresentano ben oltre i due terzi del costo di un litro di benzina alla pompa;
   facendo qualche calcolo, si potrebbe dire che, neanche se il prezzo del petrolio dovesse raggiungere il suo minimo storico, che fu toccato il 10 dicembre 1998 quando le quotazioni del greggio calarono a 9 dollari e 55 centesimi, la benzina costerà meno di un euro al litro, in quanto attualmente circa il 70 per cento del prezzo totale del carburante è destinato all'erario;
   la pervicacia del fisco sui carburanti emerge da un confronto fatto dall'ufficio studi della Confartigianato fra i prezzi attuali e quelli di sette anni fa, quando il costo del greggio sui mercati internazionali era pressoché agli stessi livelli;
   nel dicembre 2008, tenendo conto che la moneta europea era decisamente più forte di oggi sul dollaro, le quotazioni del brent si attestavano intorno ai 29 euro e il prezzo medio alla pompa del gasolio per autotrazione era di 1 euro e 111 centesimi. Oggi, con un costo medio del petrolio a circa 30 euro, il prezzo medio della nafta è invece di 1 euro e 251 centesimi, con un aumento complessivo del 12,6 per cento. E questo nonostante il prezzo al netto delle imposte sia sceso del 18,8 per cento;
   questo significa che, nel corso degli ultimi sette anni si è verificato un rincaro del gasolio del 31,4 per cento, esclusivamente attribuibile alle imposte: nel dettaglio, in questo arco di tempo, le accise sono aumentate del 46 per cento e il peso dell'Iva è cresciuto del 21,8 per cento. Va poi rilevato che l'Iva non si calcola sul prezzo netto del carburante, ma anche sulle accise, con il risultato surreale che sulle imposte grava un'altra imposta;
   proseguendo nel confronto, alla fine del 2008 le imposte toccavano 60,82 centesimi, rappresentando il 54,7 per cento del prezzo finale del gasolio, mentre, ad inizio 2016, si è arrivati a 84,31 centesimi e la percentuale è salita al 67,4 per cento del totale. Si tratta di una differenza di oltre 23 centesimi al litro che, considerando i 22 milioni di tonnellate di gasolio che ogni anno vengono consumate in Italia, determina per il fisco un maggiore introito di quali 5,2 miliardi di euro ogni dodici mesi. Il solo effetto delle imposte sulle imposte è di quasi 14 centesimi al litro, pari a circa 3 miliardi di euro sui consumi totali di gasolio;
   se si considerano i prezzi della benzina le cose non vanno meglio: su ogni litro, le accise gravano per quasi 73 centesimi e, se si aggiunge anche l'Iva (con il solito meccanismo dell'imposta sulle imposte), il prelievo fiscale è praticamente di un euro su un costo alla pompa di 1,421 euro. Dato che, escludendo le imposte e con le quotazioni attuali del greggio un litro di benzina non dovrebbe costare più di 44 centesimi, se ne deduce che poco meno del 70 per cento, del prezzo finale va al fisco;
   l'analisi dell'ufficio studi della Confartigianato dimostra che i consumatori italiani pagano il gasolio più caro in Europa, con le uniche eccezioni di Svezia e Regno Unito, nonostante il prezzo netto italiano sia appena al ventesimo posto nel continente. Anche il prezzo italiano della benzina è il più alto in Europa (solo nei Paesi Bassi è maggiore). Nel nostro Paese, un litro costa 1,421 euro, mentre la media europea è di 1,273, (tralasciando i prezzi negli Stati Uniti, 47 centesimi, e Arabia Saudita, 23 centesimi) e la differenza è interamente dovuta al meccanismo dell'imposta sull'imposta, ovvero dell'Iva anche sulle accise. Negli Stati Uniti un litro costa solo 47 centesimi di euro, in Arabia Saudita 23 centesimi;
   come denunciato dalle associazioni dei consumatori, le attuali imposte applicate sui carburanti in Italia si traducono in un pesante aggravio per i cittadini «pari a ben +72 euro annui in termini diretti (vale a dire per i pieni di carburante) e a +59 euro annui in termini indiretti (a causa all'impatto del costo dei carburanti sui prezzi dei beni di prima necessità che, nel nostro Paese, sono distribuiti per l'86 per cento su gomma)». Un totale che ammonta a 131 euro annui –:
   alla luce di quanto esposto in premessa, quali iniziative intenda il Governo intraprendere per evitare che, in Italia, il prezzo totale del carburante, sia in termini di benzina che di gasolio, nonostante il costo del greggio sia negli ultimi tempi notevolmente diminuito, continui ad essere tra i più cari in Europa, nonché quali iniziative intenda assumere affinché le imposte non gravino in maniera così pesante sui prezzi alla pompa e, soprattutto, si eviti quel meccanismo perverso dell'imposta sulle imposte, ossia dell'Iva calcolati anche sulle accise. (5-07536)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 28 gennaio 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-07536

  Preliminarmente evidenzio che il MiSE segue con un costante monitoraggio l'andamento dei prezzi dei carburanti per quanto riguarda gli aspetti della logistica della rete distributiva e del miglioramento della concorrenza, funzionalità, trasparenza ed efficienza del settore.
  Dai dati rilevati e dalle analisi effettuate il peso fiscale, composto dalle accise e dall'IVA è intorno al 70 per cento sia per la benzina che per il gasolio, risultando di alcuni punti percentuali superiore alla media europea, come segnalato dagli Interroganti.
  L'accisa costituisce una delle componenti del prezzo finale dei carburanti e concorre alla sua formazione unitamente all'IVA, all'imposta regionale limitatamente alla benzina (e ove istituita), e ovviamente al costo industriale.
   Ciò premesso il MEF ha precisato che l'accisa è un'imposta armonizzata nell'ambito dei Paesi dell'Unione europea, ciò sta a significare che la relativa disciplina trova fondamento in apposite direttive comunitarie che individuano i prodotti sui quali essa debba gravare e le relative modalità di applicazione, inclusi i livelli minimi, al di sotto dei quali non è possibile fissare le relative aliquote.
  Il MEF ha segnalato, inoltre, che nell'ambito del sistema nazionale dell'accisa è prevista una specifica agevolazione a favore degli autotrasportatori e di altre particolari categorie di operatori, consistente nel rimborso dei maggiori oneri derivanti dagli aumenti dell'accisa sul gasolio.
  In merito allo specifico quesito formulato dagli On.li Interroganti si segnala che il recepimento delle direttive comunitarie sull'armonizzazione dell'IVA si è perfezionato nel decreto legge 331/ 1993, convertito nella legge 427/1993 che all'articolo 43 prevede «per i beni soggetti ad accisa concorre a formare la base imponibile anche l'ammontare di detta imposta se assolta o esigibile in dipendenza dell'acquisto».
  Il citato principio di onnicomprensività della base imponibile, più volte ribadito anche dalla giurisprudenza comunitaria, è statuito esplicitamente dall'articolo 78 della direttiva Iva (2006/112/Ce), secondo cui nella base imponibile devono essere compresi anche «le imposte, i dazi, le tasse e i prelievi, ad eccezione della stessa Iva».
  Pertanto, appare chiaro che le previsioni normative in materia discendono da direttive comunitarie e, peraltro, eventuali modifiche non possono prescindere dalle minori entrate che ne deriverebbero per il bilancio dello Stato.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prezzo

gasolio

carburante