ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/07451

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 551 del 20/01/2016
Firmatari
Primo firmatario: BASILIO TATIANA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 20/01/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FRUSONE LUCA MOVIMENTO 5 STELLE 20/01/2016
CORDA EMANUELA MOVIMENTO 5 STELLE 20/01/2016
RIZZO GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 20/01/2016
TOFALO ANGELO MOVIMENTO 5 STELLE 20/01/2016
BERNINI PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 20/01/2016


Commissione assegnataria
Commissione: IV COMMISSIONE (DIFESA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 20/01/2016
Stato iter:
21/01/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 21/01/2016
Resoconto FRUSONE LUCA MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 21/01/2016
Resoconto ALFANO GIOACCHINO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (DIFESA)
 
REPLICA 21/01/2016
Resoconto FRUSONE LUCA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 21/01/2016

SVOLTO IL 21/01/2016

CONCLUSO IL 21/01/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-07451
presentato da
BASILIO Tatiana
testo di
Mercoledì 20 gennaio 2016, seduta n. 551

   BASILIO, FRUSONE, CORDA, RIZZO, TOFALO e PAOLO BERNINI. — Al Ministro della difesa . — Per sapere – premesso che:
   nella trasmissione «Porta a Porta» della prima rete della Rai del 15 dicembre 2015, il Presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi ha annunciato l'invio di 450 militari in Iraq a presidio della diga di Mosul e l'appalto per la sua ristrutturazione sarebbe stato vinto da una ditta italiana (la Trevi di Cesena);
   a parte l'irrituale modalità extraparlamentare con cui si annuncia al popolo italiano il ritorno in Iraq con una missione operativa, si assume una decisione difforme rispetto all'impegno a suo tempo assunto dal Governo Prodi (2006) di far rientrare in Italia il contingente militare italiano dall'occupazione dell'Iraq;
   solo il giorno seguente (16 dicembre) in sede di comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri sulla riunione ordinaria del Consiglio europeo del 17 e 18 dicembre 2015, il Presidente del Consiglio informava il Parlamento della nuova missione in Iraq affermando tra l'altro che «il ministro della difesa presenterà nelle prossime settimane alle Commissioni competenti, immagino insieme al ministro degli esteri, un'ipotesi molto avanzata di ulteriore impegno da parte dell'Italia e degli italiani, ma un impegno serio, non un impegno estemporaneo. In Iraq, nelle vicinanze di Mosul, c’è una diga che è lesionata, se quella diga crolla, Baghdad compresa, l'Iraq vedrà una situazione di disastro che coinvolgerà bambini, donne e anziani. È italiana l'azienda che può rimettere a posto quella diga.... Ci è stato chiesto dalla comunità internazionale, in particolar modo in asse con gli Stati Uniti d'America – il rapporto di vicinanza con gli Stati Uniti non è mai stato così forte in questi due anni di Governo – di preoccuparsi di intervenire insieme perché quella diga sia riparata. Non è propriamente nella zona ovviamente dello Stato islamico, ma è in una zona irachena molto vicina al fronte. Lo faremo se il Parlamento sarà d'accordo in sede di Commissione(...)»;
   secondo una intervista rilasciata in seguito alle notizie provenienti dall'Italia da un alto funzionario del Governo iracheno, Mehdi Rashid, in una intervista al quotidiano di Stato «AI Sabah» non ci sarebbe il rischio di un imminente crollo della diga. «Il Ministero – afferma Mehdi Rashid – durante questi ultimi mesi, ha inviato sul posto una squadra di esperti internazionali per effettuare verifiche scrupolose e scientifiche sul corpo della diga» prima di concludere che «dai rapporti è emerso che la struttura è sana e non ci sono pericoli di crollo»;
   in un comunicato ufficiale della Trevi (www.cesenatoday.it) l'impresa, che viene indicata come assegnataria dell'appalto per i lavori alla diga, ha smentito che la gara sia stata già assegnata anche se la stessa Trevi afferma che la possibilità che ciò avvenga sia elevata. In esso si legge: «I lavori alla diga sono urgenti, la presenza dell'Esercito è fondamentale». L'accordo per la diga di Mosul non è ancora definito, pur essendo nelle fasi finali, e la promessa «della presenza del contingente italiano (a fianco dell'Esercito iracheno e di forze internazionali) è di fondamentale importanza per la sicurezza dell'intervento»;
   il tenente colonnello Gianfranco Paglia, consigliere del Ministro della difesa Roberta Pinotti, ospite di Uno Mattina, trasmissione del 17 dicembre, ha affermato: «Anche se la missione, come del resto le altre, è con un certo tasso di pericolosità, i nostri militari saranno in grado di affrontare qualsiasi tipo di situazione, sono dei professionisti addestrati a 360 gradi». «I nostri militari – ha – continuato Paglia dovranno fare azione di sicurezza per la ditta di Cesena che cercherà di riparare la diga la cui rottura provocherebbe non solo disastro ambientale ma perdita di vite umane»;
   non risulta agli interroganti che vi sia un invito del Governo iracheno a dispiegare i militari italiani a difesa della diga di Mosul, né tanto meno una risoluzione delle Nazioni Unite su tale questione. Secondo il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, l'invito sarebbe arrivato direttamente dal Presidente Barack Obama ma non si comprende come il Presidente degli Usa possa sostituirsi agli organi di un altro Paese, sovrano, ossia al legittimo Governo iracheno;
   il Ministro iracheno per le risorse idriche Al Shammary, ricevendo nei giorni scorsi l'ambasciatore italiano in Iraq, Marco Carnelos, ha affermato che l'Iraq «non ha bisogno di alcuna forza straniera per proteggere il suo territorio, i suoi impianti e la gente che ci lavora». «La diga di Mosul – ha aggiunto il Ministro delle Risorse idriche – è già protetta da forze irachene, che saranno sufficienti»;
   l'intervento militare, ad avviso degli interroganti, sembra riprodurre lo schema funzionale e organizzativo della penetrazione affaristico-militare del colonialismo britannico ben esemplificato dal modus operandi della Compagnia delle indie nel 1800;
   ad avviso degli interroganti con l'annuncio televisivo della disponibilità delle Forze armate italiane a questo compito si profila il rischio di una pesante ingerenza nei confronti delle autorità irachene con riferimento a una gara ancora in corso –:
   se corrisponda al vero che il Ministero della difesa starebbe preparando l'invio di un contingente militare italiano in Iraq per la protezione dei lavori di ristrutturazione della diga di Mosul e, nel caso, quali attività stia predisponendo e sulla base di quale presupposto giuridico, considerato che non risulta esserci né una richiesta del Governo iracheno né una risoluzione dell'ONU in tal senso. (5-07451)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 21 gennaio 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione IV (Difesa)
5-07451

  L'opera citata dagli onorevoli interroganti ha un'importanza fondamentale per l'Iraq, sia per la sua capacità di produzione di energia elettrica, che alimenta i consumi di oltre un milione di iracheni, sia per il suo potenziale effetto distruttivo, considerato che gli esperti, a seguito di specifico esame statico, hanno verificato la presenza di alcune lesioni nel cemento.
  In tal caso, un'enorme massa d'acqua si riverserebbe a valle, distruggendo gli abitati circostanti, probabilmente giungendo fino a Baghdad, distante 350 chilometri, con tutte le conseguenze immaginabili in termini di vittime fra la popolazione.
  Per questi motivi, la Coalizione internazionale e il Governo iracheno hanno giudicato urgente un intervento di consolidamento della diga, intervento che deve necessariamente essere compiuto da Società in possesso di adeguata competenza tecnica, non rinvenibile in Società irachene.
  La Società italiana TREVI, che ha questa particolare competenza, è l'unica che si è resa disponibile, alla gara internazionale condotta dagli iracheni per la manutenzione straordinaria. Si può quindi prevedere che, nei prossimi mesi, si potrà avviare la cosiddetta «cantierizzazione», cioè la predisposizione della base logistica per le attività di manutenzione.
  Questa fase potrebbe richiedere alcuni mesi, per la complessità dell'opera. Poi si passerebbe alla fase esecutiva vera e propria.
  Con riferimento al quesito posto dagli Onorevoli interroganti, si evidenzia preliminarmente che ogni ipotesi di impiego dello strumento militare necessita, prima della relativa attuazione, di essere adeguatamente sottoposta al processo di pianificazione e studio al fine di determinare i relativi lineamenti.
  A valle dell'approvazione dell'impiego si darà corso, con tempistiche diversificate, alla concreta preparazione e alle fasi successive che, per passi, porteranno all'avvio vero e proprio delle operazioni.
  L'Italia farà la sua parte con senso di responsabilità rendendone partecipe il Parlamento.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

risoluzione ONU

Capo di governo

equilibrio ecologico