ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/07449

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 551 del 20/01/2016
Firmatari
Primo firmatario: BUSIN FILIPPO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Data firma: 20/01/2016


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 20/01/2016
Stato iter:
21/01/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 21/01/2016
Resoconto BUSIN FILIPPO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
 
RISPOSTA GOVERNO 21/01/2016
Resoconto ZANETTI ENRICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 21/01/2016
Resoconto BUSIN FILIPPO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 21/01/2016
Resoconto PAGLIA GIOVANNI SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 21/01/2016
Resoconto ZANETTI ENRICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 21/01/2016

SVOLTO IL 21/01/2016

CONCLUSO IL 21/01/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-07449
presentato da
BUSIN Filippo
testo di
Mercoledì 20 gennaio 2016, seduta n. 551

   BUSIN. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   recentemente in Portogallo si è verificato un caso simile al salvataggio italiano dei quattro istituti Banca Marche, Etruria, Carichieti e Cassa Ferrara: in entrambi i casi si è fatto ricorso, come procedura di ultima istanza, ad un fondo di risoluzione gestito dalla Banca centrale nazionale e si sono separate le attività buone, trasferite in una good bank, da quelle deteriorate, fatte confluire in una bad bank che, nel caso portoghese, è sostenuta da una garanzia pubblica per 2,2 miliardi di euro;
   due sono però le differenze sostanziali nei due Paesi: innanzitutto, in Italia, azionisti e possessori di obbligazioni hanno perso tutti i loro risparmi, mentre, in Portogallo, molto probabilmente i possessori di obbligazioni subordinate potranno convertire i loro titoli in azioni della bad bank; quindi, mentre in Italia gli obbligazionisti hanno sicuramente perso i loro fondi, in Portogallo, a fronte di un immediato azzeramento dei bond, in futuro, potrebbe corrispondere una ripresa di valore nel caso di plusvalenze derivanti dalla cessione dei crediti in sofferenza;
   in secondo luogo, poi, una sostanziale differenza ha riguardato le valutazioni di partenza della bad bank: nel caso della banca portoghese Banif, la Commissione europea, nel suo annuncio, non ha specificato i valori di conferimento dei crediti in sofferenza; al contrario, nel caso delle quattro banche italiane poste in risoluzione, non soltanto la Commissione, ma anche Governo e Banca d'Italia, hanno dichiarato che il valore medio dei non performing bonds conferiti alla bad bank fosse di 18 centesimi, su una media di 40 centesimi;
   a ciò si aggiunge la valutazione complessiva della Banca d'Italia che, in un primo tempo, ha stabilito l'ammontare delle sofferenze delle quattro banche in 8,5 miliardi di euro: cinque giorni prima del salvataggio, i commissari di Banca Etruria decisero invece di vendere al Credito Fondiario un pacchetto di sofferenze di 302 milioni ad un prezzo che non è stato pubblicizzato, ma che fonti accreditate del mercato indicano tra un valore del 30 e il 40 per cento; ciò sta a significare che Banca Etruria avesse nel suo patrimonio un numero di attività in sofferenza pari al 30-40 per cento dell'importo nominale sui crediti;
   al contrario, 5 giorni dopo il salvataggio, Banca d'Italia ha stabilito che le sofferenze delle quattro banche valessero invece soltanto il 17,6 per cento del credito originario, facendo in modo che gli 8,5 miliardi di attività in sofferenza siano stati pagati 1,5 miliardi;
   allo stesso modo, in Banca Marche, i commissari di Bankitalia, dopo due anni di commissariamento, avevano valutato in 1,97 miliardi gli originari 3,47 miliardi di sofferenze, ossia il 43 per cento;
   dunque la Banca d'Italia ha utilizzato dei criteri molto severi per la valutazione delle sofferenze che, se fossero stati valutati più positivamente, avrebbero conferito alle banche malate un importo maggiore, con cui si sarebbero potuti coprire almeno una parte delle obbligazioni subordinate svanite; inoltre, se le valutazioni di Bankitalia circa le sofferenze di Banca Marche fossero state conformi ai valori stimati dai commissari, sarebbero addirittura avanzati 2 miliardi di euro; un importo sufficiente a garantire non soltanto tutte le obbligazioni subordinate, ma anche tutti i piccoli azionisti –:
   se non ritenga opportuno fornire gli elementi a conoscenza del Governo circa la motivazione di una differenza così rilevante tra precedente valutazione delle attività in sofferenza effettuata dai commissari di Banca Etruria e Banca Marche e la successiva, notevolmente inferiore, stimata invece dalla Banca d'Italia in sede di procedura di risoluzione e se questa sostanziale discrepanza non possa essere sfruttata in maniera fortemente speculativa dagli specialisti del recupero crediti, mentre invece avrebbe potuto essere utilizzata in modo più razionale per il ristoro, almeno, degli obbligazionisti subordinati, come è accaduto in Portogallo. (5-07449)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 21 gennaio 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione VI (Finanze)
5-07449

  Con l'interrogazione immediata in Commissione l'On. Busin chiede la motivazione di una differenza rilevante tra la valutazione delle sofferenze effettuata dai commissari di Banca Etruria e Banca Marche e la successiva notevolmente inferiore, stimata invece dalla Banca d'Italia in sede di procedura di risoluzione.
  Al riguardo, sentita la Banca d'Italia si fa presente innanzi tutto che, in caso di avvio di una procedura di risoluzione, l'entità della riduzione e l'eventuale conversione delle obbligazioni subordinate in azioni della banca non costituiscono scelte discrezionali dell'Autorità di Risoluzione (ossia della Banca d'Italia) bensì dipendono dalla situazione patrimoniale della banca in crisi e dall'entità delle perdite, determinata in base a precise modalità e criteri di valutazione stabiliti dalla direttiva europea sulla risoluzione delle banche. Secondo quanto previsto dalla normativa, infatti:
   (1) la Banca d'Italia deve, innanzitutto, ridurre il valore delle azioni e poi delle obbligazioni subordinate finché ci sono perdite della banca da coprire; ne consegue che se le perdite superano questo valore, esso dovrà essere azzerato;
   (2) solo quando le perdite sono inferiori al valore delle azioni e delle obbligazioni subordinate, la Banca d'Italia prima riduce il valore delle azioni e poi delle obbligazioni subordinate nella misura necessaria a coprire le perdite e, a seguire, dispone la conversione delle obbligazioni subordinate in azioni della banca, nei limiti necessari per assicurare il rispetto dei requisiti prudenziali.

  Nel caso delle quattro banche messe in risoluzione in novembre, le perdite di ciascuna banca erano superiori al valore delle azioni e delle obbligazioni subordinate; per questa ragione le azioni e le obbligazioni subordinate sono state sacrificate per l'intero ammontare del loro valore. Le perdite ulteriori, non coperte dal burden sharing, sono state coperte dal Fondo di Risoluzione.
  La perdita subita dagli azionisti e dai titolari di obbligazioni subordinate non è stata superiore a quella che gli stessi soggetti avrebbero subito in caso di liquidazione coatta amministrativa delle banche.
  Con riguardo alla possibilità di destinare ai vecchi soci e obbligazionisti subordinati delle quattro banche in risoluzione i proventi che deriveranno dalla vendita dei crediti in sofferenza da parte della società veicolo per la gestione delle attività (c.d. bad bank) e dalla vendita delle quattro banche-ponte, va fatto presente che in base alla Direttiva BRRD le eventuali plusvalenze finali entrerebbero nella disponibilità del Fondo di Risoluzione.
  Tuttavia nel caso in cui dovesse emergere che la stima delle perdite sia stata effettuata in termini eccessivamente prudenziali ed emergessero plusvalenze finali ulteriori rispetto all'impegno finanziario sostenuto dal Fondo di risoluzione, il Governo si impegna, nel rispetto della vigente disciplina nazionale e comunitaria, ad intraprendere ogni utile iniziativa affinché le eventuali plusvalenze possano essere destinate a coprire in parte le obbligazioni subordinate.
  Con riferimento alla richiesta di chiarimenti circa la determinazione dei criteri utilizzati per valutare le sofferenze della quattro banche poste in risoluzione, la Banca d'Italia ha rappresentato che la valutazione delle sofferenze ai fini della risoluzione è stata effettuata sulla base dei principi degli RTS Regulatory Technical Standard dell'EBA, previsti dalla Direttiva BRRD. Per la valutazione delle sofferenze destinate a essere cedute, si deve tenere conto anche di quanto indicato, ai fini del rispetto della normativa in materia di aiuti di Stato, nella Comunicazione della Commissione Europea del 25 febbraio 2009 (Comunicazione sul trattamento delle attività che hanno subito una riduzione di valore nel settore bancario comunitario - 2009/C 72/01). Per questo motivo, tali valori si discostano da quelli determinati dalle ordinarie prassi contabili.
  Coerentemente con tali principi, in occasione della risoluzione della quattro banche, la valutazione effettuata del portafoglio dei crediti in sofferenza ha stimato un prezzo di trasferimento che riflette il valore economico di mercato, determinato con metodologia semplificata. La Commissione Europea nel comunicato stampa del 22 novembre ha fatto esplicito riferimento a questo elemento.
  Per le regole sugli aiuti di Stato e della BRRD, in caso di risoluzione tutte le prime perdite sono a carico degli azionisti e, subito dopo, dei portatori di titoli subordinati. Se la valutazione delle sofferenze avesse potuto essere meno severa, ne avrebbe tratto vantaggio il Fondo di Risoluzione che avrebbe dovuto coprire un minore importo di perdite.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

risoluzione

banca

mercato