ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07443

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 551 del 20/01/2016
Firmatari
Primo firmatario: DADONE FABIANA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 20/01/2016


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 20/01/2016
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 20/01/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07443
presentato da
DADONE Fabiana
testo di
Mercoledì 20 gennaio 2016, seduta n. 551

   DADONE. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   il decreto legislativo 17 maggio 1999, n. 153, emanato per disciplinare le fondazioni di origine bancarie all'articolo 10 individua nel Ministero dell'economia e delle finanze l'autorità di vigilanza;
   l'articolo 10, comma 2, di tale decreto legislativo prevede che «La vigilanza sulle fondazioni ha per scopo la verifica del rispetto della legge e degli statuti, la sana e prudente gestione delle fondazioni, la redditività dei patrimoni e l'effettiva tutela degli interessi contemplati negli statuti»;
   il comma 3 di tale normativa, invece, statuisce alla lettera d) che il Ministero dell'economia e delle finanze «può chiedere alle fondazioni la comunicazione di dati e notizie e la trasmissione di atti e documenti con le modalità e nei termini dalla stessa stabiliti», mentre alla lettera f) del medesimo decreto sempre il Ministero dell'economia e delle finanze «può effettuare ispezioni presso le fondazioni e richiedere alle stesse l'esibizione dei documenti e il compimento degli atti ritenuti necessari per il rispetto di quanto previsto al comma 2»;
   è stata pubblicata, da alcune testate giornalistiche locali, la notizia secondo la quale il consiglio generale della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo avrebbe autorizzato le trattative per la cessione di quote BRE all'UBI banca, indicando l'obiettivo di raggiungere il 6/7 per cento della capogruppo;
   il valore borsistico di UBI Banca è di circa 6 miliardi di euro, quindi la quota posseduta dalla Fondazione CRC nella capogruppo (2,23 per cento) ha un valore di circa 130 milioni di euro;
   i 425 milioni di euro di patrimonio complessivamente investito nelle banche conferitarie (UBI e BRE) sono pari a circa il 7 per cento del valore borsistico dell'intero gruppo;
   qualora anche solo si ipotizzasse che la partecipazione acquisibile fosse del 6 per cento, vorrebbe dire mettere in conto una penalizzazione effettiva di ben 60 milioni di euro; ossia avere, quale esito dell'operazione di concambio, un controvalore in azioni inferiore appunto di circa 60 milioni (che corrisponde all'1 per cento inferiore al valore attuale);
   se la quota finale fosse il 6 per cento di UBI, questa avrebbe un valore complessivo di circa 365 milioni di euro dai quali andrebbero detratti i 133 milioni di valore attuale della partecipazione che è attualmente posseduta nella capogruppo, attribuendo quindi alla cessione del 25 per cento di BRE un valore di 232 milioni di euro;
   ove la partecipazione invece fosse il 7 per cento, questo valore diventerebbe circa 290 milioni di euro;
   qualora i dati sopra esposti e apparsi sui giornali fossero corrispondenti alle reali condizioni alle quali la fondazione CRC intende cedere le proprie quote di BRE, si tratterebbe di valori che configurerebbero, secondo l'interrogante, una svendita che pare quantomeno irresponsabile. Basti infatti valutare un dato: se oggi la BRE fosse messa in liquidazione, poiché ha un capitale netto di 1.295 milioni di euro, alla Fondazione spetterebbe il 25 per cento, ossia 323 milioni. Dunque nell'ipotesi peggiore in assoluto che non considera alcun avviamento e non mette in conto utili futuri, la Fondazione percepirebbe, ed in valori contanti, da un minimo di 33 ad un massimo di 91 milioni di euro in più in caso di liquidazione della BRE rispetto all'ipotesi di cessione indicata dal consiglio generale della Fondazione;
   tale ipotesi, ove configurata, comporterebbe, ad avviso dell'interrogante, una vera e propria svendita, alla luce anche del fatto che nel 2010 la Fondazione aveva acquistato il 5 per cento di BRE corrispondendo in moneta contante ben 125 milioni: ossia attribuendo alla partecipazione in BRE un valore complessivo di ben 625 milioni. Per esser ancora più chiari, nel 2010 la Fondazione, già in un periodo di crisi, aveva acquisito il 5 per cento della BRE pagando 125 milioni di euro, mentre oggi pare voglia vendere il 25 per cento delle quote ad un prezzo compreso tra 232 milioni di euro e 290 milioni di euro;
   quanto sopra riportato è stato anche oggetto della conferenza stampa organizzata dal «Gruppo 19 Marzo», in data 11 dicembre 2015, nella quale i relatori esprimevano preoccupazione in merito ai dati riportati in premessa e pubblicati sulle fonti di stampa locali;
   sempre in relazione alle problematiche della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, l'interrogante depositava in data 26 novembre 2014 un'interrogazione in Commissione finanze n. 5-04156 in merito alle anomalie nella gestione della fondazione stessa, in conseguenza delle quali si richiedeva un'attenta verifica delle condizioni esistenti dentro e intorno;
   in data 11 dicembre 2014 il sottosegretario Zanetti, a nome del Governo, comunicava come «al riguardo, l'autorità di vigilanza, oltre ad aver effettuato nel corso del 2012, per gli aspetti di competenza, un'attività di verifica nei confronti della fondazione medesima, ha costantemente posto attenzione alle segnalazioni nel tempo pervenute da più parti. In particolare, con riferimento alla vicenda inerente il contestato affidamento a trattativa privata, da parte della fondazione, di un appalto di lavori di ristrutturazione per oltre un milione di euro, l'autorità ha interessato di recente l'Ente su alcuni specifici aspetti rispetto ai quali si è in attesa di ricevere elementi di chiarimento»;
   è passato oltre un anno dalle dichiarazioni del sottosegretario Zanetti, ma non è dato sapere se e in quali termini la Fondazione CRC abbia risposto al Ministero dell'economia e delle finanze –:
   se il Ministro, visto quanto riportato in precedenza e in virtù dei poteri conferitigli dalla normativa citata (decreto legislativo 17 maggio 1999, n. 153, articolo 10, commi 2 e 3, lettere d) e f)) intenda promuovere un'azione ispettiva o quant'altro necessario per verificare se la paventata vendita del 25 per cento delle quote della Bre alla capogruppo UBI Banca, sia conforme ad «una gestione sana e idonea» della Fondazione Cassa risparmio di Cuneo e salvaguardi il patrimonio della stessa Fondazione;
   se la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo abbia risposto in merito alla richiesta di chiarimenti avanzata di Ministero dell'economia e delle finanze e quale sia il contenuto di tale risposta. (5-07443)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

protezione del patrimonio

svendita

fondazione