ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07281

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 542 del 22/12/2015
Firmatari
Primo firmatario: BRIGNONE BEATRICE
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Data firma: 22/12/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CIVATI GIUSEPPE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 22/12/2015


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 22/12/2015
Stato iter:
20/09/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 20/09/2017
Resoconto FARAONE DAVIDE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 20/09/2017
Resoconto BRIGNONE BEATRICE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 22/12/2015

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 12/09/2017

DISCUSSIONE IL 20/09/2017

SVOLTO IL 20/09/2017

CONCLUSO IL 20/09/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07281
presentato da
BRIGNONE Beatrice
testo di
Martedì 22 dicembre 2015, seduta n. 542

   BRIGNONE e CIVATI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   l'ancora difficile diagnosi relativa alla celiachia e la malattia stessa, che è una patologia sistemica e complessa, costituiscono le linee di azione dell'Associazione italiana celiachia, che ha già prodotto alcuni importanti risultati: nel 2015 il board scientifico dell'Associazione italiana celiachia ha lavorato al «Progetto Donna», tradotto in una semplice e breve guida, per aiutare le donne a riconoscere la celiachia anche alla presenza di sintomi non classici;
   nella scorsa estate è stato diffuso in Gazzetta Ufficiale il nuovo «Protocollo per la diagnosi e il follow up della celiachia», rivisto per volontà del Ministero della salute, frutto di un'importante revisione proposta dallo stesso board;
   grazie all'impegno di istituzioni, medici e volontari, si è dato modo all'Associazione italiana celiachia di raggiungere un traguardo nella diagnosi della celiachia volto a migliorare il quadro attuale di prevenzione, monitoraggio della malattia;
   sono circa 170.000 le persone che compongono la parte emersa dell’iceberg e che grazie alla diagnosi hanno potuto accedere con sicurezza all'unica cura a oggi conosciuta, la dieta senza glutine, se pur con le difficoltà sociali che ancora oggi i soggetti celiaci vivono nel nostro Paese;
   vi sono tuttavia indicativamente oltre 400.000 pazienti ancora non diagnosticati, che non sanno di essere celiaci e che oltre a non condurre una vita normale influiscono sui costi collettivi sanitari: infatti, in Italia le diagnosi sono solo il 25 per cento di quelle attese e in media occorrono ancora 6 anni per sapere di essere celiaci;
   allo scopo di contenere le gravi complicanze della celiachia non trattata e ridurre così progressivamente gli elevati costi sociali della celiachia non diagnosticata che paradossalmente si sommano a quelli derivati dalle troppe diagnosi errate, occorre riflettere sulla sostenibilità del sistema «Italia celiachia» per i pazienti oggi in cura ma anche per tutte quelle persone a oggi non diagnosticate –:
   se il Ministro interrogato non ritenga urgente assumere iniziative per migliorare la performance diagnostica per consentire ai pazienti non noti di emergere attraverso diagnosi precoci, maggiore informazione e ricerca e, nell'eventualità positiva, quali politiche di sensibilizzazione e di diagnosi precoce intenda mettere in atto. (5-07281)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 20 settembre 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-07281

  La celiachia è una malattia che, oltre a presentarsi nella forma classica, caratterizzata da sintomi e segni a carico del sistema gastro-intestinale, può presentarsi anche nella cosiddetta forma atipica, con sintomi molto sfumati ed appena accennati che interessano diversi apparati e sistemi. Inoltre, sempre più spesso la celiachia viene diagnosticata in soggetti del tutto asintomatici, a seguito di accertamenti cui si sottopongono in quanto parenti di primo grado di soggetti celiaci già diagnosticati.
  Anche in ragione dell'aumento progressivo del numero delle diagnosi annue di celiachia, il Ministero della salute ha messo in atto una serie di iniziative al fine di incrementare il numero delle diagnosi precoci e far emergere quindi i pazienti affetti da celiachia non ancora diagnosticata.
  Tra tali iniziative va ricordato, innanzitutto, il Protocollo di diagnosi e follow-up per la celiachia, giustamente menzionato dagli On.li interroganti.
  Tale protocollo, infatti, nel definire modalità omogenee su tutto il territorio nazionale in merito all'attività di diagnosi di celiachia, ha reso il processo diagnostico più snello, meno invasivo e soprattutto più accettato dalle famiglie di piccoli pazienti (come si può facilmente considerare se solo si pensi alla possibilità di evitare l'esecuzione della biopsia intestinale in selezionati casi pediatrici).
  A tale importantissimo protocollo, ritengo opportuno aggiungere, altresì, anche il Registro Nazionale della celiachia, tenuto presso l'Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con il Ministero della salute, che rappresenta lo strumento di sorveglianza in grado di generare, attraverso la raccolta in forma anonima dei dati clinici dei pazienti diagnosticati con celiachia ogni anno in Italia, i dati necessari per valutare l'andamento delle nuove diagnosi in ciascuna Regione e Provincia autonoma, l'efficacia e le eventuali criticità nell'applicazione pratica dei protocolli diagnostici ed infine di avere un quadro certo sull'epidemiologia e sulle forme cliniche prevalenti della celiachia nel nostro Paese.
  Tra le ulteriori iniziative assunte dal Ministero della salute volte a migliorare la performance diagnostica di tale patologia, non può non evidenziarsi il decreto sui Nuovi Livelli di Assistenza, entrato in vigore lo scorso 12 gennaio, che ha sancito definitivamente il passaggio della celiachia dall'elenco delle malattie rare a quello delle malattie croniche, comportando dunque un miglioramento dell'assistenza e della protezione dei soggetti celiaci.
  Ed infatti, ricordo, in primis, che gli esami previsti per il follow-up della celiachia e il monitoraggio delle sue complicanze sono esenti dalla compartecipazione del ticket da parte del cittadino e possono essere prescritti direttamente dal Medico di medicina generale o dal Pediatra di libera scelta. Nel contempo, ricordo che sono stati inseriti nel nomenclatore esami specialistici in linea con la già prevista erogazione degli accertamenti diagnostici contenuta nelle linee guida per la diagnosi di celiachia.
  Inoltre, l'inserimento della celiachia tra le malattie croniche ha comportato l'istituzione, presso il Ministero della salute, di un Gruppo di lavoro (formato da Dirigenti del Ministero, esperti di celiachia dell'Istituto Superiore di Sanità e provenienti dal mondo universitario e rappresentanti delle Regioni e delle Provincie Autonome) al fine di pervenire all'elaborazione di un documento volto a ridefinire la rete di Presìdi secondari di rete e Centri terziari di riferimento specializzati per la diagnosi ed il follow-up. Detto Gruppo di lavoro dovrà, tra l'altro, indicare i criteri tecnico-scientifici minimi per l'accreditamento di detti Presidi e Centri e la numerosità sul territorio nazionale.
  Al riguardo, desidero dare notizia, in questa sede, che il citato documento è stato approvato dalla Conferenza Stato-Regioni e Province autonome nello scorso luglio e le Regioni, unitamente alle altre istituzioni, stanno ora procedendo ad individuare i Presidi e i Centri di Riferimento.
  Infine, sebbene il Regolamento Europeo 609/2013 abbia eliminato il concetto di alimento dieto-terapico ed abbia equiparato gli alimenti «senza glutine» a quelli di uso comune, mi preme rammentare che in Italia è stata confermata l'erogazione gratuita di una quota mensile, a seconda dell'età del soggetto, per l'acquisto degli alimenti senza glutine appositamente formulati per i soggetti celiaci.
  Concludo, pertanto, rassicurando gli On.li interroganti che il quadro normativo vigente in materia promuove, anche grazie alla sensibilizzazione dei medici e degli operatori sanitari, la prevenzione e la diagnosi precoce della celiachia, consentendo un notevole risparmio anche in termini di sofferenza, di cure inappropriate ed ospedalizzazioni per i pazienti non diagnosticati o diagnosticati tardivamente.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

malattia