ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07206

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 537 del 16/12/2015
Firmatari
Primo firmatario: BORGHI ENRICO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 15/12/2015


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 15/12/2015
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 16/12/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07206
presentato da
BORGHI Enrico
testo di
Mercoledì 16 dicembre 2015, seduta n. 537

   BORGHI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   il decreto-legge 4 gennaio 2015, n. 3, recante misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2015, n. 33, ha previsto l'introduzione di limiti dimensionali per l'adozione della forma di banca popolare, con l'obbligo di trasformazione in società per azioni delle banche popolari con attivo superiore a 8 miliardi di euro;
   tra le banche popolari di cui al punto precedente vi è Veneto Banca, con sede a Montebelluna (Treviso);
   l'Istituto, fondato nel 1877 come Banca Popolare di Montebelluna ha assunto la denominazione Veneto Banca nel 2000, a seguito dell'acquisizione di Banca di Credito Cooperativo del Piave e del Livenza e detiene oggi diversi istituti su tutto il territorio italiano, con particolare riguardo alla Banca Popolare di Intra acquisita nel 2007 e fusa per incorporazione in Veneto Banca Holding nel 2010 nonché nei paesi di Romania, Croazia e Moldova, attestandosi oggi come 12o Istituto bancario italiano con 5.678 dipendenti e 555 sportelli attestati al 30 giugno 2014;
   l'Istituto vive un momento di enorme difficoltà, da molti mesi, con perdite importanti che si attestano a 770 milioni di euro nei primi nove mesi del 2015, ma che ammontano a ben 1,8 miliardi di euro negli ultimi due anni, di cui peraltro circa la metà, ovvero 934 milioni, dovuti ad avviamenti ovvero ad acquisti di altri istituti;
   nonostante la crisi internazionale dei mercati finanziari, partita nel 2008, potesse far ritenere utile un maggiore consolidamento a garanzia e tutela del patrimonio cumulato, l'istituto ha effettuato nel corso degli ultimi anni una serie di investimenti che si sono poi rivelati eccessivi e che le recenti verifiche di Bce e Banca d'Italia hanno evidenziato come perdite non assorbibili neppure nel lungo periodo;
   la grave crisi che ha investito Veneto Banca ha comportato il cambio al vertice dell'istituto, con l'avvicendamento del presidente Flavio Trinca e dell'amministratore delegato Vincenzo Consoli, entrambi entrati in ruolo dirigenziale alla fine degli anni ’90, con il nuovo presidente Pierluigi Bolla e il nuovo amministratore delegato Cristiano Carrus;
   il 19 dicembre 2015 vi sarà l'assemblea dei soci che dovrà, dare avvio all’iter di trasformazione della popolare Veneto Banca in società per azioni;
   attualmente, la quotazione delle azioni di chi vorrà avvalersi del diritto di recesso è di 7 euro e 30 centesimi, indicativa del valore che avranno le azioni una volta che la società sarà quotata in borsa, contro un valore di oltre 39 euro toccato solo ad aprile 2015;
   il valore più realistico delle azioni di Veneto Banca, si dovrebbe attestare tra i 18,45 e i 21,21 euro;
   gli oltre 75 mila azionisti della Veneto Banca in caso di quotazione a 7,30 euro, si troveranno quindi depauperati di ingenti somme, in taluni casi di tutto il risparmio, che era stato investito nella «banca del territorio», come essa si presentò in occasione dell'aggregazione bancaria a dipendenti, azionisti e clientela;
   ad aggravare la situazione vi sarebbero inoltre numerosi clienti della banca che hanno effettuato investimenti, dietro sollecitazione al risparmio, senza i benché minimi requisiti di informazione sul livello di rischiosità dei medesimi, così come previsti dalla vigente normativa;
   il caso di Veneto Banca non è un unicum in Italia, ma vi sono altre vicende analoghe che riguardano istituti nelle similari condizioni, come la vicenda per certi versi assai analoga della Popolare di Vicenza;
   se da una parte vi è nell'investimento in azioni bancarie, soprattutto non quotate come queste, una sorta di «rischio di impresa», vi è anche, senza dubbio un problema che nasce dall'origine, ovvero dalla probabile inesistenza di una corretta informazione dei piccoli azionisti e della clientela;
   in molti casi pare essere mancata la corretta e temporalmente adeguata accountability da parte di Veneto Banca, al punto che il rischio cumulato negli anni dagli investitori e dagli azionisti è uscito allo scoperto solo negli ultimi due con preclusione a ricevere la restituzione del denaro impegnato. Risultano, infatti, numerosissime le persone non esperte a cui non è stata garantita la diversificazione necessaria a tutela dei risparmi;
   tale ruolo di accountability pare all'interrogante non essere stato oggetto delle adeguate indagini e rilievi da parte di Bankitalia e Governo, stante la situazione che si è venuta a creare con diversi casi che registrati nel Paese –:
   se il Ministro sia a conoscenza della vicenda di Veneto Banca;
   se il Ministro abbia ricevuto da Banca d'Italia informazioni dettagliate sullo stato di crisi di talune banche popolari e sulla situazione in cui versano gli ignari azionisti delle medesime, in particolare in Veneto Banca, e se non ritenga di dover fornire ogni utile elemento sulla vicenda di cui in premessa;
   quali iniziative di competenza intenda adottare e con quali modalità, al fine di tutelare azionisti e obbligazionisti degli istituti bancari che vedono oggi in forte discussione il proprio risparmio, spesso per azioni e decisioni di management su cui non hanno avuto alcuna possibilità di effettivo controllo. (5-07206)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

banca popolare

azione

protezione del patrimonio