ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07136

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 534 del 02/12/2015
Firmatari
Primo firmatario: CAPONE SALVATORE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 02/12/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MARIANO ELISA PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2015


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 02/12/2015
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 02/12/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07136
presentato da
CAPONE Salvatore
testo di
Mercoledì 2 dicembre 2015, seduta n. 534

   CAPONE e MARIANO. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   grande attenzione è stata data in questi giorni sulla stampa territoriale alla notizia – emersa nel corso del Congresso associazione giovani avvocati di Padova – secondo cui in tema di riorganizzazione e ridefinizione della geografia giudiziaria la commissione istituita nel settembre scorso dal Ministro della giustizia ipotizzerebbe la chiusura delle sedi decentrate di corti d'appello;
   in Puglia tale orientamento potrebbe significare la chiusura, tra le altre, della Corte d'appello di Lecce che, al momento, risulta viceversa interessata dalla chiusura delle sedi distaccate del tribunale fino a mesi fa di stanza a Tricase, Galatina, Campi Salentina, Gallipoli, Casarano, Maglie, Nardò, con relativo sovraffaticamento logistico e organizzativo della sede comprensoriale e conseguenti gravi disagi. Come si legge: «Il risultato è che i problemi logistici e organizzativi si sono ingigantiti nella città barocca: più traffico, pochi parcheggi, maggiori costi e disagi per quei cittadini, avvocati, forze dell'ordine che percorrono ogni giorno chilometri per raggiungere i tribunali del capoluogo. Ed è proprio questa una delle questioni più calde della protesta del Foro di Lecce, protagonista di uno sciopero senza sosta per più di tre mesi, dal febbraio al maggio del 2014, e a seguire, di astensioni a scacchiera dal 22 al 27 settembre, dal 20 al 25 ottobre, dal 17 al 22 novembre, dal 29 al 30 giugno scorsi, culminate nell'occupazione simbolica, lo scorso ottobre, del tribunale di via Brenta, sede della giustizia civile». La notizia diffusa a Padova riguarderebbe dunque la fase successiva a quella che ha ridisegnato la geografia giudiziaria pugliese coinvolgendo oltre a Lecce anche Brindisi con il trasferimento nel capoluogo messapico delle sedi di Ostuni, Mesagne, Fasano, Francavilla, e Taranto, che ha dovuto riassorbire Manduria, Grottaglie, Martina Franca e Ginosa, mentre nei mesi scorsi non sono mancate voci relative a un possibile ulteriore trasferimento e accorpamento della sede di Taranto con quella di Lecce;
   come si evince da queste pur schematiche note non mancherebbero dunque le ragioni per la mobilitazione che in questi giorni si registra con prese di posizione da parte delle categorie coinvolte e delle popolazioni interessate, preoccupate di una conseguente limitazione nell'esplicazione di legittimi diritti e in ogni caso del rischio di una denegata giustizia, e financo da parte di rappresentanti parlamentari;
   nello specifico della questione al progetto di chiusura e accorpamento appaiono contrarie, sia pure con distinguo, le posizioni dei magistrati come quelle degli avvocati. Questi ultimi peraltro hanno già avviato a livello centrale attraverso il Consiglio nazionale forense una interlocuzione con il Ministero della giustizia. Contestualmente anche i presidenti dei tre Consigli degli Ordini di Taranto, Brindisi e Lecce, pur ritenendo al momento quanto diffuso dagli organi di stampa esclusivamente un'ipotesi di studio, la ritengono in ogni caso «un'ipotesi da scongiurare». Al riguardo il presidente dell'Ordine degli avvocati di Lecce ha così dichiarato: «La realtà leccese verrebbe impoverita, mentre a Bari, non esistono le strutture per ospitare un'unica grande Corte D'Appello regionale. Idem riguardo la soppressione della sede distaccata di Taranto che, come abbiamo ricordato durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario, ha un enorme carico di lavoro nella sezione penale e comunque anche la struttura leccese sarebbe inidonea ad accorpare tutto. Già notevoli sono i disagi legati al trasferimento delle controversie in materia societaria alla corte d'Appello di Bari». Più recentemente anche il presidente dell'Anm distrettuale ha definito tale ipotesi una «scelta assurda ed ingiustificata», paventando il rischio «di un accesso alla giustizia più difficoltoso per i più deboli»;
   inoltre ancor più delicata appare la situazione tratteggiata se il trasferimento della corte d'appello con unica stazione Bari dovesse determinare, come pure è stato ipotizzato nel corso dei servizi dedicati dalla stampa, conseguentemente anche analoga sorte per la direzione distrettuale antimafia, essendo «le Direzioni Distrettuali Antimafia organi delle Procure della Repubblica istituite presso i Tribunali dei capoluoghi dei 26 distretti di Corte d'Appello», dal momento che oggetto del progetto di riforma allo studio della Commissione incaricata dal Ministro, «oltre al restyling della carriera dei magistrati, della figura del pm e delle procedure disciplinari, saranno anche le procure generali, i tribunali ordinari e le procure della repubblica, sempre nel segno della razionalizzazione, dell'eliminazione del "surplus" mediante accorpamenti e di una maggiore specializzazione» (fonte: «Nuova riforma della giustizia: entro dicembre una Corte d'appello per regione e tagli alle procure», www.studiocataldi.it);
   da ultimo si è dichiarato fermamente contrario all'ipotesi di studio anche il presidente della regione Puglia Michele Emiliano che ha dichiarato: «se decideranno di cancellare la sede leccese mi opporrò con forza: mortificherebbe il territorio... l'accorpamento e i disagi che ne deriverebbero farebbero pensare piuttosto a un attacco al processo d'appello in quanto tale, un tentativo di minimizzare le fattispecie di ricorso, sia in sede civile che penale, rendendolo più difficile e costoso e convincendo l'opinione pubblica a farne a meno, anche tenuto conto che si tratta di un parametro europeo che l'Italia non rispetta» –:
   se corrisponda al vero quanto evidenziato in premessa e, in caso affermativo, quali iniziative il Ministro interrogato intenda attivare alla luce di quanto sopra per scongiurare il rischio che un accorpamento e una centralizzazione del servizio giustizia in una regione come la Puglia e in un territorio come il Salento possano ingenerare, a causa dell'assenza di adeguati presidi di legalità, una situazione di allarme sociale e di denegata giustizia tale da rendere del tutto ininfluente e ingiustificato il rapporto costi/benefici di una eventuale riorganizzazione della geografia e dell'amministrazione giudiziaria.
(5-07136)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

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