ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07117

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 531 del 27/11/2015
Firmatari
Primo firmatario: VALLASCAS ANDREA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 27/11/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DA VILLA MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 27/11/2015
FANTINATI MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 27/11/2015
DELLA VALLE IVAN MOVIMENTO 5 STELLE 27/11/2015
CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 27/11/2015
ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE 27/11/2015
VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 27/11/2015


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 27/11/2015
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 27/11/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07117
presentato da
VALLASCAS Andrea
testo di
Venerdì 27 novembre 2015, seduta n. 531

   VALLASCAS, DA VILLA, FANTINATI, DELLA VALLE, CRIPPA, ALBERTI e VILLAROSA. — Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   il 27 ottobre 2015, il consiglio di amministrazione di Saipem s.p.a., i cui principali azionisti sono Eni (42,93 per cento), Dodge & Cox (10,423 per cento) e People's Bank of China (2,035 per cento), ha approvato il piano strategico 2016-2019 che prevede, tra gli orientamenti principali, un aumento di capitale di 3,5 miliardi di euro e l'apertura di nuove linee di credito per una ammontare di 4,7 miliardi di euro;
   questa misura consentirebbe a Saipem di estinguere con Eni un debito consolidato di circa 6,7 miliardi di euro, oltre alla disponibilità di una liquidità di oltre 1,5 miliardi;
   congiuntamente Eni ha definito, di concerto con Cassa depositi e prestiti, la cessione di una quota pari al 12,5 per cento al Fondo strategico italiano, che dovrebbe portare nelle casse di Eni circa 400 milioni di euro, con un impegno del Fondo strategico italiano che dovrebbe ammontare, inclusa la sottoscrizione dell'aumento di capitale, a 929 milioni di euro;
   il Fondo, infatti, si sarebbe impegnato a sottoscrivere la quota parte della ricapitalizzazione della Saipem;
   tra Eni e Fondo strategico italiano sarebbe stato stipulato un patto parasociale al fine di vincolare per i prossimi tre anni i due soci in un'attività di controllo reciproco con una partecipazione paritetica del 12,5 per cento;
   con la cessione, seppure di una quota parte, Eni sembrerebbe considerare Saipem non più strategica per le attività del gruppo;
   per contro, la cessione di una parte cospicua del gruppo verrebbe conclusa, con il Fondo strategico italiano, circostanza che rafforzerebbe, viceversa, l'importanza e il ruolo strategico che Saipem avrebbe per il Paese;
   questo stato di cose introdurrebbe diversi elementi contraddittori nell'operazione di cessione di Saipem, operazione che non apparirebbe frutto di un'esigenza di crescita pianificata delle società interessate, quanto determinata dalla necessità di cancellare il debito di Saipem nei confronti di Eni;
   il 17 novembre 2015, si è svolta un'audizione informale delle commissioni congiunte di Camera e Senato dei vertici Saipem;
   in quella circostanza, il presidente del gruppo, Paolo Andrea Colombo, nell'illustrare gli obiettivi del piano strategico 2016-2019, tra le altre cose, avrebbe formulato la considerazione che il rafforzamento patrimoniale, oggetto del piano, consentirebbe a Saipem di affrontare meglio l'attuale fase di crisi del settore petrolifero, fase congiunturale che sta inducendo le compagnie petrolifere a rinviare o addirittura a cancellare gli investimenti in esplorazione e produzione con un impatto diretto sui volumi di attività delle aziende come Saipem;
   questa considerazione confermerebbe l'ipotesi che alla base dell'operazione di cessione e di ricapitalizzazione non vi sarebbe, come detto, la necessità di rilanciare il gruppo, ma di recuperare le forti perdite accumulate in passato e, da quanto rilevato sopra, quelle che si prevedono di registrare in futuro per effetto delle criticità del settore petrolifero;
   questa evenienza, se confermata, solleverebbe forti preoccupazioni, in considerazione del fatto che il Fondo strategico italiano è per l'80 per cento controllato da Cassa depositi e prestiti e per il restante 20 per cento da Banca d'Italia, e che pertanto l'operazione di risanamento verrebbe portata a termine ricorrendo alle risorse dei cittadini –:
   quale sia il piano di sviluppo industriale che sottende la scelta di Eni di cedere una quota societaria di Saipem;
   quali siano le valutazioni alla base della decisione del Fondo strategico italiano nel farsi carico di un'operazione di rafforzamento patrimoniale e ricapitalizzazione di Saipem;
   quali iniziative intenda adottare per evitare che i risparmi degli italiani e le risorse del Fondo strategico italiano siano messi a rischio da un'operazione che appare oggi dettata da un'esigenza di ripianamento di un consistente debito del gruppo;
   come si sia formato il debito di Saipem nei confronti di Eni e quali siano le principali diseconomie del gruppo.
(5-07117)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

industria petrolifera

investimento

alleggerimento del debito