ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06615

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 498 del 08/10/2015
Firmatari
Primo firmatario: SGAMBATO CAMILLA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 08/10/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MANFREDI MASSIMILIANO PARTITO DEMOCRATICO 08/10/2015
CAPOZZOLO SABRINA PARTITO DEMOCRATICO 08/10/2015
TARTAGLIONE ASSUNTA PARTITO DEMOCRATICO 08/10/2015
PARIS VALENTINA PARTITO DEMOCRATICO 08/10/2015
VALIANTE SIMONE PARTITO DEMOCRATICO 08/10/2015


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO PER LA SEMPLIFICAZIONE E LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI 08/10/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER LA SEMPLIFICAZIONE E LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE delegato in data 20/04/2016
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 08/10/2015

SOLLECITO IL 03/12/2015

SOLLECITO IL 15/02/2016

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 20/04/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-06615
presentato da
SGAMBATO Camilla
testo di
Giovedì 8 ottobre 2015, seduta n. 498

   SGAMBATO, MANFREDI, CAPOZZOLO, TARTAGLIONE, PARIS e VALIANTE. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione . — Per sapere – premesso che:
   la legge regionale 10 febbraio 1993, n. 10 «Norme e procedure per lo smaltimento dei rifiuti in Campania» ha previsto l'istituzione di organismi consorziali per la costituzione e la gestione associata degli impianti di smaltimento dei bacini individuati dal Piano regionale di organizzazione dello smaltimento dei rifiuti;
   questi enti pubblici sono stati costituiti nella varie province campane (5 nella provincia di Napoli; 4 nella provincia di Caserta; 4 nella provincia di Salerno; 3 nella provincia di Benevento; 2 nella provincia di Avellino) per aggregare i 551 comuni della regione;
   nel febbraio del 1994 è stato dichiarato lo stato di emergenza per i rifiuti urbani in Campania e dal mese successivo sono state sequestrate tutte le discariche private operanti sul territorio regionale e gradualmente, la loro gestione è stata assegnata ai suddetti costituendi consorzi di bacino regionali;
   da quel momento la gestione dei rifiuti urbani della regione Campania è stata gestita da uffici commissariali regionali che, su delega dello Stato, determinano le scelte di gestione dei rifiuti urbani secondo gli indirizzi politici e amministrativi delle maggioranze di centrosinistra e centrodestra che si alternano nella gestione dell'ente regione Campania;
   con la legge nazionale n. 608 del 1996 tutti i lavoratori delle ex discariche, dopo alcuni anni di mobilità pagata dallo Stato, sono stati reinseriti a lavoro presso i rispettivi consorzi di bacino;
   nel febbraio 1999 con Ordinanza ministeriale n. 2948 fu autorizzata l'assunzione di 2000 unità lavorative nei consorzi di bacini campani attraverso un bando regionale indetto dal Commissario Straordinario per l'emergenza rifiuti nella regione Campania (Ordinanza Commissariale n. 1/1999);
   successivamente il numero venne esteso a circa 2.350 unità lavorative, tutte comunque assunte entro il 31 dicembre 2001;
   dal 1o gennaio 2002 a questi lavoratori (legge n. 608 del 1996 e ordinanza commissariale n. 1 del 1999) si aggiunsero, attraverso le procedure del passaggio di cantiere, numerosi lavoratori appartenenti alle ditte private che lasciarono la gestione dei servizi di igiene urbana ai subentranti consorzi intercomunali di bacino. Inoltre, si sono verificate anche numerose assunzioni di lavoratori tecnico-amministrativi, soprattutto nelle società partecipate che gestivano i servizi di igiene urbana per conto dei consorzi e che successivamente sono stati assorbiti negli organici dei consorzi stessi;
   fra il 1o gennaio 2002 e il 31 dicembre 2009, nel turbinio di numerose crisi emergenziali, la gestione dei consorzi fu continuamente monitorata e finanziata dalla struttura commissariale che provvedeva così anche al pagamento delle spettanze stipendiali mensili di quasi tutte le 2350 unità lavorative assunte con l'ordinanza commissariale 1/1999;
   negli stessi anni la regione Campania emanava apposite leggi – la legge n. 4 del 2007 e la legge n. 4 del 2008 – con le quali si prevedeva di destinare i lavoratori dei consorzi all'ente pubblico Provincia, alle quali fu assegnato il compito di gestire il ciclo dei rifiuti, subentrando ai consorzi nel servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani ed ereditandone tutte le procedure, sia attive che passive, compreso il personale, ma nulla accadde, tali norme sono restate lettera morta;
   nel maggio 2008 il Parlamento ha approvato la legge n. 123 del 2008, la quale stabiliva lo scioglimento di tutti i consorzi di bacino delle province di Napoli e Caserta e la costituzione del consorzio unico di bacino delle province di Napoli e Caserta; suddiviso poi nella articolazione di Napoli ed in quella di Caserta;
   dal luglio del 2008, i lavoratori dei consorzi di bacino e della provincia di Napoli e Caserta prestavano la propria attività lavorativa presso il consorzio obbligatorio unico di bacino che aggregava, con lo Statuto del dicembre 2008, 98 comuni delle due province, che pro quota ed in modo unitario, dovevano svolgere il servizio di raccolta differenziata dei rifiuti urbani sui loro territori;
   per quanto riguarda, in particolare, il consorzio unico delle province di Napoli e Caserta, con una serie di OPCM si legiferava sulla situazione del consorzio e del suo personale, tanto che con l'OPCM 3686/2008 articolo 8, comma 5, si disponeva che, al personale del consorzio, si applicano le disposizioni previste dagli articoli 33 e 34 del decreto legislativo n. 165 del 2001 (Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche) e, con la nota prot. n. 6482 del 14 dicembre 2008, il Sottosegretario di Stato, Dott. Guido Bertolaso emanava la tabella di equiparazione dei livelli contrattuali dei dipendenti del consorzio, con i vari comparti del Pubblico Impiego;
   il 31 dicembre 2009 è stata decretata la fine dell'emergenza rifiuti urbani in Campania, e dal 1o gennaio 2010, infatti, si è passati alla gestione ordinaria regionale dei rifiuti urbani;
   la legge nazionale n. 26 del 2010 ha disciplinato la transizione al regime ordinario di gestione rifiuti urbani che scioglieva tutti i consorzi di bacino regionali e nominava i rispettivi commissari liquidatori che li dovevano gestire nelle more della costituzione delle società provinciali che avrebbero dovuto, finalmente, assorbire tutto il personale dei consorzi anche in sovrannumero (articolo 13);
   la legge nazionale n. 135 del 2012, ha modificato gli indirizzi della citata legge n. 26, riattribuendo ai comuni le competenze relative all'organizzazione e alla gestione dei servizi di raccolta, smaltimento e recupero dei rifiuti solidi urbani, nonché quelle per la riscossione dei relativi tributi (attraverso l'istituzione della Tares);
   una norma che, in qualche maniera, ribaltava l'indirizzo consolidato da anni in Campania, ovvero che riconosceva alle province, in virtù del combinato disposto della legge n. 26 del 2010 e delle leggi regionali n. 4 del 2007 e 2008, la titolarità dell'intero ciclo integrato dei rifiuti;
   questa nuova legge ha determinato che fra il 2012 e il 2013 numerosi comuni decidevano, autonomamente, di uscire dal consorzio unico di bacino delle province di Napoli e Caserta, affidando il servizio relativo ai rifiuti a ditte private ed assorbendo solo una parte del personale operativo e tecnico-amministrativo del Consorzio che gli spettava, pro quota, con i passaggi di cantiere ex articolo 2112 del Codice Civile;
   ciò ha determinato un aumento del personale in esubero, ancora in carico al consorzio unico di bacino di Napoli e Caserta, nonché l'accumulo di numerosi ritardi per il pagamento degli emolumenti stipendiali (dai 15 mesi ai 25) che i commissari liquidatori non sono riusciti ancora a pagare ai lavoratori rimasti in carico al consorzio unico di bacino;
   il 5 novembre 2013 l'amministrazione regionale e il Governo nazionale decidono di affrontare la questione, istituendo un tavolo di trattativa con i sindacati;
   nel corso del confronto – che ha coinvolto le organizzazioni sindacali, confederali e autonome – si è discusso della proposta avanzata dalla regione Campania che ha ereditato la vertenza dai comuni, impossibilitati a risolverla per le loro difficoltà finanziarie;
   nel gennaio 2014, con la nuova legge regionale n. 5 intitolata «Riordino del servizio di gestione dei rifiuti urbani e assimilati in Campania» che integra e modifica le leggi regionali n. 4 del 2007 e 2008, si è stabilito il principio secondo il quale i comuni sono obbligati ad associarsi in ATO (ambito territoriale ottimale), attraverso la sottoscrizione di un preciso schema di convenzione, nel rispetto delle norme relative all'organizzazione del servizio, previste anche dalla legislazione nazionale articoli 201 e 202 del decreto legislativo n. 152 del 2006;
   l'articolo 13 (personale dei consorzi di bacino) di tale ultima legge regionale aggiunge, inoltre, un altro importante tassello alle garanzie di salvaguardia del posto di lavoro, già sancite anche con la ricordata legge nazionale n. 26 del febbraio 2010, anch'essa all'articolo 13;
   parallelamente al cammino tortuoso della legge regionale n. 5 del 2014, che non trova completa applicazione, i commissari liquidatori dei vari consorzi di bacino regionali hanno cominciato a prendere provvedimenti;
   ad oggi molti lavoratori di alcuni di questi consorzi sono in mobilità o vittime di licenziamenti collettivi a cui vanno aggiunti altri 400-500 lavoratori della provincia di Salerno che rischiano, fra breve, di subire la stessa sorte;
   ritornando, in particolare, sulla condizione dei lavoratori del consorzio unico di bacino di Napoli e Caserta, posti in mobilità, dal 1o gennaio 2015, secondo gli articoli 33, 34 e 34-bis del decreto legislativo n. 165 del 2001, il dipartimento della funzione pubblica – che per inciso nel corso del 2008, ai tempi del gestore unico, collaborava fattivamente alla risoluzione della problematica dei lavoratori considerati a tutti gli effetti dipendenti pubblici: non ha ancora chiarito, una volta per tutte, la propria posizione rispetto alla natura di questo consorzio ed alla normativa da applicare al personale dello stesso che ad oggi si trova comunque iscritto nelle liste di mobilità così come disposto dal decreto dirigenziale della regione Campania n. 2, pubblicato sul BURC n. 6 del 26 gennaio 2015, e per i quali, a parere degli interroganti, è in atto una palese discriminazione, relativamente alla possibilità che essi hanno di poter essere ricollocati in altri enti della pubblica amministrazione, rispetto ai lavoratori di altri comparti della pubblica amministrazione (dipendenti delle cosiddette aree vaste) attraverso bandi di mobilità pubblici per i quali essi vengono sistematicamente esclusi –:
   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti sopra esposti;
   quali iniziative intendano assumere, d'intesa con la regione Campania, al fine di favorire l'individuazione delle soluzioni necessarie alla ricollocazione definitiva dei lavoratori già impegnati nella gestione dei rifiuti nei menzionati territori. (5-06615)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

gestione dei rifiuti

contratto di lavoro

soppressione di posti di lavoro