ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06563

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 496 del 06/10/2015
Firmatari
Primo firmatario: ZOLEZZI ALBERTO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 05/10/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 05/10/2015
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 05/10/2015
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 05/10/2015
CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 05/10/2015
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 05/10/2015
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 05/10/2015
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 05/10/2015


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 05/10/2015
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 06/10/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-06563
presentato da
ZOLEZZI Alberto
testo di
Martedì 6 ottobre 2015, seduta n. 496

   ZOLEZZI, BUSTO, DE ROSA, MICILLO, CRIPPA, DAGA, MANNINO e TERZONI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   l'unione europea tende a marginalizzare il ruolo degli inceneritori nel processo di gestione dei rifiuti, contestando in tal senso la normativa italiana che riconosce anche ai termovalorizzatori gli incentivi (CIP6 e certificati verdi), riferiti alla produzione di energia elettrica prodotta con impianti alimentati da fonti rinnovabili;
   è ormai lampante che la combustione dei rifiuti sia una tecnologia onerosa e poco efficiente per la produzione dell'energia necessaria a soddisfare il fabbisogno elettrico; infatti, da evidenze scientifiche e tecniche la produzione elettrica è in massima parte rimessa nell'impianto di incenerimento per il sostanziale mantenimento energetico dell'impianto stesso o degli impianti della filiera che preparano il combustibile. La procedura «energivora», attraverso lo smaltimento rifiuti, risulta inutile e pericolosa per la salute dei cittadini ed è causa di inquinamento ambientale, ed è conseguenza logica delle diseconomie energetiche presenti su scala nazionale;
   la fermezza nelle scelte a favore dell'incenerimento dei rifiuti è data proprio dall'incentivazione tariffaria dell'energia prodotta da tale tipo di impianti prevista dalla normativa italiana, che comprende i termovalorizzatori tra i beneficiari di incentivi; l'incenerimento dei rifiuti è la pratica con minima sostenibilità nell'ambito della gerarchia europea dei rifiuti, che privilegia invece il recupero di materia;
   ad avviso degli interroganti in contrasto con le direttive europee, l'articolo 35 del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito, con modificazioni dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, si dispone che «entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, con proprio decreto, individua a livello nazionale la capacità complessiva di trattamento di rifiuti urbani e assimilati degli impianti di incenerimento in esercizio o autorizzati a livello nazionale, con l'indicazione espressa della capacità di ciascun impianto, e gli impianti di incenerimento con recupero energetico di rifiuti urbani e assimilati da realizzare per coprire il fabbisogno residuo, determinato con finalità di progressivo riequilibrio socio-economico, fra le aree del territorio nazionale e nel rispetto degli obiettivi di raccolta differenziata e di riciclaggio, tenendo conto della pianificazione regionale. Gli impianti così individuati costituiscono infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale, attuano un sistema integrato e moderno di gestione di rifiuti urbani e assimilati, garantiscono la sicurezza nazionale nell'autosufficienza, consentono di superare e prevenire ulteriori procedure di infrazione per mancata attuazione delle norme europee di settore e limitano il conferimento di rifiuti in discarica»;
   il primo impianto italiano di incenerimento, funzionale anche al recupero energetico, è l'impianto di termovalorizzazione dei rifiuti di Padova-San Lazzaro, messo in funzione nel 1962, con potenzialità nominale del forno di 140 t/giorno e generazione di 1,4 MWh/giorno. L'impianto venne successivamente ampliato e modificato per adeguarlo alla normativa sopravvenuta, fino ad assumere l'attuale conformazione; con tre linee di incenerimento, una capacità nominale complessiva di 600 t/giorno di rifiuti e una produzione di energia elettrica (al netto dell'autoconsumo) superiore di 95 GWh/giorno;
   da cronaca di Stampa (Corriere di Verona 10 febbraio 2012) l'ingegnere Sergio Trapanotto, artefice della III linea dell'impianto di San Lazzaro, dichiara: «mi raccomando si chiama inceneritore non termovalorizzatore, alla gente bisogna dire la verità. La verità è che l'impianto non serve a produrre energia ma a bruciare rifiuti. Ciò che ricaviamo dalla produzione di energia è marginale, non basterebbe a sostenere i costi»;
   il termovalorizzatore di via Manin, a Sesto S. Giovanni, è composto di tre linee d'incenerimento parallele, ciascuna con potenzialità pari a un terzo di quanto autorizzato, che consentono di produrre energia elettrica (che, per la parte eccedente gli autoconsumi interni, è ceduta alla rete elettrica nazionale) ed energia termica (che è utilizzata per il teleriscaldamento della città di Sesto San Giovanni). Esso, seppur di taglia piccola, ha le migliori tecnologie di settore e dal 2004 è gestito direttamente dalla società CORE, proprietaria dell'impianto. In totale, vengono trattate nell'impianto di via Manin circa. 70.000 t/anno. Complessivamente la popolazione equivalente servita dal termovalorizzatore CORE può essere stimata in circa 350.000 abitanti;
   come è noto, a partire dal 21 settembre 2010 è scaduta la convenzione CIP6/92 e, quindi, l'impianto di Sesto S.Giovanni è passato alla condizione di autoconsumo dell'energia prodotta e necessaria al suo funzionamento, cedendo la quota residua ai prezzi del mercato libero dell'energia elettrica;
   il costo dell'incentivazione alle fonti assimilate (inceneritori compresi) nel 2014, secondo dati rilasciati dal Gestore servizi energetici (GSE spa), è pari a 1,298 miliardi di euro, pagati dai cittadini nella componente a3 della bolletta elettrica;
   il 27 settembre 2012 al lab-meeting di Ravenna «no Ambiente», la dottoressa Anna Moretto, dell'Ente di Bacino Padova 2, durante la presentazione dell'analisi sulle tariffe degli impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani, mette, in risalto, nello specifico dell'impianto di incenerimento di Padova, come su una quantità di energia prodotta nell'anno 2010 pari a 15.275.616 kWh, 8.241.318 kWh sono utilizzati per autoconsumo per il funzionamento dell'impianto di incenerimento, 6.794.336 kWh sono ceduti al gestore dell'impianto di produzione CDR e compost presenti nell'impianto stesso e i rimanenti 239.962 kwh sono ceduti in rete al Gestore rete trasmissione nazionale (GRTN);
   il caso degli inceneritori di Padova e di Sesto San Giovanni porta a ipotizzare come la produzione energetica da incenerimento dei rifiuti costituisca una modalità non sostenibile sia nella gestione dei rifiuti stessi che sul versante energetico; infatti risulta che oltre all'autoconsumo diretto, una porzione considerevole dell'energia prodotta venga utilizzata in impianti connessi alla selezione dei rifiuti per l'immissione nell'inceneritore stesso (CDR; va chiarita, pertanto, l'eventuale incentivazione della produzione di questa quota energetica (dai dati della professoressa Moretto sembrerebbe più redditizio il consumo da parte degli impianti della filiera che la cessione in rete;
   il giorno 30 settembre 2015 è stata presentata in Commissione ambiente l'interrogazione a risposta immediata (n. 5-06513). Tuttavia, la risposta del Sottosegretario per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare è risultata del tutto insufficiente alle richieste espresse nel dispositivo –:
   se il Ministro dello sviluppo economico, per quanto di propria competenza, non ritenga di assumere opportune iniziative di osservazione costante e riesame della normativa in materia di erogazione degli incentivi per le energie rinnovabili, con particolare attenzione agli incentivi economici riconosciuti ai gestori degli impianti di incenerimento di rifiuti (CIP6 e «certificati verdi») per la mera cessione in rete dell'energia prodotta al GRTN, attraverso attenta valutazione della reale quantità di energia ceduta in rete, dell'energia autoconsumata o utilizzata negli impianti della stessa filiera, dell'indice di ritorno energetico (EROEI) e della valutazione economica globale dell'incenerimento dei rifiuti;
   se il Governo, considerate le criticità su emerse, non ritenga necessario assumere opportune iniziative di verifica e comparazione economica durante il tempo in cui sono stati erogati gli incentivi per le energie rinnovabili e dopo la scadenza di tale stanziamento (CIP6 e «certificati verdi»), in virtù del principio di sostenibilità economica degli impianti di incenerimento;
   se i Ministri, per quanto di competenza, non ritengano opportuno disporre verifiche sugli esiti delle attività di produzione energetica, atte a dimostrare la reale necessità di garantire la sicurezza nazionale attraverso la gestione dei rifiuti finalizzata all'autosufficienza, affinché essa stessa non comporti il depauperamento delle risorse economiche e ambientali necessarie alla realizzazione della filiera virtuosa dei rifiuti. (5-06563)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

incenerimento dei rifiuti

produzione d'energia

energia rinnovabile