ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/06535

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 493 del 30/09/2015
Firmatari
Primo firmatario: PAGLIA GIOVANNI
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 30/09/2015


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 30/09/2015
Stato iter:
01/10/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 01/10/2015
Resoconto PAGLIA GIOVANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 01/10/2015
Resoconto DE MICHELI PAOLA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 01/10/2015
Resoconto PAGLIA GIOVANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 01/10/2015

SVOLTO IL 01/10/2015

CONCLUSO IL 01/10/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-06535
presentato da
PAGLIA Giovanni
testo di
Mercoledì 30 settembre 2015, seduta n. 493

   PAGLIA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   il 23 settembre 2015 le pagine del settimanale L'Espresso dedicavano ampio spazio ad un'inchiesta avviata dalla Guardia di finanza su mandato della procura della Repubblica di Forlì che avrebbe portato alla scoperta di circa 27 mila connazionali che tra il 2006 ed il 2014 hanno intrecciato rapporti di qualsiasi tipo con enti creditizi della Repubblica di San Marino, all'evidente scopo di sottrarre, occultandoli, i loro capitali al fisco italiano;
   grazie alla suddetta inchiesta l'archivio informatico della guardia di finanza di Forlì ha acquisito un patrimonio di segreti bancari che supera di tre volte le dimensioni della «lista Falciani», che finora aveva costituito il precedente più famoso, utile per accertare quanto di questo tesoro, che ammonterebbe a 22 miliardi di euro, sia stato accumulato grazie all'evasione fiscale o, in alcuni casi, attraverso condotte peggiori, come la bancarotta fraudolenta o il riciclaggio di denaro di illecita provenienza;
   tra i 26.953 soggetti interessati compaiono persone fisiche e circa 2.500 società intestate ad italiani; l'inchiesta, che è diretta dal procuratore capo Sergio Sottani, continua ad allargarsi e che è destinata a proseguire per molti mesi, ha fino ad oggi concluso un primissimo gruppo di verifiche fiscali che coinvolgono industriali, commercianti, professionisti, qualche banchiere, ma anche protagonisti di rovinosi fallimenti, ora sospettati di aver svuotato le aziende, licenziato il personale e occultato i loro capitali all'estero, almeno in parte a San Marino; qualche indagato ha già ammesso gli addebiti e risarcito il fisco. Altri invece contestano le accuse e avranno tre gradi di giudizio per proclamare la propria innocenza;
   l'inchiesta è stata avviata grazie ad un sistema che ha dimostrato di funzionare: i computer degli istituti di credito hanno registrano tutte le movimentazioni di denaro, per un ammontare di circa 33 miliardi di euro lordi, che sono state passate silenziosamente al setaccio una dopo l'altra grazie ad un software, nato per le indagini patrimoniali antimafia, che permette di incrociare l'intera massa dei bonifici, assegni e altri movimenti di denaro con i grandi archivi già a disposizione del fisco;
   per quasi tutti gli indagati l'ultima possibilità di chiudere i conti con l'erario è quella aderire alla cosiddetta voluntary disclosure, la procedura di collaborazione volontaria che consente di far rientrare i propri capitali detenuti all'estero prevista dalla legge n. 186 del 2014, entro un determinato termine originariamente stabilito al 30 settembre 2015 ma recentemente prorogato al 30 novembre per la presentazione delle relative domande ed al 31 dicembre per l'integrazione della documentazione;
   la norma sul raddoppio dei termini di accertamento in presenza di violazioni rilevanti penalmente, contenuta nel decreto legislativo n. 128 del 2015, ha importanti riflessi sulla voluntary disclosure, poiché prevede che il raddoppio dei termini opera solo quando la notizia del reato sia stata inviata alla procura della Repubblica entro i termini ordinari di accertamento, pari a 4 anni quando la dichiarazione è regolarmente presentata e 5 anni quando invece è omessa. Le dirette conseguenze sono che i reati consumati in anni per i quali è intervenuta la prescrizione non possono più essere sanzionati ed il raddoppio dei termini di accertamento non può essere applicato, rappresentando un salvacondotto per tutti coloro che presentano domanda di adesione –:
   se sia a conoscenza di quanti dei suddetti contribuenti indagati potrà beneficiare della nuova previsione di cui al decreto legislativo n. 128 del 2015 in materia di raddoppio dei termini, anche grazie alla proroga dei termini per la presentazione della domanda di adesione alla cosiddetta voluntary disclosure al 30 novembre 2015 recentemente deliberata dal Governo. (5-06535)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 1 ottobre 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione VI (Finanze)
5-06535

  Con il documento in esame, l'onorevole interrogante fa riferimento all'inchiesta condotta dalla Guardia di finanza, su mandato della Procura della Repubblica di Forlì, riguardante le posizioni di circa 27.000 contribuenti che hanno occultato i loro capitali al fisco italiano, depositandoli presso gli enti creditizi della Repubblica di San Marino.
  L'onorevole evidenzia che l'articolo 2 del decreto legislativo 5 agosto 2015, n. 128, ha previsto che i termini di accertamento tributario siano raddoppiati solo allorquando la denuncia sia presentata o trasmessa entro gli ordinari termini di verifica fiscale.
  L'onorevole interrogante segnala altresì che quasi tutti gli indagati, aderendo alla procedura di volontaria collaborazione (cosiddetta voluntary disclosure), prevista dall'articolo 1 della legge 15 dicembre 2014, n. 186, potrebbero sanare la propria posizione nei confronti del fisco italiano.
  Ciò premesso, si chiede di conoscere quale sia il numero dei soggetti indagati che, alla luce della recente proroga al 30 novembre 2015, prevista per la presentazione della domanda di adesione alla procedura di volontaria collaborazione (cosiddetta voluntary disclosure), possono aderire alla procedura senza l'applicazione delle sanzioni, beneficiando della nuova previsione normativa in materia di raddoppio dei termini di accertamento di cui all'articolo 2 del decreto legislativo n. 128 del 2015.
  Al riguardo, l'Agenzia delle entrate rappresenta che non sono stati comunicati elementi conoscitivi in merito alla menzionata inchiesta della procura di Forlì e, pertanto, allo stato non è possibile determinare gli effetti dell'entrata in vigore del decreto legislativo n. 128 del 2015 sulle posizioni soggettive dei contribuenti coinvolti dall'indagine in argomento.
  In ogni caso, è opportuno far presente che l'articolo 5-quater, comma 2, del decreto-legge 28 giugno 1990, n. 167, come modificato dall'articolo 1, comma 1, della legge 15 dicembre 2014, n. 186, dispone che la collaborazione volontaria non è ammessa se la richiesta è presentata dopo che l'autore della violazione degli obblighi di dichiarazione abbia avuto formale conoscenza di accessi, ispezioni, verifiche o dell'inizio di qualunque attività di accertamento amministrativo o di procedimenti penali, per violazione di norme tributarie.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

riciclaggio di denaro

licenziamento

fallimento