ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/06406

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 483 del 16/09/2015
Abbinamenti
Atto 5/06407 abbinato in data 17/09/2015
Firmatari
Primo firmatario: BUSIN FILIPPO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Data firma: 16/09/2015


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 16/09/2015
Stato iter:
17/09/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 17/09/2015
Resoconto BUSIN FILIPPO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
 
RISPOSTA GOVERNO 17/09/2015
Resoconto BARETTA PIER PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 17/09/2015
Resoconto BUSIN FILIPPO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 17/09/2015

DISCUSSIONE IL 17/09/2015

SVOLTO IL 17/09/2015

CONCLUSO IL 17/09/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-06406
presentato da
BUSIN Filippo
testo di
Mercoledì 16 settembre 2015, seduta n. 483

   BUSIN. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   la Banca popolare di Vicenza era stata, appena un anno fa, dichiarata «sana» da parte della Banca d'Italia, ma alla fine di agosto di quest'anno, il suo presidente ha ammesso di aver bisogno di altri 1,5 miliardi di euro per evitare il fallimento o il commissariamento a fronte di irregolarità negli aumenti di capitale, rilevati dalla BCE e non dalla Banca d'Italia, e di una perdita di un miliardo registrata nei primi sei mesi del 2015;
   la perdita di 1,05 miliardi si è accumulata in seguito alla combinazione di diversi fattori contabili: la riduzione di 269 milioni di euro del valore di avviamento che segue ad un'altra del valore di 600 milioni per una riduzione totale dell'81,5 per cento in 18 mesi, nonostante i tassi in discesa; la perdita di 119 milioni di euro dovuta alla riclassificazione del valore di alcune partecipazioni in fondi Sicav per un valore totale di -55 per cento in 6 mesi, nonostante il rialzo dei mercati azionari; la perdita di 703 milioni dovuta ad un aumento dell'indice di copertura dei crediti deteriorati, passando in 6 mesi dal 35,1 per cento al 39,6 per cento, nonostante i segnali di miglioramento del mercato del credito italiano;  
   a ciò si aggiunge il rilievo da parte della BCE, a seguito della sua ispezione dell'ottobre 2014, di una riserva di capitale inflazionata artificialmente, perché derivante da aumenti di capitale effettuati a prestito e in parte mediante l'interposizione di un soggetto terzo: come conseguenza si rende necessario un aumento di capitale superiore all'ammontare delle perdite;
   aumenti di capitale realizzati nel 2013 e nel 2014 per quasi un miliardo di euro, infatti, sono avvenuti a fronte della concessione di prestiti a clienti e soci della banca, in molti casi con metodi «persuasivi» ai limiti del vero e proprio «ricatto»;
   ancor più grave rilevare il fatto che la vendita sia avvenuta ad un prezzo irragionevolmente alto, di 62,50 euro per azione, anche nell'imminenza della svalutazione avvenuta di lì a poco;
   è difficile sostenere che i vertici della banca non conoscessero la sua reale consistenza patrimoniale quando vendevano a «prezzo pieno» azioni che poco dopo, nella primavera di quest'anno, lo stesso consiglio di amministrazione ha svalutato del 23 per cento, portandole al valore unitario di 48 euro; prezzo che il mercato comunque non riconosce, rendendo di fatto illiquide le azioni;
   a ciò si aggiunga che già nel lontano 2008 il presidente dell'ADUSBEF Elio Lanutti denunciò alla procura di Vicenza il livello irragionevolmente alto a cui il consiglio di amministrazione della Popolare di Vicenza aveva fissato il prezzo delle proprie azioni;
   nel comunicato della Popolare di Vicenza, in merito alla svalutazione, si afferma che il consiglio di amministrazione, «esaminata la stima effettuata dall'esperto indipendente designato dall'istituto», così come previsto dall'articolo 6 dello Statuto, ha deliberato di proporre all'approvazione dell'assemblea dei soci un valore dell'azione pari a 48 euro;
   la determinazione di tale valore è principalmente riconducibile agli effetti del Comprehensive Assessment effettuato dalla Bce ad ottobre 2014 e ai conseguenti impatti sul patrimonio e sul target di capitale;
   Bankitalia, nel comunicato ufficiale del 26 ottobre 2014 sul Comprehensive Assessment, ossia la «valutazione approfondita» delle banche europee condotto dalla BCE, non segnalò la Banca Popolare di Vicenza in carenza come fu per MPS e Banca Carige: quindi, secondo l'autorità di vigilanza nazionale che, com’è noto, partecipa alla verifica dei risultati degli stress test, non fu necessaria una ricapitalizzazione;
   è inutile sottolineare che il mancato intervento da parte della Banca d'Italia, a giudizio dell'interrogante, ha contribuito alla rovina economica di una gran parte dei 117 mila soci della Popolare di Vicenza, alcuni dei quali hanno affidato l'intero ammontare dei risparmi di una vita alla banca locale nella quale avevano (mal) riposto la loro completa fiducia –:
   se non reputi opportuno fornire le informazioni in suo possesso circa la gravissima problematica relativa al mancato riconoscimento dell'effettiva consistenza dello stato patrimoniale della Banca Popolare di Vicenza e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda intraprendere al fine di tutelare, con efficacia e certezza, i correntisti e i 117 mila soci dell'istituto bancario, proprietari di azioni ormai illiquide perché fissate a un prezzo nominale che, nonostante la cospicua svalutazione, evidentemente non corrisponde ancora al suo reale valore di mercato.
(5-06406)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 17 settembre 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione VI (Finanze)
5-06406

  Al riguardo, la Banca d'Italia ha comunicato quanto segue.
  La Banca Popolare di Vicenza ha partecipato, con altri 131 gruppi bancari dell'Eurozona (fra cui 15 banche italiane), all'esercizio di «valutazione approfondita» (Comprehensive Assessment), condotto dalla BCE in collaborazione con le Autorità nazionali di vigilanza. L'esercizio ha anticipato l'avvio ufficiale del Meccanismo di vigilanza unico (Single Supervisory Mechanism-SSM), avvenuto il 4 novembre 2014.
  L'esercizio è costituito fondamentalmente da due parti:
   una revisione della qualità degli attivi (asset quality review, AQR), allo scopo di verificare se il capitale «di migliore qualità» (common equity tier 1, CET1) delle banche sia adeguato a fronteggiare la rischiosità degli attivi;
   uno stress-test, relativo a scenari ipotetici per il triennio 2014-16 (uno scenario base e uno scenario avverso), con l'obiettivo di verificare quanto un eventuale peggioramento dello scenario macroeconomico e finanziario nazionale e internazionale potrebbe riflettersi sulla condizione delle banche e quale sovrappiù di capitale sarebbe in tal caso necessario per preservare un adeguato grado di capitalizzazione. Lo scenario avverso è stato appositamente disegnato in modo da costituire una vera prova di resistenza delle banche a situazioni estreme.
  In prossimità della conclusione dell'esercizio, si è svolta una fase di interlocuzione tra la BCE e le banche coinvolte (cosiddetto supervisory dialogue), in modo da fornire agli intermediari preliminari elementi, anche se non esaustivi, sulle principali determinanti del risultato. In data 23 ottobre, la BCE ha trasmesso in via confidenziale alle banche i risultati definitivi dell'esercizio, in previsione della comunicazione al mercato della domenica successiva. Il risultato è stato in effetti ufficialmente comunicato al mercato dalla BCE e dalle autorità nazionali competenti, tra cui la Banca d'Italia, in data 26 ottobre 2014.
  Nell'ambito dell'esercizio, la Banca Popolare di Vicenza ha evidenziato un'esigenza di capitale che, tenuto conto delle misure patrimoniali realizzate nel primo semestre 2014 (per complessivi 459 milioni di euro), è risultata pari a 223 milioni di euro. Questa carenza origina esclusivamente dallo scenario avverso dello stress-test; la banca presenta infatti un'eccedenza patrimoniale rispetto alle soglie minime sia dell’Asset Quality Review (340 milioni di euro) sia dello scenario base dello stress-test (301 milioni di euro).
  Anche in relazione agli esiti della valutazione approfondita il Consiglio di Amministrazione, nella seduta del 25 ottobre 2014, ha deliberato l'esercizio dell'opzione del rimborso anticipato con regolamento in azioni del prestito obbligazionario convertibile «Banca Popolare di Vicenza 5 per cento – 2013/2018 – convertibile con facoltà di rimborso in azioni», emesso per complessivi 253 milioni di euro. Tale facoltà è prevista nell'articolo 10 del Regolamento del prestito.
  In data 29 maggio, come approvato dall'Assemblea degli Obbligazionisti tenutasi il 10 febbraio 2015, si è perfezionata la conversione del prestito in discorso ed è stato pertanto colmato integralmente lo shortfall di 223 milioni di euro emerso a seguito della valutazione approfondita.
  Peraltro, nel corso del primo semestre 2014 erano state prese altre misure di rafforzamento patrimoniale che avevano incluso sia aumenti di capitale per circa 645 milioni di euro sia il riacquisto di azioni proprie avvenuto nel periodo per circa 195 milioni di euro.
  Al riguardo, va rammentato che gli strumenti di capitale (e tra questi in particolare le azioni, che rientrano nella componente di più elevata qualità del patrimonio delle banche) non possono essere oggetto di impegni di riacquisto da parte dell'emittente, pena la loro esclusione dal patrimonio del soggetto vigilato. Ai sensi delle disposizioni attualmente in vigore a livello europeo, contenute nella Capital Requirement Regulation e nelle successive norme tecniche di attuazione, l'attività di riacquisto è inoltre consentita solo previa autorizzazione della competente Autorità di vigilanza ed entro prefissati plafond, ferma restando la loro deduzione dal patrimonio.
  Per quanto concerne il tema della riduzione del valore delle azioni della banca, in data 11 aprile 2015 l'Assemblea dei soci della Banca Popolare di Vicenza ha approvato il bilancio d'esercizio 2014, che registra una perdita netta consolidata pari a 758,5 milioni di euro; tale risultato è in larga parte ascrivibile alle politiche di valutazione degli attivi, che hanno determinato una consistente svalutazione degli avviamenti (pari a circa il 65 per cento del precedente valore di bilancio, per un importo di 600 milioni di euro) e rettifiche su crediti complessivamente pari a 868 milioni di euro.
  L'assemblea degli azionisti, in relazione ai risultati sopra riportati, ha anche rideterminato il valore delle azioni della banca in 48 euro (dai 62,5 euro ad azione deliberati nel 2014); tale valore era stato indicato dal Consiglio di Amministrazione lo scorso 8 aprile 2015 sulla base di una perizia formulata da un consulente indipendente.
  Peraltro, la Banca d'Italia e la BCE avevano pianificato – alla luce delle anomalie riscontrate peraltro nella compravendita di azioni proprie, in particolare nel corso della valutazione approfondita, in relazione al complessivo quadro informativo acquisito sull'intermediario e in continuità con l'azione di vigilanza svolta nei 2014 – una verifica ispettiva avente a oggetto la gestione e la governance dei rischi di mercato e i profili connessi con l'operatività in azioni proprie.
  Gli accertamenti, avviati lo scorso 26 febbraio ed eseguiti da un gruppo ispettivo interamente composto da personale della Banca d'Italia, si sono conclusi a luglio 2015. I risultati di tali verifiche sono attualmente in fase di revisione e saranno formalizzati all'intermediario nel corso delle prossime settimane.
  Già in costanza di ispezione, la Popolare di Vicenza, in relazione alle prime evidenze che stavano emergendo dagli accertamenti e anche dietro sollecitazione della Vigilanza, ha proceduto alla nomina di un nuovo Amministratore Delegato in sostituzione del precedente Consigliere Delegato e ha rinnovato le prime linee del management. Il nuovo management della banca ha supportato l'azione del team ispettivo, recependone integralmente le evidenze nella relazione semestrale approvata il 28 agosto scorso, che ha fatto registrare una significativa flessione dei coefficienti patrimoniali, scesi al di sotto del minimo regolamentare dell'8 per cento. Contestualmente, sono state avviate una serie di misure correttive volte in primo luogo a rafforzare la situazione patrimoniale, quali l'emissione di uno strumento subordinato e la delibera di un'operazione di aumento di capitale.
  È stato, infine, fatto presente che quando l’iter ispettivo sarà formalmente concluso la BCE, nell'ambito del Single Supervisory Mechanism cui partecipa anche la Banca d'Italia, valuterà l'adozione di ulteriori azioni sotto il profilo della vigilanza.
  Nel dettaglio, gran parte della riduzione patrimoniale sopra citata è conseguente al disconoscimento dal capitale delle azioni oggetto di finanziamento da parte della Popolare di Vicenza. In via generale, va considerato che una banca può erogare finanziamenti ai clienti per la sottoscrizione di azioni della banca stessa. Tali azioni sono computabili nel patrimonio di vigilanza esclusivamente nel limite della quota non finanziata ovvero della quota che mano a mano viene rimborsata da parte dei soci. La banca procede in autonomia a effettuare tale deduzione. La verifica della Vigilanza in merito al corretto operato può essere condotta solo in loco, poiché l'individuazione di un legame diretto, in termini di importo e tempistica, tra un finanziamento concesso a un cliente e la sottoscrizione da parte del cliente di azioni della banca è difficilmente individuabile se non si fa ricorso a una verifica mirata, che viene avviata laddove sussistano dubbi sulla corretta applicazione della normativa da parte dell'intermediario. Nello specifico, le azioni che sono state oggetto di esclusione dal computo del patrimonio non sono quelle relative agli aumenti di capitale pubblicamente oggetto di finanziamento da parte della banca nel 2013 e 2014.
  Con riferimento all'alienazione della ex sede della Banca d'Italia sita in Vicenza (Palazzo Repeta), l'Istituto ha fatto presente di aver avviato, nel 2011, un progetto di dismissione di immobili di proprietà, tra i quali figurano i cespiti già adibiti a Filiale, non più utilizzati a seguito della riorganizzazione territoriale dell'Istituto. La dismissione dell’asset immobiliare, tra cui «Palazzo Repeta», è stata condotta tramite procedure di vendita con asta rivolte all'intero mercato nazionale, con pubblicazione degli avvisi di vendita sui maggiori quotidiani nazionali e sul sito istituzionale della Banca d'Italia. Le procedure sono state condotte con l'ausilio di un Advisor selezionato con gara pubblica.
  In occasione della pubblicazione dell'avviso di vendita contenente il cespite di Vicenza e il relativo prezzo minimo di euro 9.350.000, la società Immobiliare Stampa S.c.p.a., controllata dalla Banca Popolare di Vicenza, è risultata aggiudicataria dell'immobile, formulando una proposta di acquisto di euro 9.525.000, superiore al valore a base d'asta. Trattandosi di bene sottoposto a vincolo di interesse storico/artistico ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004, la Banca d'Italia ha anche acquisito la necessaria autorizzazione ad alienare da parte del Ministero dei Beni Culturali; l'immobile è stato alienato alla Immobiliare Stampa S.c.p.a il 2 aprile 2014. Trattandosi di bene vincolato, come sopra precisato, l'atto di compravendita è stato condizionato sospensivamente al mancato esercizio del diritto di prelazione da parte dello Stato; il diritto in questione non è stato esercitato e il 18 giugno 2014 è stato stipulato l'atto ricognitivo del non avveramento della condizione sospensiva che ha sancito la conclusione dell’iter di vendita dell'immobile.
  Per quanto concerne, poi, il riferimento a una presunta situazione di conflitto di interesse dovuta alla posizione ricoperta dal dott. Falchi (ex dipendente della Banca d'Italia) all'interno della Banca Popolare di Vicenza, l'Istituto ha preliminarmente precisato che i dipendenti della Banca d'Italia addetti alla vigilanza sono sottoposti alla disciplina in materia di incompatibilità, cumulo di impieghi e incarichi di cui all'articolo 53, comma 16-ter del decreto legislativo n. 165 del 2001, così come modificato dalla legge n. 190 del 2012 in materia di prevenzione e repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione.
  Il dottor Falchi si è dimesso volontariamente dalla Banca d'Italia nel settembre del 2013, periodo antecedente alle attività di sottoposizione di talune aziende di credito italiane alle procedure di stress-test condotte in relazione all'avvio del Single Supervisory Mechanism.
  I compiti svolti dal dottor Falchi nel suo percorso professionale in Banca d'Italia non hanno, inoltre, comportato l'assunzione di alcuna responsabilità relativa alle funzioni di vigilanza creditizia e finanziaria rientranti nella competenza dell'Istituto. Dal 1993 al 1998 è stato Titolare della Delegazione di Parigi della Banca; dal 1998 al 2007 ha assunto la titolarità della Delegazione di New York e, da ultimo, nel periodo dal luglio 2007 all'agosto 2013, ha ricoperto l'incarico di Capo del Servizio Segreteria Particolare del Direttorio e Comunicazione.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

Banca centrale europea

fissazione dei prezzi

aumento di capitale