ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/06401

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 483 del 16/09/2015
Firmatari
Primo firmatario: REALACCI ERMETE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 16/09/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BORGHI ENRICO PARTITO DEMOCRATICO 16/09/2015
BRAGA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 16/09/2015
IANNUZZI TINO PARTITO DEMOCRATICO 16/09/2015
PASTORELLI ORESTE MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI) 16/09/2015
MAZZOLI ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 16/09/2015


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 16/09/2015
Stato iter:
17/09/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 17/09/2015
Resoconto BORGHI ENRICO PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 17/09/2015
Resoconto VELO SILVIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 17/09/2015
Resoconto BORGHI ENRICO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 17/09/2015

SVOLTO IL 17/09/2015

CONCLUSO IL 17/09/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-06401
presentato da
REALACCI Ermete
testo di
Mercoledì 16 settembre 2015, seduta n. 483

   REALACCI, BORGHI, BRAGA, TINO IANNUZZI, PASTORELLI e MAZZOLI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   da organi di stampa e da numerosi articoli sui giornali nazionali e online, si apprende come la grande proliferazione di fauna selvatica, e in particolare di cinghiali, stia creando notevoli criticità alle colture agricole e, in qualche in caso, alcuni incidenti anche all'uomo;
   recentemente i rappresentanti delle associazioni agricole, Coldiretti, Cia e Confagricoltura hanno espresso il loro allarme per circa i danni causati dagli animali non domestici, in particolare da questa specie di ungulati. La questione infatti sta assumendo caratteristiche di emergenza nazionale;
   il cinghiale per le sue caratteristiche costitutive arriva a pesare anche oltre 100 chilogrammi; che per le sue abitudini alimentari mette a serio rischio le colture agricole: infatti, rispetto al totale dei danni all'agricoltura causati da fauna selvatica, la percentuale ascrivibile al cinghiale è preponderante anche perché risulta pressoché assente una specie animale antagonista;
   è opportuno altresì ricordare che circa un secolo fa i cinghiali si erano quasi estinti, ma poi furono reintrodotti in massa per favorire l'attività venatoria: in particolare, negli anni sessanta con esemplari provenienti dai Carpazi più forti e prolifici, di maggiori dimensioni e conseguentemente con un impatto sull'ambiente più rilevante dei cinghiali nostrani. Attualmente, l'Ispra ha di recente stimato che possano aver superato il milione di esemplari, diffusi in tutte le venti regioni e nel 95 per cento delle province;
   nei parchi nazionali la gestione del cinghiale deve avvenire secondo le linee guida predisposte dall'Ispra per conto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare che prevedono l'attuazione di misure ed interventi per il contenimento della specie;
   alcuni parchi nazionali già attuano con successo ed efficacia le suddette linee guida, mentre altri, pur avendo a disposizione risorse, le hanno implementate in maniera parziale e insufficiente –:
   se il Ministro interrogato non intenda assumere iniziative, anche normative, finalizzate a dare piena attuazione alle linee guida predisposte dall'Ispra per la gestione dei cinghiali nei parchi nazionali, valutando la sussistenza dei presupposti per nominare commissari governativi per i casi di inadempienza. (5-06401)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 17 settembre 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-06401

  Il proliferare del cinghiale in ambiti protetti così come nei territori liberi alla caccia è cosa ben nota e seguita dal Ministero dell'Ambiente, anche con il supporto tecnico di ISPRA. Per lo specifico della gestione del cinghiale nelle aree protette sono state per esempio aggiornate pochi anni fa le «Linee guida per la gestione del cinghiale nelle aree protette seconda edizione» (http://www.minambiente.it/biblioteca/quaderni-di-conservazione-della-natura-n-34-linee-guida-la-gestione-del-cinghiale-sus).
  Per quanto gli strumenti normativi esistenti già consentano di affrontare la questione, è sicuramente necessario un più forte e coordinato impegno di tutte le amministrazioni centrali e locali per dare loro piena applicazione e per contrastare pratiche illecite quali il rilascio e la pasturazione di cinghiali, che sicuramente contribuiscono ad aumentare il problema.
  La legge n. 394 del 1991 sulle aree protette, all'articolo 11, prevede che il regolamento del Parco stabilisce le eventuali deroghe ai divieti, inclusi prelievi faunistici ed abbattimenti selettivi necessari per far fronte ad eventuali squilibri ecologici. Prelievi e abbattimenti dovranno avvenire per iniziativa e sotto la diretta responsabilità e sorveglianza dell'Ente Parco ed essere attuati dal personale dell'Ente parco o da persone all'uopo espressamente autorizzate da quest'ultimo.
  Al riguardo si segnala che si è svolto un incontro, promosso dal Ministero dell'Ambiente, con i rappresentanti di tutti i Parchi Nazionali, che ha rappresentato l'occasione per fare un quadro sui profili problematici concernenti la presenza dei cinghiali nell'ambito di questi ultimi, sulle modalità di gestione della questione attualmente in atto, sui risultati conseguiti nonché sugli aspetti che è necessario affrontare al fine di migliorare l'efficacia degli interventi di controllo.
  I dati acquisiti all'esito di tale incontro sono in corso di elaborazione, al fine di evidenziare tramite un apposito report le migliori soluzioni adottate per fronteggiare il problema, i danni prodotti sull'agricoltura nonché le conseguenze negative in tema di perdita di biodiversità. In tale contesto sarà possibile analizzare anche eventuali azioni sinergiche da impostare in materia sanitaria.
  Per quanto riguarda gli interventi, appare chiaro che una soluzione efficace necessita di azioni coordinate che coinvolgano sia il territorio interessato alla caccia, che le aree protette, nonché, per i diversi aspetti di competenza, le Amministrazioni centrali e locali e le associazioni di categoria.
  A tal fine è stato anche istituito un tavolo fra Ministero dell'Ambiente e dell'Agricoltura che ha effettuato per il 16 settembre una prima audizione con le associazioni di categoria del comparto agricolo e che proseguirà con audizioni delle altre categorie di portatori di interessi. Il confronto è stato articolato e sarà successivamente riconvocato sulla base dei dati in corso di acquisizione.
  Saranno inoltre vagliate iniziative specifiche, come azioni di standardizzazione di buone pratiche attraverso apposite direttive rivolte ai Parchi, nonché provvedimenti destinati ad essere adottati in Conferenza Stato-Regioni al fine di far fronte in modo più soddisfacente su tutto il territorio nazionale alle problematiche riscontrate negli ultimi mesi.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

fauna

parco nazionale

abitudine alimentare