ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06370

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 480 del 11/09/2015
Firmatari
Primo firmatario: ANZALDI MICHELE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 11/09/2015


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 11/09/2015
Stato iter:
26/01/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 26/01/2016
Resoconto DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
 
REPLICA 26/01/2016
Resoconto ANZALDI MICHELE PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 11/09/2015

DISCUSSIONE IL 26/01/2016

SVOLTO IL 26/01/2016

CONCLUSO IL 26/01/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-06370
presentato da
ANZALDI Michele
testo di
Venerdì 11 settembre 2015, seduta n. 480

   ANZALDI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   Fabio Calassi, esperto di servizi informatici, dopo essere stato messo in mobilità dall'azienda per la quale lavorava in Italia, nel 2010 si è trasferito insieme al figlio Filippo in Guinea Equatoriale per curare un progetto di informatizzazione della Tesoreria di quel Paese;
   nel corso di cinque anni ha scalato le posizioni all'interno della società General Work, nella quale accanto a capitali italiani esiste una rilevante presenza del governo, guidato dal presidente Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, fino a diventarne CEO;
   tra la fine del 2014 e l'inizio del 2015 il crollo del prezzo del barile ha creato forti difficoltà al Paese, e i pagamenti del Governo alla General Work si sono interrotti creando non poche difficoltà all'azienda che conseguentemente non ha potuto onorare i suoi debiti con fornitori e dipendenti;
   il 21 marzo 2015, i signori Fabio e Filippo Galassi sono stati arrestati con l'accusa di voler lasciare il Paese portando con sé fondi della General Works;
   Filippo Galassi, al quale in un primo tempo sono stati concessi gli arresti domiciliari, è stato poi riportato in carcere a Bata, la più importante città della Guinea equatoriale;
   con i Galassi è tuttora detenuto anche un altro italiano, Daniel Candio, di 24 anni, amico di Filippo Galassi e anche lui dipendente della General Work;
   la detenzione dei nostri connazionali, ormai protratta da oltre cinque mesi in condizioni durissime, presenta numerosi profili di ingiustizia;
   le accuse contro i tre risulterebbero non essere state ancora formulate, contrariamente ai principi più elementari del diritto e alle leggi della stessa Guinea, che, prevedono un termine di 72 ore;
   le autorità della Guinea non avrebbero finora esibito alcuna prova a supporto dell'accusa quali biglietti aerei che certificassero l'intenzione di fuggire, o i trolley «pieni di soldi», tantomeno confessioni o parziali ammissioni dei diretti interessati;
   finora gli unici contatti avuti con Galassi sono stati un sms inviato ad un amico e una telefonata alla sua ex compagna nel mese di agosto, evidentemente digitando i due soli numeri che ricordava a memoria e utilizzando un apparecchio prestato da qualcuno;
   la salute di Fabio Galassi, in base ad una breve intervista mandata in onda dalla tv di stato, la Tvge, due mesi dopo l'arresto, risulta, dalle immagini, essere molto provata;
   le condizioni delle carceri della Guinea equatoriale – come ha potuto testimoniare un altro nostro connazionale, l'imprenditore pontino Roberto Berardi, liberato e tornato in Italia lo scorso luglio dopo una detenzione di due anni e mezzo – sono terribili, e in esse viene praticata spesso la tortura;
   nella citata intervista lo speaker della tv di Stato dice testualmente: «lo hanno preso con le mani nel sacco, questo cabron» il che non fa presagire la presenza di presupposti per un equo processo;
   considerati i tempi fin qui trascorsi in carcere senza che siano state neppure formulate le accuse, vi è ragionevolmente da temere tempi processuali lunghissimi, tali da far temere seriamente per le condizioni di salute dei due Galassi e di Manuel Candio –:
   si chiede pertanto di conoscere se e quali iniziative il Governo italiano ha già intrapreso ed intende assumere per accertarsi delle condizioni di salute e processuali dei tre connazionali attualmente detenuti e affinché vengano garantite condizioni detentive e processuali rispettose dei diritti civili e delle convenzioni internazionali. (5-06370)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 26 gennaio 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-06370

  Vorrei iniziare fornendovi degli aggiornamenti sul caso dei connazionali Fabio e Filippo Galassi e Daniel Candio. La Farnesina ha seguito la vicenda sin dalle prime fasi con la massima attenzione sia direttamente, sia tramite l'Ambasciata in Camerun, competente per la Guinea Equatoriale, e il Corrispondente consolare a Bata, prestando tutta l'assistenza possibile ai nostri connazionali e mantenendo contatti costanti con i familiari e i legali.
  Per quanto riguarda le vicende processuali dei connazionali vorrei segnalare come, anche grazie all'azione portata avanti dalla Farnesina e ai ripetuti passi compiuti dal nostro Ambasciatore a Yaoundé presso le Autorità equatoguineane, la posizione di Daniel Candio sia stata chiarita e il connazionale abbia potuto fare rientro in Italia dopo essere stato scarcerato il 1o ottobre scorso. Quanto a Fabio e Filippo Galassi, come noto sono accusati di appropriazione indebita, truffa, riciclaggio, falsificazione di documenti, stoccaggio e vendita fraudolenta di beni. Lo scorso 10 dicembre si è conclusa la fase dibattimentale del processo a loro carico avviato il 25 novembre presso il Tribunale di Bata e si è ora in attesa della decisione della magistratura locale. Le udienze si sono svolte senza particolari criticità, nel rispetto delle procedure locali. Il Pubblico Ministero ha chiesto la condanna a 15 anni di reclusione per Fabio Galassi (per la sua posizione ritenuta più influente all'interno della società General Works) e a 10 anni per Filippo, mentre la difesa ha chiesto la piena assoluzione per insussistenza delle accuse e delle prove a loro carico.
  Nelle more della decisione che verrà presa dal tribunale, sin dalle fasi dell'arresto l'Ambasciatore a Yaoundé è intervenuto in numerose occasioni presso le Autorità locali al fine di tutelare i diritti dei nostri connazionali. Sono stati effettuati passi ai più alti livelli e, in particolare, presso il Presidente della Repubblica Teodoro Obiang – che si è impegnato a seguire il caso e a favorire la ricerca di una soluzione – e il Ministero degli Esteri. Sono inoltre state sensibilizzate le Autorità Giudiziarie locali, alle quali è stata espressa la forte aspettativa che sia garantito un giudizio equo e spedito. Tali posizioni sono state di recente ribadite anche dal Corrispondente consolare a Bata, che si è anche occupato di effettuare numerose visite in carcere ai nostri connazionali nel corso degli ultimi mesi, al fine di monitorare le loro condizioni di salute e fornirgli generi di conforto.
  Vorrei pertanto assicurare che i nostri connazionali beneficiano di condizioni detentive migliori rispetto a quelle degli altri detenuti e per loro è stata inoltre richiesta la possibilità di comunicare telefonicamente con i familiari in Italia. Quanto allo stato di salute di Fabio Galassi, il corrispondente consolare lo ha accompagnato ad una prima visita oculistica nell'ottobre scorso, a cui ha fatto seguito un successivo consulto, che ha escluso l'ipotesi di un possibile distacco della retina e confermato la necessità di riposo.
  Oltre all'azione portata avanti dalla nostra Ambasciata in loco, abbiamo compiuto dei passi ufficiali anche sull'Ambasciatore della Guinea Equatoriale in Italia per segnalare la delicatezza della situazione e la necessità di una rapida conclusione del processo in corso. Alla Farnesina sono stati inoltre ricevuti più volte i familiari dei nostri connazionali, ai quali sono stati forniti costanti aggiornamenti sulle azioni intraprese e sull'assistenza loro fornita.
  Le famiglie mantengono peraltro contatti costanti sia con l'Ambasciata in Camerun che con il corrispondente consolare a Bata.
  Infine vorrei sottolineare come l'azione del Governo si sia sviluppata anche in ambito UE al fine di assicurare che le pressioni e sensibilizzazioni sul governo equatoguineano fossero effettuate anche a livello europeo. Al riguardo abbiamo interessato della vicenda sia il Servizio Europeo per l'Azione Esterna a Bruxelles sia, per il tramite della nostra Ambasciata a Yaoundé, l'Ambasciata spagnola in Guinea Equatoriale – titolare della Presidenza di turno dell'Unione europea in loco – perché intervenissero a garanzia di un processo giusto e rapido per i nostri connazionali.
  Vorrei concludere confermando che il Governo continuerà a seguire con la massima attenzione l'evolversi della vicenda in tutti i suoi aspetti, al fine di sollecitare una rapida ed equa conclusione sul piano giudiziario. Continueremo pertanto la nostra azione di sensibilizzazione sia in loco, in collaborazione con le Ambasciate dei Paesi partner, che a livello nazionale ed europeo, continuando al contempo a fornire ogni possibile assistenza consolare ai nostri connazionali e ai loro familiari.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

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