ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/06194

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 471 del 29/07/2015
Firmatari
Primo firmatario: CASTIELLO GIUSEPPINA
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 29/07/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LATRONICO COSIMO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 29/07/2015


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 29/07/2015
Stato iter:
30/07/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 30/07/2015
Resoconto LATRONICO COSIMO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
RISPOSTA GOVERNO 30/07/2015
Resoconto VELO SILVIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 30/07/2015
Resoconto LATRONICO COSIMO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 30/07/2015

SVOLTO IL 30/07/2015

CONCLUSO IL 30/07/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-06194
presentato da
CASTIELLO Giuseppina
testo di
Mercoledì 29 luglio 2015, seduta n. 471

   CASTIELLO e LATRONICO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   nel mese di giugno 2015 la Sogin ha consegnato all'Ispra l'aggiornamento della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI) alla localizzazione del deposito nazionale e della relativa documentazione, richiesto nel mese di aprile dai Ministeri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dello sviluppo economico;
   in realtà la mappa era già stata inviata a inizio gennaio dalla Sogin, la società di Stato responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi. I tecnici dovevano verificare il rispetto della guida tecnica per la localizzazione (pubblicata nel giugno 2014) che prevedeva quindici criteri di esclusione delle aree su cui dovrà essere costruito il deposito all'interno di un parco tecnologico;
   in particolare, sono da escludere le aree vulcaniche, le località a più di 700 metri sul livello del mare o a una distanza inferiore a 5 chilometri dalla costa, le zone a sismicità elevata, a rischio frane, inondazioni, le zone che costeggiano i fiumi e tutte le superfici dove c’è una pendenza maggiore del 10 per cento. Sono escluse anche le aree naturali protette, quelle che non siano ad adeguata distanza dai centri abitati, quelle a distanza inferiore di un chilometro da autostrade e strade extraurbane principali e ferrovie;
   il 20 luglio 2015 l'ISPRA ha inviato ai Ministeri dell'ambiente e della tutela del territorio e dello sviluppo economico la carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI) ad ospitare il sito unico nazionale di stoccaggio delle scorie nucleari, ancora secretata;
   per rifiuti radioattivi si comprendono diverse categorie di rifiuti, fra loro molto diverse, tra cui quelli provenienti dai reattori di ritrattamento del combustibile nucleare, quelli prodotti dallo smantellamenti di vecchi impianti, e gli elementi di combustibile esauriti; le scorie nucleari possono essere prodotte nelle centrali nucleari (per la maggior parte), in medicina, e nei siti industriali per le analisi produttive di parti metalliche;
   il deposito nazionale sarà un'infrastruttura di superficie dove mettere in sicurezza i rifiuti radioattivi e consentirà la sistemazione definitiva di circa 75 mila metri cubi di rifiuti di bassa e media attività e lo stoccaggio temporaneo di circa 15 mila metri cubi di rifiuti ad alta attività. Insieme al deposito è prevista la realizzazione del parco tecnologico: un centro di ricerca, aperto a collaborazioni internazionali, dove svolgere attività nel campo del decommissioning, della gestione dei rifiuti radioattivi e dello sviluppo sostenibile in accordo con il territorio interessato;
   dei circa 90 mila metri cubi di rifiuti radioattivi, ricorda Sogin, il 60 per cento deriverà dalle operazioni di smantellamento degli impianti nucleari, mentre il restante 40 per cento dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca, che continueranno a generare rifiuti anche in futuro;
   il nostro Paese ha l'obbligo di dar vita ad un sito di stoccaggio permanente delle scorie, sancito dalla direttiva europea 2011/70 Euratom, che impone ad ogni Stato membro la realizzazione di un punto di stoccaggio in grado di ospitare in sicurezza il combustibile nucleare esaurito e i rifiuti radioattivi, anche derivanti dagli impieghi medicali, di ricerca e industriali. Sono 23 i siti italiani che attualmente ospitano questa «spazzatura atomica», tra cui il centro Itrec Trisaia di Rotondella (MT);
   indiscrezioni giornalistiche affermavano che la Basilicata e in particolare Matera, Montescaglioso, Montalbano Jonico, Banzi, Palazzo san Gervasio, Genzano di Lucania e Altamura erano stati individuati nella carta preliminare delle aree potenzialmente idonee per il deposito unico nazionale delle scorie;
   la città di Matera, Capitale della Cultura 2019, e l'area murgiana non possono essere indicate come sito per l'ubicazione del deposito nazionale di scorie radioattive, in quanto ciò creerebbe un pregiudizio all'immagine della città dei Sassi, Patrimonio dell'Unesco –:
   se il Governo non ritenga quanto prima di tendere pubblica la carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI) e quindi quali iniziative intenda assumere per evitare che si riproponga la Basilicata quale sito per il deposito unico nazionale delle scorie, regione in cui già è presente il deposito di stoccaggio scorie radioattive di III categoria nell'impianto di Itrec di Rotondella. (5-06194)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 30 luglio 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-06194

  La procedura e la relativa tempistica per giungere alla individuazione, al termine di un lungo percorso condiviso e trasparente, di un sito idoneo a ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, sono disciplinate dall'articolo 27 del decreto legislativo n. 31 del 2010, come modificato e integrato dal decreto legislativo n. 45 del 2014, il quale regolamenta finanche i soggetti che parteciperanno al processo partecipativo successivo alla pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee, in sigla CNAPI.
  Dallo scorso 20 luglio la proposta di Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI) è all'esame delle competenti strutture ministeriali che si sono immediatamente messe al lavoro, con l'obiettivo di completare con la massima celerità l'istruttoria finalizzata ad autorizzare la pubblicazione della CNAPI, a seguito della quale inizierà la fase di consultazione pubblica nell'ambito della quale tutti i soggetti coinvolti e/o interessati potranno formulare osservazioni e proposte.
  Il processo partecipativo che avrà inizio dalla pubblicazione della CNAPI culminerà con il «seminario nazionale», nel corso del quale verranno approfonditi tutte le problematiche e gli aspetti tecnici relativi al deposito nazionale e al parco tecnologico che lo ospiterà per poi giungere alla istruttoria finale di approvazione della «Carta», sulla cui base potranno essere formulate le dichiarazioni di interesse da parte delle amministrazioni regionali propedeutiche agli approfondimenti di dettaglio e alla individuazione del sito definitivo, secondo le dettagliate e tassative procedure definite con il già citato articolo 27 del decreto legislativo n. 31 del 2010.
  Qualsiasi indicazione o supposizione in merito alla notorietà di aree potenzialmente idonee è, al momento, da ritenersi prematura nonché infondata.
  Si evidenzia, inoltre, che soltanto a conclusione di tale iter amministrativo è prevista la manifestazione di interesse ad ospitare il Deposito nazionale, da parte delle regioni nel cui territorio ricadono le aree idonee.
  Pertanto, qualora nella regione Basilicata risultassero presenti aree individuate come «aree idonee» alla localizzazione del Deposito nazionale per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi, la medesima potrà comunicare il proprio non interesse ad ospitare il suddetto deposito e l'annesso Parco Tecnologico, così come previsto dall'articolo 27, comma 7 del decreto legislativo n. 31 del 2010.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

scorie radioattive

deposito dei rifiuti

disattivazione di centrale