ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/06193

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 471 del 29/07/2015
Firmatari
Primo firmatario: BORGHI ENRICO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 29/07/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TERROSI ALESSANDRA PARTITO DEMOCRATICO 29/07/2015


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 29/07/2015
Stato iter:
30/07/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 30/07/2015
Resoconto TERROSI ALESSANDRA PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 30/07/2015
Resoconto VELO SILVIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 30/07/2015
Resoconto TERROSI ALESSANDRA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 30/07/2015

SVOLTO IL 30/07/2015

CONCLUSO IL 30/07/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-06193
presentato da
BORGHI Enrico
testo di
Mercoledì 29 luglio 2015, seduta n. 471

   BORGHI e TERROSI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   con la sua superficie di 114 chilometri quadrati, il lago di Bolsena è il più grande lago vulcanico d'Europa e il primo assoluto nella regione Lazio. In base all'applicazione delle direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE – rispettivamente indicate come «direttiva habitat» e «direttiva uccelli» – recepite in Italia dal decreto del Presidente della Repubblica n. 357 dell'8 settembre 1997 e del decreto del Presidente della Repubblica n. 120 del 12 marzo 2003, il lago fa parte dell'elenco dei siti di importanza comunitaria (SIC) e della rete europea di zona di protezione speciale (ZPS) destinate alla conservazione della biodiversità della rete ecologica denominata NATURA 2000;
   la rete è nata con lo scopo di preservare gli habitat per i quali i siti sono stati identificati, tenendo in considerazione le esigenze economiche, sociali, culturali e regionali in una ottica di sviluppo sostenibile; essa mira a garantire la sopravvivenza a lungo termine delle specie che intende salvaguardare e del loro habitat svolgendo un ruolo chiave nella protezione della biodiversità nel territorio dell'Unione europea. Il lago di Bolsena, da questo punto di vista, si contraddistingue per la presenza di ittiofauna diversificata e abbondante e per una ricca avifauna svernante;
   con la delibera di giunta del 26 ottobre 2005 n. 913, la regione Lazio ha individuato la provincia di Viterbo quale soggetto deputato alla «Predisposizione delle misure di conservazione per la tutela della ZPS “IT6010055 Lago di Bolsena, Isole Bisentina e Martana” e dei SIC in essa inclusi “(IT6010007) – Lago di Bolsena” e “(IT6010041) – Isole Bisentina e Martana”, attraverso la redazione di specifiche misure di conservazione e del relativo Piano di Gestione»;
   purtroppo, da lungo tempo, lo stato di salute del lago di Bolsena desta non poche preoccupazioni;
   è noto che la depurazione degli scarichi provenienti dai comuni circumlacuali avviene per il tramite di un collettore di raccolta dei reflui fognari che, unitamente alle 20 stazioni di sollevamento dislocate lungo il tracciato e all'impianto di depurazione ubicato nei pressi del fiume Marta, a circa 3 chilometri dall'incile, sono gestiti dalla società CO.BA.L.B. (comunità bacino lago di Bolsena spa);
   i suddetti impianti sono mal funzionanti a causa dei mancati o insufficienti interventi di manutenzione che si protraggono da più anni. Ciò determina una serie di problemi, quali i frequenti sversamenti di liquami fognari nel bacino lacustre; la quantità di questi che non si disperde lungo il tracciato, arriva all'impianto di depurazione ubicato nei pressi del fiume Marta, ma l'attività di depurazione non è efficace visto che lo stesso impianto è ormai al collasso e non più in grado di adempiere alla sua funzione;
   è ormai accertato che le tipologie di inquinamento che destano maggiore preoccupazione sono quello di tipo batteriologico, legato alla presenza di enterococchi e colibatteri e quello provocato dall'aumento dei cosiddetti «nutrienti», in particolar modo azoto e fosforo, ambedue connessi alle attività antropiche che si svolgono all'interno del bacino imbrifero;
   mentre la prima tipologia può essere risanata eseguendo i necessari interventi a carico degli impianti di depurazione rendendoli funzionanti, l'inquinamento di natura chimica desta maggiori preoccupazioni poiché, anche eliminando le cause dello stesso, necessitano tempi lunghi affinché il sito inquinato ritorni ad uno stato di salubrità accettabile, sempreché non sia stato irrimediabilmente compromesso;
   l'azoto e il fosforo possono avere origine agricola, ma sicuramente la loro presenza è imputabile alle sostanze chimiche, quali i detersivi utilizzati per l'igiene umana e per la cura della casa, che giungono al lago con gli sversamenti dei liquami fognari. I suddetti «nutrienti» sono responsabili della esplosione algale, della rarefazione di alcuni bioindicatori e, in generale, dello scadimento della qualità delle acque;
   è necessario tenere in debita considerazione il fatto che il bacino del lago di Bolsena ha la caratteristica di essere «a lento ricambio», cioè il tempo necessario a far defluire, attraverso il suo emissario, un volume d'acqua pari al volume del lago, può essere stimato in circa 120 anni. Ciò naturalmente rende il lago estremamente vulnerabile all'inquinamento;
   l'ente deputato alla esecuzione delle analisi delle acque del lago di Bolsena che servono anche a definirne la balneabilità, è ARPA Lazio. Dai dati presenti sul sito internet della suddetta Agenzia, si evince che le analisi eseguite sono prevalentemente di natura batteriologica, mentre gli esami relativi alla determinazione dell'indice LTLeco, previsto dal decreto ministeriale ambiente n. 260 del 2010, sembra siano eseguiti solo sui campioni prelevati nella stazione ubicata in comune di Capodimonte;
   sarebbe opportuno che Arpa aumenti il numero di siti in cui effettuare i prelievi e le analisi al fine di verificare la presenza di elementi chimici, in particolare azoto e fosforo, che sono notoriamente responsabili dei fenomeni di eutrofizzazione;
   come noto il contenuto in arsenico delle acque potabili di molti dei comuni circumlacuali risulta essere al di sopra di quanto previsto dalla normativa vigente. Per superare questo problema il comune di Montefiascone già da tempo adotta la tecnica della miscelazione delle acque che arrivano nelle case dei cittadini, con quelle prelevate dal lago di Bolsena, opportunamente depurate. Tale pratica potrebbe essere utilmente adottata allo stesso scopo da altri comuni che presentano la stessa problematica, solo dopo il ripristino del corretto funzionamento degli impianti di depurazione esistenti e una attenta valutazione degli interventi tecnici che prevedano l'adozione di ulteriori sistemi di depurazione, anche nella realistica prospettiva che i comuni in cui l'acqua potabile presenta valori di arsenico superiori a quelli ammessi dalla normativa vigente decidano di abbassarne il contenuto attraverso la miscelazione con acqua lacuale opportunamente depurata;
   risulta che all'inizio di agosto il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, abbia inoltrato ai comuni circumlacuali una lettera avente ad oggetto: «Esposto relativo ad una situazione di criticità ambientale delle acque del lago di Bolsena – Richiesta informazioni» con la quale richiedeva ai sindaci di dettagliare lo stato del bacino lacustre –:
   se non intenda, nel rispetto delle competenze di tutti gli enti territoriali coinvolti, promuovere, per quanto di competenza, uno studio sulla qualità delle acque del lago di Bolsena – monitoraggio di indagine – che relazioni sullo stato di inquinamento generale delle acque provocato sia dalla componente microbiologica sia dalla componente chimica e che attribuisca l'origine dello stesso distintamente alle diverse attività che insistono nel territorio circumlacuale (turismo, agricoltura, altre attività antropiche), anche in vista della prossima scadenza del 31 dicembre 2015, termine entro il quale lo stato ecologico del lago dovrà migliorare da «sufficiente» a «buono» (direttiva quadro acque 2000/60/CE). (5-06193)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 30 luglio 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-06193

  I comuni che circondano il lago di Bolsena, costituenti l'agglomerato di 35.000 abitanti circa di MARTA-COBALB, sono asserviti dalla rete fognaria afferente al depuratore COBALB che sversa i reflui nel fiume Marta emissario del lago di Bolsena e quindi, a valle del bacino drenante l’«area sensibile» del lago di Bolsena.
  Il depuratore, progettato per una capacità organica di 48.500 abitanti, è gestito dalla COBALB spa (Comunità bacino lago di Bolsena), società addetta alla depurazione delle acque reflue a tutela del bacino idropotabile del lago stesso.
  I problemi di inquinamento connessi al lago di Bolsena sono di natura occasionale e discendono da una presunta inadeguatezza del sistema fognario-depurativo a servizio degli agglomerati urbani che circondano il bacino, e sono oggetto del recente Caso EU Pilot (6800/14/ENVI) avviato dalla Commissione europea.
  Infatti, la rete e l'impianto di depurazione risalgono agli anni ’70 e fino al 2009 sono stati garantiti i finanziamenti annuali necessari per il suo corretto funzionamento. Successivamente, è stata garantita solo la manutenzione ordinaria. Nel 2011 e 2012 la COBALB spa ha ottenuto 2 finanziamenti dalla regione Lazio per manutenzione straordinaria riferita alla sostituzione di alcune elettropompe e l'adeguamento di quadri elettrici e gruppi elettrogeni. La manutenzione ordinaria garantisce il suo corretto funzionamento e i rapporti analitici mensili mostrano la conformità dei reflui nei limiti di legge. Inoltre la regione Lazio ha previsto lo stanziamento di ulteriori 2.000.000 di euro per la sostituzione di alcune parti vetuste, progetto in fase autorizzativa.
  Ciò nondimeno, il lago di Bolsena non risulta ad oggi in una condizione di eutrofia, come dimostrato dai dati del monitoraggio delle acque, che segnalano un decremento del fosforo totale rispetto ai valori medi del quadriennio precedente, mentre è stato rilevato un incremento di azoto ammoniacale rispetto ai livelli del 2013, probabilmente a causa di sversamenti accidentali di reflui urbani riconducibili a saltuari malfunzionamenti delle stazioni di sollevamento circumlacuali o a seguito di forti eventi piovosi occorsi.
  L'Arpa Lazio, in base ai risultati del monitoraggio 2011-2013, definisce «buono» lo stato di qualità delle acque di Bolsena. Conseguentemente, il buono stato ecologico del lago è mantenuto grazie a una corretta gestione degli scarichi di acque reflue all'interno dello stesso e dalla progressiva riduzione della somministrazione di fertilizzanti a base di azoto e fosforo, destinati alle colture agricole che insistono nelle vicinanze del lago medesimo.
  Da ultimo, per quanto concerne lo sfruttamento idropotabile delle acque del lago, dotate di maggior concentrazione di arsenico poiché di natura vulcanica, la valutazione circa l'opportunità di utilizzo è rimessa in capo alla regione Lazio, ai sensi dell'articolo 12 del decreto legislativo n. 31 del 2001. Allo stato, consta che solo il comune di Montefiascone utilizzi a tale scopo le acque del lago opportunamente miscelate con acque indenni.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

riserva naturale

inquinamento idrico

zona protetta