ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06192

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 471 del 29/07/2015
Firmatari
Primo firmatario: ZOLEZZI ALBERTO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 29/07/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 29/07/2015
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 29/07/2015
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 29/07/2015
VIGNAROLI STEFANO MOVIMENTO 5 STELLE 29/07/2015
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 29/07/2015
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 29/07/2015
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 29/07/2015


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 29/07/2015
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 29/07/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 03/08/2015
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 29/07/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-06192
presentato da
ZOLEZZI Alberto
testo di
Mercoledì 29 luglio 2015, seduta n. 471

   ZOLEZZI, TERZONI, BUSTO, DE ROSA, VIGNAROLI, DAGA, MICILLO e MANNINO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   nel 2003 il giornalista Gianni Lannes denunciò la situazione del sito «Ex-Cemerad» di Statte, sequestrato nel 2000 dove sono stivati da vent'anni, in stato di abbandono, circa 1140 metri cubi di rifiuti radioattivi stoccati all'interno. L'ex Cemerad di Statte è una minaccia ambientale a soli 20 chilometri da Taranto, con migliaia di fusti ammassati in torri alte fino a venti metri in un semplice capannone di lamiera. Le prime immagini dell'interno del deposito furono girate dagli investigatori del Corpo forestale nel 1995, durante una perquisizione richiesta del procuratore di Matera, Nicola Maria Pace;
   secondo Lannes «l'Enea è a conoscenza della situazione, come documenta una sua nota epistolare risalente al 29 novembre 1990; e il ministero dell'Industria lo è addirittura dal 28 luglio 1984. E così la Presidenza del Consiglio dei ministri di cinque Governi che si sono succeduti in questi anni»;
   nel 2005 vi fu il fallimento di Cemerad, fu stimato in 9 milioni euro il prezzo dello smaltimento dei rifiuti radioattivi (http://www.meteoweb.eu);
   dal 2005 la situazione «non è migliorata» e i fusti hanno subito un «deterioramento inevitabile», secondo l'ex direttore del dipartimento nucleare dell'Ispra, Roberto Mezzanotte. A pagare la bonifica dovrà essere anche in questo caso la collettività;
   con il decreto-legge 5 gennaio 2015, n. 1, convertito, dalla legge 4 marzo 2015, n. 20, articolo 3, comma 5-bis, si stabilisce che «ai fini della messa in sicurezza e gestione dei rifiuti radioattivi in deposito nell'area ex Cemerad ricadente nel comune di Statte, in provincia di Taranto, sono destinati fino a dieci milioni di euro a valere sulle risorse disponibili sulla contabilità speciale aperta ai sensi dell'articolo 1, comma 4, del decreto-legge 7 agosto 2012, n. 129, convertito dalla legge 4 ottobre 2012, n. 171»;
   i fusti radioattivi, ad oggi, non hanno ancora ricevuto caratterizzazione. Difatti non sono mai stati aperti per verificare cosa realmente contengano. Su alcuni dei fusti ritrovati nel deposito è riportata una data di decadenza della radioattività a 10 mila anni, ricordano gli ufficiali della forestale che eseguirono la perquisizione;
   il proprietario della Cemerad, Giovanni Pluchino, era un personaggio chiave. Presidente dell'ordine dei chimici di Taranto, massone appartenente alla loggia Pitagora, aveva stabilito stretti rapporti societari con Enea e Nucleco, le società a capitale pubblico che si occupano della gestione del nucleare italiano. Nell'informativa preparata alla fine degli anni ’90 dal Corpo forestale dello Stato erano indicati i rapporti commerciali della Cemerad: tra le tante società c'era la Setri di Cipriano Chianese, la mente dei traffici di rifiuti dei casalesi, legato – raccontano le indagini della Dda di Napoli – all'ambiente di Licio Gelli;
   l'azienda di Giovanni Pluchino, era dedita al trasporto e stoccaggio di rifiuti radioattivi e tossico-nocivi, tutti provenienti dall'Italia centro-settentrionale, grazie ad una semplice autorizzazione dell'Ufficio del medico provinciale di Taranto (nulla osta del 28 luglio 1984, protocollo n. 12478) e in seguito della giunta provinciale (n. 1889 dell'11 ottobre 1989);
   un verbale dei NAS, datato 9 agosto 2000 (quindi poco meno di due mesi dal sequestro), certificava «la sparizione di documenti dai faldoni 50-55». Il 10 giugno 2003 il tribunale di Taranto condannò Giovanni Pluchino ad «1 anno di reclusione e al pagamento di una sanzione pecuniaria di 12 mila euro». L'autorità giudiziaria dispose «il dissequestro del deposito e la bonifica del sito entro sei mesi dalla pubblicazione della sentenza, oltre alla restituzione dell'immobile al proprietario Mario Soprano». Queste le motivazioni: «Il titolare della Cemerad, realizzava una discarica di rifiuti pericolosi e senza la prescritta autorizzazione e gestiva un impianto di raccolta di rifiuti radioattivi senza rispettare le specifiche norme di buona tecnica al fine evitare rischi di esposizione alle persone del pubblico». La sentenza passò in giudicato. E il tutto si inabissò;
   i finanziamenti per caratterizzazioni e bonifica risalivano alla delibera CIPE n. 35/05 (triennio 2005-2008), in cui venne previsto un finanziamento di 3.700.000 milioni di euro per la bonifica del sito ex Cemerad, cifra poi dirottata verso altri interventi; la regione Puglia nel 2008 stanziò dei fondi per la caratterizzazione e la bonifica del sito, che anche in questo caso vennero destinati «altrove»; il 2 dicembre 2014, il sito fu visitato dai parlamentari della commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite collegate al ciclo dei rifiuti; a seguito dell'ispezione e delle audizioni presero forza atti normativi che portarono all'ennesimo finanziamento della caratterizzazione e della bonifica;
   la caratterizzazione dei rifiuti dell'ex Cemerad è importante anche in base a quanto emerso durante l'ispezione della commissione presso lo stabilimento e le audizioni in prefettura a Taranto; è stato infatti dichiarato che presso l'ex Cemerad siano contenuti anche rifiuti radioattivi provenienti dallo stabilimento ILVA di Taranto, almeno per quanto riguarda filtri contenenti Cesio 137, uno dei materiali radioattivi che hanno caratterizzato l'incidente di Chernobyl del 26 aprile 1986, ancora presente negli strati di terreno contaminati presso quella centrale; la dirigenza dell'ILVA ha riferito che la presenza del Cesio nei filtri potrebbe essere dovuta all'aria contaminata dalla nube della centrale che si propagò anche sull'Italia, ma in realtà i filtri sono monodirezionali e teoricamente il materiale radioattivo dovrebbe provenire dal materiale trattato negli altoforni;
   la BBC riporta che nel 2009, degli operai cinesi nella provincia dello Shaanxi stavano demolendo una vecchia fabbrica. Del cesio-137 incapsulato dentro a del piombo venne inviato a un'acciaieria e fuso assieme ai rottami, confermando la fattibilità tecnica della procedura. I rapporti commerciali della ex-Cemerad con il clan dei Casalesi dovrebbero stimolare a tracciare la provenienza del materiale contenuto nei fusti dopo le adeguate caratterizzazioni;
   altri rifiuti pericolosi sono contenuti nello stabilimento ILVA di Taranto, fra cui l'amianto, contenuto in 40 siti all'interno dello stabilimento (lettera di risposta da parte dell'azienda ad un'interrogazione dell'europarlamentare Rosa D'Amato sui siti di amianto da bonificare nel siderurgico), oltre a materiale sequestrato come traversine ferroviarie contaminate da creosoto –:
   se il Presidente del Consiglio e i Ministri interrogati intendano svolgere accertamenti in merito a sostanze radioattive o comunque tossiche e/o cancerogene eventualmente contenute nel perimetro dello stabilimento ILVA di Taranto e ad eventuali progetti di caratterizzazione e tracciatura delle stesse, per tutelare la salute dei lavoratori e dei cittadini delle aree limitrofe;
   se i Ministri interrogati possano fornire notizie in merito allo stato dell'arte della caratterizzazione e bonifica del sito Ex-Cemerad e all'impiego dei fondi stanziati all'uopo. (5-06192)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

protezione dell'ambiente

scorie radioattive

gestione dei rifiuti