ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06155

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 470 del 28/07/2015
Firmatari
Primo firmatario: GALLINELLA FILIPPO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 28/07/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 28/07/2015
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 28/07/2015
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 28/07/2015


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 28/07/2015
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 03/08/2015
Stato iter:
24/03/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/03/2016
Resoconto BELLANOVA TERESA ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
 
REPLICA 24/03/2016
Resoconto GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 28/07/2015

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 03/08/2015

DISCUSSIONE IL 24/03/2016

SVOLTO IL 24/03/2016

CONCLUSO IL 24/03/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-06155
presentato da
GALLINELLA Filippo
testo di
Martedì 28 luglio 2015, seduta n. 470

   GALLINELLA, MASSIMILIANO BERNINI, GAGNARLI e L'ABBATE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:
   l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) è stata istituita attraverso gli accordi di Marrakech il 15 aprile 1994, durante l'Uruguay Round, trasformando il precedente accordo generale sulle tariffe doganali e il commercio denominato GATT (General Agreement on Tariffs and Trade) in un'organizzazione internazionale dotata di personalità giuridica;
   la governance dell'OMC divide in organi amministrativi e organi decisionali, che rappresentano gli Stati membri. Gli organi istituzionali sono: la conferenza ministeriale, che si riunisce ogni due anni e ha il potere di decidere su qualsiasi questione; il consiglio generale, incaricato di svolgere le funzioni dell'Organizzazione quando la conferenza non è riunita, di risolvere le controversie e di controllare le politiche commerciali; il consiglio per la trattazione di specifici aspetti, quali il commercio e le merci, i servizi, gli aspetti attinenti alla proprietà intellettuale. A questi si affiancano sei comitati, che sono sottoposti al consiglio generale;
   nell'OMC ogni Stato membro dispone di un voto. Le decisioni in seno ai vari organi dell'OMC vengono adottate di norma per consensus. In via residuale, quando non si raggiunge il consensus, si ricorre alla maggioranza dei voti espressi;
   l'Unione europea ha aderito all'OMC dal 1o gennaio 1995, e ne fa parte contemporaneamente a tutti i suoi Stati membri. In seno all'OMC e in determinati settori la Commissione europea rappresenta tutti gli Stati membri dell'Unione, in quanto quest'ultima si caratterizza, tra le altre cose, come unione doganale;
   il 12 dicembre 2001 la Cina, a seguito di lunghe trattative, è entrata a far parte dell'OMC attraverso la sottoscrizione di un accordo di accesso. Nonostante la Cina sia stata ammessa nell'organizzazione, non ha ricevuto il riconoscimento di economia di mercato, pertanto il predetto accordo prevede, in particolare al suo articolo 15, delle restrizioni specifiche (misure antidumping) che gli altri membri dell'OMC possono applicare nei confronti di questo Stato, derogando parte degli accordi presi in seno all'OMC. Il predetto articolo 15 dell'accordo di accesso sembrerebbe prevedere, seppure con interpretazioni discordanti, che la maggior parte delle suddette deroghe dovrebbero decadere dopo 15 anni dall'ingresso della Cina nell'Organizzazione, ovvero nel dicembre 2016;
   il Regolamento (CE) n. 1225/2009 del Consiglio relativo alla difesa contro le importazioni oggetto di dumping da parte di paesi non membri della Comunità europea, definisce, all'interno dell'Unione, il calcolo del dumping, la procedura relativa all'apertura e allo svolgimento successivo delle inchieste, l'istituzione di misure provvisorie e definitive, nonché la durata e il riesame delle misure antidumping. Il regolamento ha trasposto le norme antidumping contenute nell'accordo sull'applicazione dell'articolo VI dell'accordo generale sulle tariffe doganali e sul commercio del 1994. Il regolamento prevede che sia la Commissione europea a valutare l'esistenza di misure di dumping –:
   se, in base a quanto esposto in premessa, non intenda attivarsi nelle opportune sedi istituzionali, nell'ambito dell'Unione europea o della partecipazione diretta o indiretta all'OMC, affinché la Cina non venga riconosciuta come economia di mercato;
   se abbia intenzione di porre in essere tutte le iniziative volte a non far venire meno le misure protettive interne all'Unione europea, in particolare per i settori chiave dell'economia italiana, che il riconoscimento della Cina quale economia di mercato comporterebbe. (5-06155)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 24 marzo 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-06155

  Preliminarmente vorrei evidenziare che la questione del riconoscimento dello status di economia di mercato alla Cina riguarda la politica commerciale comune, che in base ai Trattati rientra tra le materie di competenza esclusiva dell'Unione Europea.
  L'articolo 15 del Protocollo di adesione della Cina all'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) prevede una deroga all'Accordo Antidumping, stabilendo che i dazi nei confronti delle importazioni di beni cinesi sottocosto, che creano danni alla produzione UE, possano essere calcolati con il metodo cosiddetto del «paese analogo». Tale sistema prende come riferimento i costi di produzione di una economia di mercato in condizioni analoghe a quella cinese (come ad esempio l'India o la Malesia), senza onere di dover dimostrare in ogni procedimento l'esistenza di condizioni diverse da quelle di mercato.
   La deroga scadrà l'11 dicembre del 2016. Come noto agli interroganti, a partire da tale data – secondo l'interpretazione del Protocollo sposata da Pechino – il riconoscimento alla Cina del Market Economy Status (MES) diverrebbe automatico, con il conseguente obbligo per la Commissione di presentare con il dovuto anticipo una proposta normativa al Parlamento e al Consiglio al fine di adeguare il regolamento antidumping UE.
  La questione ha evidenti collegamenti con l'attuale momento di crisi del settore dell'acciaio in molti Paesi occidentali – tra i quali Regno Unito e Stati Uniti – derivante dalla sovraccapacità produttiva cinese. Il riconoscimento alla Cina dello status di paese ad economia di mercato Market Economy Status (MES – Stato di economia di mercato) renderebbe infatti più complessa e meno efficace l'imposizione di dazi antidumping per contrastare le importazioni sottocosto di prodotti cinesi, compresi quelli dell'acciaio.
  La Cina auspica da tempo un impegno dell'UE in favore della concessione del MES.
  Tuttavia dopo un primo dibattito informale tenutosi in occasione del Consiglio Affari Esteri-Commercio del 27 novembre 2015, il 13 gennaio scorso si è svolta una ulteriore discussione di orientamento in seno al Collegio dei Commissari dell'UE, all'esito del quale il Presidente della Commissione Juncker ha chiesto di effettuare ulteriori valutazioni sul dossier, rinviando ogni decisione al secondo semestre 2016.
  La cautela recentemente dimostrata da Juncker deriva da più fattori: in primo luogo, da considerazioni interne alla UE sugli effetti negativi che la decisione potrebbe avere su crescita e occupazione (come sottolineato da Business Europe e dell'associazione AEGIS) e dalla forte sensibilità sulla questione dimostrata dal Parlamento Europeo e da alcuni Stati Membri.
  Dall'esterno dell'UE, dalle preoccupazioni manifestate dagli USA per i possibili effetti negativi sulle esportazioni e gli investimenti statunitensi in Europa, come chiaramente espresso dal Rappresentante commerciale USA Froman nel corso dell'incontro con il Commissario al Commercio UE Malmström dello scorso 11 dicembre.
   In occasione del Consiglio Affari Esteri-Commercio informale di Amsterdam del 2 febbraio 2016, l'Italia (con Germania e Francia) ha ribadito la richiesta alla Commissione di procedere ad uno studio di impatto completo, ad una valutazione dei rischi che potrebbero derivare all'industria europea dalla concessione del MES alla Cina, nonché ad una consultazione pubblica. Questa è stata proposta dalla Commissione il 10 febbraio scorso con termine al 20 aprile prossimo. La maggior parte degli Stati Membri sembrano, comunque attestati su una posizione critica di riconoscimento del MES alla Cina.
  Nel ritenere che non esista alcun obbligo di riconoscimento del MES alla Cina, il Governo italiano valuta positivamente l'azione del Presidente Juncker. In questa fase, chiediamo infatti che ogni eventuale proposta al riguardo da parte della UE venga preceduta da un attento esame degli esiti della valutazione di impatto e sia accompagnata da un dialogo concreto con l'industria europea, al fine di individuare le migliori opzioni e alternative. Riteniamo altresì necessario l'avvio da parte della Commissione di un efficace coordinamento internazionale con i maggiori partner (USA in primis).
  Si assicura che il Governo Italiano si è attivato nelle opportune sedi istituzionali e continuerà ad attivarsi affinché l'UE mantenga pienamente efficace la propria capacità di difendersi dalla concorrenza sleale dei Paesi Terzi, opponendosi ad ogni iniziativa volta ad indebolire la normativa antidumping comunitaria.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

accordo commerciale

politica commerciale comune

legislazione antidumping