ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/05920

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 451 del 30/06/2015
Firmatari
Primo firmatario: DADONE FABIANA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 30/06/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
NUTI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 30/06/2015
CECCONI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 30/06/2015
COZZOLINO EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 30/06/2015
D'AMBROSIO GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 30/06/2015
DIENI FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 30/06/2015
TONINELLI DANILO MOVIMENTO 5 STELLE 30/06/2015


Commissione assegnataria
Commissione: I COMMISSIONE (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 30/06/2015
Stato iter:
01/07/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 01/07/2015
Resoconto DADONE FABIANA MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 01/07/2015
Resoconto BUBBICO FILIPPO VICE MINISTRO - (INTERNO)
 
REPLICA 01/07/2015
Resoconto DADONE FABIANA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 01/07/2015

SVOLTO IL 01/07/2015

CONCLUSO IL 01/07/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-05920
presentato da
DADONE Fabiana
testo di
Martedì 30 giugno 2015, seduta n. 451

   DADONE, NUTI, CECCONI, COZZOLINO, D'AMBROSIO, DIENI e TONINELLI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   nell'estate del 2010 dopo due anni di indagini la direzione distrettuale antimafia di Milano ha operato una serie di arresti ai danni del clan Valle presente in Lombardia da anni nel giro dell'usura e del racket. Nel blitz condotto dalle forze dell'ordine fu coinvolto anche un assessore del comune di Pero;
   la propaggine ’ndranghetista minacciava e sottometteva numerosi imprenditori locali, con l'obiettivo principale di infiltrare i comuni del territorio lombardo e i lavori dell'Expo. In occasione della maxi operazione guidata dalla magistratura milanese furono sequestrati numerosi immobili situati presso altrettante città lombarde;
   tra gli immobili più importanti fu trovato quello della tenuta-bunker nel comune di Cisliano, nell’hinterland milanese. La masseria presente nella tenuta secondo le ricostruzioni fu teatro di pestaggi e torture da parte dei componenti del clan verso le vittime di usura insolventi;
   nell'ottobre 2014 la masseria degli orrori viene confiscata in via definitiva, da lì è iniziato il periodo di attesa dell'amministrazione comunale per ricevere la disponibilità dell'immobile a norma del decreto legislativo n. 159/2011;
   come spesso accade in queste situazioni, quando un bene immobile viene confiscato alla criminalità organizzata si tramuta in breve tempo nel bersaglio di atti vandalici da parte della cosca, del clan, della famiglia dei precedenti proprietari al fine di veicolare un messaggio intimidatorio contro le istituzioni e contro i cittadini del territorio. In tal modo la criminalità organizzata chiarisce che se non può essere suo l'immobile non deve essere di nessuno;
   è fuor di dubbio che i beni confiscati alla criminalità organizzata sono caratterizzati da una elevata carica simbolica che rappresenta nella lotta alle mafie un elemento fondamentale dal punto di vista culturale prima ancora che giuridico;
   purtroppo, a quanto si apprende dal sito del Corriere della sera in data 13 aprile 2015 nonostante il tempo trascorso dalla fine del 2014 e nonostante le ripetute richieste giunte dall'Amministrazione comunale all'Agenzia dei beni confiscati, il comune di Cisliano e le realtà associative interessate all'uso della masseria non hanno ancora visto assegnato nella propria disponibilità l'immobile in questione;
   secondo quanto riportato da Il Fatto quotidiano il 24 maggio 2015, per evitare ulteriori atti vandalici e l'impossibilità di usufruire nel futuro della masseria, un gruppo di cittadini membri della cooperativa Les della Caritas e del presidio Libera di Milano sud-ovest con il sostegno dell'amministrazione comunale, hanno cominciato a presidiare l'immobile senza alcuna copertura in termini di sicurezza da parte delle forze dell'ordine;
   il 18 febbraio 2015, in occasione del seminario «La riforma del codice antimafia: la relazione della Commissione antimafia e i progetti di legge all'esame parlamentare» promosso dalla stessa Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre organizzazioni criminali, anche straniere, è stato denunciato il drastico gap esistente tra il numero di beni confiscati alla criminalità organizzata, che nel 2014 ammonterebbe a 12.994, e il numero di beni effettivamente riutilizzati. Nella medesima occasione il direttore dell'Anbsc – secondo quanto riportato dal quotidiano Avvenire in data 19 febbraio 2015 a pagina 11 – avrebbe denunciato: «dispongo di una struttura sotto dotata, composta da 80 persone, alcune con le competenze che servono, altre no. Certo, se avessi altre due sedi oltre alla cinque attuali e altri 50 lavoratori competenti, mi sentirei più tranquillo»;
   a distanza di alcuni mesi dalla denuncia del direttore dell'Agenzia quindi sembra che le condizioni per l'adeguato svolgimento dell'attività dell'Anbsc non siano migliorate come testimonierebbe la ricostruzione apparsa sul sito de Il Fatto quotidiano il 24 maggio 2015 a firma di Nando dalla Chiesa –:
   se e quali iniziative il Ministro intenda assumere per mettere in sicurezza la comunità di Cisliano, impegnata nel tutelare i propri diritti, per risolvere quanto denunciato, conducendo, nel più breve tempo possibile, alla messa in disponibilità del comune dell'immobile in questione ed evitando simili situazioni future. (5-05920)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 1 luglio 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione I (Affari costituzionali)
5-05920
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sequestro di beni

lotta contro la criminalita'

sicurezza pubblica