ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05912

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 451 del 30/06/2015
Abbinamenti
Atto 5/01193 abbinato in data 25/10/2017
Firmatari
Primo firmatario: QUARTAPELLE PROCOPIO LIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 30/06/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI) 30/06/2015


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 30/06/2015
Stato iter:
25/10/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 25/10/2017
Resoconto GIRO MARIO ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
 
REPLICA 25/10/2017
Resoconto QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 30/06/2015

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 25/10/2017

DISCUSSIONE IL 25/10/2017

SVOLTO IL 25/10/2017

CONCLUSO IL 25/10/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05912
presentato da
QUARTAPELLE PROCOPIO Lia
testo di
Martedì 30 giugno 2015, seduta n. 451

   QUARTAPELLE PROCOPIO e LOCATELLI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   nel corso del semestre di presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea, il 28 novembre 2014 si è tenuta a Roma la Conferenza internazionale sull'immigrazione dall'Africa orientale, che ha avviato il processo di Khartoum come strategia per gestire e controllare i flussi migratori attraverso azioni di cooperazione specifiche con i Paesi di origine e transito e in linea con gli obiettivi globali per lo sviluppo sostenibile che comprendono l'aiuto allo sviluppo, l'assistenza tecnologica e la formazione come strumenti fondamentali per rafforzare le capacità degli stati di partenza e di transito nella lotta al traffico di esseri umani e nelle azioni di contrasto ai flussi illegali di migranti;
   la dichiarazione conclusiva della conferenza del 28 novembre indica la promozione e il rispetto dei diritti umani come una condizione trasversale e imprescindibile per la cooperazione tra gli Stati che partecipano al processo di Khartoum, tra i quali si annovera l'Eritrea;
   secondo il più recente rapporto della commissione d'inchiesta delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Eritrea, curato dallo special rapporteur Sheila Keetharuth, che rappresenta ad oggi la più autorevole e aggiornata ricognizione sul rispetto dei diritti umani nel Paese africano, la situazione in Eritrea è definita «estremamente preoccupante» e «disperatamente desolante»;
   tale rapporto evidenzia una continua, ampia e sistematica violazione dei diritti umani fondamentali e delle libertà, comprensiva dell'uso della tortura; gravi limitazioni della libertà di espressione, di opinione, di pensiero e di culto religioso; gravi limitazioni alla libertà di movimento, inclusa la detenzione arbitraria dei soggetti sorpresi durante la fuga dal Paese, o anche solo sospettati di voler fuggire; l'uso di luoghi di detenzione in nessun modo conformi agli standard internazionali e la coscrizione forzata a tempo quasi indeterminato;
   i dati dell'UNHCR indicano che il 22 per cento di coloro che hanno attraversato il Mediterraneo nel 2014 per raggiungere l'Europa sono proprio cittadini eritrei fuggiti illegalmente affidandosi ai trafficanti di esseri umani, i quali sarebbero coperti se non addirittura in connivenza con le autorità militari di Asmara;
   sempre secondo l'UNHCR, nel 2014 i migranti eritrei richiedenti protezione in Europa sono stati 37 mila; un dato che registra una forte crescita rispetto al numero di richiedenti protezione nel 2013, che si era fermato a 13 mila;
   il presidente della commissione d'inchiesta delle Nazioni Unite sui diritti umani in Eritrea, Mike Smith, ha recentemente chiesto ai Paesi in cui giungono migranti eritrei in Europa, Nordafrica e Medio Oriente di continuare a offrire loro una protezione e di non rinviarli in patria, dove rischiano di essere puniti per aver lasciato il Paese senza autorizzazione;
   un reportage del quotidiano inglese «The Guardian» ha diffuso la notizia, rilanciata da altri mezzi di informazione italiani ed europei, che funzionari diplomatici italiani e britannici avrebbero preso contatti con il Governo eritreo per testare la disponibilità del regime a collaborare per fermare i migranti sui confini evidenziando come, qualora il Governo eritreo si rendesse disponibile a collaborare, la controparte dell'accordo sarebbe un contributo economico, ovvero un ammorbidimento delle sanzioni nei confronti del regime di Asmara –:
   se la notizia diffusa dal quotidiano The Guardian corrisponda al vero;
   quali siano le iniziative che il Governo intende adottare per assicurare che l'eventuale interlocuzione con il Governo eritreo volta a un più efficace contrasto del traffico di esseri umani e dei flussi illegali di migranti rappresenti anche un vincolo per un adeguamento delle politiche di Asmara al rispetto dei diritti umani e un incentivo per la transizione del Paese verso la democrazia. (5-05912)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 25 ottobre 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-05912

  Il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale è ben consapevole delle forti criticità in materia di rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Eritrea, situazione monitorata, anche in ambito Unione Europea, Nazioni Unite.
  Con gli obiettivi di promuovere e sostenere la crescita democratica e civile dell'Eritrea l'Italia ha cercato di mantenere aperto un canale di dialogo bilaterale partendo dal presupposto che l'isolamento di Asmara non contribuisca alla causa del miglioramento della situazione del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali.
  Seguiamo con attenzione la situazione dei diritti umani in Eritrea in stretta collaborazione con gli altri partner internazionali e partecipiamo attivamente alla definizione della posizione UE in materia. In ambito ONU, come noto, il Consiglio Diritti Umani (CDU) delle Nazioni Unite a Ginevra adotta annualmente una risoluzione sulla situazione dei diritti umani in Eritrea. L'Italia, che attualmente non è membro del CDU ma osservatore, partecipa comunque al negoziato sul testo, in particolare contribuendo alla definizione della posizione UE. Nel corso della sessione di giugno scorso, è stata adottata una nuova risoluzione in materia, anche sulla base del rapporto della Relatrice Speciale sulla situazione dei diritti umani in Eritrea, Sheila B. Keetharuth. La risoluzione condanna duramente le gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani perpetrate dal Governo eritreo, con particolare riferimento alle detenzioni arbitrarie e alle sparizioni forzate, ai casi di tortura o altri trattamenti inumani o degradanti, alle restrizioni imposte al diritto di espressione e di assemblea. La risoluzione, tra le altre cose, richiede al Governo eritreo di porre fine al sistema della leva militare obbligatoria e permanente, limitando la leva a 18 mesi per le nuove reclute, e rinnova di un anno il mandato della Relatrice Speciale.
  Nell'intervento, concordato tra i 28 Stati membri, l'UE ha espresso forte preoccupazione per la situazione dei diritti umani in Eritrea e, in particolare, per la pratica del servizio militare a tempo indeterminato; ha rilevato il ritardo nell'adottare misure sostanziali per attuare le raccomandazioni della risoluzione del CDU in materia di luglio 2016, della Relatrice Speciale e dell'ex Commissione d'inchiesta sull'Eritrea; ha reiterato l'appello al Governo a continuare a portare avanti riforme legali e istituzionali sostanziali per migliorare il rispetto dei diritti umani, a rilasciare i prigionieri politici, a lavorare per porre fine alla leva obbligatoria e a intensificare la lotta contro l'impunità; ha incoraggiato il Governo eritreo a continuare a cooperare con l'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR) e a considerare la possibilità di stabilire un Ufficio dell'OHCHR in Eritrea; ha inoltre incoraggiato il Paese a cooperare pienamente con i meccanismi ONU, in particolare con la Relatrice Speciale.
  Sempre in ambito ONU, l'Eritrea ha partecipato nel gennaio 2014 al secondo ciclo della Revisione Periodica Universale (UPR), esercizio di monitoraggio della situazione dei diritti umani cui tutti gli Stati membri dell'ONU si sottopongono. Nell'occasione, l'Italia ha rivolto all'Eritrea raccomandazioni specifiche in tema di diritti umani, esortandola, tra l'altro, a modificare la normativa in tema di coscrizione, organizzandola in maniera compatibile con il rispetto dei diritti umani. L'Italia, insieme ai Partner UE, si è detta pronta a lavorare con il Governo eritreo per sostenere il suo programma di attuazione delle raccomandazioni UPR e per discutere delle attività previste per il successivo periodo di programmazione.
  L'Italia ha cercato di mantenere aperto un canale di dialogo con le Autorità eritree anche in ambito migratorio, legando sempre tale azione al fondamentale principio del rispetto dei diritti umani e coinvolgendo Asmara nell'ambito del Processo di Khartoum. Un altro importante foro di dialogo politico sui diritti umani è quello previsto dall'articolo 8 della convenzione Cotonou che si sostanzia, in Eritrea, in riunioni periodiche con le Autorità di Asmara a cui prendono parte sia il Delegato UE che i capi missione degli Stati membri. Nell'ambito della cooperazione bilaterale sui temi migratori, non abbiamo alcun riscontro riguardo i presunti accordi con il governo eritreo, così come riportati da alcuni organi di stampa.
  Il rinnovo del regime sanzionatorio nei confronti di Asmara è previsto per il prossimo novembre, mese di Presidenza italiana del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Tale circostanza permette all'Italia di esercitare un importante ruolo nel tentativo di favorire un autentico rilancio del dialogo tra la Comunità internazionale ed il regime eritreo. L'impegno italiano mira in particolare alla definizione di un meccanismo che induca l'Eritrea a rispettare sul piano interno gli standard internazionali sui diritti umani e cooperare pienamente con le Nazioni Unite, adempiendo a tutti gli obblighi stabiliti dal regime sanzionatorio. Continueremo a sostenere gli sforzi a livello internazionale per monitorare con attenzione la situazione dei diritti umani nel Paese e per favorire l’accountability rispetto ai crimini e alle violazioni dei diritti nel Paese. Anche in questo senso, abbiamo sostenuto, insieme ai Partner UE, il rinnovo del mandato della Relatrice Speciale, come sopra indicato.
  Riguardo alla diaspora tax, non siamo a conoscenza di denunce di eventuali azioni coercitive perpetrate in Italia nella raccolta di tale imposta. Con riferimento ai flussi finanziari derivanti dalla riscossione della tassa, si rinvia all'azione di verifica del rispetto delle norme internazionali in materia effettuata dagli organismi competenti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti umani

lotta contro la criminalita'

traffico di persone