ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/05884

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 449 del 24/06/2015
Firmatari
Primo firmatario: TERZONI PATRIZIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 24/06/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 24/06/2015
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 24/06/2015
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 24/06/2015
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 24/06/2015
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 24/06/2015
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 24/06/2015
VIGNAROLI STEFANO MOVIMENTO 5 STELLE 24/06/2015


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 24/06/2015
Stato iter:
25/06/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 25/06/2015
Resoconto TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 25/06/2015
Resoconto VELO SILVIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 25/06/2015
Resoconto TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 25/06/2015

SVOLTO IL 25/06/2015

CONCLUSO IL 25/06/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-05884
presentato da
TERZONI Patrizia
testo di
Mercoledì 24 giugno 2015, seduta n. 449

   TERZONI, DE ROSA, ZOLEZZI, MANNINO, DAGA, MICILLO, BUSTO e VIGNAROLI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   all'inizio del mese di aprile 2015 si è appreso da notizie apparse sulla stampa che nei vecchi pozzi petroliferi, e in particolare nelle vasche di accumulo, della Montedison a Cercemaggiore nel Molise i tecnici dell'Arpa Molise hanno misurato una radioattività dieci volte superiore ai valori normali;
   la ricostruzione di ciò che sarebbe avvenuto è molto dettagliata e parte dal giugno del 1981 quando la giunta regionale, che era anche l'ente preposto a eseguire i controlli, autorizza con la delibera n. 2210 la reimmissione dei fluidi associati alla produzione di idrocarburi liquidi per 120 mila metri cubi nel pozzo denominato Cercemaggiore 1 del cantiere estrattivo Capoiaccio. Le operazioni proseguirono in questo senso, nonostante l'opposizione da parte del consiglio comunale;
   nel 1987 in seguito all'attività di indagine dei carabinieri, che rilevarono un movimento sospetto di mezzi pesanti in arrivo e in partenza dal sito di Cercemaggiore, e trasmisero un rapporto alla prefettura di Campobasso, vennero accertate delle violazioni alle norme sulla tutela delle acque;
   nel 1988 la regione Molise autorizzò la Montedison ad immettere nel pozzo le acque proveniente soltanto dai giacimenti di Melfi. Il comune di Cercemaggiore si oppose di nuovo impugnando l'atto davanti al Tar e chiedendone la sospensiva e l'annullamento. L'udienza non si è mai tenuta con conseguente estinzione del processo nel 2003;
   altre indiscrezioni vengono riportate in un articolo apparso sul quotidiano «Il Tempo» che riferisce di smaltimenti in Molise a Cercemaggiore di reflui radioattivi provenienti in prevalenza dai pozzi della Montedison che in passato gestiva — riferisce Il Tempo — la concessione «Masseria Spavento» con una mezza dozzina di pozzi nell'area di San Nicola di Melfi dove venne realizzata la Fiat e l'inceneritore Fenice;
   nel documento prodotto dall'Arpa Molise protocollo n. 3781, dove vengono riportati i dati delle rilevazioni condotte nei siti interessati, si legge appunto che le indagini hanno permesso di stabilire una diffusa presenza su determinate aree di una radioattività superiore anche di 10 volte il valore di fondo;
   dalle analisi condotte anche mediante esame delle ortofoto storiche l'Arpam ha potuto rilevare che sull'area che si estende per circa 2,5 ettari, e che viene indicata con il nome di «Santa Croce 001», in origine insistevano elementi impiantistici tra cui serbatoi e vasche destinate alla decantazione delle acque di estrazione, per la successiva reiniezione nei pozzi di estrazione;
   analizzando la documentazione in suo possesso l'Arpam ha poi stabilito che in tali vasche venivano trattate non solo le acque provenienti da altri pozzi insistenti sul territorio di Cercemaggiore ma anche quelle provenienti da pozzi extra-regionali con chiaro riferimento alla Basilicata;
   valori elevati sono stati riscontrati anche nei luoghi attraversati dal fosso vernile che costeggia il sito indagato per uno sviluppo lineare di circa 1 chilometro. Le acque del fosso vengono poi sversate nel torrente Freddo con conseguente contaminazione di un'area molto vasta che è tuttora oggetto di attenzione da parte dell'Agenzia;
   nelle sue considerazioni l'Arpam si spinge a ipotizzare la causa dell'inquinamento parlando di carenze nella procedura di allontanamento dei residui di trattamento che doveva essere eseguita nelle acque, nelle melme e nei fanghi di perforazione all'interno delle vasche dove avveniva la sedimentazione;
   nelle conclusioni l'Arpam auspica l'intervento di tutti gli organi preposti, ciascuno per le proprie competenze, al fine di tutelare la salute dei cittadini –:
   quali iniziative concrete e immediate, per quanto di competenza, intenda assumere al riguardo, anche al fine di tutelare la salute dei cittadini che risiedono nei pressi dell'area inquinata, considerando eventualmente l'opportunità – alla luce di eventuali verifiche tecniche effettuate sullo stato di inquinamento delle acque e del suolo e sullo stato di conservazione di ambienti naturali disposte ai sensi dell'articolo 8, comma 2 della legge n. 349 del 1986 e nel rispetto delle competenze delle regioni e degli enti locali — di disporre verifiche e controlli da parte del personale appartenente al comando carabinieri tutela dell'ambiente (CCTA), in relazione all'oggettivo pericolo per la popolazione residente. (5-05884)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 25 giugno 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-05884

  A seguito di talune notizie di stampa concernenti una situazione di presunta contaminazione ambientale di natura radioattiva in località Capoiaccio del Comune di Cercemaggiore, il Ministero dell'ambiente provvedeva a chiedere elementi informativi alle Autorità locali.
  Tempestivamente la Prefettura di Campobasso forniva dettagliate informazioni, corredate dei risultati degli accertamenti analitici condotti dall'ARPA Molise, in esito ai quali veniva dedotto che la radioattività, presente nelle aree in cui erano state realizzate le vasche di decantazione delle acque provenienti dai pozzi, deriva dai cosiddetti NORM (Naturally Occurring Radioactive Materials), cioè materiali generalmente non considerati radioattivi ma che contengono radionuclidi naturali in concentrazioni superiori alla media della crosta terrestre, tali da provocare un aumento significativo dell'esposizione a radiazioni ionizzanti della popolazione e dell'ambiente. Tale situazione si riscontra in numerose attività industriali quali, ad esempio, le estrazioni petrolifere, come nel caso di specie.
  A seguito di una riunione tecnica svoltasi nel giugno 2014, è stata affermata la competenza della prefettura di Campobasso per quanto concerne l'adozione dei provvedimenti di cui all'articolo 126-bis del decreto legislativo n. 230 del 1995, in tema di esposizioni prolungate a radiazioni ionizzanti dovute agli effetti di una attività lavorativa non più in atto, mentre per la gestione della contaminazione da benzene e diclorometano, sono competenti il Comune, la Provincia e la Regione territorialmente competenti ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006.
  Dal canto suo, la prefettura di Campobasso ha provveduto a nominare una commissione tecnica di supporto che, nella prima riunione del 14 novembre 2014, ha esaminato le risultanze delle analisi preliminari svolte nel sito da parte di ISPRA, Vigili del fuoco e ARPA Molise, decidendo, nell'occasione, di effettuare ulteriori mirati accertamenti sulle falde acquifere, volti ad escludere la presenza di anomale concentrazioni di radionuclidi di origine naturale rilevati in alcuni punti dell'area.
  Nel far presente che, allo stato, permane il provvedimento cautelare già adottato dal sindaco di Cercemaggiore nel giugno 2014, con il quale è stato inibito l'accesso all'area, opportunamente recintata e delimitata da apposita segnaletica, nonché interdetto il pascolo di bestiame e l'utilizzo di colture alimentari, la prefettura di Campobasso, opportunamente interpellata per gli aggiornamenti del caso, ha comunicato che proprio per questa stessa mattina è stata programmata, e dovrebbe essere quindi in corso di svolgimento, la seconda riunione della predetta commissione tecnica.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica sanitaria

diritto alla salute

protezione delle acque