ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05875

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 449 del 24/06/2015
Firmatari
Primo firmatario: OTTOBRE MAURO
Gruppo: MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE
Data firma: 24/06/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 24/06/2015
Stato iter:
02/07/2015
Fasi iter:

RITIRATO IL 02/07/2015

CONCLUSO IL 02/07/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05875
presentato da
OTTOBRE Mauro
testo di
Mercoledì 24 giugno 2015, seduta n. 449

   OTTOBRE. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   l'intesa raggiunta in Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano il 16 dicembre 2010, relativa alle «linee di indirizzo per la promozione e il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo», ha stabilito la permanenza dei punti nascita con un numero di parti all'anno pari o superiore a 500;
   tale requisito ha tolto, così, almeno il 30 per cento dei punti nascita presenti sul territorio nazionale, secondo i dati del 2013 forniti dalla banca dati SDO del Ministero della salute, senza tenere in considerazione la particolare situazione orografica delle regioni alpine, dove i punti nascita sono raggiungibili con notevole difficoltà, soprattutto nel periodo invernale che, come noto, in quelle zone è notevolmente prolungato, e dove c’è anche il problema della mancanza di bacino di utenza che, con tali scelte politiche, si contribuisce solo ad alimentare;
   in Austria, Germania e Svizzera, invece, sono state fatte scelte diverse, più flessibili e più ragionevoli per le esigenze dei cittadini, nonostante tali Paesi debbano rispettare le medesime linee di indirizzo internazionali, con la «pronta disponibilità sostitutiva» di ginecologi, anestesisti e pediatri che garantiscono una rapidità di intervento di 10 minuti;
   tutto ciò ha comportato che le regioni che non hanno il problema della presenza di zone montane o disagiate sono già riuscite a riorganizzare il percorso nascita, con la chiusura di 60 strutture tra il 2010 e il 2013, mentre le regioni dell'arco alpino e quelle che presentano difficili condizioni territoriali quali la distanza, l'orografia, nonché difficoltà a garantire il servizio di trasporto assistito materno (STAM) e il servizio di trasporto d'emergenza neonatale (STEN) ancora non riescono a riorganizzarsi;
   tale problema è quanto mai sentito in Trentino, dove la pura applicazione dell'intesa del 16 dicembre 2010 comporta la chiusura di diversi punti nascita con tutte le ripercussioni, principalmente in termini di sicurezza della vita delle madri e dei nascituri, ma anche politiche, che tutto ciò sta determinando –:
   se ritenga possibile avviare un progetto pilota a livello nazionale, volto ad aggiornare e rivedere gli standard fissati nell'accordo Stato-regioni e province autonome del 2010, al fine di verificare se siano ammissibili modalità organizzative più flessibili e idonee a garantire un servizio efficiente per i cittadini, anche al di sotto della soglia dei 500 parti all'anno, almeno nelle zone montane e disagiate, purché siano rispettati gli standard qualitativi, di efficienza e di appropriatezza stabiliti dall'accordo stesso. (5-05875)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

regione alpina