ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05804

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 442 del 15/06/2015
Firmatari
Primo firmatario: PRODANI ARIS
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA
Data firma: 15/06/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ARTINI MASSIMO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 15/06/2015
BALDASSARRE MARCO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 15/06/2015
BARBANTI SEBASTIANO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 15/06/2015
BECHIS ELEONORA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 15/06/2015
MUCCI MARA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 15/06/2015
RIZZETTO WALTER MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 15/06/2015
SEGONI SAMUELE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 15/06/2015
TURCO TANCREDI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 15/06/2015


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 15/06/2015
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 15/06/2015

SOLLECITO IL 16/09/2016

SOLLECITO IL 21/10/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05804
presentato da
PRODANI Aris
testo di
Lunedì 15 giugno 2015, seduta n. 442

   PRODANI, ARTINI, BALDASSARRE, BARBANTI, BECHIS, MUCCI, RIZZETTO, SEGONI e TURCO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   nella frazione triestina di Trebiciano, sul Carso, è stata in funzione tra la fine degli anni ’50 e l'inizio degli anni ’70 una discarica di rifiuti solidi urbani a cielo aperto. Dopo la sua dismissione i rifiuti sono stati coperti da uno strato di riporti provenienti da demolizioni e scavi effettuati nella città di Trieste. Tale strato è ormai eroso dagli agenti atmosferici e dalle acque di ruscellamento;
   l'ex discarica di Trebiciano per l'elevata carsificabilità dell'area e per la mancanza di impermeabilizzazione del fondo, costituisce una grave fonte di inquinamento non solo per il terreno ma anche per le acque sotterranee carsiche;
   a circa 500 metri dall'ex discarica si trova l'Abisso di Trebiciano, una delle grotte visitabili più note della zona, nelle cui profondità scorre il fiume sotterraneo Timavo che drena le acque filtrate dalla zona sovrastante ed alimenta poi le sorgenti di S. Giovanni di Duino, nei pressi del mare. Negli ultimi anni durante prolungati periodi di siccità si è reso necessario attingere le acque del fiume per fornire la provincia di Trieste;
   dal 1990, infatti, il Gruppo Grotte del Club Alpinistico Triestino (CAT) ha avviato una campagna d'informazione sulle grotte inquinate, ostruite e distrutte di cui ha regolarmente aggiornato l'elenco, inviato successivamente al Catasto competente;
   attualmente il catasto regionale delle grotte comprende circa 7500 cavità censite e rilevate, 25 delle quali assoggettate a tutela paesaggistica in virtù delle eccezionali caratteristiche di interesse geologico, preistorico e storico, ai sensi del decreto legislativo n. 490 del 1999 (Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali). Alcune di queste 25 cavità sono prossime alla ex discarica di Trebiciano;
   il 3 luglio del 2000, la Commissione bicamerale d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, in missione a Trieste per far luce sul regolare funzionamento delle discariche regionali, ha ascoltato in audizione rappresentanti delle autorità locali e delle imprese interessate nonché il prefetto, il questore, il procuratore distrettuale antimafia e i rappresentanti delle forze dell'ordine del capoluogo giuliano;
   nel corso delle audizioni, sia il prefetto che il questore hanno ridimensionato il fenomeno di infiltrazioni delinquenziali nel settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, mentre il procuratore distrettuale antimafia, Nicola Maria Pace, ha dichiarato che «la zona di Gorizia, così come quella di Trieste e il Carso in generale, per la loro conformazione geologica costituiscono un luogo ideale per forme di smaltimento clandestine»;
   la Commissione, ricostituita nella XIV legislatura, ha inviato nuovamente a Trieste nel novembre del 2002 una delegazione che ha ascoltato rappresentanti delle istituzioni, delle imprese e delle associazioni ambientaliste; «durante le audizioni — si legge nel documento finale della Commissione — è stato osservato sia dai componenti della Commissione parlamentare, sia da associazioni ambientaliste il grave inquinamento delle cavità naturali dell'altopiano carsico della provincia di Trieste. L'assessore all'ambiente della provincia di Trieste, in merito, ha evidenziato la determinazione dell'amministrazione nell'affrontare, in modo responsabile, questa delicata emergenza ambientale, ribadendo che, effettivamente, esistono delle vere e proprie discariche nelle grotte del Carso. Negli scorsi decenni, nelle grotte carsiche, è stato scaricato di tutto, dall'olio combusto, durante il periodo del governo militare alleato, a materiale di ogni tipo, anche di natura bellica. [....] Con la Regione, l'amministrazione provinciale ha attivato le necessarie procedure amministrative per definire specifiche convenzioni, anche con associazioni di speleologi, per acquisire ulteriori elementi di valutazione sul reale stato di inquinamento che consentano gli indifferibili interventi mirati, che comunque non potranno prescindere dal diretto coinvolgimento del ministero dell'ambiente»;
   il 21 gennaio 2014 l'interrogante ha presentato una interrogazione, la n. 5-01930, in cui si evidenziava il rischio reale di inquinamento delle falde acquifere del fiume Timavo sottostante all'Abisso di Trebiciano, riportando anche il lavoro svolto dalla Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti conclusosi con l'impegno dell'assessore all'ambiente della provincia di Trieste di voler affrontare tale emergenza ambientale;
   da un articolo del Piccolo del 2 febbraio 2014, di poco successivo al deposito dell'interrogazione di cui sopra, si apprendeva che l'assessore all'ambiente del comune di Trieste, Umberto Laureni, a seguito di un incontro avutosi alla presenza del personale del comune, dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale, dell'Acegas e dell'Azienda Sanitaria, avesse annunciato che non fosse stata rinvenuta nessuna traccia di inquinamento nelle acque del Timavo collegabili all'ex discarica di Trebiciano e che i controlli fossero costantemente eseguiti;
   da un recentissimo articolo de Il Piccolo dell'11 giugno 2015, si apprende che in una grotta nei pressi della Caverna detta «Abisso di Trebiciano», situata proprio sopra le acque del Timavo, sia catalogata un'altra grotta nella quale il fondo è ricoperto da un lago vischioso di colore nero dovuto alla presenza di idrocarburi, da cui emergerebbero pneumatici e bidoni;
   fino a tempo fa, i camion potevano accedere all'interno della grotta e scaricare direttamente i residui oleosi; a portare nuovamente l'attenzione sul problema è stato il presidente della federazione speleologica triestina, Furio Premiani;
   inoltre, il presidente Premiani, non solo avrebbe espresso timori per le infiltrazioni delle sostanze tossiche presenti nel terreno e probabilmente anche nelle acque sottostanti, ma avrebbe anche denunciato che il comune di Trieste, pur avendo iscritti al bilancio 30 mila euro per censire altre 50 cavità e programmare ulteriori interventi di bonifica, non avrebbe mai avviato le procedure per l'utilizzo dei fondi;
   sempre dall'articolo, si apprende che l'Arpa, dapprima accusata di inerzia dall'assessore all'ambiente del comune di Trieste, abbia annunciato, nei giorni scorsi, la propria disponibilità ad effettuare in laboratorio la caratterizzazione dei campioni eventualmente prelevati nelle cavità, confermando di non essere, però, in grado, di effettuare materialmente i prelievi dei campioni di materiale inquinante e di rifiuti all'interno delle cavità, dove sarebbe possibile la presenza di esplosivi, sostanze asfissianti o tossiche –:
   se sia a conoscenza della problematica espressa in premessa e quali nuovi elementi abbia in possesso;
   se e come intenda agire di fronte ad una situazione sempre più allarmante di inquinamento di un patrimonio naturalistico importantissimo quale le grotte del Carso;
   se ritenga urgente, anche alla luce della documentazione depositata della Commissione bicamerale di inchiesta, avviare dei tavoli di lavoro per organizzare una serie di interventi mirati di salvaguardia dell'ambiente e delle falde acquifere sottostanti alle cavità e alle grotte carsiche di cui in premessa;
   se, proprio per il ruolo attribuito al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare anche dalla Commissione bicamerale, intenda farsi promotore, di concerto con la regione Friuli Venezia Giulia, la provincia di Trieste, i comuni interessati e le associazioni di speleologi, di speciali convenzioni per acquisire ulteriori elementi di valutazione sul reale stato di inquinamento delle grotte carsiche. (5-05804)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

deposito dei rifiuti

disastro naturale

inquinamento del suolo