ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/05687

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 434 del 03/06/2015
Firmatari
Primo firmatario: PELLEGRINO SERENA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 03/06/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MARCON GIULIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 03/06/2015
ZARATTI FILIBERTO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 03/06/2015


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 03/06/2015
Stato iter:
04/06/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 04/06/2015
Resoconto PELLEGRINO SERENA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 04/06/2015
Resoconto DEL BASSO DE CARO UMBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)
 
REPLICA 04/06/2015
Resoconto PELLEGRINO SERENA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 04/06/2015

SVOLTO IL 04/06/2015

CONCLUSO IL 04/06/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-05687
presentato da
PELLEGRINO Serena
testo di
Mercoledì 3 giugno 2015, seduta n. 434

   PELLEGRINO, MARCON e ZARATTI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per sapere – premesso che:
   il 28 maggio 2009 è stato approvato dall'ANAS il progetto denominato «S.S. n. 51 di “Alemagna” variante di Vittorio Veneto (tangenziale EST) – Collegamento La Sega-Ospedale – 1o stralcio “La Sega-Rindola”», meglio noto con il nome di «Traforo di Santa Augusta». L'opera prevede 3 rotatorie di circa 45 metri di diametro, una galleria di 1.500 metri, un sottopasso di 100 metri, 2 ponti sul principale fiume che attraversa la città di Vittorio Veneto, un tratto di altri 1.000 metri di lunghezza, l'attraversamento di un parco, la compromissione di un sito di interesse comunitario (Sic);
   il progetto consiste nella costruzione di una «falsa» tangenziale che riverserebbe un consistente volume di traffico direttamente all'interno della città di Vittorio Veneto, la quale non dispone nel proprio centro storico di arterie stradali idonee a sostenerlo. Ragion per cui la funzionalità dell'opera risulta pressoché inesistente, soprattutto alla luce del costo non esiguo ed in costante aumento: 49 milioni di euro nella previsione iniziale, ormai già divenuti 64 milioni;
   l'obiettivo dichiarato dell'opera sarebbe quello di togliere traffico dal centro storico, ma la tangenziale invece farebbe sì che il traffico pesante, oggi obbligato a passare dall'autostrada, troverebbe più conveniente girare dalla città con un impatto pesantissimo in termini ambientali e di qualità della vita;
   quest'opera, peraltro molto contestata dai cittadini di Vittorio Veneto, verrà integralmente finanziata dall'Anas, ossia dallo Stato;
   come ricordato da un articolo del Fatto Quotidiano.it del 28 aprile 2015, in questi anni i cittadini hanno dato battaglia e hanno sconfitto l'Anas su quasi tutta la linea: nel 2013 il Consiglio di Stato ha annullato tutti gli atti, tra cui la delibera di approvazione del progetto definitivo, dando ragione ai cittadini che denunciavano l'assenza della valutazione di incidenza ambientale e della relazione sismica;
   ma l'Anas quella strada ha deciso di farla comunque, e ad appena tre mesi dalla bocciatura del Consiglio di Stato ha ripresentato il progetto definitivo del traforo e ha poi approvato il progetto esecutivo prevedendo un aumento dei costi del 30,6 per cento in più;
   nel frattempo, come rammenta il suddetto articolo di stampa, il comune di Vittorio Veneto ha approvato – su proposta Anas – una variante urbanistica finalizzata a estendere i vincoli sui terreni, contravvenendo così alla legge regionale sugli espropri. Gli espropriati si sono rivolti al TAR e hanno visto riconosciute le loro ragioni (sentenza passata in giudicato). Si è creata così la situazione paradossale di oggi: l'Anas può realizzare la rotatoria a Nord, il primo ponte sul fiume Meschio, la galleria dentro la montagna e sotto una decina di case abitate che rischiano il crollo a causa dei lavori (sono case antiche, non hanno fondamenta). Poi, qualche centinaio di metri più in là la strada si ferma in aperta campagna. Non può seguire il progetto originario perché l'Anas non ha diritto di passare su quei terreni. Ed ecco allora farsi strada l'idea di una nuova variante. La tangenziale correrà qualche centinaio di metri più in là, passando tra due scuole attraversando la pista ciclabile e il parco cittadino lungo il Meschio per infilarsi in pieno centro, nella stessa rotatoria prevista in origine;
   la variante non è ancora stata approvata, ma i lavori per il tunnel di Sant'Augusta stanno per cominciare;
   in realtà, come anche evidenziato dai comitati di cittadini, e da diverse associazioni ambientaliste, esistono numerosi progetti alternativi altrettanto funzionali benché di minor impatto ambientale, maggiormente economici e di ben più rapida realizzazione. Progetti dei quali peraltro il TAR, nella sua sentenza, caldeggia la valutazione;
   su questa opera è stata investita anche l'Autorità anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone, con un esposto presentato dal Comitato «No traforo Anas-Si alternative» –:
   se non intenda verificare se i procedimenti di approvazione del progetto oggi in esecuzione, a seguito dell'annullamento da parte del Consiglio di Stato nel 2013, e dei conseguenti aumenti degli importi contrattuali originari riportati in premessa, siano rispettosi della normativa vigente in tema di gare d'appalto e se, viste le evidenti suesposte criticità, non si ritenga opportuna, per quanto di competenza, una verifica della persistenza delle condizioni necessarie alla prosecuzione del progetto, specialmente in riferimento alle problematiche di acquisizione dei terreni, di impatto ambientale e di effettiva funzionalità dell'opera. (5-05687)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 4 giugno 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-05687

  La variante alla SS 51 di Vittorio Veneto è stata suddivisa in due stralci: La Sega-Rindola, attualmente in costruzione, e Rindola-Savassa che non ha, ad oggi, alcuna copertura finanziaria.
  Con il 1o stralcio si realizzerà la tangenziale esterna al centro di Vittorio Veneto e sarà possibile liberare il centro storico (borgo antico di Serravalle) dai flussi veicolari che insistono su Vittorio Veneto fluidificando, nel contempo, la viabilità lungo la SS 51.
  A tal fine è stata prevista una strada di categoria C1 (una corsia per senso di marcia e banchine laterali) lunga circa 2,4 km. L'intervento, che ha un costo complessivo di 64,4 milioni di euro, comprende la realizzazione di una galleria naturale (galleria S. Augusta) di 1,5 km.
  Il progetto definitivo è stato approvato nel 2005, in Conferenza dei Servizi, da parte di tutti gli Enti interessati all'infrastruttura. Nel 2009 l'opera è stata interamente finanziata (Contratto di Programma ANAS 2009) e, nel maggio dello stesso anno, l'ANAS ha approvato il progetto definitivo dichiarando la pubblica utilità, con l'avvio delle procedure espropriative e l'acquisizione di una parte delle aree interessate dall'intervento attraverso la cessione volontaria di 25 proprietari, con i quali è stata concordata, mediante accordo bonario, l'indennità da liquidare. Nel successivo agosto, ANAS ha bandito la gara per l'appalto integrato dell'opera e il 25 marzo 2011 la stessa è stata aggiudicata.
  Durante la stesura del progetto esecutivo, alcuni abitanti di Vittorio Veneto interessati dagli espropri, hanno promosso un ricorso al TAR del Veneto avverso tutti i provvedimenti di approvazione del progetto definitivo; l'istanza è stata respinta con sentenza n. 1123/2012. Il Consiglio di Stato, con sentenza n. 3112/2013, nell'accogliere il ricorso in appello, ha dichiarato nulli alcuni atti approvativi del progetto, rilevando la necessità di acquisire la Valutazione di Incidenza Ambientale (VINCA) e la relazione geologica relativa al rischio sismico.
  La citata sentenza non è, quindi, intervenuta sulle scelte progettuali e di tracciato, individuate dall'ANAS con la condivisione di tutte le Amministrazioni coinvolte nel procedimento approvativo, ma ha, esclusivamente, definito incompleto il progetto per l'assenza della VINCA e della relazione sismica.
  A seguito della sentenza del Consiglio di Stato, il progetto è stato integrato con la relazione sismica ed è stata avviata la VINCA, presso la Regione Veneto, conclusasi con esito positivo (Delibera Giunta Regione Veneto del 23 luglio 2013).
  In data 16 agosto 2013 l'ANAS ha reso pubblico l'avvio del procedimento di dichiarazione di pubblica utilità; a seguito di tale notifica sono pervenute alla stessa ANAS quattro osservazioni, totalmente controdedotte, che non hanno generato la necessità di apportare variazioni al progetto. L'ANAS ha poi approvato il progetto esecutivo dichiarando la pubblica utilità dell'opera e ha rinviato la sua efficacia alla stessa data di chiusura dei termini stabiliti dalla normativa sugli espropri.
  I lavori sono stati consegnati all'appaltatore il successivo ottobre 2013.
  La provincia di Treviso ha poi approvato la variante urbanistica che ha introdotto nel PRG del comune di Vittorio Veneto il tracciato del progetto esecutivo del primo stralcio. In data 16 dicembre 2013 è stato presentato un nuovo ricorso al TAR del Veneto contro la delibera dell'ANAS relativa all'approvazione del progetto esecutivo, le delibere di adozione e approvazione della variante urbanistica degli Enti Locali ed altri provvedimenti relativi al procedimento.
  Il TAR, con sentenza n. 920/2014 nell'accogliere parzialmente il citato ricorso ha ribadito che la valutazione circa l'esistenza di soluzioni alternative era già stata esaminata dalla precedente sentenza di questo Tribunale nell'ambito della quale si era già avuto modo di evidenziare come detta fattispecie attenga al merito dell'azione amministrativa e non sia suscettibile di una valutazione, se non per i tradizionali profili in materia di eccesso di potere, peraltro insussistenti nel caso di specie.
  La citata sentenza n. 920/2014, non avendo reso inefficaci i provvedimenti emessi, relativi alla localizzazione dell'opera e agli espropri, ha consentito all'ANAS di completare le attività propedeutiche all'avvio dei lavori del 1o stralcio La Sega-Rindola.
  Da ultimo, risulta utile evidenziare, che la mancata realizzazione dell'opera comporterebbe sia per l'ANAS che per gli Enti Territoriali interessati, un grave pregiudizio patrimoniale, considerati gli impegni finanziari assunti con gli espropriati, l'Impresa esecutrice, che ha già dato corso ai lavori investendo ingenti risorse tecnico-economiche, e con i professionisti coinvolti nell'intero procedimento.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

protezione dell'ambiente

tunnel

proprieta' fondiaria