ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05684

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 434 del 03/06/2015
Firmatari
Primo firmatario: BUSTO MIRKO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 03/06/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2015
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2015
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2015
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2015
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2015
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2015


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 03/06/2015
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 03/06/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05684
presentato da
BUSTO Mirko
testo di
Mercoledì 3 giugno 2015, seduta n. 434

   BUSTO, DAGA, DE ROSA, MANNINO, MICILLO, TERZONI e ZOLEZZI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   la raccomandazione del Consiglio europeo COM (2015) 262 final del 13 maggio 2015, sul programma nazionale di riforma 2015 dell'Italia, al punto 15 afferma che «rimangono lettera morta la revisione dell'imposizione ambientale e l'eliminazione delle sovvenzioni dannose per l'ambiente. L'Italia ha istituito un comitato per la fiscalità ambientale. Questi diversi aspetti sono contemplati dalla legge delega di riforma fiscale, la cui attuazione è stata tuttavia rimandata per l'assenza di decreti legislativi attuativi»;
   il riferimento è alla legge 11 marzo 2014, n. 23, entrata in vigore il 26 marzo 2014, «Delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita», che all'articolo 1 stabilisce che «Il Governo è delegato ad adottare, entro quindici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, decreti legislativi recanti la revisione del sistema fiscale»;
   in particolare, l'articolo 15 della stessa legge prevede, attraverso decreti attuativi, l'introduzione di nuove forme di fiscalità volte a «orientare il mercato verso modi di consumo e produzione sostenibili, e a rivedere la disciplina delle accise sui prodotti energetici e sull'energia elettrica, anche in funzione del contenuto di carbonio e delle emissioni di ossido di azoto e di zolfo, in conformità con i princìpi che verranno adottati con l'approvazione della proposta di modifica della direttiva 2003/96/CE di cui alla comunicazione COM (2011) 169 della Commissione»;
   in base a tale revisione, l'aliquota minima della tassazione energetica avrebbe dovuto essere scissa in due componenti, una basata sulle emissioni di CO2 e l'altra sul contenuto energetico, che, insieme, avrebbero determinato l'imposta totale da applicare al prodotto;
   le entrate derivanti dall'introduzione della carbon tax sono auspicabili e necessarie, perché destinate, principalmente, a ridurre la tassazione sui redditi, soprattutto sul lavoro, e agli investimenti in tecnologie a basso contenuto di carbonio, nonché alla revisione dei sussidi alle fonti di energia rinnovabile. In questo senso, si otterrebbe da una parte la riduzione di emissioni inquinanti e dall'altra, una più equa distribuzione del carico fiscale, al fine di favorire uno sviluppo sostenibile;
   sempre nell'articolo 15 della suddetta legge viene stabilito che «la decorrenza degli effetti delle disposizioni contenute nei decreti legislativi adottati in attuazione del presente articolo è coordinata con la data di recepimento della disciplina armonizzata stabilita dalla citata proposta di direttiva negli Stati membri dell'Unione europea», che però è stata ritirata a dicembre;
   nonostante ciò, a livello europeo viene confermato il programma di lavoro 2015 con nuove azioni volte a realizzare una unione europea dell'energia, destinata, tra le altre cose, a decarbonizzare il mix energetico e promuovere la ricerca e innovazione nel settore energetico. Al 2014, il 94 per cento dei trasporti dell'Unione europea dipende ancora da prodotti petroliferi;
   la direttiva 2009/28/CE, che stabilisce un quadro comune per la promozione dell'energia da fonti rinnovabili e degli obiettivi nazionali vincolanti, per garantire che al 2020 almeno il 20 per cento del consumo di energia finale provenga da fonti rinnovabili, ha fissato al 17 per cento l'obiettivo dell'Italia di consumo finale lordo. Nel 2012, la percentuale complessiva di energia rinnovabile italiana è stata del 13,5 per cento rispetto al consumo finale;
   uno studio pubblicato dalla Commissione europea il 3 marzo 2014 dimostra come l'adozione di misure fiscali più ecologiche contribuiscano alla crescita economica e alla difesa dell'ambiente. Basandosi sui dati di 12 Paesi membri, viene dimostrato come lo spostamento della pressione fiscale dal lavoro alle fonti di inquinamento atmosferico e idrico, porterebbe a entrate, nelle tesorerie nazionali, pari a 35 miliardi di euro nel 2016 e a 101 miliardi di euro nel 2025, con cifre molto più alte se venissero adottate misure per abolire le sovvenzioni dannose per l'ambiente;
   le raccomandazioni OCSE 2013, rivolte all'Italia, hanno messo in luce la centralità di una riforma della fiscalità ambientale rivolta alle imposte sull'energia e all'uso delle risorse ambientali indirizzate a una crescita verde;
   secondo Legambiente – nello studio Ambiente Italia 2013 – le tasse ambientali nel 2011 sono state pari a 43,9 miliardi di euro, ripartite tra il 75 per cento di tasse energetiche, il 23,5 per cento di tasse automobilistiche e il restante in tributi di discarica e altre imposte. Oggi queste tasse sono diminuite significativamente rispetto al 2000 – nel 2001 erano il 3 per cento del prodotto interno lordo e il 10,5 del totale delle entrate –. Inoltre, rispetto agli altri Paesi europei, tra il 1995 e il 2010, l'Italia ha avuto la maggiore contrazione dell'incidenza delle tasse ambientali sul prodotto interno lordo;
   il dossier Legambiente 2014 «Stop sussidi alle fonti fossili» ha stimato che l'Italia investe ancora 17,5 miliardi di euro nelle fonti fossili, tra sussidi diretti e indiretti, esenzioni dall'accisa e finanziamenti, nonostante la loro combustione sia la principale causa dei cambiamenti climatici;
   in Italia, il settore della produzione elettrica rappresenta una delle principali fonti di emissioni di gas serra. Nel 2012 le emissioni di anidride carbonica per la produzione elettrica sono state pari al 90,9 per cento delle emissioni da industrie energetiche e al 25 per cento delle emissioni nazionali. Nonostante i numeri ancora alti, dal 1990 c'e stata una costante riduzione dovuta alla variazione del mix combustibile, con prevalenza di gas naturale, all'utilizzo di impianti di combustione a maggiore efficienza dal 2001 e all'utilizzo di fonti rinnovabili;
   nel settore dei trasporti – escludendo quello dei voli internazionali –, dal 1990 al 2004, si registra un costante aumento del consumo di combustibili (+25,7 per cento rispetto al 1990), seguito da oscillazioni intorno a un valore medio fino al 2007 (+24,8 per cento rispetto al 1990). Solo dopo si osserva una contrazione dei carburanti classici – come benzina e diesel –, dovuta alla crisi economica, che porta il consumo di combustibili nel 2012 a una crescita del 7,1 per cento rispetto al 1990. Nel 2012 la quota di carburanti a minor impatto (gas naturale, GPL, biodiesel), rispetto al totale dei carburanti, rappresenta il 10,8 per cento con un incremento rispetto al 1990;
   a giudizio degli interroganti è stato un errore basare la delega al Governo per l'introduzione di nuove forme di fiscalità ambientale di cui all'articolo 15 della legge n. 23 del 2014 su princìpi non sufficientemente prescrittivi e puntuali, bensì su quelli che sarebbero stati adottati a seguito dell'eventuale approvazione della modifica della direttiva 2003/96/CE, senza tenere conto di eventuali modifiche o come è avvenuto, del possibile ritiro della proposta –:
   se sia in atto la stesura dei decreti legislativi previsti dall'articolo 15 della legge n. 23 del 2014 e a quali criteri facciano riferimento, visto il ritiro della proposta di direttiva 2003/96/CE di cui all'atto COM (2011)169 della Commissione. (5-05684)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

imposta ambientale

energia rinnovabile

inquinamento stratosferico