ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05669

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 432 del 21/05/2015
Firmatari
Primo firmatario: VENTRICELLI LILIANA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 21/05/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ZAPPULLA GIUSEPPE PARTITO DEMOCRATICO 21/05/2015
TARICCO MINO PARTITO DEMOCRATICO 21/05/2015
ZANIN GIORGIO PARTITO DEMOCRATICO 21/05/2015


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELLA DIFESA 21/05/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 02/12/2016
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 21/05/2015

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 02/12/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05669
presentato da
VENTRICELLI Liliana
testo di
Giovedì 21 maggio 2015, seduta n. 432

   VENTRICELLI, ZAPPULLA, TARICCO e ZANIN. — Al Ministro della difesa, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   la direttiva del Consiglio del 21 maggio 1992 concernente la conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, detta direttiva «Habitat», e la direttiva «Uccelli» costituiscono il cuore della politica comunitaria in materia di conservazione della biodiversità;
   scopo della direttiva «Habitat» è «salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio europeo degli Stati membri al quale si applica il trattato» (articolo 2). Per il raggiungimento di questo obiettivo la direttiva stabilisce misure volte ad assicurare il mantenimento o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat e delle specie di interesse comunitario elencati nei suoi allegati;
   la direttiva è costruita intorno a due pilastri: la rete ecologica Natura 2000, costituita da siti mirati alla conservazione di habitat e specie elencati rispettivamente negli allegati I e II, e il regime di tutela delle specie elencate negli allegati IV e V; la direttiva stabilisce norme per la gestione dei siti Natura 2000 e la valutazione d'incidenza (articolo 6), il finanziamento (articolo 8), il monitoraggio e l'elaborazione di rapporti nazionali sull'attuazione delle disposizioni della direttiva (articoli 11 e 17), e il rilascio di eventuali deroghe (articolo 16). Riconosce inoltre l'importanza degli elementi del paesaggio che svolgono un ruolo di connessione ecologica per la flora e la fauna selvatiche (articolo 10);
   il recepimento della direttiva è avvenuto in Italia nel 1997 attraverso il regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica del 8 settembre 1997 n. 357 modificato ed integrato dal decreto del Presidente della Repubblica n. 120 del 12 marzo 2003;
   le direttive «habitat» e «uccelli» sono riconosciute come tra le più forti leggi al mondo per la difesa di animali selvatici, piante e habitat, e grazie a queste normative, l'Europa ha oggi il più grande network al mondo di aree protette, la rete Natura 2000, che copre circa il 20 per cento del territorio europeo e il 4 per cento dei suoi siti marini;
   nonostante tale direttiva, però sono diversi i luoghi in Italia (in particolare, in Puglia, Sardegna, Friuli Venezia Giulia) che, seppure protetti dalle già citate leggi, sono stati e continuano ad essere oggetto di servitù militari; ciò va a significare che le esercitazioni militari e il conseguente rilascio di ordigni bellici hanno causato e causano gravissimi danni all'ambiente (inquinamento, frammentazione degli habitat, erosione del suolo, eccessivo calpestio, devastazione paesaggistica e naturalistica);
   attualmente è in atto una procedura di indagine della Commissione europea sul rispetto di tale normativa: la direzione generale «Ambiente» ha aperto un fascicolo per verificare l'eventuale violazione dell'articolo 6 della direttiva habitat che tutela i siti di interesse comunitario (sic) e le zone di protezione speciale (zps) con la previsione di precise procedure di valutazione ambientale per tutte le attività e i progetti ricadenti al loro interno;
   in caso di condanna da parte della Corte europea di giustizia, l'Italia dovrebbe pagare una sanzione minima di poco meno di 10 milioni di euro, oltre a una penalità tra i 22 mila e i 700 mila euro per ogni giorno di ritardo. L'applicazione della sanzione è comunque rapida: è la Commissione a decurtare l'importo dallo stock dei finanziamenti comunitari e poi lo Stato membro si può rifare, per danno erariale, sull'amministrazione territoriale responsabile o su altro ente pubblico competente. Al momento sono 106 le procedure aperte contro l'Italia, un quinto circa delle quali per violazioni in materia ambientale;
   appare dunque evidente che si tratta di una violazione grave di tutte le norme internazionali, nazionali e regionali di tutela ambientali e naturalistiche –:
   se non intendano verificare la sussistenza di responsabilità amministrative in relazione ad ipotesi di omissione di atti di controllo a tutela dei patrimoni di pertinenza, e competenza dei rispettivi Ministeri, in quanto informati dei fatti;
   se non, intendano comunicare alla Commissione europea le iniziative finalizzate a superare le criticità illustrate in premessa ed eventuali violazioni di disposizioni comunitarie;
   quali iniziative normative intendano mettere in atto per evitare che venga attivata la procedura di infrazione, e se non intendano adoperarsi, per quanto di competenza, per far cessare o sospendere le attività incompatibili e dannose per le aree protette. (5-05669)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

zona protetta

violazione del diritto comunitario

vita selvatica