Legislatura: 17Seduta di annuncio: 427 del 14/05/2015
Primo firmatario: COLLETTI ANDREA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 14/05/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma VACCA GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 14/05/2015 DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 14/05/2015
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 14/05/2015
MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 14/05/2015
TRASFORMA IL 09/09/2016
TRASFORMATO IL 09/09/2016
CONCLUSO IL 09/09/2016
COLLETTI, VACCA e DEL GROSSO. —
Al Ministro della giustizia
. — Per sapere – premesso che:
la sentenza in merito alla discarica di Bussi e ai veleni prodotti dalla Montedison si è svolta a porte chiuse nel tribunale di Chieti il 19 dicembre 2014 e i 19 imputati sono stati tutti assolti dal reato di avvelenamento delle acque mentre, per il disastro ambientale, la Corte ha derubricato il capo d'imputazione in disastro colposo, per il quale è stata dichiarata la prescrizione. L'accusa, sostenuta dai pm Annarita Mantini e Giuseppe Bellelli, aveva chiesto condanne, per gli ex dirigenti e tecnici di Montedison, che andavano dai 4 ai 12 anni. I pm sostengono che alcuni imputati sapessero che l'acquedotto Giardino, a partire dal 1992, fosse stato inquinato. E l'acquedotto riforniva acqua a un bacino di 700 mila persone in tutta la Val Pescara. Inoltre, nel processo erano stati depositati documenti sul mercurio ritrovato nel 1972 nei pesci e nei capelli dei pescatori del porto di Pescara, a cui si aggiungevano le dichiarazioni di una dirigente dell'Arpa, messe a verbale dal comandante della Guardia forestale, Guido Conti: «... è stata accertata la presenza di sostanze potenzialmente a rischio per la salute umana... Sarebbe stato necessario vietare l'erogazione e la distribuzione delle stesse acque...»;
da fonti di stampa si è appreso che 2 dei 6 giudici popolari che hanno emesso la sentenza in oggetto, hanno poi dichiarato a Il Fatto Quotidiano di non aver mai letto gli atti del processo: «Ci siamo rifatte alle slide viste in udienza e alle parole sentite in aula. Siamo disposte a confermare tutto dinanzi ai giudici se un magistrato ci chiama racconteremo la nostra verità»;
i 2 giudici hanno inoltre raccontato che il 16 dicembre 2014, alcuni dei 6 giudici popolari, hanno cenato insieme con il presidente della corte d'assise, Camillo Romandini, e il giudice a latere, Paolo di Geronimo, in un locale pubblico di Pescara e che, a loro dire, il presidente Romandini avrebbe spiegato che, se avessero condannato per dolo gli imputati, e se poi questi ultimi si fossero appellati e avessero vinto la causa, avrebbero potuto citarli personalmente, chiedendogli i danni, con il rischio di perdere tutto quello che avevano. In riferimento a tali dichiarazioni e avvenimenti il presidente Romandini ha semplicemente dichiarato: «Non posso commentare perché sono tenuto alla segretezza di quanto accaduto in camera di consiglio»;
l'idea che i giudici popolari non abbiano letto neanche gli atti, appare una mancanza ancor più grave, aggravata dal fatto dalla circostanza, ancora tutta da provare, del timore che sembra sia stato in loro ingenerato nell'intravedere il rischio di poter essere citati per danni –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti in premessa;
se il Ministro interrogato intenda promuovere una ispezione ministeriale presso il tribunale di Chieti in relazione ai fatti esposti in premessa. (5-05613)
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):giudice
disastro causato dall'uomo
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