ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05546

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 423 del 08/05/2015
Firmatari
Primo firmatario: DI VITA GIULIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 07/05/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 07/05/2015
GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 07/05/2015
MANTERO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 07/05/2015
GIORDANO SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 07/05/2015
BARONI MASSIMO ENRICO MOVIMENTO 5 STELLE 07/05/2015
NUTI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 07/05/2015
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 07/05/2015
DI BENEDETTO CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 07/05/2015
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 07/05/2015
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 07/05/2015
D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 07/05/2015
SARTI GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 11/05/2015


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELLA SALUTE 07/05/2015
MINISTERO DELLA SALUTE 08/05/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 27/07/2015
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 08/05/2015

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 11/05/2015

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 27/07/2015

SOLLECITO IL 26/09/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05546
presentato da
DI VITA Giulia
testo presentato
Venerdì 8 maggio 2015
modificato
Lunedì 11 maggio 2015, seduta n. 424

   DI VITA, LOREFICE, GRILLO, MANTERO, SILVIA GIORDANO, BARONI, NUTI, LUPO, DI BENEDETTO, MANNINO, GALLINELLA, D'UVA, SARTI. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
in data 9 e 10 aprile 2015, così come riportato da diverse testate giornalistiche regionali e nazionali, è emersa la notizia delle indagini a carico di Paolo Giambruno, direttore del dipartimento di prevenzione veterinaria dell'ASP di Palermo e presidente dell'ordine dei medici veterinari della provincia di Palermo;
tra gli episodi contestati al direttore, c’è quello sui controlli sanitari che il dipartimento, da lui gestito, avrebbe effettuato su di un allevamento di carni bovine, del territorio di Cinisi, destinato alla commercializzazione alimentare, sembrerebbe che tale allevamento abbia ricevuto il via libera alla commercializzazione nonostante alcuni capi fossero infetti da tubercolosi;
altri episodi contestati riguardano la concessione di false certificazioni che avrebbero consentito ad un'azienda dolciaria di Carini e ad un'azienda ittica di Lampedusa di esportare i propri prodotti all'estero;
al direttore inoltre viene contestato il reato di intestazione fittizia di beni con l'aggravante di aver favorito esponenti di «Cosa nostra», tanto da indurre i giudici della sezione misure di prevenzione a «congelare» beni e conti correnti, riconducibili allo stesso direttore o a suoi familiari, per un valore complessivo di circa due milioni di euro;
dopo il sequestro di conti correnti e società di Paolo Giambruno, la procura ha in seguito chiesto per il medico la sorveglianza speciale con l'obbligo di dimora. I pm lo ritengono «pericoloso socialmente» e hanno avanzato al tribunale l'istanza per l'applicazione della misura di prevenzione personale. Nel fascicolo dell'inchiesta, in cui figurano 29 indagati tra dipendenti pubblici, allevatori e imprenditori, con accuse che vanno dalla concussione al falso sino alla truffa e al commercio di cibi nocivi, un vasto capitolo è dedicato ai business tra Giambruno e Salvatore Cataldo, costruttore di Carini condannato per mafia;
lunedì 13 aprile, alle 10, nei locali dell'Asp 6 in via Onorato 6, si è tenuta una conferenza stampa indetta dai veterinari dell'azienda sanitaria indagati dalla Digos della Questura di Palermo;
«Risponderemo colpo su colpo alle accuse infamanti che ci sono state mosse – ha dichiarato prima della conferenza stampa il segretario sindacale dei veterinari italiani Paolo Ingrassia – abbiamo piena fiducia nella magistratura, ma non tolleriamo la gogna mediatica che si è scatenata»;
«Io nel 2012 ho denunciato gli investigatori della Digos che hanno condotto le indagini – ha dichiarato Giambruno – un pm ha chiesto l'archiviazione, un gip ha disposto nuove indagini. Sono sereno e chiarirò ogni cosa»;
sulla vicenda è intervenuta anche la Federazione Nazionale degli Ordini dei Veterinari Italiani (Fnovi), che in una nota dell'11 aprile 2015 precisa che «nel rispetto delle prerogative della magistratura e degli indagati, non può esimersi dall'esprimere sgomento per quanto appreso. Nel contempo, desidera testimoniare la propria vicinanza ai medici veterinari che attendono al loro dovere di tutela della salute pubblica, con una condotta professionale improntata alla legalità e all'etica deontologica». Viene quindi ribadito «il senso di una professione veterinaria, forte e coesa, che non ammette e condanna cedimenti della legalità e della giustizia, avendo nel diritto alla salute dei cittadini il proprio primario soggetto di tutela». E nel valutare ogni iniziativa consentita dal vigente ordinamento, la Fnovi «seguirà con attenzione gli sviluppi della vicenda, nel proprio diritto-dovere di non tralasciare alcuna prerogativa che – conclude la nota – le è istituzionalmente riconosciuta»;
con l'interrogazione a risposta in Commissione 5-03711 (testo di venerdì 3 ottobre 2014, seduta n. 302) anche l'onorevole Francesco Ribaudo denunciava fatti analoghi che vedono anche in tal caso coinvolto il dipartimento di prevenzione veterinario della ASP Palermo, ivi lamentandosi altresì la mancanza di notizia alcuna «di provvedimenti adottati dalla ASP di Palermo nei confronti degli indagati, anche in via precauzionale e allo scopo di tutelare gli interessi per la salute dei cittadini ed il buon nome della pubblica amministrazione»;
da ulteriori fonti di stampa (Giornale di Sicilia, 9 novembre 2011, «Tangenti all'Asp», inchiesta sui veterinari) si apprende che per fatti analoghi a quelli anzidetti la procura di Palermo già nel 2011 ritenne di dover iscrivere nel registro degli indagati una decina tra dirigenti e tecnici del dipartimento di prevenzione veterinaria dell'Asp accusati, tra l'altro, di tentativo di concussione;
tra gli indagati vi era anche il direttore Paolo Giambruno;
già nel 2013, si apprende da ulteriori notizie di stampa (repubblica.it, 7 dicembre 2013, «Niente multe per il pesce avariato, l'ASP nella bufera»), l'assessorato regionale alla Sanità aveva invitato l'allora commissario straordinario dell'Asp 6, Antonio Candela, a prendere provvedimenti contro Paolo Giambruno ma, com’è evidente alla luce dei recenti accadimenti, l'incarico da dirigente venne invece riconfermato nonostante tutto;
in merito ai recenti fatti il direttore generale dell'ASP Candela ha dichiarato di aver nominato «un legale interno visto che l'azienda sanitaria risulta parte offesa a seguito delle gravissime notizie apprese dalla stampa. Il legale nominato è stato incaricato di acquisire la documentazione al fine di attivare con immediatezza tutti i provvedimenti consequenziali»;
l'articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 «Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali» disciplina l'ipotesi di scioglimento dei consigli comunali e provinciali conseguente a fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso;
ai sensi del comma 1 dell'articolo 146 è stabilito tuttavia che «Le disposizioni di cui agli articoli 143, 144, 145 si applicano anche agli altri enti locali di cui all'articolo 2, comma 1, nonché ai consorzi di comuni e province, agli organi comunque denominati delle aziende sanitarie locali ed ospedaliere, come nel caso in questione, alle aziende speciali dei comuni e delle province e ai consigli circoscrizionali, in quanto compatibili con i relativi ordinamenti»;
il comma 5 dell'articolo 143 stabilisce, inoltre che «5. Anche nei casi in cui non sia disposto lo scioglimento, qualora la relazione prefettizia rilevi la sussistenza degli elementi di cui al comma 1 con riferimento al segretario comunale o provinciale, al direttore generale, ai dirigenti o ai dipendenti a qualunque titolo dell'ente locale, con decreto del Ministro dell'interno, su proposta del prefetto, è adottato ogni provvedimento utile a far cessare immediatamente il pregiudizio in atto e ricondurre alla normalità la vita amministrativa dell'ente, ivi inclusa la sospensione dall'impiego del dipendente, ovvero la sua destinazione ad altro ufficio o altra mansione con obbligo di avvio del procedimento disciplinare da parte dell'autorità competente» –:
se e quali iniziative il Governo intenda intraprendere, nel rispetto e nei limiti delle proprie competenze, in merito ai fatti disdicevoli citati in premessa, a tutela della pubblica amministrazione, dei consumatori, degli allevatori e dell'intera cittadinanza siciliana, visto anche il ripetersi increscioso di fatti che vedono coinvolto nuovamente il dipartimento di prevenzione veterinario della ASP Palermo;
se sussistano i presupposti per procedere ai sensi del combinato disposto degli articoli 143 e 146 del testo unico delle norme sull'ordinamento degli enti locali, tenendo in particolare considerazione la possibilità, prevista ai sensi del comma 5 dell'articolo 143, di adottare qualsiasi provvedimento diretto esclusivamente contro gli eventuali soggetti responsabili, anche qualora non ricorra l'ipotesi di scioglimento dell'azienda sanitaria in questione. (5-05546)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritto alla salute

sanita' pubblica

allevamento