ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05416

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 413 del 22/04/2015
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/04649
Firmatari
Primo firmatario: SEGONI SAMUELE
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA
Data firma: 22/04/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MUCCI MARA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 22/04/2015
DA VILLA MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 22/04/2015
VALLASCAS ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 22/04/2015
CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 22/04/2015


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 22/04/2015
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 22/04/2015
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 22/04/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 30/04/2015
Stato iter:
18/06/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 18/06/2015
Resoconto GIACOMELLI ANTONELLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 18/06/2015
Resoconto SEGONI SAMUELE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 22/04/2015

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 30/04/2015

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 04/06/2015

DISCUSSIONE IL 18/06/2015

SVOLTO IL 18/06/2015

CONCLUSO IL 18/06/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05416
presentato da
SEGONI Samuele
testo di
Mercoledì 22 aprile 2015, seduta n. 413

   SEGONI, MUCCI, DA VILLA, VALLASCAS e CRIPPA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   con il decreto interministeriale 6 marzo 2008 è stato adottato il progetto di innovazione industriale «Nuove tecnologie per il Made in Italy»;
   nel 2010 viene istituita la società INVITALIA, ex SVILUPPO ITALIA, ovvero l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, che agisce su mandato del Governo per accrescere la competitività del Paese, in particolare del Mezzogiorno, e per sostenere i settori strategici per lo sviluppo, i cui obiettivi prioritari sono:
    favorire l'attrazione di investimenti esteri;
    sostenere l'innovazione e la crescita del sistema produttivo;
    valorizzare le potenzialità dei territori;
   SVILUPPO ITALIA era stata già giudicata dall'opinione pubblica «ente inutile», tanto da passare all'onore delle cronache nelle puntate della trasmissione «Report» intitolate «cattivi consigli» (22 ottobre 2006) e più in particolare «buone vacanze» (29 aprile 2007) e tanto da paventarne prima la chiusura, poi l'accorpamento, poi la «razionalizzazione»;
   le inchieste giornalistiche citate hanno evidenziato un vasto sistema clientelare, gestito principalmente da alcuni esponenti politici provenienti da Forza Italia, ma senza escludere partecipazioni degli altri partiti. La stessa trasmissione ha evidenziato come SVILUPPO ITALIA fosse di fatto un sistema teso non tanto allo svolgimento della sua missione istituzionale, quanto piuttosto a favorire il sistema bancario attraverso la promessa di crediti poi mai concessi;  
   l'attuale presidente di INVITALIA è Giancarlo Innocenzi Botti, ex deputato di Forza Italia nella XII legislatura. L'amministratore delegato è Domenico Arcuri, ex manager di Deloitte, società di consulenza e revisione contabile e finanziaria che fra gli altri ha lavorato anche per SVILUPPO ITALIA. Il dottor Arcuri da organi di stampa appare aver firmato, in qualità di amministratore delegato di INVITALIA, alcuni contratti con la DELOITTE CONSULTING, società di consulenza di cui è stato partner fino al 2007;
   l'ufficio stampa di INVITALIA afferma, in risposta ad un articolo de Il Fatto Quotidiano, che l'attrazione degli investimenti esteri rappresenta, da sempre, soltanto una parte delle attività dell'Agenzia, che oggi gestisce la quasi totalità delle agevolazioni dello Stato alle imprese e ha notevolmente incrementato il supporto tecnico e operativo alla pubblica amministrazione. Tanto che solo l'attività di attrazione degli investimenti esteri ha un volume di ricavi pari al 3 per cento del totale del fatturato e solo il 2 per cento dell'attuale organico del gruppo Invitalia è impegnato in questo ambito. Si evidenzia pertanto come INVITALIA sia responsabile della verifica contabile e sostanziale dei progetti previsti dal progetto di innovazione industriale «made in Italy», con conseguente sblocco dei fondi necessari al rimborso delle spese sostenute dai vincitori della gara;
   a settembre del 2013, il Presidente del Consiglio pro tempore Enrico Letta, con il piano «Destinazione Italia» promette di iniziare il più volte annunciato percorso di privatizzazioni di cui si parla anche nella nota di aggiornamento del DEF 2013. L'ex Premier ha giustificato l'approvazione del piano con la penuria di investimenti in Italia: «Il nostro Paese ha un drammatico bisogno di investimenti diretti esteri. Abbiamo cifre troppo basse» in questo campo. Una «bocciatura» di fatto, benché indiretta, dei risultati ottenuti sul campo da Invitalia, l'Agenzia per l'attrazione degli investimenti controllata al 100 per cento, dallo Stato che a livello di gruppo tra il 2008 e il 2011 ha raddoppiato il rosso di bilancio portandolo da 2,89 a 5,9 milioni di euro; tuttavia, come la stessa INVITALIA ammette, il suo «core business» non è la promozione degli investimenti esteri quanto la gestione degli incentivi statali alle imprese;
   con il decreto del Ministro dello sviluppo economico 15 maggio 2012, relativo alla semplificazione delle procedure di gestione dei progetti già agevolati dei bandi «efficienza energetica», «modalità sostenibile» e «nuove tecnologie per il made in Italy», si intende agevolare gli adempimenti amministrativi dei partecipanti e si stabiliscono delle possibilità di proroga dei termini di scadenza inizialmente concessi;
   con il decreto ministeriale 29 marzo 2013 si concede un'ulteriore proroga di dodici mesi del termine di chiusura dei progetti «Industria 2015» agevolati a valere sui bandi «mobilità sostenibile», «efficienza energetica» e «nuove tecnologie per il Made in Italy»: lo scopo di tale provvedimento è quello di favorire la positiva conclusione del maggior numero possibile di progetti e di consentire ai proponenti di portare a termine le attività di sperimentazione e sviluppo. Detto provvedimento tuttavia non viene utilizzato da tutte le aziende partecipanti al bando di cui sopra, ma solo da quelle che non sono riuscite a completare i progetti nei tempi precedentemente indicati;
   il Ministero dello sviluppo economico ha ammesso ai finanziamenti 104 progetti di innovazione tecnologica, al termine della valutazione del bando del progetto di innovazione industriale «nuove tecnologie per il made in Italy»: il programma non prevedeva aiuti anticipati, ma solo il parziale finanziamento delle spese effettivamente e comprovatamente sostenute dai partecipanti al progetto. I 104 progetti vincitori hanno coinvolto 162 grandi imprese, 128 medie e 455 piccole e micro imprese, per un investimento complessivo di 638 milioni di euro;
   vi sono imprese che sono risultate vincitrici di tale bando, che non hanno usufruito delle proroghe di cui in precedenza, ma che a distanza di oltre un anno dall'aver consegnato i risultati e avendo dimostrato le spese delle varie fasi dei progetti da loro eseguiti sono in attesa del contributo ministeriale relativo alle spese sostenute da oltre 15 mesi. Tali imprese non riescono ad ottenere nemmeno notizie certe sul se e sul quando tale contributo verrà erogato;
   a causa della sfavorevole congiuntura economica, i potenziali acquirenti dei progetti risultati vincitori sono estremamente restii ad investire in innovazione;
   gli interessi passivi relativi ai finanziamenti ottenuti dai partecipanti al bando, sulla base dell'importanza del progetto, del suo relativo promettente sviluppo di mercato e della «garanzia» del contributo ministeriale (arrivando in certi casi a porre a garanzia i beni personali dei soci) stanno facendo rischiare il fallimento alle aziende vincitrici;
   la dinamica appena descritta si ravvisa in maniera eclatante nelle micro imprese, che avendo l'unica ricchezza nelle menti dei ricercatori risultano costrette per non perdere completamente i beni personali posti a garanzia, a cedere alle banche i diritti di utilizzazione dei risultati delle loro fruttuose ricerche, augurandosi che ciò sia sufficiente ad evitare la rovina;
   gli incentivi inizialmente stabiliti, da aiuto alla ricerca ed alle eccellenze italiane, rischiano di trasformarsi nell'ennesima forma di strozzinaggio legalizzato a danno delle piccole e piccolissime imprese, aggravando ulteriormente la già devastata condizione dell'imprenditoria italiana;
   quanto in premessa appare confermare il fatto che INVITALIA non sia tanto dedita all'attrazione di investimenti dall'estero, quanto a consolidare quello che appare agli interroganti un sistema clientelare di accesso agli incentivi statali, in una logica già propria della vecchia Cassa del Mezzogiorno e proseguita poi da SVILUPPO ITALIA, attraverso finanziamenti più o meno a pioggia e più o meno a fondo perduto;
   infine, ammesso e tutt'altro che concesso che le aziende vincitrici riescano a sopravvivere imprenditorialmente, ogni vantaggio aziendale che poteva derivare risulterà annullato dal costo dei ritardi nella corresponsione di quanto promesso, e chi ci avrà sicuramente guadagnato saranno, al solito, solo le banche –:
   se siano a conoscenza della situazione citata, con particolare riguardo ai ritardi con i quali vengono erogati i pagamenti;
   quali siano i costi per lo Stato dell'ente INVITALIA spa, e quali siano l'entità e la qualità dei benefici economici che tale ente ha apportato finora al bilancio dello Stato;
   se in un'ottica di risparmio e di efficientamento della pubblica amministrazione intendano o meno assumere iniziative per abolire INVITALIA ovvero accorparla ad altri enti;
   quali azioni intendano intraprendere per risolvere il problema riguardante i ritardi nei pagamenti alle aziende vincitrici dei bandi in premessa e quali tempi di attesa si prospettino alle imprese per ricevere quanto è in loro diritto.
(5-05416)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 18 giugno 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-05416

  Si risponde per la parte di competenza all'atto in questione rappresentando quanto segue.
  L'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa» S.p.A. (INVITALIA) (da ora AGENZIA), è una società per azioni partecipata al 100 per cento dal Ministero dell'Economia. Nasce con la finanziaria del 2007 (1.n. 296/2006) in virtù della trasformazione della Società Sviluppo Italia S.p.A.
  L'Agenzia è sottoposta da quel momento ad una profonda riorganizzazione finalizzata ad operare la razionalizzazione delle funzioni e lo snellimento delle attività con una forte riduzione del numero delle partecipazioni e dei livelli organizzativi.
  In attuazione della citata Finanziaria viene realizzato un Piano di riordino (decreto ministeriale del 31/07/2007), ad oggi sostanzialmente concluso, che ha portato ad un complessivo risparmio di 266 milioni di euro sui costi complessivi della struttura.
  Le principali operazioni concretizzate sono state nel:
   2009 la cessione ad Invitalia Partecipazioni S.p.A. delle partecipazioni non strategiche. Invitalia Partecipazioni è la «società veicolo» con la quale l'Agenzia gestisce e dismette le partecipazioni non strategiche;
   2011, la fusione per incorporazione di Invitalia Reti in Sviluppo Italia Aree Produttive e nascita di Invitalia Attività Produttive S.p.A. (società di ingegneria e servizi controllata al 100 per cento da Invitalia);
   2011, il mantenimento della società Infratel S.p.A. con la modifica dello statuto quale attuatore per la realizzazione Programma di Sviluppo della Banda Larga (ai sensi della legge n. 80 del 2005);
   2011, l'incorporazione di SVI Finance S.p.A. in Invitalia S.p.A., assumendo quest'ultima, le operazioni di acquisto e cessione dei crediti d'impresa e factoring con modifica statutaria intervenuta nel 2012;
   2011, la riduzione della partecipazione dell'Agenzia in Italia Turismo S.p.A (58 per cento) in conseguenza dell'aumento della quota Fintecna Immobiliare al 42 per cento;
   2012, la cessione della società Nuovi Cantieri Apuania (partecipata al 78,10 per cento da Invitalia S.p.A.; ed al 21,90 per cento da Invitalia Partecipazioni S.A.) a Moda Design S.r.l (attiva nella produzione e commercializzazione di mega yacht a marchio Tecmar e Admiral);
   2013, il trasferimento ad Invitalia Partecipazioni di società partecipate regionali in liquidazione;
   2013 la messa in liquidazione del Consorzio Garanzia Italia confidi e avvio della dismissione della Strategia Italia società di gestione del risparmio;
   2014, messa in liquidazione della Italia Navigando S.p.A.

  In definitiva, relativamente all'attività di dismissione delle partecipazioni, l'Agenzia, all'avvio della fase di riordino, deteneva 216 partecipazioni (dirette e indirette). Di queste:
   63 non sono state cedute in quanto acquisite in attuazione della Legge n. 181/1989. Il 40 per cento di tali partecipazioni saranno cedute non appena le imprese beneficiarie avranno realizzato i programmi di investimento agevolati ai sensi L.181/89. Le restanti partecipazioni saranno cedute con il superamento delle difficoltà gestionali delle imprese beneficiarie;
   delle restanti 152 partecipazioni (di cui 62 detenute da società regionali), 93 sono state cedute e/o liquidate e 58, fra dirette ed indirette, sono state trasferite alla c.d. «Società Veicolo» – Invitalia Partecipazioni S.p.A.

  Al 31 dicembre 2013 l'assetto risulta il seguente:
  Partecipazioni – Imprese Controllate – Bilancio 31/12/2013

  Con riferimento alle attività di attrazione degli investimenti esteri, cui gli interroganti fanno riferimento, le attività svolte dal gennaio 2009 al dicembre 2013 hanno riguardato l'assistenza a 1.474 soggetti esteri. Per 1.177 società l'attività si è concretizzata nell'erogazione di servizi a carattere informativo, mentre per 297 imprese estere, l'Agenzia ha prodotto servizi di accompagnamento all'insediamento specifici, vale a dire servizi improntati a esigenze concrete per la predisposizione di un progetto definito. Con riferimento a queste ultime, 40 hanno concluso il processo di insediamento con un esito positivo, producendo un impatto occupazionale di circa 900 posti di lavoro senza il ricorso ad alcun incentivo finanziario e per ulteriori 32 le attività sono in corso.
  Le attività nel 2013 hanno in particolare riguardato:
   la definizione e lo sviluppo dell'offerta. In tal senso sono proseguite le azioni di manutenzione del portafoglio progetti, iniziate nel 2012 a seguito delle riduzione dell'attività;
   la promozione dell'offerta, con la focalizzazione sui principali mercati di riferimento quali il Giappone e, soprattutto, la Cina. Nel 2013 per la prima volta è stato approcciato il mercato turco;
   i servizi di informazione e di accompagnamento al processo di insediamento della imprese straniere in Italia: nel 2013 l'Agenzia ha erogato 364 servizi informativi a 263 soggetti esteri.

  Con riferimento ai costi che la società comporta a carico dello Stato, si ricorda innanzitutto che Invitalia non gode di contributi ordinari a carico del bilancio dello Stato. I corrispettivi e trasferimenti che riceve dalla Pubblica Amministrazione sono connessi con i servizi forniti per le attività di supporto e per la gestione di strumenti agevolativi.
  I principali dati dell'ultimo bilancio approvato della società evidenziano i seguenti risultati.
  Nel 2013 i ricavi per servizi e da altri proventi pari a 91.963.000 euro sono aumentati di circa il 30 per cento rispetto al 2012 e sono costituiti per il 95 per cento da corrispettivi per la gestione fondi di terzi e convenzioni; l'aumento deriva dall'acquisizione di nuove attività. Inoltre l'Agenzia ha avuto proventi finanziari netti pari a 13.084 mila euro e entrate per rivalse per 4.070 mila euro.
  I costi operativi nel 2013 sono aumentati rispetto al 2012 del 12 per cento e si assestano a 104.545.000 euro. L'aumento è sostanzialmente legato all'accrescimento del giro d'affari ed è il risultato dalla crescita dei costi del personale (circa 5 milioni di euro) e delle prestazioni esterne (circa 5,8 milioni di euro) e da una riduzione delle spese generali.
  L'agenzia ha chiuso il 2013 con un utile netto di 2.104.000 euro, in rilevante aumento rispetto a quello registrato nel 2012 pari a 631.000 euro; il patrimonio netto è passato da 793.275.000 euro nel 2012 a 797.569.000 euro con un incremento dovuto, in primis, all'utile netto conseguito ed dalle variazioni intervenute nelle riserva di bilancio. Infine, dal rendiconto finanziario emerge una buona situazione relativamente alla liquidità complessiva dell'agenzia.
  Per quanto attiene al risultato negativo di circa 5,9 milioni di euro a cui si fa riferimento, si evidenzia che tale dato è rilevabile dall'ultimo bilancio consolidato del gruppo, relativo all'esercizio 2011. Come rilevato anche nella Relazione della Corte dei Conti sulla gestione del 2011. Tale risultato negativo trova soprattutto causa nelle perdite della società Nuovi Cantieri Apuania S.p.A (-5,4 milioni di euro), società che è stata ceduta da Invitalia nel 2012 nell'ambito del Piano di riordino sopra descritto.
  Sulle considerazioni espresse nell'atto in questione, con riguardo ai progetti di Innovazione Industriale (PII) si evidenziano, in via preliminare, i seguenti aspetti.
  Il Programma Industria 2015 è stato avviato con la Legge Finanziaria 2007 (articolo 1, commi da 842 a 846 della legge n. 296/2006) con la finalità di introdurre una politica pubblica capace di orientare le scelte, incentivando comportamenti coerenti con le esigenze di ristrutturazione del tessuto produttivo. Il medesimo Programma individuava nei Progetti di Innovazione Industriale (da ora PII) i nuovi strumenti per garantire il riposizionamento strategico del sistema industriale italiano nell'ambito dell'economia mondiale. I Progetti di Innovazione Industriale sono stati previsti, quindi, per realizzare interventi in aree tecnologiche considerate strategiche, direttamente individuate dal legislatore, che sono: efficienza energetica, mobilità sostenibile, made in Italy, tecnologie della vita e beni e attività culturali.
  I PII adottati sono Efficienza Energetica, Mobilità Sostenibile, Made in Italy. La ridotta disponibilità di risorse del Fondo competitività e sviluppo rispetto alla dotazione originaria hanno di fatto impedito l'adozione dei due PII restanti: il PII Tecnologie della vita, e il PII Tecnologie Innovative per i Beni e le Attività Culturali e Turistiche.
  In particolare, il bando «Nuove tecnologie per il Made in Italy» è stato emanato con DM del 10.07.2008 e sono stati ammessi ad agevolazione 166 programmi con il coinvolgimento di 266 grandi imprese, 232 medie imprese, 383 piccole imprese e 326 micro imprese, per un ammontare complessivo di 1.207 imprese e 307 organismi di ricerca.
  In merito ai ritardi segnalati nell'erogazione dei contributi per i richiamati Progetti di Innovazione Industriale, si ritiene utile rappresentare qualche elemento relativo alla consistenza, all'anno di stanziamento e agli impegni effettuati.
  Ai Progetti sono stati destinati 668 milioni di euro di risorse nazionali sul Fondo per la competitività e lo sviluppo, cui si aggiungono, per le sole Regioni Obiettivo Convergenza, 184 milioni di euro a valere sul PON R&C, per un ammontare complessivo di risorse pari a 852 milioni di euro circa.
  Le risorse assegnate sono state totalmente impegnate, con impegni registrati dopo la pubblicazione delle graduatorie relative a ciascun bando, rispettivamente nel 2008 (mobilità sostenibile), nel 2009 (efficienza energetica) e nel 2010 (made in Italy).
  I suddetti impegni, peraltro, in considerazione della suddivisione temporale degli stanziamenti, sono stati effettuati utilizzando residui 2007, 2008 e 2009. Già alla fine del 2010, dunque, parte dei fondi – impegnati sui progetti della Mobilità sostenibile – sono andati in perenzione amministrativa.
  A fine 2011 sono poi andati in perenzione i fondi impegnati sui residui 2008 riguardanti tutti i progetti della mobilità sostenibile (eccetto due finanziati con successivo scorrimento della graduatoria) e gran parte di quelli impegnati sui progetti dell'efficienza energetica (28 progetti su 37 finanziati). È poi intervenuto il decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98 che all'articolo 10, comma 8, ha imposto una riduzione da tre a due anni dei termini della perenzione, rischiando di lasciare lo strumento completamente privo di risorse. La conservazione dei fondi (impegnati in gran parte sui progetti del made in Italy) fino al dicembre 2012, è stata possibile solo attivando la procedura prevista dall'articolo 30, comma 11, della legge 31 dicembre 2009, n. 196.
  Va rilevato, in effetti, che il meccanismo della perenzione amministrativa ha avuto un impatto negativo sull'andamento delle erogazioni.
  In generale, per tutti i programmi di Industria 2015, i dati relativi ai fondi erogati rispetto al rendicontato appaiono inadeguati anche se, dal 2013, si evidenzia una significativa accelerazione (da euro 20.760.682,94, negli anni 2009-2012, a euro 85.989.923,89 negli anni 2013-2014, di cui PON da 2.907.623,87 euro, nel primo periodo a 29.831.515,54 euro nel secondo).
  Proprio per ovviare agli ostacoli di tale fase del procedimento di gestione dei progetti, il Ministero dello Sviluppo Economico, nell'ambito di una Commissione congiunta, che vedeva la partecipazione della Direzione generale degli incentivi alle imprese del MiSE e Invitalia, ha sollecitato più volte il gestore a procedere con maggiore celerità nelle attività di verifica delle rendicontazioni, anche attraverso l'adozione di modalità più razionali e snelle per i controlli amministrativo-contabili.
  Invitalia ha provveduto, quindi, ad aggiornare le «linee guida alla rendicontazione» che sono state pubblicate sul sito dedicato Cineca. Contestualmente Cineca ha aggiornato i modelli per la rendicontazione a disposizione dei primi proponenti.
  Le modifiche introdotte hanno ridotto il volume dei documenti richiesti ai beneficiari, evitando inutili duplicazioni e hanno introdotto una tempistica standard per il perfezionamento dell'iter di valutazione.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

investimento all'estero

innovazione

investimento estero