ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/05154

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 399 del 25/03/2015
Firmatari
Primo firmatario: BORGHI ENRICO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 25/03/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CASTRICONE ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 25/03/2015
BRAGA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 25/03/2015
BRATTI ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 25/03/2015


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 25/03/2015
Stato iter:
26/03/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 26/03/2015
Resoconto CASTRICONE ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 26/03/2015
Resoconto VELO SILVIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 26/03/2015
Resoconto CASTRICONE ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 26/03/2015

SVOLTO IL 26/03/2015

CONCLUSO IL 26/03/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-05154
presentato da
BORGHI Enrico
testo di
Mercoledì 25 marzo 2015, seduta n. 399

   BORGHI, CASTRICONE, BRAGA e BRATTI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   nel sito di Bussi sul Tirino, in provincia di Pescara, ed in particolare nell'area cosiddetta Tre Monti, si trova una discarica abusiva di rifiuti chimici, con due milioni di metri cubi di terreno contaminato e le acque di falda compromesse e non più utilizzabili a fini potabili e alimentari;
   del disastro ambientale sono responsabili Montecatini, Montedison, Monteflus e Ausimont fino al 2002, per aver nascosto in un terreno di proprietà dell'ex colosso della chimica italiana, oltre 500 mila tonnellate di veleni e rifiuti industriali e per aver gestito lo stabilimento in modo ambientalmente discutibile;
   l’iter processuale è stato lunghissimo e si è risolto in primo grado con la sentenza del 19 dicembre 2014, con la quale la corte d'assise di Chieti ha mandato assolti tutti i diciannove imputati, ex amministratori e vertici della Montedison, dal reato di avvelenamento delle acque e, per quanto riguarda l'altro capo d'imputazione, il disastro ambientale, ha derubricato il reato in disastro colposo, assolvendo gli imputati per sopraggiunta prescrizione;
   il 2 febbraio 2015 sono state depositate le motivazioni della sentenza secondo la quale non ci sarebbe stato pericolo per la salute pubblica e le condotte poste in essere dagli imputati non denoterebbero una «comune e precostituita volontà criminosa, frutto della volontà di occultare lo stato di contaminazione della falda, potendosi al più ritenere che vi sia stata la volontà di rappresentare un quadro della contaminazione del sito dello stabilimento tale da limitare le doverose attività di messa in sicurezza e bonifica»;
   a sua volta il Consiglio di Stato, il 9 marzo 2015, ha accolto il ricorso in appello di Edison Spa avverso il provvedimento di diffida, adottato il 9 settembre 2013 dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che obbligava la società a rimuovere i rifiuti depositati in modo incontrollato nelle discariche realizzate in località Tremonti e nelle aree a monte dello stabilimento industriale, ripristinare integralmente lo stato dei luoghi mediante la rimozione delle discariche ed eventuali altre fonti di contaminazione ancora attive, procedere alla bonifica delle matrici ambientali che dovessero risultare contaminate;
   il Consiglio di Stato ha censurato, in particolare, la scelta del Ministero di basare il provvedimento di diffida su una norma del 1995, peraltro già abrogata, relativa a un tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi e recante una sanzione pecuniaria per l'esercizio di discariche abusive o l'abbandono di rifiuti, anziché fare riferimento al Testo unico sull'ambiente, che dal 2006 regola il procedimento di messa in sicurezza e bonifica dei siti inquinati;
   sono passati 11 anni dalla presentazione del Piano di caratterizzazione di Solvay che già nel 2004 aveva evidenziato il gravissimo stato di contaminazione dell'area; 8 anni dal sequestro, delle discariche Tremonti e 2A e 2B; 7 anni dal decreto di perimetrazione del Sito nazionale di bonifica, ma attualmente non un metro quadro di terreno delle discariche è stato riqualificato;
   il piano di bonifica e messa in sicurezza delle aree esterne e interne del sito di Bussi non è stato ancora predisposto e tale situazione impedisce la realizzazione di un accordo di programma finalizzato a stabilire le modalità di insediamento di nuovi investitori nei siti interessati per consentirne la reindustrializzazione –:
   quali misure intenda assumere per superare il grave rallentamento determinato dalla sentenza del Consiglio di Stato del 9 marzo 2015, al fine di garantire il raggiungimento dell'obiettivo di rimozione dei rifiuti, attuazione del piano di bonifica e di messa in sicurezza delle aree, valutando l'opportunità di rinnovare il provvedimento di diffida ai sensi delle vigenti norme del TU delle norme in materia ambientale. (5-05154)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 26 marzo 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-05154

  Per quanto attiene allo stato delle attività di bonifica e risanamento delle aree ricadenti nel SIN di Bussi sul Tirino, si ricorda che questo Ministero aveva diffidato nel settembre 2013 la società Edison, ritenuta responsabile della contaminazione, a provvedere ai conseguenti interventi di risanamento.
  La Edison ha impugnato il provvedimento di diffida innanzi al TAR Abruzzo e proposto appello al Consiglio di Stato, il quale, con sentenza depositata lo scorso 5 marzo, ha accolto il ricorso promosso.
  Nel febbraio 2014 si era provveduto a diffidare anche la Soc. Solvay, attuale proprietaria dell'area, ad adottare nel sito a monte dello stabilimento le misure necessarie per la sua messa in sicurezza; nel mese di maggio veniva presentato il relativo studio di fattibilità.
  Dal canto suo il Commissario delegato nell'agosto 2014 aveva reso noto il progetto elaborato per il risanamento delle restanti aree, a completamento ed in coordinamento con le attività già previste da Solvay, al fine della integrale bonifica dei 5,5 ettari delle aree a monte dello stabilimento industriale di Bussi.
  Nel settembre 2014, il medesimo Commissario veniva invitato a predisporre uno studio di fattibilità contenenti i requisiti minimi affinché gli Enti territoriali interessati potessero esprimere le valutazioni, le osservazioni e i pareri di competenza, al fine di pervenire a soluzioni condivise. In particolare, veniva richiesto alla regione di proporre eventuali soluzioni alternative alla realizzazione in sito di una discarica per i rifiuti non pericolosi derivanti dalla bonifica in attuazione dei principi e criteri stabiliti dal vigente Piano Regionale di Gestione dei rifiuti.
  La Conferenza dei Servizi istruttoria tenutasi lo scorso 6 febbraio, ha approvato con prescrizioni il Piano della caratterizzazione delle aree pubbliche nel SIN di Bussi sul Tirino (PE), preso atto del Piano di caratterizzazione delle aree «Solvay», e avviato l'istruttoria del progetto Interventi di bonifica Aree esterne Solvay in Bussi sul Tirino, rinviando ad altra seduta per le conseguenti decisioni.
  In ultimo, si precisa che sono in corso di valutazione le iniziative giudiziarie e amministrative da assumere alla luce della sentenza del Consiglio di Stato, in particolare l'adozione di un'ordinanza, ai sensi della Parte VI del decreto legislativo n. 152/2006 nei confronti di Edison spa.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

rischio sanitario

deposito dei rifiuti

disastro causato dall'uomo