ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/05070

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 394 del 18/03/2015
Firmatari
Primo firmatario: LAFFRANCO PIETRO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 18/03/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SAVINO SANDRA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 18/03/2015


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 18/03/2015
Stato iter:
19/03/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 19/03/2015
Resoconto LAFFRANCO PIETRO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
RISPOSTA GOVERNO 19/03/2015
Resoconto ZANETTI ENRICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 19/03/2015
Resoconto LAFFRANCO PIETRO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 19/03/2015

SVOLTO IL 19/03/2015

CONCLUSO IL 19/03/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-05070
presentato da
LAFFRANCO Pietro
testo di
Mercoledì 18 marzo 2015, seduta n. 394

   LAFFRANCO e SANDRA SAVINO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   il Consiglio di Stato (sezione IV), accogliendo a due anni di distanza un nuovo ricorso presentato dall'allora consiglio d'amministrazione della Banca popolare di Spoleto, ha stabilito l'illegittimità dello scioglimento del consiglio di amministrazione e la conseguente sottoposizione ed amministrazione straordinaria dell'istituto;
   lo scorso 10 febbraio 2015, i giudici amministrativi a seguito delle precedenti decisioni del TAR del Lazio, (che aveva respinto una prima istanza per l'annullamento del commissariamento), hanno infatti riformato la sentenza del 12 febbraio 2014 con la quale è stato rigettato il ricorso contro il Ministero interrogato e la Banca d'Italia, che ha in seguito decretato lo scioglimento degli organi di amministrazione e di controllo della banca stessa, sottoposta a straordinaria amministrazione;
   la sentenza del Consiglio di Stato, in particolare, ha contestato al Ministero dell'economia e delle finanze di non aver svolto in maniera approfondita e autonoma l'attività di verifica e controllo rispetto alla decisione di disporre l'amministrazione straordinaria della banca popolare di Spoleto;
   sarebbe stato peraltro, ad avviso degli interroganti, più opportuno che la Banca d'Italia avesse consentito l'aumento del Capitale sociale della banca popolare di Spoleto e la nomina di commissari straordinari;
   in termini più espliciti la sentenza rileva che la Banca d'Italia avrebbe formulato una proposta accettata in maniera acritica dal Ministro interrogato, la quale invece avrebbe dovuto avviare un'istruttoria autonoma o quantomeno promuovere una valutazione critica, sulla proposta di commissariamento avanzata dalla stessa Banca d'Italia, che in qualità di autorità di vigilanza, è l'unica istituzione a poter dare impulso al procedimento;
   la suesposta vicenda, a giudizio dell'interrogante, evidenzia una serie di rilevanti criticità nell'ambito delle decisioni adottate dal Ministro interrogato, in considerazione del fatto che il dispositivo della sentenza emanata dal Consiglio di Stato, evidenzia a giudizio degli interroganti un comportamento superficiale e di contrarietà, connesso alle disposizioni del decreto dello stesso Ministro, che rinvia semplicemente agli atti ispettivi della Banca d'Italia, senza aver preliminarmente esaminato in modo analitico il contenuto delle ipotetiche irregolarità svolte dalla Banca popolare di Spoleto –:
   quali siano state le motivazioni per i quali il Ministro interrogato, con il decreto ministeriale dell'8 febbraio 2013, abbia proceduto a porre in amministrazione straordinaria l'istituto di credito umbro citato nella premessa, e quali siano le ragioni per le quali il Ministro interrogato, secondo quanto emerge dalla sentenza del Consiglio di Stato, non abbia avviato un'istruttoria autonoma, o quantomeno un'attività verifica e controllo rispetto alla proposta della Banca d'Italia di porre in amministrazione straordinaria la banca. (5-05070)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 19 marzo 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione VI (Finanze)
5-05070

  Con l'interrogazione a risposta immediata in Commissione l'onorevole Laffranco ed altri, nel richiamare la recente sentenza con la quale il Consiglio di Stato ha stabilito l'illegittimità dello scioglimento del Consiglio di amministrazione e la conseguente sottoposizione ad amministrazione straordinaria della Banca Popolare di Spoleto, disposti con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze dell'8 febbraio 2013, chiedono se sia stata avviata un'istruttoria autonoma rispetto alla proposta di commissariamento avanzata dalla Banca d'Italia.
  Al riguardo, sentita in proposito la Banca d'Italia, si fa presente che la Banca Popolare di Spoleto SpA (BPS) è stata sottoposta ad amministrazione straordinaria con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze dell'8 febbraio 2013, su proposta della Banca d'Italia, per gravi irregolarità nell'amministrazione e gravi perdite, ai sensi dell'articolo 70, comma 1, lettere a) e b) del decreto legislativo n. 385 del 1993 (Testo Unico Bancario).
  In pari data, è stata disposta la sottoposizione ad amministrazione straordinaria anche per la controllante Spoleto Crediti e Servizi Società Cooperativa, per gravi perdite, ai sensi degli articoli 70, comma 1, lettera b), e in base all'articolo 98, comma 2, lettera b) e 105 del citato decreto legislativo n. 385 del 1993, essendo stata accertata la sussistenza di un gruppo bancario di fatto diretto dalla medesima cooperativa, che svolgeva attività di direzione e coordinamento nei confronti della banca controllata. Gli accertamenti ispettivi di vigilanza – svolti su entrambi gli intermediari nel secondo semestre del 2012 – avevano messo in luce l'esistenza di una situazione di ingovernabilità attestata dall'aspra contrapposizione creatasi tra la controllante Spoleto Crediti e Servizi Società Cooperativa (51 per cento) e l'altro socio di riferimento, Banca Monte dei Paschi di Siena (26 per cento), nonché dalla accesa conflittualità negli Organi aziendali.
  Con provvedimento dell'8 febbraio 2013 erano stati nominati, per entrambe le procedure, gli Organi straordinari (ingegner G. Boccolini, professor avvocato G. Brancadoro, dottor N. Stabile, Commissari straordinari, e professor S. Corbella, professor avvocato G. Domenichini, professoressa avvocato G. Scognamiglio), componenti del Comitato di sorveglianza.
  Terminata la fase di accertamento su «BPS», il complessivo fabbisogno patrimoniale della banca è stato quantificato dagli Organi Straordinari in almeno euro 130 milioni.
  In tale contesto, con la consulenza di un advisor, era stata avviata la ricerca di idonee controparti interessate a un intervento; sono pervenute alla procedura due offerte formali, da parte del Banco Desio e della Brianza e della cordata di imprenditori umbra «Clitumnus». La soluzione prescelta dai Commissari, con il benestare della Banca d'Italia, è stata quella basata sull'operazione prospettata da «Desio». Per consentire la definizione della soluzione alla crisi aziendale e, in particolare, per attuare l'aumento di capitale di «BPS», la procedura di amministrazione straordinaria è stata prorogata, anche per la controllante «SCS», con decreti del Ministro dell'economia e delle finanze del 31 gennaio 2014 nei termini massimi consentiti dal Testo Unico Bancario.
  Al fine di realizzare il piano predisposto dai Commissari, il 17 giugno 2014, l'assemblea di BPS, autorizzata dalla Banca d'Italia, ha deliberato un aumento di capitale sociale per euro 140 milioni riservato al Banco Desio, che è stato integralmente sottoscritto dall'intermediario brianzolo. Il 31 luglio 2014, previa nomina dei nuovi organi, l'azienda è stata riconsegnata alla gestione ordinaria.
  La procedura relativa alla controllante Spoleto Crediti e Servizi Società Cooperativa – la cui quota in Banca Popolare di Spoleto è risultata diluita per effetto del citato aumento di capitale – si è chiusa l'11 ottobre 2014 con la restituzione alla gestione ordinaria dell'intermediario, previa nomina dei nuovi organi aziendali.
  Con due autonome sentenze – peraltro recentissime – n. 657 del 9 febbraio 2015 e n. 966 del 26 febbraio 2015 – il Consiglio di Stato ha ora annullato i decreti nn. 16 e 17 del 2013 con i quali erano state poste in amministrazione straordinaria «BPS» e la controllante «SCS». In particolare, l'annullamento ha riguardato i soli decreti ministeriali relativi alle due procedure. La pronunzia affronta, solo incidentalmente, i correlati atti della Banca d'Italia, in base ai quali il Ministro aveva dato avvio alla procedura, nonché la valutazione negativa espressa dalla medesima Banca d'Italia, ex articolo 56 TUB, in ordine all'aumento di capitale che era stato ipotizzato dalla Banca Popolare di Spoleto prima del commissariamento.
  La valutazione negativa su tale aumento di capitale è stata motivata dalla circostanza che:
   la componente azionaria di tale rafforzamento patrimoniale ammontava, nell'immediato, a soli euro 30 milioni;
   erano in corso accertamenti ispettivi di vigilanza sull'intermediario volti proprio ad individuare l'esatto fabbisogno patrimoniale dell'azienda, risultato successivamente molto più elevato.

  In proposito, le Autorità competenti stanno valutando le eventuali iniziative da assumere.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

banca popolare

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