ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/05060

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 394 del 18/03/2015
Firmatari
Primo firmatario: RICCIATTI LARA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 18/03/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PELLEGRINO SERENA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 18/03/2015
FERRARA FRANCESCO DETTO CICCIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 18/03/2015
ZARATTI FILIBERTO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 18/03/2015


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 18/03/2015
Stato iter:
19/03/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 19/03/2015
Resoconto PELLEGRINO SERENA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 19/03/2015
Resoconto DE VINCENTI CLAUDIO VICE MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 19/03/2015
Resoconto PELLEGRINO SERENA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 19/03/2015

SVOLTO IL 19/03/2015

CONCLUSO IL 19/03/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-05060
presentato da
RICCIATTI Lara
testo di
Mercoledì 18 marzo 2015, seduta n. 394

   RICCIATTI, PELLEGRINO, FERRARA e ZARATTI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   come ampiamente rilevato dalla stampa nazionale e locale, sulla vicenda relativa ai rigassificatore proposto a Zaule (Trieste) da Gas Natural nel 2006 sono stati scritti numerosi documenti di contrari comitati e associazioni ambientaliste, pubblicati inserti articolati sul mensile Konrad, si sono registrate prese di posizione di enti e istituzioni, interventi di autorevoli rappresentanti di istituzioni scientifiche, il tavolo tecnico rigassificatore Trieste ha elaborato precisi e dettagliati studi, sono stati presentati ricorsi al TAR del Lazio da parte di Legambiente e Wwf oltre che da altre associazioni ed enti locali, l'autorità portuale di Trieste ha anche presentato un lungo documento per dimostrare come l'impianto in questione sia incompatibile con lo sviluppo dei traffici portuali;
   gran parte di questi documenti sono richiamati nell'ambito dell'interrogazione a risposta immediata n. 5-04841 presentata lo scorso 25 febbraio dal Gruppo Parlamentare Sinistra Ecologia libertà ove si evidenziava che il decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare emanato nell'aprile 2013 aveva sospeso per sei mesi la valutazione di impatto ambientale (VIA) riconosciuta il 17 luglio 2009. Tale decreto prevedeva, in sostanza, due possibili alternative: individuare un sito alternativo oppure consultare nuovamente l'autorità portuale per rideterminare le previsioni di sviluppo. Successivamente, l'autorità portuale di Trieste ha formulato sul punto un parete negativo ma, ciononostante, la valutazione di impatto ambientale non veniva revocata. Per tali ragioni gli interroganti chiedevano all'Esecutivo se non intendesse emanare un decreto di revoca della VIA. A tale quesito il rappresentante del Governo, nella persona del Sottosegretario Silvia Velo, ha risposto che 6 febbraio 2015 la commissione Via/Vas del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha concluso il supplemento istruttorio in materia, affermando – nel proprio parere n. 1706 – che non vi siano aspetti di incompatibilità ambientale tra le previsioni del proposto nuovo piano regolatore portuale di Trieste ed il progetto del rigassificatore Gnl di Zaule, evidenziando come queste determinazioni sono state portate a conoscenza nelle naturali sedi competenti per i seguiti autorizzatori, ovverosia il Ministero dello sviluppo economico, le amministrazioni territoriali e la società proponente;
   una netta opposizione al progetto del rigassificatore è stata espressa più volte dagli enti locali coinvolti – si segnala al riguardo la votazione unanime il 27 febbraio 2015 nel consiglio comunale di Trieste di una mozione contraria all'impianto – oltre che dalla regione Friuli Venezia Giulia e dall'autorità portuale di Trieste;
   al di fuori delle valutazioni di carattere ambientale, sotto il profilo dello sviluppo e della crescita dell'indotto dell'area portuale di Trieste, l'insediamento di un rigassificatore Gnl a Zaule, ad avviso dei firmatari del presente atto, impatterà in modo profondamente negativo sull'economia del territorio, pregiudicando gli andamenti dei traffici portuali, le prospettive degli investimenti e la possibilità di crescita dell'indotto, Basti pensare che le disposizioni che regolano l'ingresso e l'uscita dal porto delle navi gasiere e quelle che ne regolano la sicurezza da quando vengono ormeggiate a quando lasciano libero l'ormeggio sono talmente restrittive che, qualora un rigassificatore dovesse essere realizzato in questo momento, penalizzerebbe senza alcun dubbio i traffici attualmente esistenti ed in particolare quello dei petroli che conta circa 41,5 milioni di tonnellate pari a circa 500 navi nel 2014, così come quello convenzionale e quelle container;
   non si ravvisa la ragione per cui il porto di Trieste – che oggi rappresenta la prima industria della regione Friuli-Venezia Giulia con impiego diretto di circa 3000 addetti e un indotto di circa 10.000 addetti – debba rischiare, con l'insediamento del rigassificatore in questione, di lasciarsi sfuggire l'opportunità di nuove prospettive di crescita e sviluppo. E sotto tale profilo, vale la pena rammentare come il comitato portuale dell'autorità triestina abbia sempre ribadito di non ritenere né utile né percorribile la rideterminazione del piano regolatore portuale di Trieste per renderlo compatibile con l'impianto di rigassificazione proposto dalla società Gas Natural, perché non si può provvedere alla rideterminazione delle previsioni di sviluppo espresse dal Piano regolatore del porto di Trieste senza arrecare grave nocumento allo sviluppo dei traffici e del porto medesimo –:
   quali siano le intenzioni del Governo in relazione al progetto Gnl di Zaule, se si intenda realizzarlo e, in tal caso, quali elementi a supporto della strategicità del progetto possano essere forniti per verificarne l'impatto sotto il profilo dello sviluppo economico, produttivo e occupazionale nell'area del porto di Trieste e dell'intera regione Friuli Venezia Giulia.
(5-05060)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 19 marzo 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-05060

  Il progetto del terminale di Zaule, che risponde ai requisiti previsti per le Infrastrutture Strategiche previste dalla Strategia Energetica Nazionale (SEN) approvata nel marzo 2013 dai Ministri dello Sviluppo Economico e dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, per soddisfare le esigenze di diversificazione e di sicurezza d'approvvigionamento di gas, nonché per lo sviluppo dell'Italia come Hub sud-europeo, è stato incluso (unico terminale di rigassificazione italiano) anche nella lista dei «Progetti di Interesse Comune» (da ora PCI), redatta secondo il Regolamento numero 347 del 2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17 aprile 2013 recante gli orientamenti per le infrastrutture energetiche transeuropee (TEN-E).
  Tale elenco, fondamentalmente, è stato composto a partire dai piani decennali dei gestori delle reti energetiche ed integrati da richieste di inserimento di progetti effettuate direttamente dagli investitori privati, fra cui il progetto Zaule.
  Tali progetti sono stati vagliati da gruppi di esperti della Commissione Europea in funzione dell'interesse transfrontaliero, requisito che ha ovviamente privilegiato le interconnessioni tra reti di Stati membri. Nel caso di stoccaggi di gas e terminali di rigassificazione di GNL, che per definizione non possono che essere collocati nel territorio di un solo Stato Membro, sono stati mantenuti solo quelli per i quali le Autorità di regolazione abbiano attestato il beneficio transfrontaliero, circostanza che si è verificata nel caso del terminale di Zaule, per l'intervento del Regolatore austriaco.
  In data 24 luglio 2013, a Bruxelles, la riunione del gruppo decisionale sui PCI definì la lista dei progetti energetici sottoposti in seguito alla Commissione europea che adottò la lista definitiva con atto delegato. In tale lista è rimasto il progetto con il nome «Onshore LNG Terminal in the Northern Adriatic». Nella succitata lista il progetto fu denominato come «rigassificatore in terraferma nel Nord Adriatico» proprio per tener conto di una sua possibile delocalizzazione nell'area del Nord Adriatico, come previsto dal decreto di sospensione della VIA adottato nel mese di aprile 2013 dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare di concerto col Ministero dei Beni (MATTM) e delle Attività Culturali e del Turismo.
   A seguito della citata sospensione per sei mesi dell'efficacia del Decreto di V.I.A. positiva, adottata dal medesimo Ministero, non essendosi verificata nessuna delle due ipotesi ivi previste (una diversa localizzazione dell'impianto o una modifica del piano portuale da parte dell'Autorità Portuale che aveva segnalato la incompatibilità del progetto con il futuro previsto incremento dei traffici portuali), il Ministero dell'Ambiente (MATTM) avviò il procedimento di revoca, con ciò ponendo il MiSE, attesa la natura endoprocedimentale della V.I.A., nella condizione di dover sospendere l'iter del proprio procedimento in attesa del provvedimento di revoca.
  In seguito il Ministero dell'Ambiente con propria nota (n.1706) del 6 febbraio 2015 ha espresso un parere di conferma della VIA «previa attenta valutazione dell'ulteriore documentazione pervenuta» affermando «che non si evidenziano incompatibilità ambientali tra le previsioni del Piano Regolatore Portuale di Trieste ed il progetto del rigassificatore GNL di Zaule».
  Pertanto, in conseguenza di tale ultima nota del Ministero dell'Ambiente, il Ministero dello sviluppo economico ha dovuto riaprire i termini del procedimento di autorizzazione chiedendo comunque alla società proponente, la vigenza dell'interesse alla realizzazione del progetto.
  Per quanto premesso, faccio presente che il MiSE non può negare l'autorizzazione alla costruzione senza un motivo giuridicamente valido, né esprimersi sull'incompatibilità dell'infrastruttura con il traffico marittimo del porto di Trieste, poiché sull'argomento si è già espresso il MATTM. Infine evidenzio che la normativa sul procedimento amministrativo prevede che il MiSE non potrà rilasciare l'autorizzazione dell'infrastruttura senza una intesa con l'Ente regionale.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

traffico portuale

protezione dell'ambiente

impatto ambientale